Gennaio 29th, 2010 Riccardo Fucile
IL PRESUNTO COMPLOTTO DENUNCIATO DA PANORAMA E SMENTITO DAI MAGISTRATI PUGLIESI HA UN EFFETTO BOOMERANG…SE MAI FOSSE VERO, DIMOSTREREBBE CHE IL PREMIER SI PUO’ INCASTRARE FACILMENTE: ALLA FINE E’ SPUTTANATA LA ESCORT D’ADDARIO O BERLUSCONI CHE DOVREBBE AVERE UN COMPORTAMENTO DA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO?
Ieri le anticipazioni di “Panorama”, oggi il titolo di “Libero”: “Sputtanata: crollano le accuse della D’Addario, le prove del complotto; toghe, politici e giornali d’accordo per rovinare Silvio, Patrizia era l’esca, indagini in corso a Bari”.
Pur prendendo atto che i magistrati di Bari hanno immediatamente smentito la ricostruzione di “Panorama”, facciamo conto che sia una tesi seria e quindi approfondiamo la nuova campagna dei giornali di centrodestra.
In cosa consiste la teoria del complotto?
Nel fatto che sarebbe stata organizzata da un paio di politici, alcuni magistrati e diversi giornalisti una “trappola” per incastrare il premier.
La scelta di portare la bionda barese non sarebbe stata casuale: qualcuno avrebbe suggerito a Max Verdoscia, un amico di Tarantini, di presentarla proprio al giovane uomo d’affari, sapendo che il Tarantini, all’oscuro di tutto, era molto ben introdotto a palazzo Grazioli.
In pratica Patrizia sarebbe stata parte di un piano per mettere nei guai il governo, uno scandalo studiato a tavolino.
Secondo tale tesi, il Tarantini, noto per essere uno che si circondava di escort e le forniva ai suoi amici politici, partecipando spesso anche a cene a Palazzo Grazioli, era la persona adatta per infiltrare la D’Addario.
La escort sarebbe stata selezionata proprio perchè esperta in registrazioni e videoriprese e avrebbe percepito una somma consistente che si ipotizza abbia trasferito in Qatar, nascosta nella guepiere, o in Svizzera.
Prove a dimostrazione di tali tesi? Zero.
Prove che la magistratura stia indagando in tal senso? Nessuna.
Poniamo che la tesi del complotto sia veritiera, in tal caso pensiamo sarebbe meglio per il centrodestra tenerla segretata.
Perchè dimostrerebbe, in primis, che l’abitudine del premier ad accogliere a palazzo Grazioli donne “facilmente disponibili” era talmente risaputa che persino una D’Addario ha avuto libero accesso.
Che la possibilità di essere poi ricattato da una di queste ragazze era molto elevata, tanto è vero che i complottisti non avrebbero avuto problemi a mettere in atto la loro “strategia eversiva”. Continua »
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Gennaio 29th, 2010 Riccardo Fucile
IL LEGHISTA MOLGORA DIMENTICA LA “ROMA LADRONA” E SI TIENE STRETTE TRE POLTRONE (DEPUTATO, SOTTOSEGRETARIO E PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI BRESCIA)… GLI ALTRI SONO 9 DEL PDL E 2 DELLA LEGA: NELLA PRIMA REPUBBLICA I DOPPI INCARICHI ERANO VIETATI, NELLA SECONDA NON PIU’
Sotto la Prima, tanto vituperata, Repubblica, i doppi incarichi non esistevano: o uno faceva il deputato o il sindaco della sua città , o il sottosegretario o il presidente della sua Provincia.
Il primo “strappo” fu concesso dalla Giunta per le elezioni della Camera, nel 2004, al sindaco di Palermo Cammarata e da lì è iniziato il doppiopoltronismo legalizzato.
Il buon senso e l’etica sono stati messi in soffitta ed è così che ieri è stato assicurato a 12 deputati, che sono anche sindaci o presidenti di Provincia, la possibilità di svolgere entrambi i ruoli per tutta la legislatura in corso, con relativo doppio stipendio (particolare non trascurabile).
La Giunta per le elezioni della Camera ha dichiarato a maggioranza (8 voti contro 3) compatibili 9 onorevoli-amministratori del Pdl e 3 della Lega (quella contro Roma ladrona e gli sperperi altrui).
Campione assoluto è stato nominato un leghista che in realtà è addirittura triplopoltronista: si tratta di Daniele Molgora che nel giro di 18 mesi è riuscito a dividersi tra l’incarico di deputato della Lega, i compiti di sottosegretario all’Economia e pure quelli di presidente della provincia di Brescia.
Ai componenti della Giunta che gli chiedeva spiegazioni, il Molgora ha spiegato che non c’è nessun problema, lui vola da Brescia a Roma come un albatros, è uno e trino, e poi basta convocare la giunta a Brescia quando non ha impegni a Roma.
Ovviamente nessun accenno alla questione morale dei tre stipendi percepiti. Sempre a Brescia, doppio incarico anche per il sindaco Adriano Paroli che è anche deputato del Pdl.
Poi a seguire abbiamo Maria Teresa Armosino, deputato Pdl e presidente della provicia di Asti, Luigi Cesaro, presidente Pdl di quella di Napoli, Edmondo Cirielli, presidente Pdl della provincia di Salerno, Nicolò Cristaldi, sindaco Pdl di Mazara del Vallo, Giulio Marini, sindaco Pdl di Viterbo, Antonello Iannarilli, presidente Pdl della provincia di Pordenone, Antonio Pepe, presidente Pdl della provincia di Foggia, Ettore Pirovano, presidente leghista della provincia di Bergamo, Roberto Simonetti, presidente leghista della provincia di Biella, Marco Zacchera, sindaco Pdl di Verbania. Continua »
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Gennaio 29th, 2010 Riccardo Fucile
SI DOVEVA RECEPIRE UNA DIRETTIVA COMUNITARIA CHE PREVEDE LA CONCESSIONE DEL PERMESSO DI SOGGIORNO TEMPORANEO AI CLANDESTINI CHE EMERGONO O DENUNCIANO IL DATORE DI LAVORO E IL CAPORALE CHE LI SFRUTTA…IN EUROPA SI STA CON GLI SFRUTTATI, IN ITALIA CON GLI SFRUTTATORI
Quello che è accaduto ieri al Senato è grave e merita un resoconto oggettivo. Esiste una legge delega alla direttiva comunitaria 2009/42 che era stata approvata in commissione dalla stessa maggioranza di centrodestra.
Si tratta dell’art. 48 che prevede una delega al governo per l’attuazione di una direttiva comunitaria sull’emersione del lavoro nero, comprese sanzioni per i datori di lavoro che impiegano cittadini extracomunitari irregolari.
A chi si autodenuncia viene concesso un permesso di soggiorno temporaneo, in modo di permettergli di cercare un altro lavoro regolare in quel lasso di tempo.
Se si autodenuncia invece un datore di lavoro, non si applicano le sanzioni per il lavoro nero cui ha sottoposto il dipendente, purchè da domani lo regolarizzi.
In pratica tutti i Paesi europei hanno deciso che era opportuno far emergere il lavoro nero degli irregolari e dare una stretta al capolarato.
Si legge nel testo: “Al fine di favorire con tutti i mezzi concessi dalla legislazione vigente, la comunicazione da parte del lavoratore clandestino alle autorità competenti della propria posizione di irregolare, bisogna introdurre meccanismi per facilitare la denuncia dello sfruttamento lavorativo e delle condizioni di illegalità del suo rapporto di lavoro, anche prevedendo che venga concesso un permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di lavoro, trascorso il quale si potrà procedere ad espulsione”.
Attualmente l’art 18 del testo unico sull’immigrazione garantisce tale possibilità solo in caso di “grave sfruttamento da parte di organizzazioni criminali” (casi estremi insomma nell’ambito della prostuzione).
La nuova direttiva invece permetterebbe un discorso più ampio con sanzioni anche per i datori di lavoro sfruttatori e per i caporali che reclutano manodopera illecita.
La norma europea prevede una stretta sulle sanzioni, meccanismi per garantire il pagamento delle retribuzioni arretrate, delle imposte e dei contributi previdenziali evasi.
Qualsiasi Paese civile vedrebbe in questa norma europea un fatto positivo. Invece ieri in aula, a nome della maggioranza, ecco improvvisamente Gasparri che annuncia il voto contrario del gruppo, chiede uno stralcio e il rinvio in commissione “anche alla luce del nuovo atteggiamento del governo dopo i fatti di Rosarno”.
Che cosa c’entri Rosarno, lo sa solo Gasparri, a corto di argomenti. Continua »
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