PDL, SCISSIONE O NON SCISSIONE? QUAGLIARELLO E FORMIGONI SPINGONO PER IL NUOVO GRUPPO, LUPI FRENA, ALFANO INDECISO
IN COMUNE LA CHIUSURA NEI CONFRONTI DEI FALCHI… POSSIBILE CHE UNA PARTE SI TENGA IL PDL E L’ALTRA VADA IN FORZA ITALIA
Nessuna marcia indietro, anzi. Perchè quella del gruppo autonomo, sempre targato Pdl, non è una mossa contro Silvio Berlusconi ma contro chi negli ultimi giorni, nelle ultime settimane lo ha consigliato e in qualche modo diretto.
Dunque i dissidenti si manifesteranno: non più nel pallottoliere, perchè con il sì alla fiducia – dopo l’annuncio in Aula di Berlusconi – unirà falchi e colombe, anche alla Camera.
Ma nelle prossime ore, già da stasera quando i 25 si riuniranno al Senato, e nei prossimi giorni.
“Il gruppo autonomo si farà “, conferma Roberto Formigoni, e si farà soprattutto alla luce della scelta di Berlusconi di votare la fiducia.
“Io ho provato anche stanotte a convincerlo” e dunque si farà non contro di lui, “noi continueremo a difenderlo sempre”.
Semmai, si farà “contro chi ci ha dato dei traditori. Segnalo che invece siamo diventati prodi pionieri”.
Quei dirigenti – Verdini, Capezzone, Santanchè, Ghedini – che ora, dice Maurizio Lupi “dovranno rimangiarsi le parole”.
Perchè nonostante il sì comune al Governo Letta resta un nodo di fondo, il fatto che nel partito “ci sono due classi dirigenti incompatibili” ribadisce Gaetano Quagliariello.
E che una delle due, con il sì alla fiducia, ha perso.
A frenare però sulla creazione di un gruppo autonomo è poco dopo lo stesso Lupi.
“La nuova maggioranza non c’è, nel senso che” quella attuale è la stessa maggioranza “che ha voluto fortemente questo governo”.
Di certo, per andare avanti con il nuovo gruppo, bisognerà che Angelino Alfano dia la sua esplicita copertura, anche se i ‘pionieri’ la danno per certa nei prossimi giorni. E a quel punto, confidano, “saremo molti di più”.
E se si procederà ancora, sarà poi sul simbolo la questione. Il nuovo gruppo, diceva stamani Formigoni, “dovrebbe potersi chiamare Pdl perchè è nelle disponibilità di Alfano” anche se sul sito dell’Ufficio brevetti e marchi risulta di titolarità di Berlusconi.
Ma la scelta per Formigoni è obbligata, “dobbiamo sottolineare che noi siamo una forza di centrodestra” oltrechè ancorata al Popolarsimo europeo.
Anche perchè, ragiona Maurizio Sacconi, “siamo stati noi” con la scelta di rinnovare la fiducia a questo Governo, “ad essere più coerenti con lo spirito del Pdl” che fu, non certo quello dei falchi che ha portato alla rottura e ad una scissione.
Una mossa, questa sul simbolo, che metterebbe la neo formazione al riparo anche per quanto riguarda i rimborsi elettorali per le ultime tranches di finanziamento pubblico.
Ma il primo passo è l’impegno chiaro di Alfano, che cambiarebbe, e di molto, il peso politico dell’operazione dissidenza.
È in quel caso che, per dirla con il sondaggista Renato Mannheimer, la nuova forza partirebbe con un potenziale elettorale che oscilla tra il 10 e il 15 per cento.
Ed è anche in quel caso che si capirà quanto margine abbia ancora Scelta civica come forza autonoma: il cammino ora sarà parallelo tra i due gruppi e allo stato non risultano firme civiche tra quelle del neo gruppo in formazione.
Ma basterebbe la presenza di Alfano, e la prova provata che il nuovo centrodestra sarebbe così de-berlusconizzato, per far saltare il tappo mettendo la formazione creata da Mario Monti a rischio tenuta: esploderebbero i malpancismi tra i cattolici del gruppo al Senato come Luigi Marino, ma anche quelli opposti dell’anima laica e liberale del partito: Lanzillotta, Ichino, Maran e lo stesso capogruppo Gianluca Susta.
Malumori che Casini conosce e che conosce anche Mario Mauro, da sempre più favorevoli all’approdo di centrodestra europeo.
“Con Scelta civica – dice Formigoni – ci sarà collaborazione, forse anche altro: ma sia chiaro che ci volesse venire con noi dovrà sapere che questo sarà un movimento di centro-destra”.
E niente altro.
(da “Huffington Post“)
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