UN GETTONE PER DIRE “BASTA AL CASO GETTONIâ€: L’AUTODIFESA VALE ALTRI 2.600 EURO BUTTATI
SCANDALO GETTONE DI PRESENZA A GENOVA: ANCORA UNA VOLTA PER I CONSIGLIERI UNA PRESENZA MORDI E FUGGI AI LAVORI…LA PROTESTA FA SALTARE LA COMMISSIONE CONTRO IL MOBBING, MA SOLO DOPO L’APPELLO
Venerdì mattina, alle nove e trenta, era prevista una commissione comunale molto importante: quella relativa al regolamento sul mobbing nei confronti dei dipendenti.
Ventisei persone presenti all’ appello (cioè duemilaseicento euro spesi dalla collettività solo alla voce “gettoni”), i soliti furbini che si allontanano dopo pochi minuti (ma meno del solito, che i giornali sono all’ erta), ma dopo un’ ora inizia la conferenza stampa sulle presenze in consiglio comunale e così – uno dopo l’ altro – i consiglieri si infilano nella sala accanto alla bouvette, per dimostrare ai giornalisti che non rubano il gettone.
Così, in commissione restano in sette (ma il gettone lo hanno preso in ventisei), il Pdl chiede la verifica del numero legale, la presidente Biggi deve ammettere che non c’ è e, quindi, scioglie i lavori: niente regolamento sul mobbing per questa legislatura, se ne riparlerà tra qualche mese, forse nel 2013.
Intanto altri duemilaseicento euro di soldi pubblici buttati nella spazzatura.
Anche mettendoci tanta fantasia, era difficile immaginare una scena come quella andata in scena attorno alla Sala Rossa: i consiglieri che protestano rumorosamente contro i giornalisti («non ci sono sprechi» «non è giusto che facciate di ogni erba un fascio» «siamo persone serie e voi fate del sensazionalismo») e, per farlo, nel farlo, si intascano un altro gruzzoletto. E veniamo alla cronaca.
Come ogni anno – ma a maggior ragione essendo questo l’ ultimo della legislatura – il presidente del consiglio comunale Giorgio Guerello ha fatto sintetizzare, dagli uffici preposti, la hit-parade di presenze e produttività .
Per gli amanti dei numeri nella colonna dei bravi finiscono lo stesso presidente Guerello, il consigliere del Partito Democratico Luciano Grillo, il capogruppo del Pdl Matteo Campora e il consigliere dell’ Italia dei Valori Alberto Gagliardi.
Sulla colonna dei cattivi invece finisce l’ aspirante sindaco Enrico Musso (presente in appena 76 sedute su 226, in quanto impegnato come senatore: ma il doppio incarico è stato una sua libera scelta) insieme al presidente del Gaslini Vincenzo Lorenzelli (Gruppo Misto, presente in 83 sedute, sempre su 226).
Naturalmente (come abbiamo dimostrato in questi giorni, senza aver ricevuto nemmeno una smentita da nessuno dei consiglieri “Prendi i soldi e scappa”, segno che evidentemente tutti i dati pubblicati da Repubblica sono reali) essere segnati presenti dal presidente della commissione o del consiglio non vuol dire nulla.
Per esempio il Superman della toccata e fuga Aldo Praticò ha una presenza altissima (216 sedute di consiglio comunale su 226) e sono messi benissimo anche Vincenzo Vacalebre (204 presenze su 226) e Andrea Proto (209).
Anche l’ hit parade delle delibere votate proietta verso il primo posto il presidente del consiglio comunale, l’ onnipresente Giorgio Guerello: 499 su 500, perchè in un caso uscì per motivi personali.
Sopra quota 450, cioè con presenza quasi da stakanovista, una dozzina di consiglieri, quasi tutti del Pd: Michela Tassistro, Italo Porcile, Giampaolo Malatesta, Luciano Grillo, Alessandro Frega, Marcello Danovaro, Paolo Cortesi, Maria Rosa Biggi, Giorgio Jester, Rino Lecce, e poi Guido Grillo, Giovanni Bernabò Brea, Franco De Benedictis di Italia dei Valori.
Raffaele Niri
(da “La Repubblica”)
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