Gennaio 12th, 2010 Riccardo Fucile
L’EGITTO PROTESTA UFFICIALMENTE PER LA CAMPAGNA DI AGGRESSIONE CONTRO GLI IMMIGRATI IN ATTO IN ITALIA…. FINI RICHIAMA IL GOVERNO: “NON DETTI L’AGENDA ALLE CAMERA” … LE TASSE NON SI RIDURRANNO PIU’, AUMENTANO LE AZIENDE IN CRISI E LA DISOCCUPAZIONE….MA LA COSA PIU’ URGENTE DA FARE E’ UNA NORMA CHE EVITI DUE PROCESSI AL PREMIER
Nessuno italiano che non sia in malafede potrà negarlo: il ritorno del premier da Arcore (dove ovviamente “ha lavorato”) a Palazzo Grazioli segna una svolta epocale nell’attività di governo: dopo mesi in cui l’opposizione cattocomunista non ha saputo che seminare odio contro il partito dell’amore, Silvio torna e spiazza tutti, dettando la nuova linea: dal lettone si passa al giaccone, ovviamente sempre di Putin, generoso leader russo che non bada a spese.
Dopo aver preso bene le misure del lettone, sulla base delle esigenze multiple del premier, Putin ha voluto anche il numero della taglia di Silvio, in modo da confezionargli su misura anche il giaccone della Marina militare russa che è diventato il segnale della svolta politica del Pdl.
Ci eravamo lasciati a ottobre, novembre, dicembre con l’unico argomento delle leggi ad personam e ora invece dobbiamo parlare delle leggi ad libertatem.
I maligni aggiungerebbero “vigilatam”, ma sempre di ingiustizia di tratta.
Tutti gli italiani ingiustamente accusati di un reato, penale o civile che sia, usano notariamente lo stesso criterio: evitare lo svolgimento del processo. Se un’accusa è infondata, inutile aspettare di avere ragione in terzo grado, è tempo perso: solo gli imbecilli fanno così.
Gli altri promulgano una legge “ad libertatem”, e sei innocente da subito. Anzi, più credi nello Stato, nelle istituzioni, nell’ordine e nella legge, come si addice a un “uomo di destra”, è più giustifichi chi, innocente, si sottrae in ogni caso al giudizio di quelle istituzioni che difendi per conto terzi.
Ci pare una “giusta coerenza” comportamentale di cui per anni, ingenuamente, non avevamo attinto e agito di conseguenza.
Oddio, in Italia accadono anche altre cose, ma di scarsa rilevanza in fondo.
A causa della nostra politica sull’immigrazione, era chiaro che prima o poi saremmo arrivati all’incidente diplomatico, dopo essere stati condannati da diversi organismi europei ed internazionali, per violazione delle convenzioni sottoscritte.
Ma per far guadagnare due voti alla Lega e alle palle che racconta, che volete che sia qualche rampogna? Continua »
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Gennaio 12th, 2010 Riccardo Fucile
GRAN PARTE DEGLI ARANCETI SONO DI PROPRIETA’ DI COOPERATIVE FORMATE DA ROSARNESI… LA MANO D’OPERA ERA ECCEDENTE: SCACCIATI I NERI, ECCO IN ARRIVO I BRACCIANTI DELL’EST…I LOCALI SI FANNO ASSUMERE FITTIZIAMENTE COME BRACCIANTI AGRICOLI, FANNO LAVORARE GLI IMMIGRATI, E DOPO 102 GIORNI PRENDONO L’INDENNITA’ DI DISOCCUPAZIONE DALL’INPS
Ora che hanno fatto il loro bravo corteo con lo striscione anti-razzista “Abbandonati dallo Stato, criminalizzati dai media, venti anni di convivenza non sono razzismo”, con in prima fila cinque immigrati raccattati per far da paravento e defilati i rampolli e gli uomini dei boss che invece erano scesi per le strade la notte della rivolta, i rosarnesi hanno dimostrato che amano la pacifica convivenza.
