Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile
SEYCHELLES, MAURITIUS, GIORDANIA, IRAQ, KUWAIT, TURKMENISTAN, MA ANCHE PAESI EUROPEI STRINGONO LE MAGLIE
Ormai non ci vuole più nessuno: si allunga la lista dei Paesi stranieri che hanno deciso di adottare delle misure restrittive nei confronti dei viaggiatori italiani per contenere la diffusione del Coronavirus.
Dal sito di Viaggiare Sicuri del Ministero degli Affari Esteri emerge che la Giordania ha “vietato l’ingresso di tutti i viaggiatori provenienti dall’Italia, salvo i cittadini giordani. Ai viaggiatori che abbiano viaggiato in Italia, Cina, Corea del Sud e Iran nei 14 giorni precedenti l’arrivo in Giordania sarà negato il visto d’ingresso”.
Stessa situazione per le Seychelles dove le autorità hanno “vietato a tutte le compagnie aeree con voli diretti alle Seychelles di imbarcare passeggeri che siano stati in Italia, Cina, Sud Corea e Iran negli ultimi 14 giorni”, ad eccezione dei cittadini delle Seychelles e dei residente del Paese.
Il Kuwait ha “annunciato la sospensione di tutto il traffico aereo da e per l’Iran, l’Italia, la Corea del Sud e la Thailandia”
Sempre sul sito del Ministero si legge che le autorità della Romania stanno adottando misure di controllo e quarantena domiciliare di 14 giorni per i viaggiatori provenienti dalle località colpite dal Coronavirus.
In particolare, all’arrivo in Romania, tutti i “viaggiatori asintomatici delle aree maggiormente interessate, rispettivamente la provincia cinese dell’Hubei e le località italiane oggetto di specifica ordinanza della Lombardia e del Veneto, saranno collocati direttamente in quarantena, per un periodo per 14 giorni.
Ai viaggiatori provenienti da altre località delle regioni Lombardia e Veneto sarà richiesto un isolamento volontario domiciliare per 14 giorni dall’arrivo” nel Paese.
L’Ucraina, invece, ha deciso di aumentare i controlli per i passeggeri. In particolare “le autorità sanitarie ucraine hanno annunciato il controllo della temperatura corporea per tutte le persone provenienti dall’Italia, sia attraverso i confini terrestri, in particolare quello con l’Ungheria, che negli aeroporti internazionali laddove sono state predisposte unità epidemiologiche mobili.
Le persone che presentino sintomi della malattia verranno poste in temporaneo isolamento e sotto osservazione per essere eventualmente trasferite nei reparti di infettivologia degli ospedali ucraini specializzati”.
In Moldavia il Premier Ion Chicu ha annunciato l’installazione di un termoscanner presso l’aeroporto di Chisinau per esaminare i passeggeri provenienti dall’Italia, “cui seguirà l’installazione di un secondo scanner adibito a controlli generalizzati”.
Il Brasile ha adottato una procedura di controllo sui voli diretti in arrivo dall’Italia presso l’Aeroporto internazionale di San Paolo, che prevede la salita a bordo di alcuni ispettori dell’agenzia, la formulazione di una serie di domande a fini di sanità pubblica, in particolare all’equipaggio, e la lettura, da parte del personale di bordo ai passeggeri, prima dello sbarco, di un messaggio informativo che richiama misure preventive per evitare la trasmissione della malattia e la necessità di rivolgersi a un medico nel caso in cui si registrino sintomi quali febbre, tosse o difficoltà respiratori”.
La Polonia invece raccomanda, “per chi rientra dalle Regioni del Nord Italia” di adottare misure di auto-monitoraggio.
In Lettonia, le autorità locali richiedono ai passeggeri in arrivo su voli provenienti da Milano, Bergamo, Venezia e Verona la compilazione, in aeroporto, di un modulo rilasciato dal Centro di Prevenzione e di Controllo delle Malattie locale, in cui indicare la Regione di provenienza, i luoghi in cui ci si è recati di recente nonchè la prevista durata e il luogo di soggiorno” nel Paese.
