IL CASO DI TRIESTE PONE IL PROBLEMA SE L’EQUIPAGGIAMENTO DELLE FORZE DELL’ORDINE E’ ADEGUATO
IN EFFETTI VI SONO AZIENDE ITALIANE CHE PRODUCONO FONDINE CON SISTEMI DI BLOCCO PER IMPEDIRE DI RUBARE L’ARMA MA IL VIMINALE LE RITIENE “NON REGOLAMENTARI”
I sindacalisti della polizia hanno aperto un dibattito che porta l’opinione pubblica a chiedersi, ancora una volta, se le forze dell’ordine vengono messe in condizione di lavorare limitando i rischi alla propria incolumità .
«È da tempo che chiediamo a gran voce dotazioni idonee come il taser», ha detto Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia (SAP), come riporta il quotidiano La Repubblica.
Il segretario del Consap, Cesario Bortone, invece pone l’accento sulle difese: «I fatti di Trieste dovrebbero accelerare la fornitura a tutto il personale dei gap sottocamicia, giubbotti che si indossano più agevolmente di quelli tattici al costo di poche centinaia di euro e che proprio in circostanze come queste potrebbero salvarci la vita». Sono protezioni molto leggere, nuove, che garantiscono la protezione dalle pallottole e dai coltelli ma soprattutto facilitano i movimenti.
Altro tema che sta facendo discutere è quello legato alle fondine per le pistole. Quelle di ordinanza spesso sono deteriorate e vetuste e questo rappresenta un problema soprattutto per poliziotti e poliziotte destinati a presidiare le strade.
Come riporta La Repubblica, alcune aziende italiane hanno brevettato sistemi di blocco che si attivano con il pollice e che quindi impediscono a ladri o rapinatori di rubare l’arma.
Eppure in Italia questo tipo di dotazione risulta tuttora ‘non regolamentare’ e il suo utilizzo è dunque vietato.
(da agenzie)
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