Gennaio 14th, 2010 Riccardo Fucile
IL MINISTRO PROMETTE DI PASSARE DA 43.000 A 80.000 POSTI LETTO, MA CON 500.000 EURO IN FINANZIARIA AL MASSIMO ARRIVA A CREARE 5.000 POSTI…VUOLE ASSUMERE 2.000 AGENTI, MA CON CHE SOLDI?….SU 65.000 DETENUTI, BEN 25.000 SONO STRANIERI E CON PICCOLI REATI: COSA ASPETTA IL GOVERNO DELLE CHIACCHIERE AD ESPELLERLI ?
Comprendiamo che il ministro Alfano passi più il suo tempo a Palazzo Grazioli a giocare con Silvio ogni giorno alle tre tavolette del processo breve, del legittimo impedimento e del decreto salva-premier, modificando testi, regole e norme, incasinandosi come il peggiore Azzeccagarbugli, ma un’occhiata alla realtà delle carceri italiane forse avrebbe dovuto darla un po’ prima, invece di aspettare due anni dal suo insediamento.
Ora, quasi a metà legislatura, ammesso che arrivi alla fine, si è svegliato dal torpore ed oggi ha presentato in piano carceri.
Più precisamente ha chiesto “lo stato di emergenza” per le patrie galere, quando magari sarebbe bastato intervenire a tempo debito, prima che l’emergenza si manifestasse.
Forse in tutt’altre faccende affaccendato, il buon “Angelino Jolie” della politica italiana non si era accorto che gli istituti di pena sono soffocati da un endemico sovraffollamento e sono afflitti da larghi vuoti negli organici del personale di sorveglianza.
Eppure quando il governo aveva tagliato assunzioni e fondi alle forze dell’ordine non ci risulta che il ministro avesse manifestato alcun dissenso, era stato disciplinatamente zitto come si addice a un forzaitaliota, di fronte al battere di ciglio del capo.
Ora ci avvisa che siamo in emergenza, ma forse i cittadini se ne sono accorti prima di lui.
Ed ecco il piano che ha presentato al Consiglio dei ministri stamane, articolato su tre pilastri.
In primo luogo un piano di edilizia penitenziaria che permetta di passare dagli attuali 43.000 posti letto a circa 80.000, al livello delle nostre necessità .
In secondo luogo, “attenuazione del sistema sanzionatorio per chi deve scontare un piccolo residuo di pena” (tradotto dal politichese: mandare a casa anzitempo chi deve scontare una piccola pena).
In terzo luogo assumere duemila nuovi agenti penitenziari. Continua »
argomento: criminalità, denuncia, emergenza, finanziaria, Giustizia, governo, Immigrazione, Parlamento, PdL, Politica | Commenta »
Gennaio 14th, 2010 Riccardo Fucile
DURANTE IL MINI-CORTEO DI PROTESTA CONTRO L’IPOTESI DI COSTRUIRE UNA MOSCHEA A GENOVA, VOLANO INSULTI RAZZISTI ANCHE CONTRO TRE STUDENTESSE USA… LA LEGA HA MOBILITATO “BEN” 110 PERSONE: UNA SECCHIATA D’ACQUA DA UNA FINESTRA SUI MANIFESTANTI L’ATTO PIU’ INTELLIGENTE E RINFRESCANTE
Genova è notoriamente una città “conservatrice”, anche se vota da una vita a sinistra: la mentalità delle grandi famiglie è caratterizzata dal “non lasciar fare agli altri quello che gli altri non lascerebbero fare a te”, da cui deriva un immobilismo decennale.
I cittadini, per lo più anziani, si distinguono invece per il “mugugno”, ovvero l’abitudine a lamentarsi su tutto.
Chiunque proponga una novità , si trova di fronte a “veti incrociati” e a critiche trasversali.
Non a a caso è una città in decandenza economica e culturale.
Un piccolo esempio: il presidente di una delle due squadre di calcio cittadine da tre anni ha avanzato la proposta di costruire un nuovo stadio a sue spese, chiedendo al Comune la disponibilità di un’area adeguata.
In altre città avrebero fatto ponti d’oro, a Genova hanno trovato mille cavilli per ostacolare l’iniziativa che è ovviamente ferma.
Vuoi far passare un nuovo raccordo autostradale per collegare il porto agli svincoli? Trovi subito un quartiere che si mobilita e blocca il traffico per protestare contro il progetto.
Figuriamoci quindi quando anni fa è stata ventilata la possibilità che la comunità islamica potesse costruirsi, a sue spese, una moschea per pregare, diritto peraltro sancito dall nostra Costituzione.
Avevano acquistato un immobile a Coronata ma ecco puntuale l’insurrezione dei locali per problemi di viabilità .
Il Comune ora ha individuato un terreno nella zona del Lagaccio come idoneo e da un anno gli abitanti del quartiere manifestano contro l’ipotesi di trovarsi una moschea a qualche centinaio di metri dalle loro case.
