Marzo 12th, 2011 Riccardo Fucile
E SULLA NOMINA A MINISTRO DI SAVERIO ROMANO SI ADDENSANO NUBI PER I PRECEDENTI GIUDIZIARI…LA STRADA DEL RIMPASTO E’ SEMPRE PIU’ IN SALITA
Ci sono due problemi, non di poco conto, sulla strada di Berlusconi alle prese con un rimpasto
rinviato di settimane in settimane.
E’ vero che finora ha aspettato l’arrivo di altri deputati per raggiungere quota 330 alla Camera e mettere così in totale sicurezza il suo governo.
Adesso però c’è dell’altro che gli complica la vita.
Intanto è scoppiato il caso Scajola.
Poi Galan sembra restio a trasferirsi alla Cultura, visto che Tremonti non ne vuol sapere di finanziare questo dicastero: «Non voglio fare la fine di Bondi». E infine circolano con insistenza voci sul fatto che la nomina di Saverio Romano a ministro dell’Agricoltura sia in salita.
In quest’ultimo caso non si tratta più del veto della Lega: lunedì scorso Bossi ha dato il via libera al presidente del Consiglio, il quale il giorno dopo ha confermato allo stesso Romano di tenersi pronto con il vestito buono per la prossima settimana.
Il Cavaliere dovrebbe salire al Quirinale con l’ex Udc tra martedì e mercoledì. Ma in alcuni ambienti politici (anche del centrodestra) sono stati attribuiti al Colle perplessità e riserve per via di una vicenda giudiziaria (l’incontro con l’ex cassiere della mafia Siino) per la quale la procura di Palermo ha chiesto l’archiviazione.
Poi c’è l’accusa del tributarista Giovanni Lapis, condannato con Massimo Ciancimino per riciclaggio, di avere dato soldi illegali ad alcuni politici siciliani tra i quali Romano.
Lo stesso Lapis in un secondo momento ha tuttavia precisato che non si tratta di Saverio bensì di Romano Tronci (ex dipendente delle coop rosse processato per mafia e mediatore degli affari di Lapis e Ciancimimo nei Paesi dell’Est).
«Io sono una persona incensurata: in vita mia – spiega il ministro dell’Agricoltura in pectore – non ho mai subito un processo, una condanna e non ho mai ricevuto nemmeno un avviso di garanzia».
Si teme che possano venire fuori altre storie compromettenti?
Romano risponde con una risata amara: «Certo, in Italia siamo tutti potenzialmente indagati. Noi siciliani purtroppo viviamo sempre con un peccato originale…».
Come andrà a finire questa storia lo vedremo la prossima settimana, ma non sembra che Berlusconi abbia cambiato tabella di marcia.
L’altra grana, quella di Scajola, potrebbe invece rivelarsi molto insidiosa.
L’ex ministro delle Attività produttive è pronto allo strappo con la formazione di gruppi parlamentari autonomi dal Pdl, sia alla Camera sia al Senato. Presto, già domani forse, dovrebbe incontrare il presidente del Consiglio, dopo l’incontro burrascoso di alcune settimane fa.
Scajola avrebbe chiesto al premier di essere reintegrato nel governo oppure di essere nominato coordinatore del partito al posto di Sandro Bondi. Berlusconi gli avrebbe negato sia l’una sia l’altra possibilità .
Da qui l’ira di Scajola che in questi giorni ha chiesto ai suoi amici nel Pdl di aderire ad un gruppo autonomo.
Sembra che gli siano arrivate le adesioni di 23 deputati e di 12 senatori. Numeri sufficienti, se confermati, per dare vita a gruppi parlamentari.
La motivazione ufficiale è di voler articolare e aiutare la maggioranza, non una fuoriuscita.
Non viene esclusa una rottura (e un successivo passaggio con il Terzo Polo) se le sue richieste non verranno soddisfatte.
A chi ha chiesto di aderire al suo progetto ha spiegato che nel Pdl La Russa e Verdini fanno il bello e cattivo tempo, piazzando i loro uomini.
Quanto al rimpasto, Scajola lamenta che i futuri ministri e sottosegretari sono persone non preparate, che non hanno mai lavorato in vita loro.
Persone che hanno abbandonato il partito e che ora sono rientrate per convenienza.
