Marzo 17th, 2017 Riccardo Fucile
E’ ORA DI FINIRLA CON LA PAGLIACCIATA DELLE “AUTOSOSPENSIONI”, SE POI SI CONTINUA A INCASSARE LA RETRIBUZIONE DAI PARLAMENTI
Daniela Aiuto ha annunciato il 15 marzo scorso sul suo profilo Facebook di essersi autosospesa dal MoVimento 5 Stelle.
L’europarlamentare, in nome della trasparenza, non ha spiegato il motivo della sua scelta anche se ha scritto di aver preso la decisione «per tutelare la mia persona e soprattutto l’immagine del Movimento 5 Stelle».
La Aiuto era una dei sei europarlamentari italiani nei guai per i rimborsi con l’OREF. Secondo l’accusa ha chiesto rimborsi per studi sul turismo che le sarebbero serviti per svolgere l’attività parlamentare ma che secondo l’accusa sono copiati da Wikipedia.
Lei stessa ha annunciato che provvederà “personalmente a rimborsare le fatture già saldate” (per forza, la Ue lo trattiene dallo stipendio, come nel caso della Le Pen
“I servizi parlamentari hanno contestato alcune ricerche che ho commissionato ad una società di consulenza, perchè ritenute frutto di plagio e quindi non rimborsabili dal Parlamento europeo”, ha spiegato Aiuto in una nota.
“Ho quindi disposto la sospensione del pagamento delle fatture già emesse. Inoltre ho comunicato ai servizi parlamentari che provvederò personalmente a rimborsare le fatture già saldate”.
Purtroppo nessun particolare, nemmeno il nome della società di consulenza, è stato fornito dalla Aiuto per spiegare la sua posizione.
Proprio il 15 marzo si era diffusa sui giornali abruzzesi la notizia di un’acquisizione presso il Comune di Vasto di documenti relativi a non meglio specificati “reati edilizi” della casa di proprietà di mio padre.
Anche in quel caso lei aveva smentito
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 17th, 2017 Riccardo Fucile
DOPO CHE 4 CONS. COM. SU 5 E UN CONS. REG. HANNO ABBANDONATO IL MOVIMENTO, OGGI LA FARSA DI CACCIARE UNA CANDIDATA SINDACO ELETTA DALLA BASE… MA DIETRO C’E’ DELL’ALTRO
Spesso qualcuno ci rimprovera di essere troppo critici verso i Cinquestelle, assimilandoli agli altri
partiti.
In parte costoro hanno ragione, perchè in realtà , anche se ce ne vuole, sono anche peggio.
E non ci riferiamo ovviamente alla base grillina, animata sicuramente dal desiderio di cambiare in meglio il nostro Paese, ma ai vertici aziendali della struttura.
Forse ci facilita il fatto di essere concittadini del proprietario del partito e di averne potuto seguire l’iter personale e politico: per quest’ultimo in ogni caso è sufficiente chiedere a chi ha mosso a Genova i primi passi con lui e trarne le conseguenze.
Non a caso oggi assistiamo a quanto segue: in una città dove il M5S ha preso 36.579 voti (13,9%) alle ultime comunali del 2012, saliti a 72.310 voti (29,6%), primo partito in città alle Regionali 2015, hanno votato appena in 700 per decidere chi portare come candidato sindaco alle prossime amministrative.
Si è assistito a una diaspora che ha portato 4 consiglieri comunali su 5 e 1 consigliere regionale a lasciare il partito, insieme ad alcune centinaia di iscritti.
Nell’unica uscita pubblica in città , in occasione dell’alluvione, Grillo è stato contestato al grido di : “vieni a spalare invece che parlare”. Tanto per capire quanto sia amato.
Dopo aver “costretto” Putti, capogruppo al Comune e persona perbene, a fare i bagagli perchè interprete del M5S delle origini, Grillo e la capogruppo in Regione Alice Salvatore avevano deciso che il candidato sindaco doveva essere tale Pirondini, agente di commercio, fedele alla linea.
Sconfessati dalla base che ha votato la docente Cassimatis, siamo arrivati al golpe: si rifanno le votazioni per dire solo si o no a Pirondini.
