SEA WATCH, SBARCO RITARDATO A CATANIA: I PM DI ROMA APRONO FASCICOLO SULL’ORDINE DEI PORTI CHIUSI (CHE NON ESISTE)
SI POTREBBE PROFILARE UN ALTRO CASO DICIOTTI: I LEGALI CHIEDONO AL VIMINALE DI PUBBLICARE IL PROVVEDIMENTO FANTASMA, IL MINISTERO DEGLI INTERNI SI RIFUGIA DIETRO UN RIDICOLO SEGRETO DI STATO
C’è un’indagine molto simile a quella della Diciotti aperta a Roma: stavolta sotto la lente c’è il comportamento del governo italiano sulla Sea Watch a Catania:
Un fascicolo sullo sbarco ritardato è aperto a Roma dopo l’esposto di un gruppo di avvocati dell’associazione “Lasciateci entrare”.
È sul tavolo del pm Sergio Colaiocco, per ora senza ipotesi di reato.
Intanto però uno dei legali, Alessandra Ballerini — che assiste anche i familiari di Giulio Regeni e qui rappresenta l’Adif, Associazione diritti e frontiere —ha chiesto ai ministeri dell’Interno e delle Infrastrutture e Trasporti, ai sensi del decreto legislativo 33 del 2013 sull’accesso civico e la trasparenza, di pubblicare “provvedimenti” e “comunicazioni” sul “divieto di approdo nei porti italiani”per Sea Watch e la loro risposta alla richiesta dei giudici minorili di far sbarcare subito i minori, che godono di speciale tutela.
Si tratta della vicenda che portò quel gran genio di Toninelli a definire la barca “yacht di piacere”, approfittando della categoria di trascrizione dell’imbarcazione. Da segnalare che alla fine furono i giudici a smentire il governo italiano:
Il Viminale le ha risposto, con una lettera del capo di gabinetto Matteo Piantedosi di cui ha dato notizia ieri Avvenire, che “la tipologia di atti richiesti non è soggetta a pubblicazione obbligatoria”.
Non è un segreto di Stato, alla magistratura se li chiedesse dovrebbero consegnargli, ma la risposta all’avvocato Ballerini è negativa e priva di motivazione.
Il prefetto Piantedosi fa intendere che qualche provvedimento c’è, però ritiene di non essere tenuto a pubblicarlo, sia pure senza spiegare perchè. Il ministero delle Infrastrutture non ha risposto.
Volevano le dirette in streaming, inneggiavano alla trasparenza e all’onestà . Oggi invece, come afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, “grazie alle rivelazioni odierne del quotidiano ‘Avvenire’ veniamo a sapere che il Ministero dell’Interno e quello dei Trasporti addirittura usano il “Segreto di Stato” per non far sapere chi nello scorso gennaio ha dato l’ordine di bloccare a Siracusa la nave Sea Watch3 davanti al porto. Viene usato il “Segreto di Stato” per non far sapere perchè e chi ha impedito lo sbarco immediato dei 15 naufraghi minorenni, in spregio alle leggi vigenti in questo Paese. Viene usato il “Segreto di Stato” per non far sapere perchè e chi ha dirottato la nave della Ong nel porto di Catania.”
(da agenzie)
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