Febbraio 16th, 2020 Riccardo Fucile
TRA RETROSCENA E SMENTITE
Tommaso Ciriaco su Repubblica torna oggi sullo scenario di diaspora da Italia Viva dopo la storia dei sei senatori che potrebbero mollare Renzi per reggere la maggioranza di Giuseppe Conte.
Al Quirinale il presidente del Consiglio ha specificato di essere convinto di avere ancora una maggioranza in Senato e in questa guerra pare avere l’appoggio totale del Partito Democratico
La cautela del Nazareno, si spiega solo con il timore di “regalare” a Renzi tre anni di opposizione tranquilla, lasciando ai giallorossi l’onere di alcune misure impopolari all’orizzonte. «Bisogna che sia chiaro che è lui a rompere e non noi che lo cacciamo», è la linea dettata dal ministro della Cultura. Bene, ma su quale terreno consumare la rottura? Sarà la fretta, ma per Conte sarebbe tutto più semplice del previsto: basterebbe concludere il nuovo programma di governo, forzare la mano con un ruvido intervento in Aula, verificare i numeri delta maggioranza chiedendo ai senatori di Italia Viva un sostegno che Renzi potrebbe invece negargli.
E se invece il fondatore di lv non cade nella trappola e vota per l’avvocato? È lo scenario che continua a temere Franceschini. Per questo, Il piano è se possibile ancora più complesso: serve un passaggio politico per staccare alcuni senatori da Renzi e riportarli nel Pd. E soprattutto, serve un pretesto. Così va letto il ragionamento che Conte fa trapelare a sera, quando si dice certo che «nonostante gli scarti manifestati dal vertice di Italia Viva negli ultimi giorni», prevarrà «il senso di responsabilità » dei parlamentari renziani. Ecco la parola chiave: «E non intendo i “responsabili” dell’opposizione — precisa il premier — ma i senatori che con la loro fiducia hanno dato vita a questa esperienza di governo».
Conte, d’altra parte, sa bene che chi vuole abbatterlo — Renzi in testa — spingerà per una soluzione istituzionale, giustificata dalla crisi economica e da una finestra elettorale ormai sostanzialmente chiusa a causa dell’imminente referendum costituzionale.
È il pallino di Renzi, è il timore dell’inquilino di Palazzo Chigi. Proprio per questo, il premier promette iniziative per «rilanciare l’occupazione e gli investimenti». E aggiunge: «Ci sono motivi di preoccupazione perla flessione della produzione industriale e per l’effetto economico del coronavirus».
Come a dire, soltanto un irresponsabile come Renzi può precipitare il Paese nel caos. Ormai è chiaro: trai due, non vince chi attacca per primo, ma chi colpisce più forte.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 16th, 2020 Riccardo Fucile
GIGGINO CONTINUA A STORPIARE LE PAROLE LATINE PRONUNCIANDOLE COME SE FOSSERO INGLESI: DITEGLI DI SMETTERLA
L’aveva già detto prima: coronavairus al posto di coronavirus. E una volta passi. Potrebbe
essere stata una disattenzione.
Ma invece no. Anche oggi, in diretta da Monaco di Baviera ai microfoni della Rai Giggino Di Maio, uno dei più improbabili ministri dell’Italia repubblicana ha insistito. Vairus e non virus.
Per carità , già nel mondo dello sport assistiamo allo scempio di telecronisti che decantano la bellezza dello Juventus Stadium, che loro pronunciano Stedium, con la E, perchè fa più fico e perchè appartengono alla categoria di persone che non sanno riconoscere una parola latina da una inglese perchè tutte e due a loro suonano straniere.
E quindi le povere parole latine che vengono usate anche in altre lingue vengono sistematicamente storpiate quando vengono pronunciare da italiani approssimativi e provinciali, ma così provinciali che non riescono – ad esempio – a dire la parola super senza farla diventare una sorta si “soppaaar”
Ora, va bene che dopo la sua incredibile nomina alla Farnesina Giggino Di Maio è stato preso in giro per la sua scarsa conoscenza dell’inglese. Ma la risposta non è quella di ‘inglesizzare’ parole latine per darsi un tono.
