MOAVERO: “LA LIBIA NON E’ UN PORTO SICURO, E’ UN DATO DI FATTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE”
NE DERIVA CHE SALVINI, INDICANDO TRIPOLI COME DESTINAZIONE ALLA SEA WATCH, HA COMMESSO UN REATO: ORA LA MAGISTRATURA AGISCA DI CONSEGUENZA (SE TROVA UNA CAROLA CON LE PALLE) E ARRESTI SALVINI
Una svolta politica arriva dal ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che oggi rispondendo a una domanda ha detto chiarmente che la Libia non è un porto sicuro: “La definizione di porto sicuro – ha detto il ministro – viene dalle convenzioni internazionali, queste condizioni per la Libia non ci sono. Non siamo noi a dirlo. So che da questo nascono varie precisazioni di carattere mediatico su convergenze di posizioni o meno, ma è un dato di fatto del diritto internazionale”.
Quindi il punto fermo è fissato (anche se risaputo): respingere i naufraghi in Libia è un reato.
Secondo punto fermo: la Sea Watch ha disobbedito a una direttiva illegale intimata da un catena di comando che sapeva di commettere un reato.
A capo di quella catena di comando c’era il ministro Salvini a cui va contestato il reato unitamente agli ufficiali e ai funzionari da indentificare.
Vista la reiteraziuone del reato che avrebbe indotto a un atto criminale con relative vittime innocenti va spiccato ordine di arresto per i responsabili, affinchè non ripetano lo stesso crimine.
Questo dice la legge.
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