PIZZAROTTI RESTA E RILANCIA: “NON VADO VIA DAL M5S, MENO SCONTRINI E PIU’ CONTENUTI, RIDISCUTERE LE ESPULSIONI”
“IL PASSO INDIETRO DI GRILLO E’ NEI FATTI”… “VIA IL NOME DI GRILLO DAL SIMBOLO? POTREBBE ACCADERE”
Nessuna paura di eventuali scomuniche dal leader e dal guru. Figurarsi dal direttorio. La possibilità di ridiscutere le espulsioni. La fine della fase Grillo: per un MoVimento che ritrovi le ragioni delle origini.
Al suo Open Day Federico Pizzarotti mette in campo la propria idea sul futuro dei Cinque Stelle. E lo afferma in modo chiaro: “Non andrò via dal MoVimento, i nemici sono fuori”.
E l’obiettivo è evitare che il patrimonio di consenso messo da parte negli ultimi anni possa disperdersi, sgretolarsi, essere perso senza essere riuscito a rappresentare una delle leve del cambiamento del Paese. La deputata Giulia Sarti: “Togliere il nome di Grillo dal simbolo? Potrebbe accadere”.
L’appello all’unità .
“Noi siamo, siamo stati e dobbiamo essere la forza capace di cambiare questo Paese. Se ci facciamo mangiare da lotte intestine, dalle critiche del mio compagno di banco che non mi è simpatico, non andiamo da nessuna parte. Anche gli aggettivi, ‘talebano’ o ‘espulso’ vanno evitati”.
Così Pizzarotti cerca di mettere un freno alle polemiche interne che oramai scuotono quotidianamente il MoVimento. E il sindaco di Parma invita anche a ritrovare il contatto con i territori, con i cittadini. “Di leoni da tastiera ne abbiamo tanti”.
Le espulsioni.
Pizzarotti indica anche la strada per non far diventare ogni critica l’inizio di un processo pubblico: “Dobbiamo iniziare ad avere poche regole ma chiare, che condividiamo, dobbiamo metterci in discussione” anche richiamando “persone che sono state espulse, non posso pensare che li abbiamo persi”.
Poi la proposta per cambiare le regole: “Gli eletti siamo noi, possiamo cambiarle”.
Il direttorio e la nuova fase.
La nomina del direttorio, nella lettura di Pizzarotti, rappresenta proprio l’apertura di una fase in cui la centralità di Grillo si dissolve. “Mi sembra che la direzione di questi giorni sia già questa. Non dovete chiederlo a me, è già nei fatti perchè l’indicazione di queste cinque persone è indice del fatto che bisogna incominciare ad andare avanti con le nostre forze, con le nostre gambe e, io spero, con le idee di tutti”, dice il sindaco rispondendo ai giornalisti.
E proprio per quanto riguarda i rapporti con il direttorio, Pizzarotti annuncia di “aver sentito Luigi Di Maio: ha dimostrato di avere capacità di negoziatore, di sapere tenere l’Aula e un gruppo. Il mio giudizio su di lui è positivo”.
Il nome e il simbolo.
Ma prima della costruzione del futuro occore demistificare il presente. Facendo uscire il MoVimento dal cono d’ombra di Grillo, del suo blog e di Casaleggio.
Partendo dal simbolo, togliendo il nome di Grillo e l’indicazione del blog. “Potrebbe accadere in futuro” dice la deputata Giulia Sarti. Che aggiunge: “Certo, in futuro si dovrebbe discutere anche di questo. Deve essere non un tabù ma una cosa di cui si può e si deve parlare”.
Partendo dall’ipotesi di rivedere le espulsioni nel movimento, la parlamentare ha detto che per lei, al momento, non è possibile: “Ci doveva essere un’assemblea? Ma Beppe Grillo è proprietario del simbolo, se ritiene che sono state violate regole e ritiene che due persone non rispondono più ai principi può togliere il simbolo quando vuole”.
Origini e valori.
E poi guardare al proprio passato per riscoprire la forza delle origini. “L’auspicio è quello di riscoprire i valori da cui siamo partiti. Che erano sicuramente un pò meno scontrini e molto di più sui contenuti” dice Pizzarotti.
Valori che come corollario porterebbero la possibilità di “ridiscutere le espulsioni: c’è un concetto di regole più alto”.
Il malcontento.
E nonostante la fase di rilancio del MoVimento, in tanti, anche a Parma, considerano quasi impraticabile continuare a lavorare per il M5S.
Il deputato Christian Iannuzzi si dice pronto alle dimissioni da parlamentare: “Sento di non poter portare più avanti questo lavoro con un percorso così cambiato” ma, prima di farlo, “la strada è quella di consultare la base”.
Ancora: “valuterò sulla base di quello che mi diranno gli attivisti”, ha aggiunto, lamentando il fatto che sulla scelta del direttorio “non c’è stato alcun confronto e io ho espresso il mio dissenso”.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply