QUANDO LA LEGA FINANZIAVA I CAMPI NOMADI DI ROMA CON 30 MILIONI
MARONI STANZIAVA E SALVINI AVALLAVA LA COSTRUZIONE DI NUOVI CAMPI NELLA CAPITALE… OGGI RACCONTANO LA BALLA CHE VOGLIONO CHIUDERLI
Francesco Maesano sulla Stampa rivela un interessante aspetto della vicenda dei campi nomadi della Capitale che vede coinvolta la Lega Nord, il partito più anti-nomadi che ci sia in Italia.
Mentre l’ex-sindaco di Roma Gianni Alemanno mente quando dice che non gli è stato possibile risolvere “l’emergenza nomadi” a Roma perchè la sinistra e le associazioni cattoliche si sono messe di traverso.
La colpa, se di colpa bisogna parlare, è del Governo: il Consiglio di Stato infatti ha giudicato incostituzionale il ricorso alla legge 225 del 1992 per dichiarare lo stato d’emergenza per la “questione nomadi”.
Oggi invece apprendiamo che Alemanno nel 2008 chiese e ottenne 30 milioni di euro per finanziare la costruzione di campi nomadi a Roma.
LEGA DI LOTTA E DI GOVERNO
Umberto Bossi, quando era al Governo assieme a Silvio Berlusconi, amava ripetere che la sua era una Lega di lotta e di Governo “con i piedi fuori e i pugni dentro”, un modo come un altro per far dimenticare alla base che stando a Roma i duri e puri non sempre facevano “gli interessi” del Nord.
Nel 2008, quando Gianni Alemanno divenne sindaco di Roma, al Governo c’era Berlusconi e il ministro dell’Interno era il leghista Roberto Maroni (ora presidente della Regione Lombardia).
Alemanno annuncia la sua “rivoluzione copernicana” per quanto riguarda la gestione dei campi nomadi e delle presenze dei rom nella Capitale: sgombero dei campi abusivi, “riduzione” della popolazione nomade residente da 7200 a 6000 persone.
Per risolvere il problema e dare una mano ad Alemanno il Governo emana il decreto “emergenza nomadi” che dà speciali poteri al prefetto della città di Roma.
Ma questo non basta al sindaco: Almemanno infatti chiede ed ottiene da Maroni un finanziamento di 30 milioni di euro per poter affrontare “l’emergenza”.
Secondo quanto apprendiamo dalla Stampa dieci milioni sarebbero stati destinati alla costruzione di un nuovo campo, gli altri 20 allo smantellamento e alla ristrutturazione degli altri insediamenti dei nomadi della Capitale.
Nel 2001 il sindaco di Roma sarebbe tornato alla carica e chiede al Ministro dell’Interno altri 60 milioni di euro, ma a quel punto Maroni nega il nuovo finanziamento, dicendo che quell’anno la stessa cifra era stata stanziata per fronteggiare “l’emergenza” in 5 regioni (Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte e Veneto); di quei 60 milioni un terzo finirà in Lazio.
DOVE SONO FINITI I SOLDI ?
I soldi dati da Maroni ad Alemanno sono stati usati per alimentare il business milionario dell’accoglienza che sta mano a mano venendo alla luce in seguito alle inchieste su Mafia Capitale.
Insomma, la Lega guidava il ministero che avrebbe consentito il finanziamento di attività illecite.
Francesco Maesano cita l’esempio della “Best House Rom” un campo dove sono stati trasferiti i nomadi sgomberati dal campo La Cesarina e la cui gestione costa più di due milioni di euro all’anno.
Soldi che vanno anche alle cooperative che hanno vinto l’appalto per la gestione delle attività all’interno del campo.
LA LEGA SMEMORINA
Nel frattempo Matteo Salvini tuona contro gli sprechi e il malaffare che sta venendo a galla a Roma, annunciando anche che in caso di nuove elezioni amministrative la Lega presenterà un suo candidato sindaco.
E ora la Lega denuncia che c’era chi si arricchiva sui campi rom.
E come facevano a saperlo? Glieli davano loro.
Insomma, quando la Lega dava i soldi ad Alemanno per i campi nomadi stava solo raccogliendo materiale per una denunzia.
Giovanni Drogo
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