Ma cosa si cela dietro questa figura da cioccolataio di Grillo?
Il colpo finale di immagine al Movimento che non arriverà così neanche al ballottaggio.
Perchè Grillo non vuole governare Genova, città in crisi e dalle mille problematiche, troppo rischioso prendere misure impopolari (vedi privatizzazioni) col rischio di trovarsi contestatori sotto casa e sputtanarsi in tutta Italia.
E che dire dell’opposizione solo di facciata che il MS5 sta facendo in Regione alla giunta Toti?
La mossa di Grillo è un ottimo assist per le speranze del Centrodestra di vincere le elezioni a Genova, quanto meno di arrivare al ballottaggio.
Poi ci penserà Grillo ad attaccare il Pd negli ultimi 15 giorni, dimenticando di rivolgere analoghe critiche al centrodestra.
Le origini sono quelle, le carte ora sono scoperte.
Il bluff è finito.
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Marzo 17th, 2017 Riccardo Fucile
ORA NON SI ESCLUDONO VIE LEGALI: LA VOTAZIONE ON LINE AVEVA CERTIFICATO LA VITTORIA DI MARIKA CASSIMATIS… LA SUA CANDIDATURA ERA REGOLARE AVENDO RACCOLTO LE FIRME RICHIESTE
Clamoroso a Marassi: dopo aver vinto le Comunarie, Marika Cassimatis non sarà candidata del MoVimento 5 Stelle a Genova. Beppe Grillo la caccia oggi con un comunicato sul blog accusandola di aver tenuto “comportamenti contrari ai principi del MoVimento 5 Stelle” e invita, lasciando la possibilità di votare, gli attivisti cittadini a decidere se presentare la lista di Luca Pirondini, sponsorizzata da Alice Salvatore, o a non presentarsi nella città .
Dopo l’esito delle votazioni di martedì, infatti, mi è stato segnalato, con tanto di documentazione, che molti, non tutti, dei 28 componenti di questa lista, incluso la candidata sindaco, hanno tenuto comportamenti contrari ai principi del MoVimento 5 Stelle prima, durante e dopo le selezioni online del 14 marzo 2017. In particolare hanno ripetutamente e continuativamente danneggiato l’immagine del MoVimento 5 Stelle, dileggiando, attaccando e denigrando i portavoce e altri iscritti, condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti dal MoVimento 5 Stelle; appoggiandone le scelte anche dopo che si sono tenuti la poltrona senza dimettersi e hanno formato nuovi soggetti politici vicini ai partiti. Questa decisione è irrevocabile. Se qualcuno non capirà questa scelta, vi chiedo di fidarvi di me. Non ho nessun interesse se non il bene del MoVimento 5 Stelle. Siamo la forza politica su cui i cittadini ripongono le proprie speranze per un’Italia migliore, per una Genova migliore. Non possiamo permetterci nessuna sbavatura. Non possiamo permetterci di candidare persone su cui non siamo sicuri al 100%. Vi garantisco che non accadrà , nè a questa tornata delle comunali, nè alle politiche.
La Cassimatis ha risposto con un comunicato su Facebook: «Apprendo ora che la mia lista , ancora fantasma in quanto non pubblicata, uscita vincitrice da una votazione democratica, è stata sconfessata da Beppe Grillo. Ne prendo atto».
La Cassimatis non ha fatto sapere se ha intenzione di ricorrere alle vie legali per ribaltare la decisione, anche se qualche spazio in teoria dovrebbe esserci: «Bisognerebbe approfondire la validità della clausola di riserva e, se ritenuta valida, se il comportamento della Cassinatis integri o meno quelle violazioni dei principi del movimento richiamati nella clausola. Io la decisione la impugnerei», fa sapere l’avvocato Lorenzo Borrè, che ha portato in tribunale a Roma e a Napoli i leader M5S, ottenendo i reintegri per i suoi assistiti.
La decisione ha del clamoroso non soltanto per quel che riguarda la Cassimatis: lo stesso Pirondini, nei giorni scorsi, aveva infatti chiesto che venissero resi pubblici i nomi e numeri dei votanti candidati consiglieri
Ma per lui non c’è stata nessuna sanzione, anzi: c’è stato il premio della possibilità di candidarsi con sponsorizzazione ulteriore del blog.