Altrimenti fa la figura dell’Arrio preso in giro da Catullo: Chommoda dicebat, si quando commoda vellet dicere, et insidias Arrius hinsidias, et tum mirifice sperabat se esse locutum, cum quantum poterat dixerat hinsidias…
Mettere l’acca per darsi le arie faceva ridere fin dai tempi dell’antica Roma. Qualcuno avverta per pietà Giggino e con grande tatto lo renda edotto che ci sono parole che lui e tanti come lui pensano siano inglesi. Ma sono latine. Virus, non vairus.
Le radici, la storia, la cultura. Ma soprattutto le basi.
(da Globalist)
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Febbraio 16th, 2020 Riccardo Fucile
“PAGATO DA VERSAMENTI VOLONTARI CON CROWDFUNDING SUL WEB DOVE SONO RACCOLTI 6.200 EURO”… IL LIVORE GRILLINO PORTA ANCHE A QUESTO
A due mesi dalla grande manifestazione di piazza San Giovanni, le Sardine tornano a manifestare oggi a Roma in piazza Sant’Apostoli.
È tutto pronto per l’evento “Roma città aperta”, che fa da contraltare all’incontro elettorale in contemporanea all’Eur di Matteo Salvini con il mondo produttivo in vista delle comunali del prossimo anno.
Ma in mattinata, dopo che il palco è stato appena finito di montare nella stessa piazza dove ieri si è tenuta la manifestazione contro i vitalizi del M5s, scoppia la polemica.
All’attacco delle Sardine va, ancora una volta, il viceministro cinquestelle allo Sviluppo economico Stefano Buffagni, che già aveva accusato il movimento bolognese di “collusioni” con i poteri forti dopo lo scatto con Benetton.
Questa volta Buffagni su Facebook solleva dubbi sui costi della manifestazione, allegando diverse foto del palco (prese dal basso verso l’alto) messo a confronto con quello dei 5s, a suo dire “più esiguo”: “È il palco degli U2 o delle Sardine? Chi paga? Ieri il Movimento 5 Stelle, che governa il paese, che ha più di 300 parlamentari e 100 consiglieri regionali, era in piazza, con un palco esiguo… Oggi nella stessa piazza ci saranno le sardine con un palco costosissimo ed una regia che nemmeno Bono degli U2. La domanda è: Chi paga? Chi hanno dietro? I Benetton?”.
Immediata la risposta delle Sardine romane, raccolta da Repubblica. Juri Antonozzi, tra gli organizzatori dell’evento, replica a Buffagni: “Palco degli U2? Magari! Il viceministro stia tranquillo ed eviti nuove strumentalizzazioni. Il palco è costato 2800 più Iva tutto compreso, anche il lavoro di chi lo ha montato. I soldi li abbiamo raccolti con il crowdfunding, in tutto ci hanno donato 6200 euro. Faremo una dettagliata rendicontazione anche per questo evento, così come abbiamo già fatto per quello di San Giovanni”.
L’appello per il crowdfunding è pubblicato sulla pagina facebook #6000sardineRoma e la raccolta fondi avviene tramite il sito gofundme.com.
(da agenzie)
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Febbraio 16th, 2020 Riccardo Fucile
BUONE NOTIZIE SUI PAZIENTI RICOVERATI
“Il giovane italiano (Niccolò, il 17enne di Grado, ndr) proveniente dalla città di Wuhan, preso
in carico dal nostro istituto nella mattinata di ieri, continua ad essere in buone condizioni di salute. Il tampone naso-faringeo effettuato nella giornata di ieri, 15 febbraio, è risultato negativo per la ricerca del nuovo coronavirus e di altri eventuali agenti patogeni. Il ragazzo continua ad essere sereno e di ottimo umore”.
Così l’ultimo bollettino medico dell’ospedale di Roma Spallanzani. “Attualmente Niccolò non ha la febbre” hanno aggiunto i medici.
