SICILIA, ANCORA UNA SEDUTA LAMPO ALL’ARS: DURA 6 MINUTI E 19 SECONDI
CON MUSUMECI NON E’ CAMBIATO NULLA
Sei minuti e 19 secondi. Neanche il tempo di arrivare a sette e la seduta dell’Assemblea regionale siciliana è stata sospesa e rinviata alla settimana prossima. A Palazzo dei Normanni ci ricascano.
E per l’ennesima volta il Parlamento dell’isola si fa segnalare per una seduta lampo. Cinque minuti usati per leggere il verbale della seduta precedente, qualche secondo di pausa fisiologica e poi il presidente di turno, Roberto Di Mauro, ha incardinato il disegno di legge 46, che contiene le norme stralciate dall’esercizio provvisorio. Quindi sono stati indicati i temini per la presenzione degli emendamenti: c’è tempo fino alle 12 di venerdì.
Per oggi, invece, l’Ars chiude i battenti. E in aula quasi deserta Di Mauri ha rinviato tutto a martedì prossimo alle ore 16.
Tempo netto di lavoro? Sei minuti e 19 secondi appunto. Un record che batte tutti i precendenti registrati in passato sempre all’Ars.
Di assisi fulminee, infatti, il Parlamento regionale siciliano ha dimostrato di essere esperto.
Ci sono le sedute medie, come quella che il 15 ottobre 2014 era durata 57 minuti, quelle veloci, come i 22 minuti di lavoro del 20 febbraio del 2015, e quelle velocissime, come il 23 ottobre 2013, quando Sala d’Ercole aveva chiuso i battenti nel giro di 19 minuti tondi.
Una riunione flash, che però aveva fatto guadagnare ad ogni parlamentare 27 euro al minuto, cioè 1.614 euro l’ora.
Meglio non è andata con la nuova legislatura, che ha visto il numero dei parlamentari ridotto da 90 a 70.
Da dicembre — mese d’insediamento del nuovo consiglio regionale dopo le elezioni del 5 novembre — l’Ars si è riunita 19 volte: sette a dicembre, quando la nuova maggioranza di centrodestra doveva eleggere le nuove cariche al vertice di Palazzo dei Normanni, cinque a gennaio, quattro a febbraio e tre a marzo.
Nel conteggio, però, rientra anche l’ultima seduta da sette minuti. Anzi meno: sei minuti e 19 secondi. Neanche il tempo di arrivare in ritardo.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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