In nome del fatto che il Comune aveva promesso di sistemare il terreno per la bocciofila locale e di destinare spazi a strutture per il quartiere.
Avendo vissuto per venti anni in zona, possiamo dire a ragion veduta che non esiste incompatiblità tra le varie esigenze.
Se è vero che l’amministrazione comunale per il quartiere ha fatto ben poco, non possiamo non rilevare che per anni nessuno degli abitanti si è mai messo a fare barricare o a bloccare la strada per esigere che il terreno da bocce fosse piallato.
Chissà come mai improvvisamente, di fronte all’ipotesi di una moschea, peraltro poco invasiva, si scoprono così tanti sportivi amanti delle bocce.
In verità chi fomenta la protesta è la Lega che vede l’occasione per prendere qualche voto in un quartiere popolare.
Non vogliamo entrare nel merito della questione, ma rimarchiamo un aspetto. La legge italiana e la costituzione vanno rispettati, così come la libertà religiosa. Non ci piacciono le strumentalizzazioni.
Genova è una città che già nel ‘600 aveva in darsena una moschea, proprio perchè città di interscambi economici sul Mediterraneo e nota per la sua accoglienza nei confronti di altre etnie.
E’ una città che in tal senso ha una forte storia alle spalle.
Si parla di problemi di sicurezza, perchè una moschea potrebbe diventare luogo di aggregazione di potenziali terroristi.
Semmai è il contrario: meglio tenere sotto controllo un luogo solo, che permettere che tanti si disperdano in mille rivoli. Continua »
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Gennaio 14th, 2010 Riccardo Fucile
E’ LA NONA VOLTA CHE IL CENTRODESTRA VA SOTTO SU QUESTIONI RELATIVE AL SUD… IL MONO-INCOLORE LEGHISTA CON APPOGGIO DEL PDL SI CARATTERIZZA ORMAI PER SPOT SUI MEDIA, MISURE RAZZISTE E DECRETI AD PERSONAM….FINI MALTRATTA LA RUSSA: “I PROVVEDIMENTI SULLA GIUSTIZIA NON LI LASCIO PASSARE A OCCHI BENDATI, SILVIO DEVE SMETTERLA CON QUESTI TRUCCHETTI”
Sforziamoci di fare un’analisi oggettiva, partendo da un fatto significativo avvenuto ieri alla Camera, dove la maggioranza di centrodestra gode di 80-90 deputati di differenza rispetto all’opposizione.
Per la trentacinquesima volta il governo è andato sotto, su una mozione del Pd relativa a iniziative per favorire l’occupazione nel Mezzogiorno. L’assemblea ha approvato, nonostante il parere contrario del governo, con 269 voti contro 257.
Si sono persi per strada un centinaio di voti, tra voti contrari (Mpa di Lombardo) e un quarto di deputati del Pdl assenti.
Seconda osservazione: è la nona volta che il governo viene battuto su questioni relative al Sud, segno evidente del dissenso ormai palese sul continuo e reiterato scippo dei fondi Fas al Sud da parte di Tremonti.
In pratica, i soldi che la Comunità europea ha destinato ai corsi di formazione e alle politiche indirizzate a favorire lo sviluppo nel Mezzogiorno vengono utilizzati dal governo per finanziare di tutto e di più: dalla cassa integrazione delle fabbriche del nord al terremoto abruzzese.
In questo contesto, come non rimarcare l’implosione del Pdl in Sicilia, dove metà partito (con Miccichè e finiani) governa la Regione con Lombardo, e l’altra metà (che ha come referenti Alfano e Schifani), insieme a Cuffaro, sta all’opposizione.
Ricorrere al voto di fiducia ogni momento diventa per il governo un motivo di sopravvivenza quindi, per evitare che in aula si materializzi il fantasma della disfatta.
Quanto sopra di cosa è frutto?
Del disamore verso un certo modo di governare, del dissenso latente sulle priorità che vengono stabilite dall’alto, dello svuotamento dei poteri del parlamentare, di una gestione assolutistica del partito.
Se guardiamo il famoso programma del Pdl, tanto sbandierato dai giullari di corte ad ogni accenno di dissenso, possiamo notare che non ci troviamo di fronte a una equilibrata coalizione di centrodestra, a un governo dove trovano spazio tutte le componenti, nazionali, sociali, cattoliche, liberali, laiche (che piacciono o meno, ha poca rilevanza ai fini del ragionamento che andiamo a fare), ma ormai a un “monoincolore” leghista con appoggio “interno” del Pdl.
Le cene del lunedi ad Arcore tra il premier e Bossi, accompagnato dai badanti (non va mai solo, avrà paura di perdersi per strada) hanno sostituito il confronto interno.
La megalomia e la presunzione di Silvio che è andata peggiorando con l’età , insieme col timore di essere condannato per reati finanziari, lo hanno indotto a dire sempre sì al duopolio Lega-Tremonti e a circondarsi di mediocri e nefasti signorsì. Continua »
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