Gennaio 25th, 2010 Riccardo Fucile
SECONDO I CALCOLI DELLA RAGIONERIA DI STATO, I GIOVANI CHE HANNO INIZIATO A LAVORARE DIECI ANNI FA PERCEPIRANNO 400 EURO IN MENO DI PENSIONE, RISPETTO AI CANONI ATTUALI….SE NON SI PROCEDE A UNA RIFORMA SERIA, NEL 2015 SALTERANNO I CONTI INPS
Siete tra coloro che hanno iniziato a lavorare nel 2000? Preparatevi all’idea che quando andrete in pensione percepirete un’assegno inferiore di 5.000 euro rispetto al vostro collega che è andato appena in pensione.
La decurtazione sarà di circa 400 euro al mese, non poco: anche se fra trent’anni gli stipendi saranno più alti degli attuali, contemporaneamente salirà anche l’inflazione, quindi cambierà poco.
Secondo i calcoli della Ragioneria dello Stato, infatti, una persona che lavora dal 2000 e che concluderà la sua carriera nel 2040, con ben 40 anni di contributi, di fatto porterà a casa una pensione pari al 64,7% dell’ultima busta paga.
Peggio sarà per chi avrà solo 30 anni di contributi: il suo assegno si ridurrà al 48% dell’ultima retribuzione.
Si va verso tempi, se non cambia qualcosa, in cui le giovani generazioni saranno condannare a lavorare fino in punto di morte.
Secondo molti esperti, senza una riforma seria, nel 2015 salteranno i conti. Anche se dall’ Inps sono ottimisti, vista la forte diminuzione delle pensioni di anzianità nel 2009 e i circa 7 miliardi di utili.
L’Inps in verità sta in piedi solo perchè dallo Stato centrale partono ogni anno decine di miliardi per garantire i diritti acquisiti dei pensionati.
Qualsiasi governo lungimirante avrebbe dovuto cominciare a pensare a un innalzamento dell’età pensionabile, ma si tratta di un provvedimento impopolare che fa perdere voti e nessuno se la sente di farlo.
Col risultato che fra 30 anni i giovani di adesso non camperanno più con la pensione minima e sarà un caos globale. Continua »
argomento: carovita, denuncia, economia, governo, Lavoro, Politica, povertà | 1 Commento »
Gennaio 25th, 2010 Riccardo Fucile
AL REFERENDUM BLUFF “GESTITO IN PROPRIO”, VOTA APPENA IL 17% DEGLI AVENTI DIRITTO: UN QUOTIDIANO DIMOSTRA CHE C’E’ ANCHE CHI HA VOTATO 4 VOLTE… E SUGLI ALTRI VOTI, LA LEGA NON CONSEGNA LE SCHEDE…LA LEGA LIGURIA COMMISSARIATA DI FATTO: SCOPPIA LA BEGA INTERNA SU BILANCI E CONTRIBUTI, LISTE E GESTIONE FINANZIARIA TRA BRUZZONE E BELSITO
Dopo mesi di polemiche e settimane di battage pubblicitario, con grande spiegamento di mezzi, gazebo e dichiarazioni a vanvera, il teatrino ambulante della Lega ligure sabato scorso ha dato luogo alla farsa, il genere che normalmente gli riesce meglio.
Dopo aver fomentato per mesi la popolazione del quartiere di Lagaccio contro il progetto del Comune di Genova di far costruire, a spese peraltro della comunità islamica locale, una moschea, in una valle abbandonata al vento e alle intemperie, prossima ma non certo attigua alle case, ipotizzando scenari da guerre stellari, con terroristi islamici pronti a colpire la locale bocciofila, donne a rischio sicurezza, vecchietti a rischio borsa della spesa, e magari la partecipazione straordinaria in motocicletta del Mullah Omar alla prima , finalmente sono arrivati al referendum.
“Volete voi la costruzione della moschea?”: era il quesito rivolto ai genovesi di Oregina, Lagaccio e San Teodoro.
Potevano votare, dalle 10 alle 19, esattamente 29.714 elettori su 37.113 residenti.
