VELTRONI RICORDA SERGIO RAMELLI, UCCISO DALLA “PATOLOGIA DELL’ODIO” PERCHE’ ERA FASCISTA
SUL “CORRIERE” L’EX SINDACO DI ROMA RACCONTA LA STORIA DELL’ASSASSINIO DEL MILITANTE DEL FRONTE DELLA GIOVENTU” NEL 1975 PER RACCONTARE “QUEGLI ANNI BALORDI E BASTARDI”… E’ ORA CHE SIA A DESTRA CHE A SINISTRA SI RICORDINO TUTTI I CADUTI, SENZA DISTINZIONI DI PARTE, OGNUNO COMBATTEVA PER DEGLI IDEALI
Ricordare Sergio Ramelli per ricordare quei troppi morti innocenti, a destra e a sinistra, negli anni 70. È quanto si prefigge Walter Veltroni nel lungo articolo sul Corriere della Sera dedicato al militante del Fronte della Gioventù – organizzazione giovanile dell’Msi – ucciso nel 1975 a Milano da estremisti di sinistra.
“Bisognerebbe scrivere l’antologia di Spoon River di quegli anni balordi e bastardi” scrive l’ex sindaco di Roma. Anni di odio che divisero i ragazzi di una generazione.
“Uno dei momenti più belli della mia vita fu quando ero sindaco di Roma e, in una manifestazione pubblica, si abbracciarono Giampaolo Mattei – fratello dei due ragazzi di Primavalle figli del segretario di una sezione del Msi bruciati vivi da militanti di Potere Operaio che non hanno fatto carcere – e Carla Verbano, mamma di Valerio, che ascoltò, legata e imbavagliata col marito, i suoni della morte di suo figlio, un ragazzo dell’area dell’autonomia al quale dei killer fascisti, mai trovati, spararono alla schiena nel salotto di casa” scrive Veltroni.
“I morti di quegli anni non devono oggi essere rivendicati, scagliati, usati per protrarre l’odio. Il conflitto, in una democrazia, è vitale. Anche il più duro. Senza conflitto non c’è libertà . Ma l’odio è una patologia. E quegli anni sono stati un’epidemia di questo male”.
(da agenzie)
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