STUPRATA, UCCISA E CONDANNATA DAI GIUDICI
AL ROMENO CHE UCCISE E SEVIZIO’ GIOVANNA REGGIANI, LA CORTE D’ASSISE DI ROMA RISPARMIA L’ERGASTOLO… CONCESSE LE ATTENUANTI A UNO CHE NON HA NEANCHE MAI AMMESSO IL DELITTO …UNA SENTENZA VERGOGNOSA: LA DONNA, INVECE DI OPPORRE RESISTENZA, AVREBBE DOVUTO ASSECONDARE IL MOSTRO… LA COLPEVOLE ALLA FINE E’ LA VITTIMA
Scrivo raramente di sentenze inique e di motivazioni assurde, perchè mi provocano un disgusto così profondo che mi riesce difficile essere obiettivo. Faccio un’eccezione in questo caso perchè i risvolti politici, morali e sociali di questa vicenda giudiziaria non possono essere sottaciuti.
Si tratta del procedimento giudiziario dinanzi alla terza sezione della Corte d’Assisi di Roma per l’efferato omicidio di Giovanna Reggiani, avvenuto a Tor di Quinto, a Roma.
Un delitto di inaudita violenza dove la donna fu massacrata, subì violenza sessuale ad opera di un romeno per rubarle la borsetta, picchiata, denudata e seviziata per pochi spiccioli.
Una vicenda che suscitò orrore e sgomento nella capitale per giorni interi, tanta fu la crudeltà dimostrata dall’assassino, il 29enne Romulus Mailat.
Nonostante la richiesta di ergastolo avanzata dal pm, la Corte ha ritenuto di non comminarla, condannando l’imputato a 29 anni e concedendogli le attenuanti.
Una sentenza di cui vi trascriviamo la motivazione, poche righe che sono un insulto a tutte le donne, oltre che al buon senso.
“La Corte, pur valutando la scelleratezza e l’odiosità del fatto commesso in danno di una donna inerme e da un certo momento in poi esanime, con violenza inaudita, non può non rilevare che sia l’omicidio che la violenza sessuale sono scaturiti del tutto occasionalmente dalla combinazione di due fattori contingenti: lo stato di completa ubriachezza e di ira per un violento litigio sostenuto dall’imputato e la fiera resistenza della vittima. In assenza degli stessi, l’episodio criminoso, con tutta probabilità , avrebbe avuto conseguenze assai meno gravi. L’assassino, a causa della reazione della vittima, non riesce ad averne ragione a mani nude. La sua responsabilità è pienamente provata, la selvaggia violenza dei colpi sarebbe stata inutile se l’azione fosse stata condotta da più persone. L’imputato all’epoca ventiquattrenne, incensurato, viveva però in un ambiente degradato, considerato che la pena deve tendere alla rieducazione, la Corte gli concede le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate e lo condanna a 29 anni invece che all’ergastolo”.
L’assassino è stato trovato ricoperto di sangue tanto aveva infierito sulla povera donna, ha seviziato e ucciso per pochi euro, ha negato sempre di aver commesso il delitto, non ha mai chiesto perdono: queste sarebbero le attenuanti?
Non basta: dalla sentenza emerge il disprezzo per la vittima, il disprezzo per la donna, riemergono le vecchie motivazioni dei processi per stupro, ovvero il comportamento dell’aggredita.
La Reggiani è colpevole perchè ha resistito, perchè le cosce le ha tenute strette, perchè il seno ha cercato di proteggerlo.
E’ colpevole perchè, se così non avesse fatto, nessuno l’avrebbe ammazzata, solo seviziata, violentata, rapinata e riempita di botte.
Se avesse capito che quel povero ragazzo ubriaco e incazzato voleva solo farle quello e l’avesse assecondato ora sarebbe viva: questa la morale dei giudici.
La colpevole è lei, una donna che potrebbe essere la vostra sorella, madre o moglie. Che tornava tranquillamente a casa e che ha avuto il torto di non “comprendere” come ci si deve comportare in quei casi, di non avere letto il “vademecum” dei magistrati romani.
Se fosse capitato alla moglie o a una figlia di uno di questi magistrati certamente le avrebbero consigliate di aprire le cosce, non abbiamo dubbi. Non fanno differenze notoriamente tra familiari e comuni mortali.
Grazie a qualcuno che ha permesso che dei disgraziati arrivassero a migliaia nel nostro Paese e a sentenze come queste, tante donne sono state uccise due volte.
Prima dai loro stupratori e poi dalla giustizia italiana. Un Paese dove non c’è più rispetto neanche per i bambini e per le donne: massacrati senza le attenuanti che invece si riconoscono ai loro carnefici.
Vomitevole.
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