Ecco, Berlusconi deve fare i conti con il suo ex fedelissimo che ha dovuto lasciare il governo dopo la vicenda della casa affacciata sul Colosseo.
Un appartamento pagato in parte da un imprenditore a sua insaputa, almeno stando alla sua versione dei fatti.
Scajola comunque ha sempre goduto di una forza autonoma dentro il Pdl e l’ha voluto dimostrare con la fondazione Cristoforo Colombo alla quale si sono iscritti più di sessanta parlamentari.
Se si dovesse consumare la rottura, i 23 deputati e i 12 senatori scajoliani, porterebbero il centrodestra a perdere quella maggioranza tanto faticosamente ricostruita da Berlusconi.
Amedeo La Mattina
(da “La Stampa”)
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Marzo 12th, 2011 Riccardo Fucile
GASPARE VITRANO, AVVOCATO, E’ STATO BLOCCATO IN PIENO CENTRO CON LA MAZZETTA CHE AVEVA APPENA INTASCATO DA UN IMPRENDITORE LOCALE… ARRESTATO IN FLAGRANZA DI REATO CON L’ACCUSA DI CONCUSSIONE: LE BANCONOTE ERANO SEGNATE
Il deputato regionale siciliano del Pd Gaspare Vitrano, avvocato di 49 anni, è stato arrestato questa sera dalla polizia di Palermo con l’accusa di concussione.
L’uomo è stato bloccato in pieno centro, nel capoluogo siciliano.
Secondo la Procura Vitrano aveva appena chiesto una mazzetta ad un imprenditore per la realizzazione di un impianto fotovoltaico.
Al momento dell’arresto aveva con sè 10mila euro in contante, che secondo la polizia sarebbero la tangente appena ricevuta dall’imprenditore.
L’arresto e’ stato eseguito in flagranza, e a carico del deputato regionale non e’ stato ancora emesso un provvedimento giudiziario.
Seguito con circospezione dagli agenti in borghese il deputato Vitrano ha scambiato alcune parole al bar con l’imprenditore che gli ha passato una busta con oltre diecimila euro in contanti: la mazzetta pattuita per velocizzare una pratica relativa ad un impianto fotovoltaico.
Pochi secondi e i poliziotti lo hanno fermato, in pieno centro a Palermo, dopo avere filmato lo scambio.
L’avvocato che siede all’Ars, dal passato democristiano transitato alla Margherita e quindi ai democratici, è rimasto sbigottito.
E’ stato fatto salire sull’auto della polizia e portato in questura.
L’accusa, concussione, non è stata ancora formalizzata dal giudice ma gli atti ora saranno trasmessi alla procura entro 48 ore e quindi al gip per decidere sul fermo.
L’operazione è coperta dal riserbo, finora, si sa solo che sarebbe stata la vittima a denunciare la richiesta di tangente facendo scattare l’operazione. “Non so ancora nulla, non conosco il motivo per il quale il mio cliente è stato arrestato. La squadra mobile di Palermo mi ha chiamato per annunciarmi che l’on. Vitrano mi ha nominato difensore e non so altro”, dice l’avvocato Vincenzo Lo Re, legale dell’indagato.
Il deputato regionale del Pd nel 2001 è stato eletto parlamentare all’assemblea parlamentare siciliana e ha ricoperto la carica di componente della commissione Lavoro.
Vitrano è stato poi rieletto nelle successive legislature nelle file del Pd e fino ad oggi ricopriva la carica di deputato segretario e di componente della commissione attività produttive.
Nel curriculum da lui stesso pubblicato si definisce “da sempre impegnato nel sociale” e “ha fatto esperienze di volontariato nei Paesi in via di sviluppo.
”.Gaspare Vitrano, arrestato mentre intascava una tangente da 10 mila euro, è stato il più votato tra i deputati regionali del Partito democratico alle ultime elezioni grazie a 13.450 preferenze pari all’11,22 per cento di quanto ottenuto dalla lista.
Laureato in giurisprudenza, dipendente regionale in aspettativa, Vitrano al Pd è arrivato dalla Margherita.
Da qualche tempo ha aderito alla corrente “Innovazioni” che fa capo all’ex segretario siciliano Francantonio Genovese e all’ex ministro Salvatore Cardinale. Recentemente, il deputato arrestato per concussione, è stato indicato nelle stanze dell’Assemblea regionale quale possibile assessore di un’eventuale giunta politica con il Pd.