Poichè mai abbiamo pensato che all’origine della vergognosa caccia all’uomo ci fosse quell’odio razziale, peraltro esistente in Italia e alimentato da ben individuate forze politiche, stigmatizzato anche dall’Osservatore Romano (“In Italia il razzismo non è mai stato superato”), è forse giunto il momento che i rosarnesi diano qualche spiegazione in più.
E non parliamo solo della presenza di esponenti della “ndrangheta” tra coloro che sparavano i pallini flobert nel tiro a segno al nero, non ci riferiamo solo ai filmati che riprendono Antonio Bellocco, uomo dell’omonimo clan, aggredire immigrati e carabinieri, ma a fatti su cui i media non sono ancora andati a fondo. Si è parlato dello sfruttamento della manodopera di colore da parte dei proprietari terrieri e del fatto che nessuno aveva mai denunciato tale “lavoro nero”.
Sapete perchè?
Perchè non siamo di fronte a una manciata di latifondisti milionari: i proprietari degli aranceti che sfruttavano i neri sono la maggior parte dei rosarnesi.
Le cooperative in cui sono riuniti centinaia di fazzoletti di terra sono formate ciascuna da decine di rosarnesi.
Dato che il mercato ortofrutticolo è in calo e le spese per i braccianti, anche se sottopagati, iniziavano a superare i guadagni, considerato che il numero degli immigrati era divenuto troppo alto per le reali esigenze di mercato, qualcuno ha pensato che sarebbe stato meglio sfoltirli. Continua »
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Gennaio 12th, 2010 Riccardo Fucile
MARONI VUOLE CHE LA FEDERAZIONE CALCIO FACCIA SOSPENDERE UNA PARTITA IN CASO DI CORI RAZZISTI…. PECCATO CHE NON CONOSCA NEANCHE LA LEGGE: L’ART. 62 STABILISCE CHE TOCCA AL RESPONSABILE DELL’ORDINE PUBBLICO ALLO STADIO O AL QUESTORE SOSPENDERE L’INCONTRO
“Lulù Maronì” in arte, Roberto Maroni nella tragica realtà , si atteggia come quelle “ragazze di vita” di un tempo che, una volta trovato un buon partito, cercavano di rifarsi una verginità .
Cosa c’è di meglio per un leghista preso in castagna a Rosarno per una pessima gestione del fenomeno immigrazione e una successiva imbarazzante ed evidente assenza dello Stato in una regione in mano alla ‘ndrangheta, mentre decine di immigrati venivano massacrati su imput della malavita, ergersi come il difensore della legalità e della tolleranza zero negli stadi?
La Lega è accusata di razzismo per le quotidiane esternazioni dei suoi massimi (e umanamenti minimi) dirigenti?
Diventiamo allora i difensori dei Balotelli italici almeno sul terreno di gioco e perseguiamo i cori razzisti, così ricostruiamo una ipocritica verginità padana almeno la domenica sui campi.
“I razzisti restino fuori dagli stadi” tuona Maroni per oscurare Rosarno: alla ferale notizia, la classe dirigente leghista a malincuore è costretta ad abbonarsi alle Pay Tv per poter seguire almeno sullo schermo la squadra del cuore, maledicendo l’ex legale recupero crediti della Avon Cosmetic.
Ma “Lulù Maronì” a Skytg24, come tutti i neofiti antirazzisti, ne combina una delle sue.
Tanto si infervora nella sua nuova parte, che dice: “Occorre tolleranza zero verso i cori razzisti negli stadi. La Fgci deve usare il pugno duro contro gli insulti nel calcio e sospendere le partite quando l’arbitro abbia anche il pur minimo dubbio che vi sia un coro razzista. L’arbitro deve prendere provvedimenti e sospendere l’incontro”.
Peccato che Maroni si sia dimenticato nella fretta di leggersi l’art 62 comma 6 delle norme federali: “Il responsabile dell’ordine pubblico dello stadio, designato dal ministero degli Interni, che rilevi uno o più striscioni esposti dai tifosi, cori, grida e ogni altra manifestazione discriminatoria, costituenti fatto gravo, ordina all’arbitro di non iniziare o di sospendere la gara”. Continua »
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