“I due cittadini cinesi provenienti dalla città di wuhan, casi confermati di infezione da nuovo coronavirus, continuano a essere ricoverati nella terapia intensiva del nostro istituto. Le loro condizioni cliniche sono in miglioramento. La prognosi resta invariata”, prosegue la nota dell’ospedale.
Nel complesso sono stati valutati dalla struttura 68 pazienti. Di questi, 59, risultati negativi al test, sono stati dimessi. Solo tre sono casi confermati: la coppia cinese attualmente in terapia intensiva ed il giovane proveniente dal sito della Cecchignola. Poi ci sono sei pazienti sottoposti a test per la ricerca del nuovo coronavirus in attesa di risultato.
Il ministro della Salute Roberto Speranza, si apprende da fonti del ministero, ha sentito telefonicamente Niccolò, il ragazzo rientrato ieri dalla Cina: sta bene ed è sereno. Continuano i controlli sul diciassettenne che, al momento, sono tutti negativi. Niccolò, nella telefonata con Speranza, ha ringraziato tutti, dal personale dello Spallanzani a tutti quelli che l’hanno assistito per il volo. Il ministro ha sentito anche il ricercatore italiano ricoverato rientrato da Wuhan: le sue condizioni “sono buone, lavora, si riposa ed è tranquillo”
(da agenzie)
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Febbraio 16th, 2020 Riccardo Fucile
SUL “CORRIERE” L’EX SINDACO DI ROMA RACCONTA LA STORIA DELL’ASSASSINIO DEL MILITANTE DEL FRONTE DELLA GIOVENTU” NEL 1975 PER RACCONTARE “QUEGLI ANNI BALORDI E BASTARDI”… E’ ORA CHE SIA A DESTRA CHE A SINISTRA SI RICORDINO TUTTI I CADUTI, SENZA DISTINZIONI DI PARTE, OGNUNO COMBATTEVA PER DEGLI IDEALI
Ricordare Sergio Ramelli per ricordare quei troppi morti innocenti, a destra e a sinistra, negli anni 70. È quanto si prefigge Walter Veltroni nel lungo articolo sul Corriere della Sera dedicato al militante del Fronte della Gioventù – organizzazione giovanile dell’Msi – ucciso nel 1975 a Milano da estremisti di sinistra.
“Bisognerebbe scrivere l’antologia di Spoon River di quegli anni balordi e bastardi” scrive l’ex sindaco di Roma. Anni di odio che divisero i ragazzi di una generazione.
“Uno dei momenti più belli della mia vita fu quando ero sindaco di Roma e, in una manifestazione pubblica, si abbracciarono Giampaolo Mattei – fratello dei due ragazzi di Primavalle figli del segretario di una sezione del Msi bruciati vivi da militanti di Potere Operaio che non hanno fatto carcere – e Carla Verbano, mamma di Valerio, che ascoltò, legata e imbavagliata col marito, i suoni della morte di suo figlio, un ragazzo dell’area dell’autonomia al quale dei killer fascisti, mai trovati, spararono alla schiena nel salotto di casa” scrive Veltroni.
“I morti di quegli anni non devono oggi essere rivendicati, scagliati, usati per protrarre l’odio. Il conflitto, in una democrazia, è vitale. Anche il più duro. Senza conflitto non c’è libertà . Ma l’odio è una patologia. E quegli anni sono stati un’epidemia di questo male”.
(da agenzie)
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Febbraio 16th, 2020 Riccardo Fucile
PER LA POLIZIA E’ UN “SOGGETTO PERICOLOSO”, DISPOSTI GLI ARRESTI DOMICILIARI… IL LEGALE: “DUE GIORNI DI CARCERE, IN CUI HA AVUTO MODO DI CONVIVERE CON PERSONE DI ETNIA DIVERSA, L’HANNO RESO MIGLIORE”
Un ventiduenne incensurato di Bergamo e titolare di una ditta a Mozzo è stato arrestato tra
mercoledì e giovedì a Monterosso perchè stava distribuendo volantini neonazisti con un passamontagna.
