NELLA CLASSIFICA DI “POLITICO” LA MELONI PRIMA FRA “I CATTIVI”
L’INFLUENTE MAGAZINE AMERICANO BOCCIA LA PREMIER ITALIANA
Quelli che fanno, “doers”, quelli che sognano, “dreamers”, quelli che disgregano, “disrupters”: sono queste le categorie con cui l’influente magazine online americano “Politico” divide le personalità politiche più potenti dell’anno che sta per finire.
E durante la presentazione a Bruxelles dell’ultima edizione di “Politico 28” (l’evento si chiama così dai tempi in cui nell’Unione Europea c’era anche la Gran Bretagna, ma ora sarebbe più corretto ribattezzarlo “27”) gli italiani presenti hanno avuto la sorpresa di vedere, al primo posto tra i “disrupters” del 2022, la premier Giorgia Meloni, ritratta con il volto accigliato, decisamente imbruttita e descritta con il sottotitolo “La Duce”. Seguivano, nella classifica dei cattivi, Orban, Starmer, Mélenchon, fino ad arrivare a Lavrov, “the dark diplomat”.
Il motivo per cui Meloni è stata riconosciuta prima fra coloro che vogliono mandare in pezzi il sogno europeo è illustrato nelle motivazioni del board di “Politico”: «Dietro una maschera di presentabilità – quando gli eurocrati non la guardano – la premier italiana si scaglia contro gli immigrati, contro la cultura gender e il politicamente corretto, fa risalire l’aborto a una cultura di morte, lancia invettive contro l’islamizzazione dell’Europa e definisce “barbari” i sostenitori del Black Lives Matter».
Un giudizio inequivocabile che individua nella trasformazione di Giorgia Meloni, «da radicale a rispettabile», la differenza «fra lei e gli altri euroscettici». Da cui la palma, che non è toccata ad esempio a Marine Le Pen, finita nel gruppo dei “doers”, i fattivi, insieme a Lagarde e a Erdogan, in quanto membro della Nato, ancorché «sotto osservazione».
Si dirà che “Politico” è una lettura per appassionati del genere, ma l’annuncio sui potenti del 2022 è stato dato nel corso di una serata generosa di selfie e photo opportunity. Tra i presenti la presidente del Parlamento europeo Metsola, l’ambasciatrice Usa presso la Nato Julianne Smith, il Commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton, l’ambasciatore ucraino a Bruxelles Chentsov e il meglio della rappresentanza dei grandi gruppi dell’energia e della finanza (Generali era lo sponsor della manifestazione). I criteri di selezione? «Li decidono ai piani alti», dice una giornalista di “Politico” facendo intendere che l’algoritmo si basa soprattutto sul sentiment che circola a Bruxelles.
Prima di arrivare ai “disrupters”, è stata applaudita la scelta di mettere al primo posto, tra i “doers” – quelli che fanno – Robert Haebeck, il ministro degli Esteri tedesco, definito «il vero cancelliere» (anche i tedeschi erano un po’ in imbarazzo) e tra i “dreamers” la premier finlandese Sanna Marin, «autentica leader».
In quest’ ultima categoria si trovavano anche Timmermans e lo stesso Breton, che il suo sogno in qualche modo l’ha anche espresso: alla domanda se vorrebbe fare il prossimo presidente della Commissione Europea ha risposto di essere sempre stato considerato un piano B, e che se ci sarà bisogno di un piano B allora sì, è il candidato giusto. A sorpresa, è finito nella lista dei “dreamers” anche Vladimir Putin, «perché è un sognatore: sogna la grande Russia, ma resta un perdente», spiegano dallo staff di “Politico”. Gli applausi più sentiti, in ogni caso, sono andati al presidente ucraino Zelensky, presente in un videomessaggio e vincitore assoluto della gara sui più potenti del 2022, ovviamente fuori concorso.
(da agenzie)
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