Controlli per chi proviene dall’Italia anche in Egitto, e Montenegro. Scorrendo l’elenco, che viene aggiornato in tempo reale, emerge che la Bulgaria richiede “a tutti i passeggeri provenienti dall’Italia la compilazione di un questionario, in presenza di un ispettore sanitario, dichiarando le proprie generalità e se si avvertono dei sintomi. In caso di febbre alta o tosse, verificatesi successivamente all’ingresso nel Paese, si dovrà contattare un medico di base. Le autorità locali raccomandano di non recarsi direttamente all’ospedale senza aver prima preso contatto con il medico.
Per tutti i passeggeri in arrivo in Bulgaria che presentassero temperatura corporea superiore ai 37 gradi è prevista una consultazione nella struttura sanitaria specializzata istituita in Aeroporto. La compagnia Air Bulgaria ha comunicato la cancellazione dei voli da e per Milano fino al 27 marzo”.
E ancora il Ministero della Salute di Samoa ha stabilito che i viaggiatori provenienti (o in transito) dall’Italia saranno ammessi nel Paese solo se abbiano trascorso 14 giorni di quarantena in un Paese in cui non siano occorsi casi di coronavirus e posseggano certificazione medica (non più vecchia di 3 giorni) che escluda il contagio.
Questi provvedimenti si aggiungono a quelli emanati nei giorni scorsi in particolare dalla Croazia (controlli all’ingresso), dalle Mauritius (che ha interdetto l’accesso a chi proviene dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia Romagna), dalla Slovacchia (controlli all’ingresso) e il Turkmenistan (restrizioni all’ingresso per chi proviene dall’Italia)
(da Globalist)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile
CASI DI ISTERIA IN TUTTO IL PAESE, TRA IGNORANZA E SEMINATORI DI ODIO
Dall’assalto ai supermercati e farmacie, alle vere e proprie aggressioni. Stanno aumentando i casi di psicosi in Italia causate dai contagi di coronavirus nel nostro paese. Nonostante gli inviti alla calma delle istituzioni, e ai dati che parlano di mortalità bassa nonostante l’alta contagiosità – la vicinanza con i focolai sta esasperando le paure delle persone, non aiutate dalla confusione che regna tra governo ed enti locali.
A Palermo, ad esempio, la paura della gente, esasperata dal primo caso di contagio al sud, si è riversata contro i vigili del fuoco. In base a quanto riferito da fonti del Comune, dei pompieri “sono stati aggrediti per non avere usato la mascherina in situazioni che peraltro non lo richiedevano affatto”.
La questione delle mascherine è particolarmente importante. Walter Ricciardi, del comitato esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità , ha ribadito più volte la totale inutilità del loro utilizzo da parte di persone sane: “Le mascherine di garza per le persone sane non servono a niente”. Specialmente se non hanno i filtri giusti, come quelle che si utilizzano in campo medico. Nonostante ciò, continuano ad andare a ruba nelle farmacie.
Uno dei posti più delicati, da questo punto di vista, è la metropolitana. A Milano, in molti si sono fatti spaventare da uno starnuto.
Sulla linea M2, infatti, tra le stazioni Lambrate e Centrale, un ragazzo straniero ha visto i suoi compagni di viaggio spostarsi in fretta dopo un suo starnuto: “Non sono malato”, è stato costretto a specificare. Imbarazzato, è sceso alla fermata successiva.
Rimanendo sul tema dei mezzi pubblici, a Napoli un autobus ha saltato una fermata a causa della presenza di un orientale.
A Roma, invece, è stato uno svenimento a seminare il panico. Un uomo ha avuto un mancamento all’interno della metro, a ridosso della stazione Colosseo.
La mancanza di protezioni ha scandalizzato il vicedirettore del Primato Nazionale, Davide Di Stefano, ma, dopo poco tempo, è arrivata la rassicurazione dell’Ares 118: “Come, certamente, il signor Di Stefano comprenderà i cittadini della regione Lazio continuano ad avere patologie di varia natura, slegate dal Coronavirus, per il cui trattamento l’operatore sanitario non necessita di indossare dispositivi di protezione individuale di livello superiore. Vogliamo tranquillizzare il signor Di Stefano che tutto il personale di Ares 118 è dotato di dispositivi di protezione individuale di diversi livelli. Dispositivi che vengono indossati dal personale sanitario seguendo le indicazioni della Centrale Operativa, che ha effettuato l’anamnesi del pazienti”.
