OPEN ARMS, CADE L’ACCUSA DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, E’ MISERAMENTE CROLLATO IL CASTELLO DI CARTE DELLA PROCURA DI CATANIA
GLI ATTI TRASFERITI PER COMPETENZA ALLA PROCURA DI RAGUSA CHE HA 20 GIORNI PER DECIDERE, LA NAVE NEL FRATTEMPO RESTA SOTTO SEQUESTRO… PER MOLTO MENO ORLANDO MANDAVA ISPEZIONI, IN QUESTO CASO TACE VERGOGNOSAMENTE
Cade il reato di associazione a delinquere contestato dalla procura di Catania, resta per ora quello di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, destinato a cadere presto.
Il Gip etneo oggi ha convalidato il fermo della nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms, bloccata dal 18 marzo a Pozzallo, dichiarandosi incompetente e affidando la questione al gip di Ragusa che avrà 20 giorni di tempo per decidere.
La decisione del gip di Ragusa non avalla la tesi della procura di Catania sulla nave della Ong Proactiva ferma al porto di Pozzallo
Il gip di Catania Nunzio Sarpietro si è dichiarato incompetente ritenendo non sussistere il reato di associazione per delinquere ma soltanto quello di immigrazione clandestina. In sostanza, ha rigettato l’ipotesi del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro.
Ora gli atti saranno trasferiti alla Procura di Ragusa. Il presidente dell’ufficio gip del tribunale di Catania Sarpietro ha esaminato personalmente la delicata questione che ha rilanciato le polemiche sulla mano pesante da più di un anno usata dalla Procura di Catania.
La nuova vicenda giudiziaria che ha fermato una nave umanitaria (dopo la Iuventa della Ong tedesca Jugend ancora sotto sequestro a Trapani dopo nove mesi) è nata dopo un salvataggio conteso avvenuto il 15 marzo quando, in acque internazionali, la Open Arms ha tratto in salvo 117 migranti su richiesta della sala operativa della Guardia costiera di Roma che dopo, però, ha comunicato agli spagnoli che ad assumere il coordinamento delle operazioni era la Guardia costiera libica.
Una novità assoluta visto che la Libia non ha riconosciuta la competenza di alcuna zona di Ricerca e soccorso.
La motovedetta libica avvicinatasi alle lance della Open Arms poco dopo ha preteso la consegna delle donne e dei bambini a bordo sotto la minaccia dell’uso delle armi e davanti al rifiuto passivo dell’equipaggio un paio d’ore dopo ha desistito dal suo intento ordinando alla nave di procedere verso nord.
A quel punto la Proactiva ha chiesto a Roma l’assegnazione di un porto dove sbarcare i migranti ma per piu’ di 24 ore non l’ha ottenuto in virtù della richiesta ( anche questa inedita) di far pervenire una richiesta ufficiale del governo spagnolo.
Secondo la Procura di Catania, la Open Arms avrebbe dovuto chiedere l’approdo a Malta, porto più vicino al quale si erano avvicinati per evacuare una neonata di tre mesi in gravi condizioni. Ma gli spagnoli non lo hanno fatto perche’ Malta notoriamente non accoglie migranti.
Alcune ore dopo l’Italia ha dato il nullaosta all’approdo a Pozzallo dove il giorno dopo la nave e’ stata sequestrata dal procuratore Zuccaro che ha motivato il suo provvedimento con l’assunto secondo il quale la Ong voleva a tutti i costi sbarcare i migranti in Italia favorendo cosi’ l’immigrazione clandestina.
Nei giorni scorsi, a sostegno della Proactiva c’è stata una grande mobilitazione di piazza che ha fatto proprio lo slogan ” la solidarietà non è un reato”.
Venendo meno l’accusa di associazione a delinquere e rimanendo in piedi solo l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ai sensi dell’articolo 1 comma 3 della legge 286/98 la competenza territoriale passa alla Procura di Ragusa.
E Catania, a differenza di Ragusa, è procura distrettuale ed è competente per i reati associativi.
Il procuratore di Ragusa Fabio D’Anna non ha voluto commentare la decisione del Gip del Tribunale di Catania Nunzio Sarpietro. “Prima fatemi leggere gli atti”, ha detto D’Anna. E’ probabile che a seguire il caso dell’Open Arms sia il sostituto Monica Monego.
(da agenzie)
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