Gennaio 22nd, 2010 Riccardo Fucile
POCHI PROCESSI E TANTE ARCHIVIAZIONI, QUASI INESISTENTI LE SENTENZE, RARE LE AMMENDE..SI APPLICA IL VECCHIO DECRETO AMMINISTRATIVO DI ESPULSIONE “FAIDATE”: L’INVITO CORTESE A LASCIARE IL PAESE A CUI NESSUNO OTTEMPERA…E MARONI CONTINUA A SPACCIARLE PER ESPULSIONI REALI
Reato di clandestinità , sei mesi dopo: come nei migliori romanzi “noir”, il lettore-elettore, dopo aver dato una scorsa a una trama in verità banalotta, sfoglia incuriosito le ultime pagine per almeno sapere chi è l’autore del delitto. In verità il colpevole non va ricercato nelle ultime righe, forse si tratta dell’autore stesso del libro che non ha saputo sviluppare una trama decente. Edito da “consiglio dei ministri”, pubblicizzato servilmente dai media, elargito in migliaia di copie omaggio, in traduzione dialettale, ai giovani padani che almeno potranno dire agli eredi di aver letto un libro in vita loro, il giallo si è già tramutato in farsa.
Il reato di immigrazione clandestina, introdotto dal “pacco sicurezza” (legge 94/2009), in vigore dall’ 8 agosto, quello che avrebbe dovuto permettere, grazia alla Lega, di espellere decine di migliaia di immigrati clandestini dediti a delinquere, ha già fatto flop.
Lo dicono i dati, a guardare dal numero delle condanne, quasi inesistenti. Richieste di archiviazione, eccezioni di incostituzionalità , conflitti tra procura e giudici di pace: l’arma letale si è rivelata, come avevamo detto in tempi non sospetti, una pistolina ad acqua.
Ora che Bobo e Umberto, con Cota e Bricolage, loro compagni di merende, ci hanno giocato in spiaggia, possono rivestirsi e tornare a casa per cena, che mamma padagna (quella del magna magna) ha preparato loro la torta (quella da spartirsi, per cui vanno matti).
Ricordate quando decantavano che ora l’ingresso e il soggiorno illegale sarebbero stati severamente puniti con ammenda e espulsione?
Beh avevano scherzato.
Basta fare un giro nelle varie procure italiane.
A Milano sono state 500 le archiviazioni, si contesta la clandestinità come aggravante solo quando un clandestino ha commesso altro reato.
A Genova sono state appena 70 le denunce e solo 12 le condanne (che non vuol dire espulsione). Continua »
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Gennaio 22nd, 2010 Riccardo Fucile
CASTA, QUANTO CI COSTI: INDENNITA’ DA SOGNO PER CHI PERDERA’ LA POLTRONA… A CARICO DEI CONTRIBUENTI 32 MILIONI DI LIQUIDAZIONI E 100 MILIONI DI VITALIZI….TRA STIPENDIO E RIMBORSI SPESE, LO STIPENDIO DI UN CONSIGLIERE REGIONALE VIAGGIA INTORNO AI 12.000 EURO
In fondo perdere la poltrona non farà certo piacere, ma accompagnare la dipartita delle aule regionali con un bel malloppo in tasca allevia di sicuro la sofferenza.
In vista delle prossime elezioni regionali, con il naturale ricambio tra chi esce e chi subentrerà , il settimanale l’Espresso, oggi in edicola, indica i benefici di cui gode la casta dei politici regionali, a cominciare dalle ricche liquidazioni che andranno agli uscenti.
Ad ogni ex consigliere, per soli cinque anni di esercizio delle funzioni, andranno in media 43.000 eurini esentasse, mentre i veterani con tre legislature alle spalle potranno portarsi a casa anche la bellezza di 257.000 euro, con una possibilità di ulteriore incremento del 15%.
Con le dovute variazioni da regione a regione, ci sono quelle più risparmiose e quelle più magnanime, alla fine di quest’anno ai consiglieri regionali trombati andranno complessivamente 32 milioni di euro di liquidazioni, mentre i vari vitalizi per gli ex si supereranno i 100 milioni di euro.
Ovviamente a carico del contribuente italiano.
Anche le buste paga marciano su ritmi da grande dirigente d’industria: tra stipendio netto e rimborsi vari si può arrivare anche a 14.000 euro mensili. Presidenti e assessori anche di più.
La Lombardia ha 80 consiglieri regionali che percescono uno stipendio netto base tra i 3.602 e i 5.937 euro, cui sono da aggiungere i rimborsi da un minimo di 6.362 a un massimo di 8.952 euro. Continua »
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Gennaio 22nd, 2010 Riccardo Fucile
SE IL PDL E’ CONVINTO DI PRENDERE VOTI PER QUELLO CHE HA FATTO, PERCHE’ IL PREMIER CERCA CANDIDATURE “DI GRANDE IMPATTO MEDIATICO” E NON POLITICI?…..PRIMA LE VELINE, ORA I MEZZOBUSTI TV, MA UN POLITICO ONESTO E CON UN CERVELLO NON LO TROVANO MAI?…E PERCHE’ QUANDO LO CANDIDANO GLI FANNO LA GUERRA?
Assistiamo da giorni a una indecente bagarre in vista delle candidature alle presidenze regionali, a destra come a sinistra: l’individuazione delle personalità più idonee a ricoprire la carica di governatore invece che essere ispirata a criteri di capacità , competenza e onestà , si è trasformata in un mercato delle vacche, tra chi gioca al rialzo e chi si offre a prezzi scontati.
A parte poche eccezioni in cui i candidati erano stati designati da tempo, maturando almeno un approfondimento del programma da sottoporre all’elettorato, nella maggioranza dei casi i candidati futuri governatori pare nascano da alleanze, selezioni correntizie, accordi trasversali, ricatti politici, imposizioni dall’alto.
Dove aver obbligato l’elettore a non scegliersi neanche chi inviare in parlamento, imponendogli solo di confermare una lista calata dall’alto, senza poter esprimere una preferenza, i partiti della presunta “seconda repubblica” continuano di fatto gli intrallazzi della prima.
Passi al limite la controversia che può nascere tra candidati con diverse impostazioni politiche (vedi caso Vendola in Puglia), ma suscita in noi grande preoccupazione la tesi di voler “cedere” candidature locali per scelte romane, laddove l’uscente godeva di ampi consensi (vedi caso Galan nel Veneto, svenduto alla Lega) o di ricercare e rincorrere solo una immagine e non una sostanza.
I due maggiori partiti che rivendicano il bipolarismo alla fine si sono impantanati nella palude dei rapporti con il centro, da cui alla fine dipendono, a dimostrazione della loro incoerenza.
L’importante è solo vincere e conquistare potere, lasciamo perdere la palla dei programmi, cui non crede più neanche la massaia di Voghera.
Che senso ha prendersela con l’Udc, quando Casini da mesi aveva annunciato quale sarebbe stata la sua legittima strategia?
Ha rifiutato a suo tempo la strategia di annessione alle truppe di Arcore, ha rischiato di scomparire, ha resistito con il suo 6,5% e giustamente ora si diverte a dettare le regole.
Ha sbagliato piuttosto chi ha dato le chiavi di casa ai ricattatori che hanno il 9%, cacciando a suo tempo Casini e Storace che insieme garantivano gli stessi voti. Continua »
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