A Senigallia, un falso allarme ha creato molti disagi all’hotel Universal. Anche in questo caso, è stato un malore a far degenerare la situazione: un uomo ha avuto un attacco d’asma. Alcuni degli avventori hanno ripreso l’arrivo dei soccorsi e hanno postato il tutto sui social, facendo temere il peggio. I soccorritori hanno fatto il tampone all’uomo, ed è risultato negativo: “Nonostante ciò l’albergo ha iniziato a ricevere numerose disdette da prenotazioni”, ha spiegato l’avvocato Corrado Canafoglia, legale dell’Unione Nazionale Consumatori. Sono molte le attività commerciali che stanno risentendo della psicosi.
Non sono mancati, in alcuni casi, gli insulti, le violenze fisiche vere e proprie. A raccontarcene una è Francesco Facchinetti. Il Dj ha raccontato, in una storia su Instagram, di aver schiaffeggiato due ragazzi, rei di aver aggredito fisicamente un anziano cinese: ”Gli rivolgono insulti tipo ‘cinese di m… vattene via, è colpa tua se c’è sta malattia’: delle cose folli che neanche un troglodita direbbe mai. Ho cercato di spiegare ai ragazzi che il signore non c’entrava nulla con il coronavirus. Finchè a un certo punto hanno cominciato a prendere i sassi e tirarli contro il povero anziano”. A quel punto, uno dei ragazzi sferra un pugno contro l’uomo: “Non ci ho visto più. So che sono un quarantenne padre di famiglia ma li ho presi a schiaffi tutti e due. Denunciatemi pure ai carabinieri, se i vostri genitori non vi educano sarà la strada a educarvi. Nel nostro paese c’è un’ignoranza totale”.
(da “Huffingtonpost“)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile
IL CAOS AL PRONTO SOCCORSO DOVE PER ARGINARE LA CARENZA DI PERSONALE SI ASSUMONO PENSIONATI E SI FANNO LAVORARE ANCHE I DIPENDENTI CHE NON HANNO FATTO IL TEST DEL TAMPONE
“Che Dio vi benedica”, così termina la mail del 23 febbraio, in piena emergenza Coronavirus, che il direttore del Pronto soccorso di Lodi, Stefano Paglia, ha inviato a tutti i dipendenti, prima tenuti a casa, poi richiamati immediatamente al lavoro.
E chi non ha ancora eseguito il tampone? È invitato a farlo, ma non si specifica se deve rimanere a casa o no.
E di fatto, visto il caos in cui da giorni versa il Pronto soccorso di Lodi, e la carenza di personale, al lavoro ci va, con timore. “Come può circolare una mail del genere? Con “Dio vi benedica”? Niente contro Dio e chi crede, ma cosa significa?”
Fanpage.it trascrive in esclusiva il testo integrale della mail:
“In considerazione di quanto sotto riportato dispongo l’immediato rientro in servizio di tutti gli operatori sanitari in quarantena con tampone negativo secondo nuova programmazione dei turni. I dipendenti in quarantena con tampone in corso attendano l’esito dell’esame. I dipendenti con tampone positivo dovranno immediatamente interrompere il servizio e darne comunicazione al referente die turni. Tutti gli operatori in quarantena che non hanno ancora eseguito il tampone sono tenuti a contattare immediatamente il 112 e specificare che sono operatori dell’area di emergenza e che necessitano di eseguire il tampone per rientrare in servizio. Il tampone sarà eseguito da ATS (numero verde 800894545 info)
Tutti gli operatori che hanno aperto una malattia sono ugualmente autorizzati al rientro in servizio (quando verrà loro detto dal referente dei turni) interrompendo la malattia con la prima timbratura in ingresso.