Nel partito il clima è di disorientamento e i suoi colleghi dell’Ars faticano ad affrontare l’argomento.
“Sono veramente sconvolto, è incredibile – afferma Antonello Cracolici, capogruppo all’Assemblea regionale – La prudenza è come sempre d’obbligo ma il Pd ha delle regole ferree e se l’arresto con questa accusa è confermato non possiamo che sospendere immediatamente il parlamentare dal partito. Lo prevede il nostro codice etico”.
Vitrano sarà sospeso dall’Assemblea regionale, come prevede la legge in caso di arresto, al suo posto subentrerà il primo dei non eletti nella lista del Pd, cioè Salvino Pantuso, avvocato cinquantasettenne, che è già stato parlamentare all’Ars.
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Marzo 12th, 2011 Riccardo Fucile
“LA MANIFESTAZIONE L’ABBIAMO ORGANIZZATA ANCHE NOI: CI SARANNO ANCHE FLAVIA PERINA, ANGELA NAPOLI E FILIPPO ROSSI”… “STO MEGLIO CON I NUOVI AMICI CHE CON CERTE PERSONE DI FLI”
«Sì, vado in piazza, la manifestazione l’abbiamo organizzata anche noi. Ci saranno anche Flavia
Perina, Angela Napoli, Filippo Rossi».
Fabio Granata, oggi sfilerà a difesa della Costituzione con bel po’ di popolo della sinistra.
Ogni sigla, il marchio dell’antiberlusconismo doc: Articolo 21, Libertà e Giustizia, Tavolo della pace, Emergency, e pure l’Anpi.
Granata, nessun imbarazzo per uno di destra?
Assolutamente no. E lo dico da uomo di destra. La Costituzione rappresenta il tessuto connettivo della nazione, un patrimonio immateriale simboleggiato dalla bandiera, un insieme di valori che sono la precondizione della politica e dello stare assieme. È giusto che questi valori siano condivisi.
Da destra e sinistra.
Sì. Guardi, a qualcuno fa comodo strumentalizzare la manifestazione per parlare di santa alleanza. Allora sgombriamo il campo: quell’ipotesi non è attuale, visto che la situazione è cambiata. Noi vogliamo costruire la destra repubblicana, costituzionale, legalitaria ed europea che non si riconosce più nel berlusconismo.
Sarà tramontata la santa alleanza, ma se la Costituzione va difesa qualcuno la offende.
La offende chi alimenta lo scontro istituzionale, chi attacca la magistratura, chi non riconosce l’unità nazionale, i suoi simboli, la sua festa, chi asseconda questi segnali inquietanti di disfacimento.
Cioè Berlusconi e la Lega. E la giustizia?
Appunto, la manovra è chiara: è diventata una priorità per coprire gli scandali e il processo di Milano. E per non far discutere il paese delle vere priorità , dallo sfascio della scuola a quello della cultura. Diciamo che della riforma non se ne sentiva il bisogno.
Questo è già un voto contrario.
Discuteremo, ma emerge una volontà punitiva su alcuni punti, dall’obbligatorietà dell’azione penale alla riforma della polizia giudiziaria. Si tratta di norme che non possono non vederci contrari. E poi Berlusconi lo ha detto chiaramente che vuole i pm col cappello in mano di fronte ai giudici. Questo per uno di destra è inaccettabile. Domando, a chi si professa di destra: Paolo Borsellino doveva bussare col cappello in mano, essere sottomesso? Per non parlare, sempre a proposito di destra, delle frasi su tangentopoli.
Parliamone.
Cosa ne pensano Ignazio La Russa e i leghisti della difesa dei ladri? Lo so anche io che quel processo storico ebbe eccessi. Ma ci fu una questione morale gigantesca, che non si può rimuovere ora all’insegna del qualunquismo, dell’impunità , della vergognosa operazione Montecarlo che mira a far passare il messaggio «tutti sono uguali e tutti rubano alla stessa maniera», come cantava De Gregori.
Mi pare che non si è dimesso da falco.
No, non mi sono dimesso. E non perchè io sia un Pierino fondamentalista. Ma perchè anche se siamo in una fase diversa rispetto a qualche tempo fa, io non rinnego quello che abbiamo fatto. Senza radici non c’è futuro e le nostre radici sono lo scontro nel Pdl sulla legalità , quando Fini con un gesto ha messo in discussione una vita politica. Quello spirito resta: noi siamo nati nel conflitto col berlusconismo.
