Gennaio 17th, 2010 Riccardo Fucile
UNO STUDIO RIVELA CHE CALA L’ALLARME PER LA CRIMINALITA’: ORA IL 37% DEGLI ITALIANI HA PAURA DI PERDERE IL POSTO DI LAVORO…DIMINUISCONO COLORO CHE RITENGONO GLI IMMIGRATI UN PERICOLO PER LA SICUREZZA…I TG TRASCURANO LE VICENDE ECONOMICHE E DANNO SPAZIO ALLE NOTIZIE DI REATO, CREANDO PAURA MEDIATICA…IL 76% E’ FAVOREVOLE A DARE IL VOTO AMMINISTRATIVO AGLI IMMIGRATI
A fotografare le paure nazionali è il terzo rapporto Demos, curato da Diamanti per la Fondazione Unipolis, in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia. Cala, per il terzo anno consecutivo, l’allarme criminalità , oggi la paura principale del 37% degli italiani è quella di perdere il posto di lavoro.
Sono in calo anche coloro che ritengono gli immigrati un pericolo per la sicurezza, ma crescono quelli che li considerano una minaccia per l’occupazione.
Più che la realtà , protagonista resta la Tv e le sue paure telecomandate: “i Tg trascurano i fatti economici e lavorativi e rafforzano le notizie di reato”. Vediamo i dati: continua a scendere il numero delle persone convinte che la criminalità sia cresciuta (88% nel 2007, 81% nel 2008, 76,7% nel 2009). Crollano i timori di aggressioni, scippi e furti in appartamento.
Solo il 37% degli italiani percepisce un aumento dei reati nella propria zona di residenza (erano il 53%).
Il 64% dei cittadini considera la criminalità organizzata più pericolosa di quella comune.
Al tempo stesso il 79% degli intervistati chiede più polizia nelle strade, l’86% vuole telecamere nei luoghi pubblici, il 29% sarebbe favorevole a che le autorità potessero intercettare telefonate e leggere lettere, pur di stare tranquilli. Continua »
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Gennaio 17th, 2010 Riccardo Fucile
IL 25% DELLE IMPRESE ARTIGIANE HA DIFFICOLTA’ A REPERIRE PERSONALE: SU 93.410 POSTI DISPONIBILI, NE SONO RIMASTI VUOTI BEN 23.466…LE PICCOLE AZIENDE NON TROVANO PERSONALE SPECIALIZZATO: OCCORRE UNA RIFORMA DELL’APPRENDISTATO…IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE DEGLI UNDER 25 E’ SALITO AL 23,5%
Da un lato si legge che la disoccupazione è a livelli record, dall’altro si deve constatare che nel 2009 una impresa artigiana su quattro ha avuto difficoltà a reperire personale.
Contraddizioni del nostro Paese: in piena recessione, sono rimasti vuoti 23.446 posti di lavoro su un fabbisogno occupazionale complessivo di 93.410.
Il saldo complessivo dell’occupazione, tra assunzioni, mancate sostituzioni e licenziamento di personale, ha registrato un calo di 4,4 punti percentuali.
Un quarto delle offerte di lavoro non stagionali, con picchi del 28% nel settore dei servizi e del manifatturiero, è rimasto vacante.
La spiegazione è nella difficoltà delle imprese artigiane a trovare personale specializzato.
Un fenomeno accentuato dai costi elevati dei contratti di formazione che rendono sempre più difficile il ricorso allo strumento da parte delle piccole aziende.
Lo ha evidenziato Confartigianato, nel corso di un convegno tenuto giorni fa a Roma.
C’è un costo di formazione a carico delle imprese “che è il valore del tempo sottratto alla produzione”: dal 2006 al 2009 sono state 64 milioni le ore dedicate alla formazione, con un investimento medio di 1,8 miliardi l’anno.
Malgrado questo, nel 2008 gli apprendisti nelle imprese artigiane erano 218.344, circa un terzo rispetto ai 640.863 delle aziende italiane.
Un dato rilevante se si considera che il 53% dei giovani, concluso il periodo di formazione, ha poi continuato a lavorare nell’azienda. Continua »
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