SONDAGGIO DEMOS: MATTARELLA TRAINA IL PD, CALANO FORZA ITALIA E LEGA
PD 37,7%, SEL 5%, NCD+UDC 5,1%, FORZA ITALIA 14,3%, LEGA 11,3%, M5S 19,8%, FDI 3,6%
Pochi giorni dopo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, il clima d’opinione verso le istituzioni e il sistema politico, fra gli italiani, è cambiato.
In particolare, è migliorata l’immagine del governo e del suo premier.
Inoltre, si è rafforzato il PD. Ma, soprattutto, è risalita in modo repentino la popolarità del Presidente.
Il sondaggio appena concluso da Demos per l’Atlante Politico rileva, infatti, come il 59% degli italiani (intervistati) esprima (molta o moltissima) fiducia nei confronti di Sergio Mattarella.
Si tratta, dunque, di 15 punti in più rispetto a Giorgio Napolitano, al momento della conclusione del suo (secondo) mandato.
In altri termini, 6 italiani su 10 oggi attendono il Presidente con fiducia. Una maggioranza larga, come quella, d’altronde, che aveva guardato con fiducia Napolitano, al momento dell’insediamento, nel maggio 2006.
E ha continuato a sostenerlo, per molti anni. Unico riferimento unitario di un Paese diviso.
Oggi, evidentemente, il Paese attende, spera, di potersi riunire di nuovo intorno al Presidente. Anche se i consensi nei suoi riguardi riflettono, sostanzialmente, le dinamiche politiche che ne hanno accompagnato l’elezione.
Il sostegno a Mattarella, infatti, è molto elevato a centrosinistra. Anzitutto fra gli elettori del PD. Ma è ampio anche nella base di SEL e del Centro (prossimo al 60%). Mentre è molto più limitato (30% -40%) fra gli elettori di FI e del M5s.
Che, in Parlamento, non hanno votato per Mattarella. Il quale, invece, ottiene un consenso (di poco) maggioritario dalla base elettorale della Lega e dei Fratelli d’Italia.
A guardare i dati dell’Atlante Politico, l’elezione presidenziale sembra aver fatto bene al governo e al premier.
La fiducia nei confronti del governo, infatti, è risalita di 4 punti nell’ultimo mese. Oggi è al 46%, come in dicembre.
Ha recuperato consensi presso gli elettori di tutti i principali partiti. Per primo, evidentemente, il PD (quasi 80%). Ma anche SEL e AP. Perfino FI e il M5s. Unica eccezione: la Lega e i Fratelli d’Italia.
Parallelamente, è cresciuta anche la popolarità personale di Renzi. “Stimato” dal 49% degli elettori, 3 punti in più del mese scorso. Una ripresa significativa, per quanto limitata, perchè avviene dopo mesi di declino.
È, tuttavia, interessante osservare come gli orientamenti di voto, in questa occasione, siano solo in parte coerenti con le valutazioni “personali” sui leader.
Se non per quel che riguarda Renzi e il “suo” partito. Alla ripresa di consensi del Capo, infatti, corrisponde la crescita del PD, che, secondo le stime di Demos, rispetto a gennaio, è aumentato quasi di un punto e mezzo e si attesta al 37,7%.
Il livello più alto da ottobre. Peraltro, ormai pare non aver più avversari.
Salvo il M5s, che resta attestato poco sotto il 20%. Unica opposizione, che, tuttavia, non riesce a entrare nel gioco delle alleanze.
Percepito (e usato) dagli stessi elettori non tanto come alternativa di governo, ma come canale di dissenso. Malessere. Verso tutti.
Calano, invece, i consensi ai principali partiti di Destra.
Forza Italia supera di poco il 14%. La stessa Lega, dopo molti mesi, conosce un arretramento significativo. Si ferma all’11%. Molto, rispetto alle Europee, e ancor più rispetto alle politiche del 2013. Ma 2 punti meno di dicembre. Lontana da Renzi e dal PD.
Arretra anche di fronte a Berlusconi e a FI. Fra gli altri partiti, infine, crescono, in particolare, SEL e la Sinistra, ma anche i partiti di Centro. Entrambi oltre il 5%. Segno di una crescente “centrifugazione” del voto.
Ilvo Diamanti
(da “La Repubblica“)
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