E sui valori siete più vicini alla sinistra.
Sui temi di fondo di difesa delle regole c’è più assonanza col centrosinistra, anche se siamo alternativi. Tuttavia è evidente che c’è un rispetto reciproco, che non viene contemplato da chi considera la politica l’abbattimento del nemico di turno.
Mai alleanze a sinistra?
Noi siamo impegnati a costruire la destra. Al momento del voto vedremo con questa legge elettorale che fare.
Le colombe Urso e Ronchi oggi fanno una corrente.
Dico due cose, senza polemiche. Primo: il pluralismo è una ricchezza, ed è un bene discutere. Secondo: fino a Milano tutti questi distinguo non ci sono stati nè sulla sfiducia nè sulla prospettiva. E aggiungo: al congresso non si è manifestato un solo dissenso. Mi auguro che non prevalga l’insoddisfazione da organigramma.
Dica la verità , sta costruendo la sinistra del terzo polo…
Non scherziamo. Sono d’accordo con Adornato ad andare oltre il Novecento. Scriva piuttosto che nel terzo polo sto benissimo, con i nuovi compagni di viaggio si parla meglio che con alcuni dei nostri.
(da “Il Riformista“)
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Marzo 12th, 2011 Riccardo Fucile
GIUSEPPE SCOPELLITI E’ SOTTO INCHIESTA PER IL PERIODO IN CUI ERA SINDACO DI REGGIO CALABRIA: L’INDAGINE RIGUARDA GLI INCARICHI AFFIDATI ALLA DIRIGENTE DEL SETTORE BILANCIO, ORSOLA FALLARA, CHE SI E’ TOLTA LA VITA A DICEMBRE, E AI RELATIVI COMPENSI STRATOSFERICI
Il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, è indagato nella qualità di ex sindaco di Reggio Calabria, dalla Procura della città dello stretto, per abuso d’ufficio.
L’avviso di garanzia gli è stato notificato, nell’ambito di un’inchiesta sugli incarichi affidati alla dirigente comunale del settore Bilancio Orsola Fallara, che si è tolta la vita ingerendo dell’acido muriatico nel dicembre scorso.
La notizia diffusa dal Quotidiano della Calabria è stata confermata dal Procuratore Giuseppe Pignatone.
Scopelliti, accompagnato dal suo legale, Nico D’Ascola, giovedì pomeriggio è stato interrogato per tre ore dal dallo stesso Pignatone, dall’aggiunto Ottavio Sferlazza, che dirige le indagini sul caso Fallara, e dai pm Francesco Tripodi e Sara Ombra.
Al centro dell’inchiesta ci sono le somme che Orsola Fallara si sarebbe autoliquidata come rappresentante del Comune nella Commissione Tributaria Provinciale.
Dalla documentazione acquisita dalla Procura quegli incarichi non gli potevano essere affidati.
O meglio la dirigente non poteva essere retribuita per svolgerli da professionista esterno, essendo alla guida di uno degli uffici di Palazzo San Giorgio.
Incarichi, tra l’altro, ben retribuiti.
Una storia complessa, costata a Scopelliti l’accusa di “abuso d’ufficio”, in concorso con la stessa Fallara.
Agli atti figurano alcuni mandati di pagamento, che la manager dell’amministrazione comunale incassò nel 2009 e nel 2010.
Compensi non dovuti, come accennato, oltre che stratosferici.
Le cifre ammonterebbero infatti a diverse centinaia di migliaia di euro.
Nel fascicolo compaiono anche alcune consulenze a professionisti esterni e interni all’amministrazione comunale su cui la magistratura ha espresso più di qualche perplessità .
Il governatore Scopelliti dal canto suo si è detto “molto sereno e fiducioso”, spiegando che sulla vicenda “non intende aggiungere altro”.
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Marzo 12th, 2011 Riccardo Fucile
IL MONDO DELLA CULTURA IN RIVOLTA: AGGIUNTI AI 27 MILIONI GIA’ CONGELATI, FANNO IN TOTALE 77 MILIONI…A RISCHIO ANCHE LA TUTELA DEL PATRIMONIO ARCHELOGICO E I MUSEI… ADDETTI SUL PIEDI DI GUERRA: “E’ UN MASSACRO”… BONDI SCONCERTATO
Sandro Bondi è ancora in carica, ma parla ormai da ex ministro dei Beni culturali. 