Alla fine “avrebbero” votato 5.287 persone, con 5.238 No alla moschea e 49 Sì.
Nonostante i 10 seggi a disposizione, un seggio mobile, il battage sulla stampa locale, migliaia di manifesti, il clima di mobilitazione del comitato di quartiere, in pratica “avrebbe votato” il 17% degli aventi diritto.
“Avrebbe” perchè non si è trattato di un referendum serio, tanto è vero che un giornalista del “Secolo XIX” ha dimostrato che si poteva votare anche quattro volte, bastava cambiare seggio, come ha fatto lui.
Non era richiesta la tessera elettorale, gli elettori non erano quindi cancellati a seconda delle sezioni di voto, era tutto “faidate”: le schede erano fatte da loro, le urne pure, si chiedeva solo un documento che attestasse una generica residenza nei quartieri indicati, lo spoglio è avvenuto nella sezione della Lega. Continua »
argomento: Bossi, Centrodestra in Liguria, Genova, LegaNord, Politica | Commenta »
Gennaio 25th, 2010 Riccardo Fucile
NEL PDL C’E’ CHI SPERA E FARA’ IL POSSIBILE PER FARLA FUORI: PER QUALCHE BORGHESE CON LA PUZZA SOTTO IL NASO TUTELARE I LAVORATORI E’ UN REATO…. FACCIANO IL “PARTITO DEI PADRONI DELLE FERRIERE” CON I PADANI DEL KU KLUX KLAN E LA FORCA COME SIMBOLO… A DESTRA SI STA PER UN SOLIDARISMO NAZIONALE, CONTRO LE SPECULAZIONI CAPITALISTICHE E LA GRANDE FINANZA
Come è stata candidata, su indicazione di Fini e l’avallo di Berlusconi che avrebbe in verità voluto l’imprenditrice Todini, ma si è dovuto arrendere ai sondaggi, Renata Polverini, segretaria delll’Ugl, è stata oggetto di attacchi feroci da parte non degli avversari, ma di qualche snob di presunta destra.
Solo al pensiero di dover votare “una sindacalista”, queste anime pie del centrodestra, abituate a frequentare escort e trans di lusso più che sacrestie e fabbriche, hanno accusato un visibile malore.
Abituati a incentivare più il lavoro nero che quello regolare, a frequentare i salotti dell’imprenditoria che conta e le banche delle Cayman, il solo pensiero di dover stringere un domani la mano a una sindacalista è stato per loro come per Bossi dover ammettere che uno studente di colore sia più intelligente di suo figlio pluribocciato.
E’ bastato che Perdente Feltri, dalle colonne de “il Giornale”, attaccasse la Polverini, che un certo elettorato a-sociale del Pdl alzasse i toni della protesta: “mai voteremo la Polverini: è una di sinistra, è amica di Epifani”.
La candidata del centrodestra alla Regione Lazio ha invece reagito con “classe” operaia: “Non accetterò da parte di nessuno una campagna elettorale fatta di pettegolezzi e insulti, dobbiamo parlare dei problemi reali, dare una speranza a questa regione, non ho mai urlato, non ho mai insultato”.
Di fronte ai laici ortodossi del Pdl, riuniti in preghiera, che prendono lei di mira per colpire Fini, la Polverini ha dimostrato finora pazienza cristiana e pietas romana per gli ignoranti.
Che senso abbiano dispute para-ideologiche su questa vicenda non è chiaro, quando i punti di riferimento dovrebbero essere i valori dei politici, gli interessi e i bisogni dei cittadini.
Avendo semmai nell’obiettivo di analisi la sensibilità culturale e sociale, l’universo programmatico e progettuale dei candidati.
Se la Polverini “è fissata” con il quoziente familiare che piace a molti, sia a destra che a sinistra, il problema non è la Renata, ma quei mentecatti di pseudodestra che vorrebbero ridurre le tasse soli ai ricchi e non alle famiglie numerose. Continua »
argomento: Berlusconi, Comune, elezioni, Fini, PdL, Politica, radici e valori, Regione, Roma, sindacati | 4 commenti presenti »