“RENZI VUOLE RICANDIDARSI? SI DIMETTA DA SEGRETARIO”: IL BERSANIANO ZOGGIA INIZIA LA GUERRA INTERNA
L’ALTRO CANDIDATO ALLA SEGRETERIA ROSSI: “PIU’ SINISTRA O PERDEREMO SEMPRE”
“Il Pd andrà a un congresso anticipato? A guidare la fase di transizione non può essere il segretario Renzi, soprattutto se ha intenzione di ricandidarsi. Quando si dimise Bersani nel 2013 arrivammo al congresso con alla guida una figura di garanzia come Epifani”.
È quanto afferma alla Stampa, Davide Zoggia, deputato dem ed esponente della minoranza bersaniana
“Servono regole chiare – spiega – che garantiscano tutti, un congresso dove si discuta cosa è successo il 4 dicembre e in questi anni di governo, e di come riconnettersi con un popolo di centrosinistra che ha voltato le spalle al Pd. Non vorrei che si andasse a un congresso in fretta solo per la volontà di rivincita di chi ha perso il referendum”.
“Il modello dell’uomo solo al comando – fa notare Zoggia – non ha funzionato, nè al governo e meno che mai nel partito, che è in condizioni pessime, nonostante gli sforzi di Lorenzo Guerini. Noi pensiamo a una squadra, una leadership diffusa. E chiediamo di separare il segretario dal candidato premier. Il segretario per noi non dovrà essere scelto con primarie aperte”.
“Gentiloni – osserva quindi Zoggia – non rappresenta la discontinuità necessaria. Serve una svolta nelle politiche sociali, se il nuovo esecutivo sarà una copia del precedente non sarà possibile risalire la china. Bisogna cambiare le ricette che non hanno funzionato, a partire da Jobs Act, voucher e scuola”.
“Il governo – sottolinea – deve fare le cose necessarie al Paese, senza limiti temporali legati ai desiderata di qualcuno”
“C’è bisogno di un congresso vero e di un governo di svolta”. Lo afferma a Repubblica, il governatore toscano Enrico Rossi, che annuncia: “Intendo presentare formalmente la mia candidatura alla segreteria nazionale del partito”.
“O il congresso apre una dialettica e una discussione vera sulla politica – osserva Rossi -, sul profilo culturale e sul programma fondamentale del Pd, oppure se si riduce invece ad un altro plebiscito ‘Renzi sì-Renzi no’, non vedo come possa interessare la sinistra del Paese”.
“Il punto – sottolinea – è che sono cresciute le disuguaglianze ed esiste una sofferenza sociale che si manifesta ad ogni tornata elettorale e ci fa perdere voti a partire dal nostro insediamento elettorale”.
“Faccio un appello – continua – a tutti coloro che hanno a cuore la sorte del Pd. Abbiamo perso le amministrative del 2015, poi quelle del 2016 e ora anche il referendum. Mi pare serva una svolta. Ma c’è una cosa che dovremmo fare in vista del congresso”, “ritengo cruciale, come avvenuto con Bersani, sui cui voti raccolti nel 2013 Renzi ancora governa, che si vada al congresso con una segreteria di garanzia, che sia super partes”.
Il Paese, aggiunge Rossi, ha bisogno di “un governo che tenga conto del disagio sociale in atto, altrimenti il pericolo è quello di consegnare il Paese ai 5 Stelle”.
(da “Huffingtonpost”)
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