La Cassimatis invece ieri aveva pubblicato questo status in cui si difendeva dalle accuse di Pirondini, secondo il quale aveva fatto “comunella” con gli esclusi:
Gira nei social un link ad un evento al quale ho partecipato a Parma sul bilancio partecipato nel 2014 ( ribadisco 2014, Pizzarotti e la sua giunta erano, allora, ancora saldi sotto la bandiera a Cinque stelle e le tempeste successive erano lontane all’orizzonte.) Vi erano anche numerosi portavoce M5S, ancora portatori sani di Movimento e affatto traditori, come Silvana Carcano e Giulia Sarti, tra quelli che ricordo. Facciamo un paragone: come dire che dal 2013 al gennaio 2017, chi a Genova ha lavorato con Paolo Putti e gli altri portavoce comunali fuoriusciti, era da condannare. Chiariamoci bene: chi non ha lavorato con i consiglieri comunali in quegli anni, significa che NON ha mai fatto attivismo sul territorio, banchetti e manifestazioni comprese perchè Paolo Putti era il portavoce e ogni azione politica passava attraverso la sua concessione del logo. Direi di aver detto tutto quello che c’è da dire”.
Pirondini infatti nel giorno del voto aveva parlato, riferendosi alla Cassimatis, di chi “fino a qualche giorno fa faceva comunella con i voltagabbana che hanno usato il M5S per darsi visibilità e poi creare altre liste”, ovvero Paolo Putti e gli altri consiglieri che avevano lasciato il M5S o erano stati esclusi.
La Cassimatis invece ieri aveva condiviso una chat pubblicata da un attivista in cui Alice Salvatore alla vigilia del voto assicurava il massimo impegno per il candidato sindaco, chiunque fosse. La condivisione oggi non appare più sul suo profilo.
Si vota fin quando non vince quello che dico io!
Sulla pagina FB di Grillo i commenti si dividono, per ora, tra favorevoli e contrari alla decisione del padrone.
Giusto ieri invece la Salvatore, dopo un lungo silenzio in seguito ai risultati sgraditi, era tornata a parlare sulla sua pagina facebook postando un’intervista a Repubblica Genova in cui sosteneva di non aver endorsato ufficialmente nessuno (vero, ma le foto di lei e Pirondini erano presenti ovunque) e complimentandosi con la Cassimatis per la vittoria, assicurandole anche il sostegno.
Sul profilo facebook della Cassimatis invece, in calce a un post che parla di altro, i sostenitori dell’ormai ex candidata sono molto arrabbiati: «Ci sarà sicuramente un errore. Altrimenti sono esterrefatto», dice Luca; «Ti hanno cacciata , il capo pregiudicato ha deciso», scrive Roberto.
Paolo Putti, consigliere comunale genovese fuoriuscito a fine gennaio dal Movimento 5 Stelle di cui era capogruppo e candidato sindaco nel 2012, in rotta di collisione con la gestione di Beppe Grillo e Alice Salvatore, contattato dalla “Dire”, ha invece molto da recriminare: “Chiedo agli italiani di avere paura e di reagire rispetto a questo quadro. Hanno gettato la maschera. È terribile: c’è da avere paura. Spero che sia l’inizio della fine. Mi dispiace moltissimo per Marika Cassimatis che è una brava persona e a me interessa che ci siano persone per bene. Ma temo che non sarebbe mai riuscita a contrastarli vista la potenza di fuoco che possono mettere in campo”.
(da “NextQuotidiano“)
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Marzo 17th, 2017 Riccardo Fucile
PUO’ AMBIRE A GUIDARE IL PAESE CHI NASCONDE CIO’ CHE DOVREBBE ESSERE PUBBLICO E TRASPARENTE?
L’inestricabile incastro di scatole cinesi dietro il quale si nasconde il Movimento 5 stelle è
inaccettabile per una democrazia compiuta che si vuole definire tale.