All’indomani della notizia del congelamento di ulteriori 27 milioni dal Fondo unico dello spettacolo. “Comprendo la preoccupazione e la delusione del mondo della cultura in seguito alle ultime notizie riguardanti una ulteriore previsione di riduzione degli investimenti – ha detto – a questo punto posso solo confidare che chi mi succederà a breve abbia l’autorevolezza e la forza di porre rimedio e invertire l’attuale situazione”.
Peraltro, piove sul bagnato: i tagli – o le risorse “congelate”, per usare il termine tecnico – per il complesso della cultura assommano in totale a 77 milioni di euro.
Ai 27 di ieri se ne sono aggiunti oggi, nuova “amara sorpresa” (così Bondi l’aveva definita ieri), altri 50 che riguardano l’intero comparto gestito dal ministero dei Beni culturali.
Il mondo dello spettacolo è in rivolta e punta alla manifestazione di oggi come momento principale per rovesciare la situazione.
Il motivo del nuovo “taglio” è sempre lo stesso: gli effetti della norma sui risultati dell’asta per le frequenze per le tlc contenuta in Finanziaria.
Nel caso in cui si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alla previsione, il ministro dell’Economia e delle finanze provvede, con proprio decreto – dice la norma – alla riduzione lineare, fino alla concorrenza dello scostamento finanziario riscontrato, “delle missioni di spesa di ciascun ministero”.
Per il ministero dei Beni culturali la previsione ha comportato a far data da oggi il congelamento di 70 milioni: una mazzata che, per il sindacato, significa “la paralisi operativa di tutta l’attività istituzionale del ministero Beni culturali”.
A riconoscerlo è lo stesso sottosegretario Francesco Giro: con i tagli è in crisi l’intero settore.
Per il Fus poi scende nel dettaglio ricordando che, rispetto alle vecchie risorse, la musica è scesa da 56 a 35 milioni, la lirica da 196 a 122, la danza da 9 a 5, il teatro da 67 a 42, il cinema da 76 a 47.
Uno sfacelo, senza appunto parlare dei 50 milioni per tutto il resto che significa – sempre per Giro – mettere in difficoltà la sopravvivenza dei beni, la tutela del patrimonio archeologico, i musei.
Il mondo del cinema è in prima fila: da Paolo Virzì a Silvio Orlando ai Centoautori, tutti chiedono una reazione forte, consci tra l’altro anche del rischio chiusura per Cinecittà Luce.
Il maestro Pappano bolla il taglio come frutto di “ignoranza totale” e il direttore di S. Cecilia Bruno Cagli, dopo aver detto che tutto il tagliabile è stato tagliato, annuncia le sue dimissioni per il prossimo 14 marzo.
L’Agis annuncia che non parteciperà più alle attività consultive del ministero dei Beni culturali toccando così un punto decisivo: dovrebbe infatti essere la Commissione spettacolo (organo consultivo) a indicare la ripartizione tra i vari settori del Fus.
Ma la settimana scorsa la Commissione non si è riunita per protesta contro l’inadeguatezza del vecchio Fus.
Figurarsi ora.
E questo sarebbe un governo di destra, cosi attento alla formazione culturale e alla cultura, all’arte e alla musica?
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Marzo 12th, 2011 Riccardo Fucile
AL “WOMEN IN THE WORLD” 2011 SIAMO L’UNICA DEMOCRAZIA OCCIDENTALE PRESA IN ESAME… GLI ORGANIZZATORI COLPITI DAGLI SCANDALI SESSUALI E DALLA PROTESTA DEL 13 FEBBRAIO…IL PREVISTO INTERVENTO DELLA BONINO
L’occasione è solenne: “Women in the World 2011”, una grande conferenza internazionale sulla condizione femminile nel mondo, con particolare attenzione ai paesi dove le donne sono più oppresse.
L’Onu e la Casa Bianca hanno dato il loro patrocinio, ad aprire l’evento a New York ci saranno Bill Clinton e il sindaco Michael Bloomberg.
E’ attesa anche la First Lady, Michelle Obama, con un intervento “a sorpresa”. Ma di sorpresa ce n’è anche un’altra.
