L’ALLARME DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA: “OCCORRONO CREDIBILITA’ E FIDUCIA PER EVITARE LA FUGA DEGLI INVESTITORI”
VISCO CONCORDA CON LE ANSIE DI MATTARELLA E SMONTA LA PATACCA DEL CONTRATTO M5S-LEGA
C’è una presenza costante, anche se non citata direttamente, nella Relazione annuale del governatore della Banca d’Italia: Sergio Mattarella.
Ci sono tutte le preoccupazioni del capo dello Stato nelle Considerazioni finali di Ignazio Visco, che smonta, pezzo per pezzo, la teoria economica e i provvedimenti previsti nel contratto per il governo del cambiamento di M5S e Lega.
A cominciare dal ricorso al maggior deficit come copertura finanziaria e dalla sfida ai vincoli europei.
Per guadagnare la fiducia degli investitori serve molto tempo, ma per perderla basta poco. E questi “reagirebbero fuggendo” dinanzi a una gestione allegra dei conti e questo “macchierebbe in modo indelebile la reputazione dell’Italia nel mondo”.
La ripresa c’è, incalza Visco, ma i rischi al ribasso e il disagio sociale sono “aumentati” e soprattutto l’Italia rischia di perdere “credibilità ” e “fiducia” se si compiono scelte azzardate.
Nel giorno in cui lo spread schizza ai livelli del 2013 e con Salvini e Di Maio sulle barricate contro il capo dello Stato, il governatore lancia un messaggio chiaro: via Nazionale sta con il capo dello Stato. Condivide le sue preoccupazioni.
Il governatore affronta di petto il momento che definisce “delicato” e “straordinario”. Lo fa puntellando il suo intervento con gli stessi temi che Mattarella ha posto al centro della sua riflessione per spiegare lo stop al governo carioca, a iniziare dalla necessità di tutelare il risparmio degli italiani. Una perfetta corrispondenza di due visioni che emerge chiaramente quando Visco dice: “Non possiamo prescindere dai vincoli costituzionali, la tutela del risparmio, l’equilibrio dei conti, il rispetto dei Trattati”.
La linea di Bankitalia passa per una strada con segnali stradali chiari: Europa, equilibrio dei conti, riduzione del debito, deficit sotto controllo, riforme strutturali come la Fornero da non stravolgere.
L’esatto opposto della linea di Salvini e Di Maio. E anche se i due leader non vengono citati direttamente, i riferimenti sono evidenti quando si passano in rassegna tutti i temi su cui la Banca d’Italia pone l’alert.
Compatibilità finanziarie, cioè le coperture dei provvedimenti, punto debole del programma giallo-verde.
“Non possono essere ignorate”, incalza Visco, e non per le “minacce speculative” o per le “rigidità a livello europeo”, ma perchè i programmi sono “i segnali che orientano l’allocazione delle risorse”. Insomma, se si vuole migliorare lo stato dell’economia le politiche hanno bisogno di “credibilità “.
Altro punto di rottura rispetto al governo del cambiamento: l’utilizzo del deficit.
Da usare con ampi margini per 5 Stelle e Lega, da non aumentare secondo la Banca d’Italia. Ragionamento che poggia le sue basi sul fatto che un disavanzo contenuto è condizione imprescindibile per ridurre il debito pubblico, che resta “obiettivo irrinunciabile”.
L’equilibrio dei conti passa per scelte attente. Niente passi indietro sulle riforme strutturali, a iniziare dalla Fornero, perchè “sarebbe rischioso”. E soprattutto nessuna “scorciatoia” per ridurre il debito.
Qui l’allarme raggiunge il suo apice: gli investitori prima e gli italiani subito dopo, sottolinea il governatore, fuggirebbero se venisse messo a repentaglio il valore della loro ricchezza. Un fuggi fuggi che darebbe vita a una crisi finanziaria così forte da macchiare “in modo indelebile” la reputazione dell’Italia nel mondo.
L’operazione di smontaggio del programma di Lega e 5 Stelle passa anche dal reddito di cittadinanza. Occhio alle conseguenze sui conti pubblici e al pericolo di scoraggiare la ricerca di un lavoro regolare, avverte il governatore.
La cornice del ragionamento di Visco è l’Europa, altro punto di contatto con Mattarella. “Il destino dell’Italia è quello dell’Europa”, sottolinea il governatore respingendo le spinte antieuropeiste che stanno infiammando la politica.
Il treno passa e l’Italia deve avere una “voce autorevole” per decidere il futuro dell’Unione europea. Altro che uscita dall’euro, altro che Europa matrigna.
“Non sono le regole europee il nostro vincolo”, prosegue Visco, parlando di un Paese che non può permettersi passi falsi. La disoccupazione resta “elevata”, la ripresa è “lenta”. Di fronte a questo scenario, l’Italia ha “le sue carte da giocare”, ma le carte vanno scelte bene.
(da “Huffingtonpost”)
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