La vicenda del blog di Beppe Grillo, della querela del Partito democratico e della incredibile difesa del fondatore (in sintesi: “Il blog chi?”), ha fatto molto ridere e molto incazzare.
In sintesi: il Pd ha denunciato un post pubblicato su beppegrillo.it, e i legali del fondatore si sono difesi spiegando che nulla sa e nulla c’entra il buon Beppe con quel che viene pubblicato.
Al di là delle ironie e delle reazioni di bottega, tuttavia il campanello d’allarme è serio. Ed è l’ultimo di una lunga serie.
L’opacità e la viscosità dei meccanismi di funzionamento del Movimento, uno dei principali player dello spazio pubblico italiano, sono cose che riguardano tutti.
E non è sufficiente il manierismo della linea difensiva dei colonnelli 5 stelle (riassumendo: “Guardate la nostra pagliuzza, non le travi degli altri”) a derubricarne la rilevanza nella discussione politica e civile del nostro paese.
Nè tantomeno la sostanziale insensibilità del loro elettorato, mobilitato su issues ideologico-fideistiche.
I meccanismi di funzionamento del Movimento sono imperscrutabili.
Fino ad arrivare al punto che il suo fondatore rifiuta di riconoscere la paternità di quel che esce sul blog, fonte di diritto primaria della sua creatura politica. E si spinge a rinnegare anche di quel che viene pubblicato sui suoi profili social, che portano il suo nome e sono certificati rispettivamente da Facebook e da Twitter.
In punta di diritto, la difesa di Grillo sembra funzionare. Caterina Malavenda, luminare del diritto dell’informazione, su queste colonne spiegava come la responsabilità in solido di blog, post e tweet sia dell’autore che materialmente li scrive.
Ma il pilatesco rinnegamento dell’intero impianto normativo-culturale su cui si fonda l’avventura politica del Movimento lascia basiti.
Anche perchè non è l’ennesima provocazione, l’iperbole brandita come strumento di comunicazione di massa, alla quale il lessico dell’ex comico ci ha abituati.
Il vederlo certificato sulla carta di un documento ufficiale, nel burocratese di una memoria difensiva, ricorda quel che diceva Lebedev ne L’idiota di Dostoevskij: “Ogni fatto reale ci appare quasi sempre incredibile e inverosimile. E quanto più è reale, tanto più talora ci appare inverosimile”. Più prosaicamente: quando la realtà supera la fantasia.
Tra le righe, la realtà diventa ancora più inverosimile. Perchè tra i metatag del post querelato (sulla vicenda di Tempa Rossa), in effetti c’è un campo “author”.
Mistero svelato? Per nulla, perchè ci si infila nell’ennesimo vicolo cieco. L’autore viene identificato da un link. Quello dell’account Google plus di Grillo.
Al quale è applicabile lo stesso discorso illustrato dall’avvocato Malavenda per Facebook e Twitter. Morale della favola, risalire all’autore materiale del post è impossibile.
E non per una fortunata coincidenza, o per qualche bug del web. Ma per un sistema di livelli sovrapposti ed elusivi costruito così bene che non può essere scardinato.
Un fumo che pervade l’intera struttura organizzativa del partito. Non è dato sapere quanta pubblicità fattura il blog, ed è impossibile risalirvi anche per per l’assenza della partita Iva pubblicata a piè di pagina.
Non si sa chi scriva i post, chi ne decida la linea, con chi vengono concordati.
Grillo scarica sulla Casaleggio, Casaleggio (Gianroberto) diceva che erano concordati con Grillo (al Fatto diceva “Sono tutti nostri. Ci sentiamo sei-sette volte al giorno per concordarli, poi io o un mio collaboratore li scriviamo, lui li rilegge. E vanno in rete”), lo statuto 5 stelle dice che il responsabile è Grillo, che però rifiuta di essere considerato il titolare, sia legale sia politico, di quel che vi viene scritto.
Fatti reali, incredibili e inverosimili.
Che fanno il paio con le lettere di diffida, ammonimento, sospensione ed espulsione che arrivano via mail firmate da “Lo staff”.