Addosso aveva anche un coltello mentre in casa la polizia ha trovato vario materiale xenofobo.
Tra le immagini sequestrate al tizio anche una che ritraeva Greta Thunberg con un mitra puntato contro. Una minaccia? Lui, scrive oggi il Corriere di Bergamo, dopo due notti passate in carcere ha giurato che non ne sarebbe mai stato capace e legami con gruppi di estrema destra non sono emersi.
Ma d’altra parte ci sono le indagini della Digos, che tracciano il profilo di «un soggetto pericoloso», così lo definisce il dirigente Marco Cadeddu, e per il momento hanno convinto il gip Federica Gaudino a disporre l’obbligo di dimora a Bergamo e il divieto di uscire di casa dalle 21 alle 6.
Il 22enne è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale.
Il 13 gennaio la questura aveva ricevuto, attraverso il vicesindaco Sergio Gandi, una segnalazione di alcuni cittadini di via Corridoni. Nelle cassette della posta dei loro palazzi avevano trovato fogli in A4 con la scritta «Mescolanza razziale, genocidio bianco», un indirizzo di posta elettronica svizzero e l’inedita sigla «Forze di liberazione europee, divisione nord».
La Procura aveva aperto un fascicolo e la polizia si era messa al lavoro, anche mantenendo alta l’attenzione nel quartiere. Sono stati gli uomini delle volanti, con quell’input, a notare il ventiduenne aggirarsi vicino al parco Goisis, alle 3.30.
Quando si sono avvicinati, lui ha cercato di scappare e nel bloccarlo un agente è rimasto ferito a un ginocchio (è già tornato in servizio).
Ma il suo avvocato, subito dopo la scarcerazione, alle 15 di ieri, dice che adesso lui vuole scusarsi: «È sconvolto e non fa che scusarsi con tutti – riferisce il legale –. Ha spiegato che da un paio di mesi viveva un momento di debolezza, si sentiva come se non avesse più un’identità . È pronto a rispondere dell’errore che ha commesso, ne ha compreso la stupidità . Dice che già questi due giorni di carcere, in cui ha avuto modo di convivere con persone diverse da lui per etnia, l’hanno reso migliore».
(da agenzie)
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Febbraio 16th, 2020 Riccardo Fucile
E QUESTA SAREBBE UN’EDUCATRICE DELL’INFANZIA?… E COME SEMPRE POI ARRIVANO LE SCUSE TARDIVE DI UN’ALTRA CUOR DI LEONESSA
“Magari che ci metta lo zampino il corona virus….”. Questo è il commento comparso pochi giorni fa sotto la notizia con cui un noto sito di fake news appartenente alla galassia sovranista denunciava “molti casi” di contagio da Coronavirus in Africa, collegando il tutto all’allarme dei barconi in partenza verso l’Italia. La notizia è quasi totalmente falsa. Esiste, ad oggi, un solo caso accertato di contagio, in Egitto, e non ha la benchè minima correlazione con gli sbarchi.
Il commento è di una violenza e di un odio inaudito. Non si tratta del delirio quotidiano di un hater qualsiasi: a pronunciare quelle parole agghiaccianti è un’insegnante. Un’educatrice dell’infanzia. Una di quelle persone che ha in mano l’educazione, la formazione e la crescita dei nostri figli e la responsabilità della società di oggi e di domani.
Non solo. Sabina Venturi, questo il nome della maestra, è una figura nota alle cronache politiche della sua città , Gubbio, per essere stata candidata alle ultime elezioni comunali, poi vinte dal centrosinistra, con il simbolo della Lega, e per essere stata, in seguito, nominata nientedimeno che nella Commissione Pari Opportunità dello stesso comune.
Un mestiere, un profilo e un ruolo pubblico, dunque, che stridono terribilmente con un commento così vergognoso, con cui Venturi augura il virus a migliaia di africani come arma preventiva alla partenza dei migranti verso il nostro Paese. Una tesi, oltrechè carica d’odio e razzismo, priva anche di ogni minimo fondamento, per di più espressa in un italiano zoppicante, con errori da matita blu.
