LA TRUFFA SUGLI IMMIGRATI: “DERUBATI ANCHE DI ACQUA E DELLE SIGARETTE”
I PM: “PRESENZE GONFIATE NEL CENTRO DI GRADISCA, TRIPLICATE RISPETTO ALLA REALTA'”
La truffa nasce da un’idea elementare, almeno secondo la procura di Gorizia: considerato che lo Stato versa una somma fissa per ogni ospite straniero (42 euro) la società che gestisce i Centri migranti ha fatto lievitare i numeri incassando corrispettivi molto più alti del dovuto.
Agile, fraudolento, profittevole.
E così, dal 2008, i responsabili del Centro di identificazione ed espulsione (Cie) e del Centro di accoglienza dei richiedenti asilo (Cara) di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) avrebbero truccato regolarmente le fatture riguardanti la struttura che sorge a un tiro di schioppo dal confine sloveno.
Per esempio, i pm scrivono di 3458 ospiti dichiarati contro i 1754 effettivi ad aprile, 4050 invece di 1403 a maggio, 6792 e non 4003 a giugno, 8.094 (4370) a luglio, 8309 (3166) ad agosto, e avanti così per quasi quattro anni, con un picco di 11342 registrati nel settembre 2008, quasi il triplo di quelli reali.
Il che si è tradotto in un centinaio di ricevute contestate per circa tre milioni di euro di «sovrafatturazione» (uno attribuito al Cie e due al Cara), incassati indebitamente dal Consorzio Connecting People di Trapani che amministra la struttura, una delle 19 gestite in Italia: dal Friuli alla Puglia, dal Piemonte alla Sicilia.
Tutte somme versate dal ministero dell’Interno attraverso la Prefettura
«Sistema stabile e organizzato»
Emerge dalle carte depositate dai pm al giudice di Gorizia che martedì scorso ha deciso il rinvio a giudizio di tredici persone, fra cui vari amministratori, attuali ed ex, della Connecting e il viceprefetto di Gorizia, Gloria Sandra Allegretto.
I primi, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e alla frode in pubbliche forniture, la seconda per falso ideologico.
«Erano capi, promotori e organizzatori del consorzio criminale – non fanno sconti i magistrati agli undici che dovranno rispondere dei reati più gravi – Realizzavano un sistema stabile, organico e organizzato per ottenere la liquidazioni sempre maggiori rispetto agli importi dovuti»
Acqua e chiavette
Ad abundantiam , la frode avrebbe riguardato anche le forniture dei beni destinati agli immigrati del Centro di Gradisca, teatro qualche anno fa di accese proteste per le condizioni di vita .
Cioè, il giudice contesta pure il furto di beni a loro destinati: sottratte 89.020 bottiglie d’acqua, 311 schede telefoniche, 3.366 pacchetti di sigarette.
«Omettevano di consegnarle agli ospiti – scrivono i pm – Oltre a non ricaricare le chiavette in uso agli stessi per un importo complessivo di 140613 euro».
Briciole, in termini economici, rispetto alla truffa milionaria contestata al Consorzio. Fin qui, dunque, l’accusa.
Il dirigente e l’alto ufficiale
A processo, che partirà il prossimo 12 giugno, è finito, dunque, il viceprefetto di Gorizia, Allegretto. «Che non intende dimettersi – ha anticipato il suo avvocato, Giuseppe Campeis – E la ragione è semplice: c’è una relazione redatta dal ministero dell’Interno, che incrocia i dati della Prefettura, della Questura e del Centro, dalla quale si evince la correttezza dei comportamenti e delle fatture».
Fra gli imputati anche l’ex generale dell’esercito Vittorio Isoldi, già vice comandante della missione italiana in Libano, poi passato a dirigere il Centro di Gradisca.
«Sono amareggiato, quei numeri non sono falsi», ha dichiarato il suo legale, Enrico Agostinis, arrivando addirittura a sostenere che «semmai, sono sbagliati per difetto». Quanto a bottiglie d’acqua, sigarette e schede telefoniche ricorda invece che le forniture erano gestite da ditte subappaltanti.
E dello stesso tenore la reazione dell’ex direttore del Cie, Giovanni Scardina, pure lui rinviato a giudizio, che parla per bocca del suo legale Alberto Tarlao: «Siamo perplessi, avevamo chiesto un incidente probatorio che ci è stato negato, nonostante il ministero dichiari di non aver subito alcun danno».
Ma per gli inquirenti che hanno lavorato sottotraccia per un paio d’anni non ci sono dubbi: «Tutto è stato ampiamente passato al setaccio, si è trattato di una grande truffa allo Stato italiano».
Andrea Pasqualetto
(da “il Corriere della Sera”)
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