LE FAMIGLIE DEGLI OSTAGGI CONTRO IL GOVERNO ISRAELIANO: “VOLETE DISTRUGGERE GAZA, MA I NOSTRI CARI SONO LI’
“PRENDETEVI CURA DELLE VITE, PERCHE’ A GAZA C’E’ VITA”
I parenti di alcuni degli ostaggi israeliani rapiti da Hamas il 7 ottobre e tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza si sono scagliati contro il governo israeliano. Molti accusano l’esecutivo del primo ministro Benjamin Netanyahu e i servizi segreti di non essere riuscito a prevedere l’attacco e a proteggere i loro cari.
Come riporta il quotidiano Haaretz, in un incontro organizzato nella Knesset (il Parlamento israeliano, ndr) lunedì 13 novembre, a cui erano presenti ministri e familiari degli ostaggi, Gil Dikman, cugino di Carmel Ga, rapito il 7 ottobre scorso insieme alla moglie Yarden Roman Gat ha rivolto parole durissime contro Galit Distal Atbaryan, parlamentare ed ex ministra per la diplomazia di Israele, per alcune sue affermazioni in cui aveva parlato di “radere al suolo Gaza”.
“Mio cugino è a Gaza, così come sua moglie e i suoi bambini. Come possiamo provare noi sentendola parlare in questo modo? Come se nemmeno fossimo qui”, ha detto Dikman. “Se avete ancora un briciolo di umanità in voi, smettetela di usare nei vostri slogan parole come “radere al suolo” o “distruggere”. Sono le persone che voi avete abbandonato che volete annientare, ci sono esseri umani tenuti sotto scacco da un regime terroristico che voi volete distruggere. Prendetevi cura delle vite, perché c’è vita a Gaza, i nostri cari sono lì insieme a tante altre persone”.
Anche Shmuel Brodetz, padre di un altro ostaggio, Avishai, si è rivolto ad Atbaryan, chiedendole che cosa avrebbe detto se ci fossero stati i suoi bambini a Gaza. Brodetz ha anche detto che, se gli ostaggi sono ancora vivi, il governo dovrebbe impegnarsi immediatamente a cercare un accordo per il cessate il fuoco e riportare a casa i prigionieri.
L’approccio dell’esecutivo israeliano ha continuato a raccogliere forti critiche con il passare dei giorni. Le famiglie degli ostaggi hanno attaccato in particolare Gal Hirsch, l’ex militare scelto dal primo ministro Benjamin Netanyahu per coordinare le operazioni per il rilascio, per aver eccessivamente politicizzato la questione.
E il mese scorso sempre Gil Dikman si era scagliato contro Hirsch sui social media, dicendo che il primo incontro con le famiglie degli ostaggi era stato organizzato soltanto tre settimane dopo il loro rapimento, senza dare alcuna informazione sul loro stato di salute, ma invitandole semplicemente a confidare nel lavoro diplomatico.
“Le famiglie temono che non si stiano facendo negoziati seri per ottenere il rilascio degli ostaggi”, ha detto Ronen Tzur, portavoce dell’associazione che riunisce le famiglie dei rapiti, aggiungendo che i parenti degli ostaggi non daranno credito al governo all’infinito.
(da Fanpage)
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