PALERMO, LE 150 “IMPRESE ACCOGLIENTI” CHE INSEGNANO UN LAVORO AI GIOVANI STRANIERI ARRIVATI SOLI IN ITALIA
SI TRATTA DEL PROGETTO SAAMA, CHE VUOL DIRE DOMANI
Oumar ha svolto un tirocinio per tre mesi come cameriere al ristorante Balata, Victory ha svolto il suo tirocinio alla scuola d’inglese Thomas More, Obianuju al vivaio Galileo Garden, Precious alla Libreria Dudi.
A Palermo grazie al progetto Saama è nata una rete di circa 150 imprese accoglienti che hanno aperto le porte delle loro aziende, dei loro laboratori e delle loro competenze per metterle a disposizione di minori o neomaggiorenni stranieri soli giunti in Sicilia. I ragazzi che fino ad ora hanno svolto un tirocinio professionalizzante sono circa 200, e per tutti loro è stato un passaggio fondamentale per capire meglio che strada prendere all’interno del mercato del lavoro, così alcuni sono stati poi assunti, altri hanno cominciato percorsi universitari, altri continuano la loro formazione.
Saama in un dialetto africano vuol dire domani ma è anche l’acronimo di Strategie di Accompagnamento all’Autonomia di Minori Accolti è realizzato da: Send, Associazione Arché, Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Marsala, Assistenti Sociali Senza Frontiere, CESIE, CIAI, Cooperativa Libera…mente, CPIA Agrigento, CPIA Palermo 2, Garante metropolitano per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Palermo, Libera Palermo, Moltivolti, Nottedoro. Un’alleanza di soggetti pubblici e del terzo settore, con esperienze nell’inclusione sociale, nell’accoglienza, nella formazione e nella creazione di reti, che hanno messo a sistema le proprie risorse e competenze per dare una reale opportunità a ragazzi e ragazze arrivati in Italia da minori migranti soli.
In questo contesto è nata la rete delle imprese accoglienti che ha anche stipulato e sottoscritto un manifesto dove chi aderisce si impegna a creare una comunità educante che sostenga il diritto all’educazione e alla formazione, dove il lavoro offerto sia dignitoso e regolare, un modo per invertire e cambiare il punto di vista sui migranti: non un peso per la società che li accoglie ma una ricchezza.
“Il progetto ruota attorno all’occupabilità – racconta Loriana Cavaleri di Send, agenzia per il lavoro – i ragazzi hanno fatto esperienza in diversi ambiti, quelli che caratterizzano il settore produttivo palermitano. L’idea che poi abbiamo messo in pratica era quella di accompagnare i ragazzi neomaggiorenni soli dove non sarebbero potuti arrivare in autonomia. Spesso fanno fatica a far emergere le loro capacità e i loro desideri, è importante accompagnarli in questo percorso per l’autodeterminazione, credere in loro, e possiamo dire che è stato un successo, i ragazzi prendono confidenza con il mercato del lavoro, le aziende che abbiamo incontrato sono state felici di accoglierli. Il risultato è stato che il 30% è rimasto in azienda con un vero contratto, gli altri capiscono quali sono le loro ambizioni e proseguono il loro cammino più sicuri. L’accoglienza dovrebbe essere strutturata in questo modo, questi processi dovrebbero essere istituzionalizzati, non essere affidati solo al privato sociale che li pensa, li costruisce e poi trova anche i soldi per avviarli”.
Tra le “Imprese accoglienti” ci sono anche: la Libreria Portinaio, BCR impianti, Sailing Sicily, B&B l’Olivella, Pot, La Pasticceria Matranga, Palazzo Brunaccini, l’Osteria Ballarò, Freschette, Ludoteca Aikya, i supermercati Conad, la Fabbrica 102 e tante altre. Ognuna di queste realtà ha tramandato saperi e conoscenze. Un esempio è Pot, di Michela Lareddola, che ha aperto le porte del proprio ristorante a conduzione familiare nel cuore di Palermo ai ragazzi che interessati alla ristorazione. “Cucino da circa dieci anni e dopo varie esperienze ho deciso di aprire un locale a Palermo – racconta Michela – è un ristorante a conduzione familiare. Epiphanie ha cominciato il suo tirocinio qui da noi durante il primo lockdown, un momento che abbiamo deciso di trasformare in un’opportunità di apprendimento diversa dal solito, il percorso che abbiamo fatto assieme non si sarebbe potuto fare con il ristorante in attività. Ci siamo incontrate con il ristorante a porte chiuse a svolgere l’attività di tirocinio partendo dalle basi della cucina, un’opportunità bella sia per noi che per lei”.
“Vengo dalla Costa D’Avorio“, racconta Epiphanie, “ormai sono da tre anni qua, cucinare per me è una passione e un piacere, Michela mi ha insegnato le basi della cucina, lei mi capisce anche se non parlo bene l’italiano, chiedo sempre quando non so fare qualcosa e Michela mi spiega tutto”.
Tra le imprese accoglienti anche la storica pasticceria Matranga: “Noi abbiamo aperto le porte dei nostri laboratori per stage e tirocini tante volte”, racconta Raffaella Matranga, “per dare l’opportunità ai giovani di entrare nel mondo del lavoro, ragazze estoni e norvegesi ma anche ragazzi della nostra città. È una soddisfazione sentirsi dire alla fine del percorso “è stata una bella esperienza” e poi per un artigiano trasmettere il proprio sapere è una cosa molto importante”. Immanuella, ragazza nigeriana che ha svolto il tirocinio con Saama, ricorda la sua esperienza come positiva: “Ho imparato a fare i dolci, ma anche a stare in sala. Quattro mesi dopo il mio tirocinio alla pasticceria Matranga ho trovato lavoro come camerier”.
(da Il FattoQuotidiano)
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