Il caso sta rapidamente montando sul web, generando la rabbia e l’indignazione di migliaia di utenti, che ora chiedono al Ministero dell’Istruzione di prendere una posizione netta sulla vicenda. C’è chi chiede anche che l’insegnante venga al più presto rimossa dal proprio incarico, in quanto “del tutto incompatibile con l’insegnamento e l’educazione dei bambini”.
Nel corso del pomeriggio la Commissione Pari Opportunità di Gubbio è intervenuta nella vicenda, prendendo le distanze dalle parole di Venturi con un comunicato stampa.
“In merito ai fatti avvenuti nella giornata di oggi e che hanno visto protagonista una componente della Commissione Pari Opportunità di Gubbio — scrive la Presidente di Commissione Giorgia Gaggiotti — riteniamo doveroso prendere le distanze dai contenuti espressi, contenuti che sono in totale discordanza coi principi che ispirano la nostra attività . Pur trattatandosi, forse, di una leggerezza, il ruolo che ricopriamo ci impone di avere lo stesso atteggiamento di apertura e ascolto verso tutti coloro che faticano a vedere riconosciuti i propri diritti, anche qualora non si tratti di donne, poichè il rispetto mancato a uno è rispetto mancato a tutti, il diritto negato ad un solo essere umano è il diritto negato per tutti. Ci tengo, quindi a precisare che sono esternazioni fatte a titolo assolutamente personale dal suo profilo social privato e, con quanto suscritto, credo di rappresentare il pensiero di tutte le componenti. La Commissione Pari Opportunità di Gubbio si riunirà in via straordinaria nei prossimi giorni per effettuare una accurata verifica interna prima di esprimere ufficialmente posizioni che, per regolamento, possono essere assunte soltanto in maniera collegiale. Nel frattempo invitiamo tutti a non scendere a livelli dialettici poco edificanti.”
La Venturi ha poi fatto un passo indietro e inviato le sue scuse per quell’odioso commento: “Mi scusi, ha perfettamente ragione, è ho scritto pubblicamente le mie scuse. Forse odio la violenza e mi sono fatta prendere dai post, che pubblicano di violenze e furti di queste persone. Ho reagito con rabbia”.
L’italiano è ancora imperfetto, mentre il pentimento è ben poco credibile.
(da TPI)
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Febbraio 16th, 2020 Riccardo Fucile
L’EUROPA NON PUO’ AVERE RAPPORTI CON REGIMI MILITARI INDEGNI DEL MONDO CIVILE… E CERTA SEDICENTE DESTRA LA FINISCA DI FARE DA LECCACULO DI CRIMINALI
Zaki ha avuto giusto il tempo di raccontare al giudice delle torture subite e di chiedere di
poter tornare a studiare, ma non è servito a nulla
«Sono uno studente, sto facendo un master a Bologna, in Italia. Voglio solo tornare a studiare». Chi ha visto ieri, 15 febbraio, Patrick Zaki racconta del suo sguardo smarrito.
Non ha segni visibili di botte, sembra stare meglio rispetto all’ultimo colloquio, ma «ci è parso ansioso», racconta la sorella al Corriere della Sera. «Datemi la mano», dice il 27enne prima di prendere posto nell’aula del tribunale di Mansura, in Egitto.
Un’udienza durata una decina di minuti, Zaki ha avuto giusto il tempo di chiedere al giudice di tornare a studiare. E di raccontargli delle torture subite: «Mi hanno tenuto bendato per 12 ore. Picchiato in viso. Mi hanno torturato con l’elettricità . Mi hanno fatto spogliare e chiesto della mia ong e di alcuni post su Facebook: ma io non ho fatto nulla».
Prima che l’udienza venga tolta aggiunge: «Mi tengono in un posto terribile. Siamo in 35 in una cella con una sola latrina e una finestra piccolissima». Il giudice però rifiuta la sua scarcerazione. Prima di essere portato via ai giornalisti italiani riesce a dire: «Forza Bologna»
«Speravamo che lo lasciassero uscire — dice la sorella di 23 anni -. Non sono riuscita nemmeno a parlargli, anche l’avvocata l’ha visto per un paio di minuti. Per lui è dura. Ho la sensazione che il sostegno da fuori cominci a non bastargli».