Per i Medici attenersi a quanto disposto da Giulia Acquistapace che aggiornerà il tabellone turni in tempo reale sostituendo di volta in volta gli operatori qualora fosse necessario.
Ricordo a tutti i doveri e gli obblighi dei Pubblici Ufficiali in servizio
Che Dio vi Benedica
Stefano Paglia”
La disposizione di tornare al lavoro viene dall’alto, dal direttore generale dell’ASST di Lodi, Massimo Lombardo: l’ordinanza del Ministero della Salute del 21 febbraio 2020, G.U. 22 febbraio, con oggetto “Ulteriori misure profilattiche contro la diffusione della malattia infettiva COVID-19” è in fase di revisione, intanto, tutti al lavoro.
“Tutto ciò rivela la fragilità dell’Azienda ospedaliera” commenta Stefano Lazzarini, segretario della Confsal (Confederazione generale dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori) di Lodi, “non si può andare a zig zag, prima mandare a casa i dipendenti che si ritiene essere entrati in contatto, poi richiamarli. Come può circolare una mail del genere? Con “Dio vi benedica”? Niente contro Dio e chi crede, ma cosa significa? Ci sono stati contagi o no all’Ospedale di Lodi? Lo neghino pubblicamente in maniera ufficiale. Perchè non vogliono rendere zona rossa Lodi? Quali sono le motivazioni politiche dietro?Non possono chiedere ai lavoratori di lavorare nel caos e in un clima omertoso. Lo abbiamo intervistato:
Cosa rimproverate all’Azienda ospedaliera di Lodi?
Se è vero che ci sono tutti questi infermieri in quarantena, e la stessa disposizione del direttore Paglia contempla dipendenti risultati positivi al test del tampone, allora significa che il contagio c’è stato ben prima che uscisse la notizia del dipendente dell’Agenzia delle Entrate riportato dai giornali come “primo caso a Lodi”.
Conferma quindi la carenza di personale al Pronto soccorso di Lodi?
Certo, visto che molti, appunto, sono a casa, hanno anche aperto un bando di assunzione straordinaria anche per i pensionati. Trenta euro il compenso orario onnicomprensivo. Basta essere in possesso del titolo di infermiere, avere maturato un’esperienza di almeno 6 mesi in strutture pubbliche o private, e non essere attualmente dipendenti. Stesso caos al Pronto soccorso di Codogno.
Intanto ai dipendenti che non hanno ancora fatto il tampone viene chiesto di presentarsi all’ospedale?
Sì, con le buone e con le cattive
Voi sindacati vi state riunendo. Cosa chiedete?
Invochiamo una ispezione ministeriale, e alla fine di tutto ciò, sarà nostra premura, attraverso un’azione legale, rendere noto alla Procura della Repubblica. La situazione aziendale, da Codogno a Lodi, è gestita con un pressapochismo da esordienti, nemmeno dilettanti.
(da Fanpage)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile
BASTA CON BUFFETTI SULLE GUANCE, IL PROCURATO ALLARME PUO’ GENERARE IN QUESTI CASI DELLE TRAGEDIE A CAUSA DEL PANICO CHE CREANO: CARCERE DURO COME PER I TERRORISTI E I MAFIOSI
Una falsa pagina del Televideo che annuncia tre nuovi casi di Coronavirus nella provincia di Reggio Emilia (a Montecchio e al Santa Maria) ha provocato una denuncia da parte di Sergio Venturi, assessore regionale alla Sanità , che l’ha annunciata durante la conferenza stampa convocata questo pomeriggio in Regione: “L’Ausl di Modena e quella Reggio Emilia hanno denunciato i primi casi di notizie false alla Polizia postale- afferma Venturi- siamo passati alla fase delle denunce e continueremo ogni volta che qualche sciacallo darà notizie false”.
E aggiunge: “Mi auguro che le denunce crescano perchè vuol dire che le persone collaborano quando vengono raggiunti da questi comunicati falsi. Ci vediamo qui tutti i giorni per raccontarci le cose che succedono in assoluta trasparenza, sena bisogno di qualcuno che racconta falsità che mettono solo paura alle persone”.
