“NON SONO STATO INFORMATO DELLO SFRATTO DEL LEONCAVALLO”. L’ACCUSA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA: “IERI, DURANTE IL COMITATO PER L’ORDINE E LA SICUREZZA, NON È STATO FATTO CENNO DELL’OPERAZIONE . C’ERANO MOLTE MODALITÀ PER AVVERTIRE L’AMMINISTRAZIONE”
BONELLI IRONIZZA: “ASPETTIAMO CON ANSIA LO SGOMBERO DEL PALAZZO OCCUPATO DAI NEO-FASCISTI DI CASAPOUND A ROMA”
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala non è stato informato preventivamente dell’esecuzione dello sfratto del centro sociale Leoncavallo, anche se ieri in prefettura si è svolta una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza a cui Sala aveva delegato
il vicecomandante della polizia locale. “In quella sede non è stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo” ha detto sala convinto che “per un’operazione di tale delicatezza, al di là del Comitato, c’erano molte modalità per avvertire l’Amministrazione milanese
“Lo sgombero del Leoncavallo, presentato dal ministro Piantedosi come un trionfo di legalità, dimostra ancora una volta l’ipocrisia e il doppiopesismo di questo governo. Un presidio
culturale, sociale e politico attivo da oltre trent’anni a Milano, che ha dato voce a generazioni di giovani, artisti e attivisti, viene liquidato come semplice ‘illegalità’, mentre l’immobile occupato dai fascisti di Casapound nel cuore di Roma resta intoccabile per Piantedosi”.
Così Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra che prosegue : “Il Leoncavallo ha rappresentato, piaccia o meno al ministro
Piantedosi, uno dei centri culturali più vivi del Paese, uno spazio autogestito dove si è fatta politica, arte, mutualismo, solidarietà e partecipazione, che ha visto tra i suoi fruitori anche il Ministro Salvini che oggi parla di illegalità. Ci aspettiamo ora lo sgombero immediato di via Napoleone III, dove da anni Casapound occupa un immobile pubblico in pieno centro a Roma”, conclude Bonelli.
“Lo sgombero del Leoncavallo, che è un pezzo di storia
importante di Milano e del nostro Paese, lo hanno fatto con un sotterfugio, a trattativa in corso. Agiscono come i ladri di notte e poi si pavoneggiano per il loro ‘eroismo’: ridicoli”. Così Luca Casarini, oggi capomissione di Mediterranea ed ex leader delle tute bianche, commenta lo sgombero dello storico centro sociale da via Watteau.
“Sommessamente ricordo che la parte migliore della storia del Leoncavallo partì dallo sgombero manu militari del 1989,
‘quando ci vuole ci vuole’, che portò – scrive Casarini – a una mobilitazione in tutta Italia straordinaria e alla sua riconquista e ricostruzione. Poi ci fu il 1994, e anche lì ai teorici del manganello, andò malino. Se fossi in loro, da Salvini in giù, farei meno baldoria: lo spirito del Leoncavallo non potranno mai ucciderlo.
È lo spirito – continua l’ex leader dei disobbedienti – di chi dal basso ha sempre lottato contro l’ingiustizia sociale e i ras della
speculazione del mattone in una città come Milano”. “Non si cancellano 50 anni di storia, nemmeno se si ha a disposizione l’esercito – conclude -. Il Leoncavallo sta nei cuori di tante generazioni e, ne sono sicuro, anche di quelle che verranno”.
(da agenzie)
Leave a Reply