TRIESTE, SIAMO IN PRESENZA DI UN ERRORE UMANO, MA L’ERRORE NON SMINUISCE IL VALORE DELLE VITE
TUTTI POSSONO SBAGLIARE, ANCHE I MIGLIORI
È colpa dello Stato, erano impreparati perchè i loro superiori li mandano allo sbaraglio, erano male equipaggiati perchè non ci sono fondi per la sicurezza, è colpa delle fondine che erano obsolete.
C’è davvero qualcosa di folle, illogico e insensato in questo rito collettivo, in questo continuo bisogno di un capro espiatorio, in questo rumoroso coro di ipocriti, in questi soloni intenti a inseguire il lavacro purificatore delle coscienze.
Purtroppo, a Trieste come a Trastevere non c’è nessun altro colpevole se non l’errore umano. E — si tratti carabinieri o di poliziotti, si tratti di uomini equipaggiati bene o male — quando hai una pistola e sbagli, in un modo o nell’altro, ci può scappare il morto.
E quando non hai una pistola e sbagli, in un modo o nell’altro, ugualmente ci può scappare il morto.
La verità è che se cerchiamo tutte le possibili risposte, rispetto alla tragedia di due uomini morti, o di un carabiniere ucciso, ma eludiamo la risposta più semplice, è ovvio che sia difficile capire. E noi — i media, la stampa, le autorità — abbiamo difficoltà a prendere atto che esiste l’errore umano, siamo culturalmente e socialmente impreparati ad accettare l’errore.
Come se lo sbaglio fosse una macchia, un’onta, come se l’errore sminuisse il valore delle vite. Mentre è esattamente il contrario, e la lezione che dovremmo apprendere da questi due corpi rimasti a terra — invece — è che tutti sbagliano, tutti possono avere un momento di buio, soprattutto i migliori, tutti possiamo sbagliare.
Poi, certo: la fondina dovrebbe avere il cinturino di fermo. Gli agenti dovrebbero essere pagati di più. Lo Stato ha la coda di paglia perchè non paga gli straordinari.
I politici da almeno dieci anni ripetono tutti: diamo più soldi alle forze dell’ordine (ma evidentemente questi soldi non arrivano). Il fatto è che il dolore della verità spesso è insostenibile per chi resta, per tutti noi. Ma prendiamo atto che si può sbagliare, in qualsiasi momento, e che imparare dagli errori è l’unico esercizio in cui gli uomini sono ancora più bravi delle macchine.
Ricordiamo questi uomini come eroi della normalità , agenti che hanno pagato un tributo enorme alla follia criminale
. Ma impariamo tutti, prima di ogni altra cosa, che l’errore non nega il valore. Ci convive.
Ed è proprio la lotta tra questi due concubini — l’errore e il valore — che decide, secondo il capriccio del fato, dei nostri destini e delle nostre vite.
(da TPI)
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