TRA FINI E BERLUSCONI E’ SOLO TREGUA ARMATA
FINI CONTA SU 100 PARLAMENTARI E I SONDAGGI GLI DANNO UN 8% IN CASO DI SCISSIONE… CHIEDE UN RIDIMENSIONAMENTO DELLA LEGA, IL CONFRONTO INTERNO NEL PDL, LA FINE DELLE CANDIDATURE DECISE SOLO DA BERLUSCONI… “RESTANO VISIONI DIVERSE, ORA ASPETTIAMO I FATTI”
Nell’incontro a casa Letta (nessun pranzo, solo stuzzichini a base di parmigiano), Fini ha esordito mettendo in chiaro un aspetto che gli stava particolarmente a cuore: “Non mi importa di partecipare alle tue cene del lunedì con Bossi, mi preme che poi il Consiglio dei Ministri non sia convocato per ratificare gli accordi che hai preso con lui, senza che gli altri abbiano diritto a essere ascoltati: il Pdl lo abbiamo fondato in due”.
Il Presidente della Camera stavolta partiva da una posizione di forza: i boatos del Parlamento confermano che può contare su almeno 100 parlamentari, in grado di mettere in crisi il Governo in qualsiasi momento e un istituto di ricerca poi ha appena reso noto un sondaggio che danno Fini da solo, con un nuovo partito, all’8% già solo come base di inizio, con ampie possibilità di espandersi. Al premier in realtà interessava ottenere dall’incontro la promessa che Fini non ostacoli, nel suo ruolo istituzionale e con le sue truppe, alcune leggi per lui fondamentali.
Ovvero un’eventuale riforma del lodo Alfano, in caso di bocciatura del testo da parte della Suprema Corte, la riforma della Giustizia, il testamento biologico ( per recuperare un rapporto col voto cattolico) e la Finanziaria.
Per questo motivo ha dimostrato di essere molto conciliante, venendo incontro, almeno a parole, alle altre richieste di Fini: ridimensionamento delle pretese della Lega, revisione dei coordinatori del Pdl e dei candidati alle regionali, scelte collegiali, linea politica discussa negli organismi previsti dallo Statuto.
Sono restate fuori per ora le polemiche sui “contenuti”, rinviate alle discussioni interne auspicate da Fini.
Non sono mancati aspetti minori, ma degni di segnalazione.
Di fronte alle proteste di Fini nei confronti del killeraggio di Feltri nei suoi confronti, Silvio ha difeso strenuamente Feltri (ufficialmente gli serve per porre un freno al calo di vendite registrato da “il Giornale”), a dimostrazione che la scelta di sostituire il morbido Giordano con l’estremista Feltri è stata una sua scelta strategica cui non vuole rinunciare.
Dall’altro lato Fini, ottenendo un tavolo di discussione sul cambiamento di alcuni coordinatori regionali del Pdl e soprattutto sulle scelte dei candidati presidenti delle Regioni per le elezioni di marzo, ha di fatto esautorati i colonnelli Gasparri e La Russa, responsabili della pregressa trattativa. Togliendosi un sassolino dalla scarpa nei confronti degli ingrati ex aennini, ora diventati più berlusconiani di Cicchitto.
Fini ha dichiarato appoggio incondizionato poi alla ricandidatura di Galan in Veneto, costringendo il premier ormai a concedere alla Lega solo le candidature di Cota in Piemonte ( vittoria poco certa) e di Alessandri in Emilia ( sconfitta certa).
E se la Lega in Veneto si presentasse a questo punto da sola, il Pdl andrà avanti senza timori e senza accettare ricatti.
Fini poi vuole che in Lazio il candidato presidente sia di area ex An, ovvero o la sindacalista Renata Polverini o il senatore Andrea Augello, mentre Berlusconi da tempo avanza una scelta perdente: quella di Luisa Todini, la solita ex imprenditrice che non sappiamo che voti possa raccogliere nelle borgate romane.
In Campania poi il presidente della Camera preferirebbe, alla candidatura dell’azzurro Cosentino, quella di Mara Carfagna.
Nelle Marche diventa ogni giorno più forte la possibilità che venga presentato Bertolaso, il capo della Protezione civile, non a caso da mesi sempre più espostosi a”coprire” le promesse mediatiche del premier sulle casette ai terremotati in Abruzzo.
L’incontro a casa Letta in ogni caso non passerà alla storia come il “patto della Camilluccia”, è stato solo un “ristabilire i contatti”: da un lato richieste precise, dall’altro promesse.
Non a caso Fini ha chiosato, uscendo: “Solo il tempo ci dirà se seguiranno i fatti”.
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