Insieme all’Iran, all’Arabia saudita, alla Cambogia, l’Italia figura tra i “casi” da analizzare e discutere.
Gli organizzatori di “Women in the World 2011” hanno voluto invitare la vicepresidente del Senato Emma Bonino a spiegare perchè in un paese occidentale, membro del G8 e dell’Unione europea, la condizione femminile è così arretrata.
E’ un segnale di come viene percepito negli Stati Uniti lo status della donna italiana, l’aver messo questo tema all’ordine del giorno, a fianco a un dibattito moderato da Christiane Amanpour con tre donne di paesi islamici: un’egiziana, un’iraniana e una saudita.
«E’ vero — osserva la Bonino — al summit di New York non ci sarà un dibattito sulla Francia nè su altre liberaldemocrazie occidentali. Gli organizzatori hanno voluto occuparsi dell’Italia anche per l’eco che ha avuto nel mondo intero la manifestazione di protesta del 13 febbraio, quel milione di donne in piazza. Un seguito, naturalmente, dell’eco avuta nel mondo intero dalle prodezze del nostro presidente del Consiglio».
Una delle organizzatrici di “Women in the World” è Tina Brown, grande firma del giornalismo americano, fondatrice del blog The Daily Beast e oggi direttrice della nuova edizione di Newsweek.
Proprio il celebre settimanale all’esordio della sua nuova formula ha dedicato la copertina alle “150 donne che hanno scosso il mondo”.
Nel caso dei paesi occidentali si tratta di donne ai posti di comando: in copertina c’è Hillary Clinton.
Per i paesi del Terzo mondo invece la scelta di Newsweek è caduta su “donne combattenti” in situazioni di oppressione.
La scelta della Bonino rientra piuttosto nella seconda categoria.
«Io a New York — anticipa la vicepresidente del Senato — dirò che la protesta del 13 febbraio è stata un’esplosione, frutto di un’accumulazione di fattori. La situazione arretrata della donna in Italia, il familismo ipocrita, viene esasperato dal ricorso costante agli stereotipi e alla volgarità . In America e in tutto l’Occidente c’è sconcerto, tra chi ricorda la grande stagione delle nostre conquiste degli anni Settanta: il divorzio, l’aborto, il nuovo diritto di famiglia: tutto in un decennio. Poi il lungo sonno degli anni Ottanta e Novanta. Che altri hanno riempito, fino all’esplosione di volgarità . Ricacciata in casa, privata delle infrastrutture sociali più elementari, la donna italiana è l’ultima dell’Unione europea sotto tutti i criteri, in tutte le classifiche».
Nel lanciare il summit di domani, Newsweek pubblica una foto della manifestazione del 13 febbraio con la didascalia: «L’affluenza ha superato le attese, le italiane sono scese in piazza contro il premier Silvio Berlusconi e la cultura sessista creata dal suo impero mediatico. Dopo mesi di scandali sulle avventure sessuali di Berlusconi, e anni di stallo in una nazione dove il 90% degli uomini non ha mai usato una lavatrice, le italiane dicono Basta».
Federico Rampini
(da “La Repubblica“)
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Marzo 12th, 2011 Riccardo Fucile
MA SE E’ TUTTO REGOLARE PERCHE’ REGALARLA?….LE GAFFE DEL RAMPOLLO DANNEGGIANO LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL SINDACO DI MILANO…LA STRANA SOCIETA’ DI GABRIELE
Letizia Moratti ringrazia pubblicamente il figlio Gabriele che ha deciso di dare in
beneficenza la casa dello scandalo.
Ma le gaffe del rampollo stanno danneggiando la campagna elettorale del sindaco di Milano
“Mi ha fatto un grande piacere sapere che mio figlio ha deciso, quando questa vicenda sarà chiusa, di regalare l’immobile di via Airaghi ad una associazione. Mi ha fatto molto, molto piacere apprendere questo”.
La contentezza ostentata dal sindaco di Milano Letizia Moratti dopo un’imbarazzante intervista del figlio Gabriele al Corriere della Sera non è servita a sgomberare il terreno dall’imbarazzo.
La contraddittoria autodifesa del giovane manager, accusato dall’architetto Gian Matteo Pavanello di aver chiesto una riproduzione in chiave di lusso pacchiano della casa di Batman, ha accresciuto gli interrogativi sulla sua condotta, come vedremo più avanti.