Anche il sindaco di Larino in provincia di Campobasso, Giuseppe Puchetti, ha annunciato esposti: “Denuncerò alla Polizia Postale l’episodio di un presunto caso di coronavirus a Larino. Si tratta di una fake news. Questa notizia è stata veicolata attraverso WhatsApp — ha proseguito Puchetti — ed è falsa. Non si possono accettare queste situazioni. Lo considero un procurato allarme e, per questo, domani mattina denuncerò il caso alla Polizia Postale. Mi recherò presso la caserma dei Carabinieri del paese per presentare un esposto. Mi auguro che la Polpost riesca a risalire all’autore di questa fake news”.
Stamattina il governo era stato costretto a smentire la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, circolata con un messaggio su Whatsapp e addebitata a Giuseppe Conte: “Le decisioni e le misure adottate dal governo — si ricorda ancora — vengono comunicate esclusivamente attraverso i canali e le fonti ufficiali, alle quali si prega di far riferimento”. La stessa cosa aveva dovuto fare la Regione Lazio.
(da agenzie)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile
C’E’ CHI USA L’EMERGENZA COME ARMA DI PROPAGANDA POLITICA, EVOCA EPIDEMIE LETALI E POI TRASCORRE UNA ALLEGRA SERATA INFISCHIANDOSENE DELLE ORDINANZE CHE LUI STESSO HA DIRAMATO
C’è un’immagine che, più di ogni altra, racconta l’Italia ai tempi del Coronavirus: un selfie, per la precisione. Da sinistra a destra, ci sono il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, a sinistra Edoardo Rixi, ex sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti del governo gialloverde, e al centro Matteo Salvini.
Sullo sfondo, 1.500 persone arrivate da tutta Italia al Padiglione Jean Nouvel della Fiera di Genova per una cena di autofinanziamento in pompa magna della Lega in Liguria.
Sembra una foto come tante altre di questa campagna elettorale permanente a cui i sovranisti ci ha abituati. Solo che non è stata scattata in un momento normale, ma domenica 23 febbraio, alle 23.30 circa, quattro ore esatte dopo che lo stesso anfitrione della serata, il Presidente Toti, aveva emesso un’ordinanza draconiana con la quale chiudeva fino al primo marzo scuole, università , musei, biblioteche e ogni altro luogo pubblico non strettamente necessario, sospendeva i concorsi pubblici di ogni ordine e grado, tutte le manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico e ogni genere di assembramento, in nome di un principio — sacrosanto — di prevenzione.
Il tutto a decorrere dallo scoccare della mezzanotte del giorno successivo.
Mentre il Toti istituzionale predicava a social unificati la massima attenzione e blindava la regione, il Toti politico pasteggiava con un menù di stretta osservanza ligure insieme a Salvini e a un migliaio e mezzo di ospiti e sostenitori della Lega giunti in massa sino qui anche da regioni come la Lombardia e il Veneto in pieno epicentro del focolaio, per uno degli eventi politici al chiuso più affollati dell’ultima decade in Liguria.
Come era prevedibile, quel selfie, pubblicato a social unificati, ha provocato un’ondata di reazioni durissime non solo dall’intera opposizione regionale, ma anche da tutti quei liguri — destra e sinistra senza distinzioni — che si sono visti blindare la propria regione, salvo scoprire che i primi a violare l’ordinanza erano gli stessi che l’avevano appena firmata.
Come dire: di fronte all’emergenza siamo tutti uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri. Immediata la replica degli organizzatori, secondo cui si sarebbe trattato di un “evento privato”, per di più precedente alla mezzanotte, orario in cui partiva ufficialmente il coprifuoco.
Parole che, invece di placare gli animi, hanno finito per aumentare l’indignazione: nessuno dotato di un briciolo di onestà intellettuale può considerare sul serio un incontro monstre da 1.500 invitati, all’interno di un padiglione di 35.000 quadrati, a sostegno del primo partito politico italiano, come una cenetta privata per pochi intimi.