E ci sarà da ridere, e tanto, quando qualcuno querelerà l’estensore di una di quelle mail. Perchè sarà costretto a sporgere denuncia contro ignoti, non essendo firmate, non assumendosene nessuno la responsabilità .
Per maggiori dettagli citofonare Pizzarotti. O con un collegio di probiviri tirato su in fretta e furia, votato plebiscitariamente via blog, non per costruire una sana e robusta vita democratica all’interno del Movimento, ma per la stanchezza del fondatore di essere il destinatario delle cause delle denunce.
Per tacere del nulla assoluto intorno alle votazioni online, all’elaborazione dei risultati, alla certificazione esterna.
E pensare che si era partiti, quattro cinque anni fa, con i vertici che discutevano dell’opportunità di rendere pubblico o meno il codice del blog, di adottare piattaforme come Liquid Feedback per l’elaborazione collettiva delle proposte politiche.
Siamo finiti con un garante non responsabile, con uno statuto e con un non statuto, con un Direttorio, con due blog (oltre a beppegrillo.it è nato da qualche mese il blog delle stelle) incastrati tra di loro, alimentati sull’asse Genova-Milano ma, a quanto pare, senza responsabili effettivi, con staff senza volto, con procedimenti decisionali che si sa come finiscono, ma non si capisce mai fino in fondo come nascono e come si sviluppano.
Un caos che sommerge le stelle danzanti, in cui nessuno si assume responsabilità se non quando gli conviene per il momento per cui gli conviene.
Tutto il resto è nascosto da livelli concentrici di protezione, penetrati i quali spesso si viene rimandati al punto di partenza con un pugno di mosche. Il problema è che il caos sembra organizzato scientemente.
Può il nostro sballottato sistema democratico permettersi un partito che gioca a rimpiattino se si prova a penetrarne i meccanismi di funzionamento?
Può il nostro paese consentire che vada al governo chi nasconde ciò che dovrebbe essere pubblico e trasparente dietro una cortina di firewall?
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 17th, 2017 Riccardo Fucile
QUESTA E’ LA DEMOCRAZIA DEL PADRONE DELL’AZIENDA: DOVEVA USCIRE IL PROTETTO DELLA SALVATORE, GLI ISCRITTI HANNO VOTATO INVECE LA CASSIMATIS CHE ORA DIVENTA IMPROVVISAMENTE “NON CANDIDABILE”… MA FINO A IERI LO ERA
“In qualità di garante del MoVimento 5 Stelle, al fine di tutelarne l’immagine e preservarne i valori e i principi, ho deciso, nel pieno rispetto del nostro metodo, di non concedere l’utilizzo del simbolo alla lista di Genova con candidata sindaco Marika Cassimatis”.
Lo scrive sul blog Grillo secondo il quale “molti” esponenti della lista di Cassimatis “hanno ripetutamente e continuativamente danneggiato l’immagine del MoVimento 5 Stelle”.
Grillo indice quindi nuove Comunarie a Genova, con votazione dalle 10 alle 19.
“Se qualcuno non capirà questa scelta, vi chiedo di fidarvi di me”, continua il comico, spiegando la decisione di non permettere la candidatura di Marika Cassimatis, vincitrice delle Comunarie per Genova.
“Non possiamo permetterci di candidare persone su cui non siamo sicuri al 100%. Vi garantisco che non accadrà , nè a questa tornata delle comunali, nè alle politiche. Le nostre selezioni rispetteranno il voto online, ma saranno rigorose. Non c’è più spazio per chi cerca solo poltrone”, scrive ancora Grillo.
Proprio nella giornata di ieri, il tenore Luca Pirondini, sconfitto al ballottaggio delle Comunarie da Cassimatis nonostante fosse favorito, ha annunciato di voler chiedere la pubblicazione dei nomi di chi ha votato alle primarie grilline.
“Apprendo ora che la mia lista, ancora fantasma in quanto non pubblicata, uscita vincitrice da una votazione democratica, è stata sconfessata da Beppe Grillo. Ne prendo atto”.
È quanto scrive Cassimatis sulla sua pagina Facebook dopo l’annuncio sul blog di Beppe Grillo.
(da “Huffingtonpost”)
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