IL 70% DELLE LAUREATE DIVENTA MAMMA IN TRE ANNI, CONTRO IL 37% DI CHI HA LA LICENZA MEDIA
Gennaio 2nd, 2010 Riccardo FucileUNA RICERCA ISTAT RIVELA CHE SONO PIU’ INCLINI A FARE FIGLI LE DONNE CON ISTRUZIONE ALTA E UN LAVORO DI RILIEVO….SONO LAUREATE, IN CARRIERA E CON LA VOGLIA DI MATERNITA’: IN TESTA DIRIGENTI, LIBERE PROFESSIONISTE E IMPRENDITRICI, IN CODA OPERAIE E PRECARIE…IL 25% LASCIA POI IL LAVORO
Chi ha un livello di istruzione più alto e chi occupa una posizione di rilievo nel mondo del lavoro è più incline ad avere figli.
Lo sostiene l’Istat, in una indagine svolta nel febbraio 2007 e riguardante un campione di 10.000 persone interpellate già nel periodo precedente (2003/2007).
Emerge che tre laureate su dieci hanno avuto un figlio, rispetto a una donna su dieci in possesso di licenza dell’obbligo.
La maggior quota di successo è riscontrabile tra quante posseggono un’istruzione più elevata: il 68,2% delle laureate e il 54,4% delle diplomate riescono a realizzare l’intenzione di avere un figlio nel triennio in esame, contro il 37,8% delle donne con licenza media.
Analogo il trend per gli uomini: 54,2% dei laureati, 49,8% dei diplomati e 45,4% di chi possiede la licenza media.
Come per il livello di istruzione, anche dall’esame delle varie posizioni professionali, emerge che tra gli occupati di entrambi i sessi, sono quelli con una posizione più alta nel mondo del lavoro (dirigenti, professionisti e imprenditori) a presentare la maggiore propensione ad avere un figlio (23,1%), seguiti da direttivi, quadri e impiegati ((20,6%), da lavoratori in proprio (20,6%) e da operai/e (14,6%).
Rispetto a quanti nel 2003 dichiaravano di avere intenzione di avere figli, sono soprattutto gli occupati nelle posizioni medio-alte ad avere una maggiore probabilità di successo.
Per le donne lavoratrici la percentuale sale al 19,2%, rispetto al 12,5% delle casalinghe.
L’Istat osserva che “rilevanti differenze emergono dall’analisi della condizione lavorativa che non riguardano soltanto la propensione ad avere figli, ma che mettono in luce l’esistenza di difficoltà a mantenere lo status occupazionale iniziale. Continua »