E i propositi benefici non sono bastati a cancellare l’argomento dalla campagna elettorale con cui la Moratti cerca un nuovo mandato alla guida di palazzo Marino.
Infatti l’abuso edilizio per il quale Gabriele Moratti è indagato dalla procura della Repubblica di Milano non chiama in causa la signora Letizia in quanto madre, ma in quanto sindaco.
Accusa il capogruppo del Pd al Comune, Pierfrancesco Majorino: “Sapeva, ha visto e non ha evitato le irregolarità ”.
Proprio ieri il sindaco ha detto, secondo l’agenzia Ansa, di essere stata “a casa di mio figlio parecchio tempo fa per un paio di volte”.
A casa?
O si tratta di un malinteso o di una gaffe mostruosa.
Tutta la polemica infatti gira intorno a quella parola.
Gabriele Moratti è accusato di aver trasformato un immobile a uso industriale di 447 metri quadrati in un’abitazione di lusso senza permesso e senza pagare gli oneri connessi.
Proprio in questi giorni la Guardia di Finanza è andata negli uffici urbanistici del comune di Milano a farsi consegnare una serie di documenti riferiti alla travagliata pratica urbanistica.
Rimane l’impressione che il sindaco di Milano sia stata vivamente consigliata di separare la sua immagine da quella del figlio.
Nei giorni scorsi aveva fatto notare che di Gabriele si occupava quando era più piccolo, non più ora che ha 32 anni.
Ieri ha manifestato piacere per la decisione del figlio di regalare un oggetto del valore di qualche milione di euro.
Perchè, se è tutto regolare?
Il giovane manager-imprenditore ieri ha detto al Corriere di essere al centro di “una colossale montatura usata contro mia mamma”.
E ha spiegato che in quell’immobile milanese di via Airaghi 30 i lavori in corso da due anni e mezzo non sono per fare la casa di Batman (con tanto di ponte levatoio, piscina salata, bunker e poligono di tiro), ma la struttura per le attività imprenditoriali che conduce con i suoi amici di sempre, quelli di San Patrignano.
Dopo aver fatto inorridire i veri appassionati di Batman definendolo “eroe volante” (ma il signor Bruce Wayne è un ricchissimo, quasi quanto Gabriele Moratti, uomo in carne ed ossa, che indossa in caso di necessità un mantello e non le ali) il giovanotto spiega che quella non è la sua casa perchè la sua destinazione era uno show-room: “Insieme a due amici abbiamo fondato la società Redemption Choppers, una srl che partiva dalla passione di un mio socio per le moto, che lui stesso costruisce. Volevamo creare un laboratorio per questo, poi ci siamo resi conto che non avrebbe reso e, come fanno molte marche, abbiamo ampliato la mission aziendale a una linea di abbigliamento casual. Abbiamo pagato più di 100 mila euro al Comune”.
Strano.
I lavori in via Ajraghi 30 sono iniziati nel 2008, mentre la Redemption Choppers è stata costituita il 26 maggio 2010, e risulta ancora inattiva.
Chi ha pagato i 100 mila euro?
Probabilmente lo stesso Gabriele, che non solo è ricco di famiglia, ma ha anche un solido e ben retribuito posto di lavoro fisso, come assistente di Dario Scaffardi, direttore generale della Saras, l’azienda di suo padre.
In ogni caso “stiamo disegnando le linee del campionario”, ha dichiarato il presidente della Redemption, “e gran parte del ricavato, come fanno alcune srl di questo tipo, andrà in beneficenza”.
Per adesso la Redemption avrebbe bisogno di ricevere beneficenza, più che di farne.
Infatti, per essere una fabbrica di motociclette che decide di ampliare il business sfruttando la forza del suo marchio per lanciare una linea di abbigliamento casual, appare quantomeno gracile.
Oltre a essere inattiva, ha un capitale sociale versato dai tre soci di 2.500 euro (duemilacinquecento euro), di cui 850 versati dal presidente Gabriele Moratti, e 825 a testa dagli altri due soci, Vanni Laghi, domiciliato a Coriano (Rimini) in via San Patrignano 53, e Daniele Sirtori, domiciliato anche lui in via San Patrignano 53 a Coriano.
L’indirizzo è lo stesso della Comunità di San Patrignano, che da molti anni riceve dai genitori di Gabriele Moratti un forte e meritorio sostegno.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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