(da Open)
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Febbraio 16th, 2020 Riccardo Fucile
IL GOVERNO ITALIANO SI E’ MOSSO MENTRE IL NUMERO DEI CONTAGIATI A BORDO E’ ARRIVATO A 355
Si aggiorna giorno dopo giorno il bilancio delle vittime del coronavirus. Sono 1.665 i morti nella Cina continentale, su un totale di 68.500 casi di contaminazione registrati sul territorio, oltre 69.000 in tutto il mondo.
La maggior parte dei decessi si è verificata nella provincia di Hubei (Cina centrale), il centro dell’epidemia iniziata a dicembre nella sua capitale Wuhan. Sono 4 i morti in altre parti del mondo: a Hong Kong, Giappone, Filippine e Francia.
L’incubo sulla Diamond Princess.
Altre 70 persone, per un totale di 355, risultano positive al coronavirus sulla nave da crociera Diamond Princess ferma in quarantena in Giappone.
Finora sono stati condotti test su 1.219 persone: 355 sono risultate positive, tra cui 73 senza sintomi
La Diamond Princess è in quarantena dal 5 febbraio nel porto di Yokohama, vicino a Tokyo. “Sulla base dell’elevato numero di casi di COVID-19 identificati a bordo, il Dipartimento della sanità ha valutato che i passeggeri e i membri dell’equipaggio sono ad alto rischio d’esposizione”, ha detto l’ambasciata americana in una lettera ai passeggeri.
Il Governo italiano sta lavorando per il rimpatrio dei 35 connazionali a bordo della nave. Tra di loro ci sono anche membri dell’equipaggio e il comandante della nave. “Posso dirvi che partirà un volo anche per loro, lo abbiamo deciso ieri insieme al commissario straordinario, Angelo Borrelli, e al ministro della Salute, Roberto Speranza” scrive Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, su Facebook. “Questa è l’Italia che non lascia mai soli i suoi connazionali. Siamo italiani, nessuno deve restare indietro, lo Stato c’è e non mancherà ”.
Il virus è “curabile”.
“Il tasso di mortalità del Coronavirus è del 2,29% in Cina e dello 0,55% fuori. Questo dimostra che la malattia è curabile” ha detto il ministro degli esteri cinese Wang Yi a Monaco. Il ministro ha affermato che le possibilità di crescita non sono compromesse e che “la Cina uscirà da questa epidemia più forte” di prima e “diventerà un’economia più forte e sostenibile”
La Polizia cinese si mette al telefono.
La polizia di Pechino alle prese con 7,6 milioni di telefonate da fare oggi. Sta chiamando i residenti e chiedendo loro informazioni sulla loro storia di viaggio, dato che la capitale cinese introduce severe misure di blocco per contenere il nuovo coronavirus. Lo riferisce la corrispondente della Cnn dalla capitale cinese, Lily Lee. “Domenica pomeriggio, sono stata chiamata da un agente della mia stazione di polizia locale, che mi ha chiesto la storia dei miei viaggi prima delle recenti vacanze del Capodanno lunare. Ha anche chiesto della mia salute e se avevo avuto contatti con persone di Hubei, la provincia al centro dell’epidemia. L’agente di polizia ha detto che le autorità stanno chiamando tutte le persone del mio quartiere con un indirizzo di Pechino, ma non un hukou di Pechino, o una registrazione domestica – questo è un modo semplice per identificare le persone che vengono da altre parti del Paese e, quindi, potrebbero essere tornate a casa durante il Capodanno lunare”.
A Pechino ci sono oltre 7,6 milioni di persone che non hanno un hukou (una registrazione nel sistema anagrafico) di Pechino, il che significa che se questa procedura viene effettuata in ogni distretto, la polizia potrebbe dover fare milioni di telefonate oggi.
(da Open)
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