L’ITALIA CHIEDE SPIEGAZIONI, LA FRANCIA SPARA BALLE E NON CHIEDE SCUSA
SE LA POLIZIA ITALIANA FOSSE INTERVENUTA ARRESTANDO I GENDARMI FRANCESI ORA NON CI SAREBBERO TANTE DISCUSSIONI INUTILI, BASTAVA APPLICARE LA LEGGE
L’ambasciatore francese a Roma, Christian Masset, è stato convocato alla Farnesina in relazione all’episodio di Bardonecchia, dove cinque agenti delle dogane francesi hanno fatto irruzione in una sala della stazione gestita dal Comune in cui operano i volontari della ong Rainbow4Africa, che danno assistenza ai migranti respinti dalla Francia e a quelli che tentano la traversata al confine.
Lo fanno sapere fonti della Farnesina. “Abbiamo chiesto spiegazioni al governo francese e all’Ambasciata di Francia a Roma, attendiamo a breve risposte chiare, prima di intraprendere qualsiasi eventuale azione”, avevano fatto sapere poco prima fonti del ministero.
Ma a Parigi nessuno sembra avere intenzione di chiedere scusa, anzi.
Nel pomeriggio interviene, con una nota, il ministro francese dei Conti pubblici, Gèrald Darmanin, cui fanno capo i doganieri: “Al fine di evitare qualsiasi incidente in futuro, le autorità francesi sono a disposizione di quelle italiane per chiarire il quadro giuridico e operativo nel quale i doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in virtù di un accordo (sugli uffici di controlli transfrontalieri) del 1990 in condizioni di rispetto della legge e delle persone”, si legge nel comunicato firmato dal ministro.
La brigata ferroviaria delle dogane francesi di Modane era di controllo sul Tgv Parigi-Milano, spiega il comunicato del ministro francese.
“Gli agenti hanno sospettato di un viaggiatore di nazionalità nigeriana e residente in Italia in merito a un eventuale detenzione corporea di stupefacenti”.
“In applicazione dell’articolo 60bis del codice delle dogane gli agenti hanno chiesto alla persona il permesso di procedere a un test delle urine e la persona ha accettato per iscritto”.
Gli agenti, spiega la nota, hanno quindi atteso l’arrivo del treno per utilizzare i locali attinenti alla stazione di Bardonecchia messi a disposizione della dogana francese in applicazione degli accordi del 1990 degli uffici transfrontalieri”.
Gli stessi locali, si legge, “erano da qualche mese messi a disposizione di una associazione per i migranti e gli agenti hanno sollecitato la possibilità di accedere ai sanitari, permesso che gli è stato accordato”.
Il controllo, prosegue la nota “si è rivelato negativo, nondimeno i membri dell’associazione hanno chiesto che la persona rimanesse con loro”.
Vi sono almeno quattro palesi balle:
1) I gendarmi francesi non hanno a disposizione un bel nulla, devono chiedere il permesso alla polizia italiana, cosa che non hanno fatto.
2) I locali della stazione era nella disponibilità d’uso della gendarmeria francese 27 anni fa, quando erano operativi, non da quando sono stati utilizzati per altri fini dopo un periodo di disuso
3) Ammesso che il nigeriano fermato (esame urine risultato poi negativo) avesse dato il permesso per le analisi queste andavano fatte in territorio francese non italiano.
4) E’ falso che la Ong abbia dato il permesso per l’utilizzo dei locali che sono stati presi di autorità , tanto è vero che i medici hanno chiamato la polizia italiana.
Quindi Parigi ha perso l’occasione per tacere .
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