E il fatto che l’ordinanza, invece di avere effetto immediato, sia stata posticipata alla mezzanotte, giusto in tempo per la fine della cena (conclusa alle 23.58, due minuti prima), ha scatenato le ovvie critiche di migliaia di liguri.
D’altra parte, in un momento così delicato, in cui è fondamentale che la politica dia il buon esempio ai cittadini, invitandoli ad affrontare l’emergenza con la massima prudenza e attenzione, un selfie così cancella in un istante decine di post istituzionali, di sguardi pensosi, di conferenze stampa informative e inviti alla responsabilità collettiva.
In una sola immagine, c’è tutta l’ipocrisia e l’arroganza della destra sovranista. Mentre c’è un intero pezzo di Paese che lavora in prima linea per fronteggiare il virus, che rischia la propria salute in corsia, in silenzio e senza proclami, passando da una riunione all’altra, c’è chi usa l’emergenza come arma di propaganda politica, semina il panico, evoca stragi e poi trascorre la serata a festeggiare infischiandosene delle ordinanze e dei coprifuoco che lui stesso ha diramato, mettendo a rischio la propria credibilità , prima ancora che la salute pubblica.
Lorenzo Tosa
(da TPI)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile
I DATI AGGIORNATI DELLA PROTEZIONE CIVILE… ANCHE LE VITTIME DI OGGI ERANO MOLTO ANZIANE E CON PATOLOGIE PREGRESSE
La Lombardia è la regione italiana più colpita dal coronavirus. In termini di contagiati e vittime. Nelle ultime ore sono decedute tre delle persone contagiate, secondo i dati della protezione civile, facendo salire il totale delle vittime nella regione a 9.
E’ morta anche la donna 76enne che era in rianimazione a Treviso. Le vittime in Italia sono dunque 11 (9 in Lombardia e 2 in Veneto) per lo più anziani già indeboliti da altre patologie.
Aumentano anche i contagiati, che in Italia sono 323 e tra questi anche tre persone colpite dal virus in Sicilia.
L’incremento dei 28 casi nuovi registrati in Lombardia portano il totale nella regione a 240. Altri 45 casi di contagio in Veneto, 26 in Emilia Romagna, due in Toscana, tre nel Lazio, tre in Piemonte, tre in Sicilia, uno in Alto Adige, due in Liguria.
Rezza: “Focolai circoscritti
Il coronavirus circolava in Italia già diversi giorni prima che venisse fuori il cosiddetto “paziente 1”: “Ormai è un dato certo”, ha spiegato il capo del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità , Gianni Rezza, al punto stampa in Protezione Civile. “Per fortuna – ha aggiunto – al momento abbiamo dei focolai abbastanza circoscritti”
L’Iss: Italia anziana, ecco perchè 2-3% di morti
Per Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità , “in Italia c’è una popolazione anziana e si spiegano così i tassi di mortalità del 2-3%. Gli anziani sono più fragili, lo vediamo con l’influenza. Da quest’ultima possiamo proteggerli con il vaccino; non essendoci il vaccino per il Coronavirus c’è la mortalità . L’unica maniera per proteggerli è circoscrivere i focolai come si sta facendo”.
(da agenzie)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile
STESSO CLIMA DI QUELLO CHE IN ITALIA E’ RIVOLTO CONTRO I CINESI
Non fare agli altri quello che non corresti fosse fatto a te. Ricordate? E adesso tocca a noi, visto che da tante parti si cominciano a disertare all’estero le attività degli italiani.
“Io vivo alle Mauritius da dieci anni e manco dall’Italia da due anni. Eppure il mio ristorante di cucina italiana nel Sud delle Mauritus sta perdendo tantissimi clienti negli ultimi giorni. Molti clienti mi fanno battute perchè sono italiano. C’è razzismo verso di noi, mi fanno battute brutte, mi chiedono se mi sono lavato le mani o cose del genere. Il razzismo c’è in Italia contro i cinesi ma c’è anche qui contro gli italiani”.
Fa riflettere lo sfogo di Giuseppe, ristoratore italiano che da dieci anni vive alle Mauritius e che questa notte ha chiamato i Lunatici di Rai Radio2.
