ZONA ARANCIONE IN TUTTA ITALIA? L’IPOTESI ALLO STUDIO PER CONTRASTARE LE VARIANTI
I SOLITI PROVVEDIMENTI SOFT CHE NON SERVONO A NULLA
Una delle ipotesi allo studio del governo per limitare la circolazione delle varianti del virus è quella di istituire la zona arancione in tutta Italia come fatto durante le vacanze di Natale: si tratterebbe di un lockdown più leggero di quello proposta da Walter Ricciardi ma che potrebbe far mantenere stabile la curva dei contagi.
L’idea è giunta dopo la constatazione che la mutazione inglese stia correndo ad una velocità superiore del 39 per cento rispetto alla versione originale dell’infezione e che sia presente nel 17,8 per cento dei casi riscontrati. Percentuale che potrebbe raddoppiarsi dato che secondo gli esperti tra un mese il ceppo britannico sarà quello prevalente.
Il nuovo governo di Mario Draghi, che entro il 5 marzo dovrà varare il prossimo Dpcm, avrebbe dunque davanti a sè due strade.
Una è quella di rivisitare i parametri che fanno scattare una zona piuttosto che un’altra abbassando gli indici per cui una regione entra in fascia arancione e rossa di 0,1-0,2. L’altra è quella di far diventare tutta l’Italia arancione con misure ancora più incisive da fascia rossa nei fine settimana. Non si tratta del lockdown generale invocato da diversi virologi ma una formula più leggera potrebbe avere una durata al massimo di tre settimane.
L’attuale sistema dei colori viene infatti messo in discussione non solo dal cambiamento di scenario determinato dalle varianti ma anche da alcuni amministratori locali. L’assessore alla Sanità dell’Emilia-Romagna Raffaele Donini ha per esempio affermato che “così non funziona, perchè passiamo continuamente da giallo ad arancione e viceversa, senza risolvere il problema. Di fatto il virus si sposta, semplicemente, da un’area all’altra del Paese“.
Una tesi rilanciata anche dal governatore Bonaccini che, d’accordo con i colleghi Giani (Toscana), Fontana (Lombardia) e De Luca (Campania) ha chiesto ai ministri Roberto Speranza e Mariastella Gelmini di valutare restrizioni omogenee per respingere i contagi.
La data chiave sarà quella del 25 febbraio, quando scade il divieto di spostamento tra le Regioni e il governo dovrà decidere se prorogarlo con un nuovo provvedimento oppure consentire la libera circolazione in tutto il Paese. Quel giorno si capirà di più sulla strategia che Mario Draghi viole attuare per contrastare la pandemia.
(da TPI)
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