PUSHER, ESCORT, RICATTATORI: LE FREQUENTAZIONI SBAGLIATE DEL CAVALIERE AL CREPUSCOLO
FEDERICA GAGLIARDI NEL GIUGNO 2010 ERA STATA INDICATA COME “RESPONSABILE DELLA SEGRETERIA DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA REGIONE LAZIO”
Ormai sono anni che non passa mese, o settimana, senza che s’ingrossino le fila dei cosiddetti «traditori di Berlusconi»: persone che, dopo essere state alleate del Cavaliere, o più semplicemente dopo averlo sostenuto, l’hanno poi abbandonato.
Si cominciò con Casini, poi con Fini, quindi perfino con gli ex fedelissimi Alfano Schifani Lupi eccetera.
Questo solo per stare fra i politici, dunque senza contare imprenditori, intellettuali, giornalisti e soprattutto elettori da tempo approdati ad altri lidi, o a quel nessun lido che è l’astensione.
Tutti costoro sono stati via via scomunicati — da un mondo berlusconiano sempre più chiuso in una sorta di ridotta dove si sta a cercar la bella morte — come disertori, opportunisti, venduti alla sinistra.
Mai s’è voluto, da parte dell’attuale rinata Forza Italia, riconoscere che una simile emorragia di consensi coincideva temporalmente con una quasi inspiegabile deriva umana del Capo.
L’arresto per detenzione di ventiquattro chili di cocaina della sua ex “dama bianca”, che fu ufficialmente portata al G8, non farebbe tanto scalpore se non venisse naturale accostare questo fatto ad altri fatti e ad altri personaggi.
Pusher ed escort pugliesi, ricattatori, mezze spie, prostitute professioniste che hanno il cellulare personale di Berlusconi presidente del Consiglio e lo chiamano nottetempo a Parigi per chiedergli di intervenire in favore di una minorenne arrestata per furto…
È questa lunga serie di episodi che ha fatto nascere, in tanti esponenti o simpatizzanti del centrodestra, la seguente inquietante domanda: ma chi s’è messo a frequentare Berlusconi?
Perchè è passato da Colletti, Melograni, Vertone, Pera, Ferrara eccetera a Lele Mora, Tarantini e Ruby?
In Italia c’è stato senz’altro, contro il fondatore di Forza Italia, un accanimento che ha perfino danneggiato la controparte, cioè la sinistra, per vent’anni ostaggio della propria ossessione antiberlusconiana.
Ma non riconoscere che il Cavaliere, per avviarsi al tramonto, ci ha messo del suo, è pura cecità .
Il 25 aprile 2009 Berlusconi pareva avere l’Italia in tasca: era al governo con una maggioranza devastante, aveva giocato benissimo la partita dell’emergenza post terremoto dell’Aquila e, parlando ad Onna per la festa della Liberazione, aveva perfino spiazzato gran parte della sinistra.
Il giorno dopo finì chissà come a Casoria per la festa di una diciottenne che lo chiamava «Papi».
La sua parabola discendente cominciò in quel preciso momento.
Ecco perchè la notizia dell’arresto della sua ex dama bianca per cocaina, al di là delle ovvie cautele del caso (tutto è naturalmente da provare), non stupisce più di tanto. Qualcosa è successo, all’uomo Berlusconi, negli ultimi anni; e chi si ostina a non ammetterlo non solo non gli vuole bene, ma continua a illudersi che le traversie del Capo siano dipese esclusivamente dall’offensiva dei nemici.
Michele Brambilla
(da “La Stampa”)
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