SI E’ DIMESSA LA SINDACA LEGHISTA ARRESTATA DEI PACCHI VIVERI “PER SFIGATI” E MAZZANCOLLE PER GLI AMICI
AVEVA ESCLUSO NON SOLO STRANIERI MA ANCHE ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI CON REDDITI MODESTISSIMI… MENTRE L’ASSESSORE LEGHISTA RIEMPIVA IL SUO MERCEDES DI PACCHI DESTINATI AI POVERI
Michela Rosetta, sindaca leghista di San Germano Vercellese messa agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sui pacchi viveri degli aiuti Covid negati ai poveri e agli stranieri, e concessi invece a famiglie “amiche” con l’aggiunta di mazzancolle e altri cibi pregiati, si è dimessa.
Mercoledì dovrà presentarsi in tribunale a Vercelli per l’interrogatorio.
Sabato scorso Rosetta era già stata sospesa per un anno e mezzo, con il passaggio delle redini del Comune alla sua vice.
Nell’inchiesta, con le accuse a vario titolo di peculato, falsità materiale e falsità ideologica in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e distruzione di beni sottoposti a vincolo culturale, sono coinvolte altre quattro persone: il consigliere comunale, nonchè ex assessore, Giorgio Carando, ripreso dalle telecamere mentre fa man bassa nel magazzino degli aiuti alimentari e carica i pacchi sulla sua Mercedes, e Maurizio Bosco, anch’egli consigliere comunale ed ex vicesindaco, per il quale è stato disposto l’obbligo di firma. Stessa misura per un dipendente comunale di 62 anni e un altro cittadino di 49.
Sindaco e consigliere vengono intercettati mentre ammettono di fare “figli e figliastri” e decidono a chi consegnare il “pacco da sfigati”, quello con meno prodotti, e a chi i pacchi più ricchi. Con questo sistema sono rimasti esclusi dagli aiuti anziani non autosufficienti con redditi modestissimi, mentre ne hanno beneficiato persone con un reddito oltre i 7mila euro, fissato come tetto per avere accesso al sostegno.
La sindaca è anche accusata di aver discriminato una donna musulmana che aveva chiesto che nei pacchi alimentari non le fossero inviati prodotti che lei e la sua famiglia non potevano consumare per motivi religiosi: quella richiesta l’aveva fatta finire in fondo alla lista delle famiglie da aiutare, la sua documentazione era stata distrutta e la donna non aveva più ricevuto i pacchi.
Gli investigatori che hanno acceso i riflettori sui conti del piccolo centro del Vercellese hanno anche scoperto irregolarità nell’acquisto di circa 2000 mascherine, comprate dal Comune da una ditta campana che risulta legata per ragioni professionali proprio a Carando, anche se era arrivato un preventivo più vantaggioso da parte di un’altra azienda per lo stesso tipo di prodotto.
(da agenzie)
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