Giuseppe dopo avere composto lo 063131 si è sfogato: “Che c’entro io con il Coronavirus? Sono due anni che non vengo in Italia”, ha ripetuto. “La clientela del mio ristorante in questi giorni è molto diminuita e quelli che vengono quasi mi guardano male”
L’altro giorno alcuni italiani arrivati alle Mauritius a bordo di un volo Alitalia sono stati rimandati indietro perchè c’era paura che portassero il contagio.
(da Globalist)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile
MENTRE IL PARTITO NAVIGA AL 13%, GLI ELETTORI GRILLINI INDICANO L’ULTIMA STRADA DA PERCORRERE
A meno di un mese dagli Stati generali del Movimento cinque stelle, l’indicazione degli elettori grillini su chi dovrebbe essere il prossimo capo politico dopo Luigi Di Maio punta chiara ad Alessandro Di Battista.
Secondo un sondaggio di Swg, l’ex parlamentare è il candidato migliore con il 36% delle preferenze espresse dall’elettorato M5s.
Segue staccato di dieci punti l’uscente Di Maio, mentre raccoglie solo il 6% l’attuale presidente della Camera, Roberto Fico.
Per trovare la prima donna tra i possibili leader pentastellati, bisogna arrivare al quarto posto con Paola Taverna, anche lei al 6%, seguita dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino, al 5%.
Secondo il 35% degli elettori grillini, il Movimento deve modificare la propria linea, perchè sta «tradendo il suo spirito originario».
Sul presunto tradimento dei valori originari però sono poco d’accordo il 44% degli elettori, mentre il 19% è totalmente contrario.
Un distacco dalle origini però è più evidente secondo il 61% degli elettori italiani, un dato in crescita rispetto al mese scorso, quando la pensava così il 53%, quasi il dieci per cento in più rispetto a un anno prima.
Resiste l’idea di una “terza via” che il Movimento dovrebbe seguire, non facendo quindi alleanze politiche, mantenendosi autonomo come terzo polo.
La pensa così il 62% degli elettori M5s. Solo il 20% ritiene opportuna un’alleanza con il Pd.
Resta in generale positivo il giudizio di chi dice di votare Cinque stelle: per il 78%, il M5s ha dimostrato «capacità di governare il Paese con serietà e competenza».
L’emorragia di voti per il Movimento è però evidente, stando anche agli ultimi sondaggi. Tra chi ha votato M5s alle ultime Europee del 2019, il 45% dichiara di non voler più esprimere il proprio voto per il Movimento
Per il 33%, il problema sta nell’assenza di un «vero leader carismatico». Il 30%, invece, non ha intenzione di votare ancora il M5s per «mancanza di competenza».
(da Open)
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Febbraio 25th, 2020 Riccardo Fucile
IL PD NON L’HA PIU’ VOLUTO NELLA SUA LISTA E L’HA PRESO FDI, PRIMO DEGLI ELETTI CON 8.000 PREFERENZE…L’APPOGGIO DI SCOPELLITI E I VOTI RACCOLTI NEI COMUNI SCIOLTI PER MAFIA
Nonostante il cartello messo in bella mostra all’ingresso, palazzo Campanella si conferma assai vulnerabile rispetto ai condizionamenti della ‘ndrangheta.
L’operazione messa in atto dalla Dda di Reggio Calabria che ha colpito duramente la locale operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte ha fatto finire agli arresti domiciliari Domenico Creazzo, consigliere regionale eletto nella circoscrizione Sud alle elezioni dello scorso 26 gennaio arrivando primo nella lista di Fdi con oltre 8mila preferenze.
La Dda di Reggio Calabria ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere all’arresto del senatore Marco Siclari
Si tratta di un vero e proprio record stavolta: un consigliere regionale finisce ai domiciliari ancora prima della convocazione della prima seduta di Consiglio della nuova legislatura.
Un bruttissimo colpo anche per il partito e Giorgia Meloni che, appena qualche mese fa, avevano dovuto fare i conti con l’arresto di un altro big del calibro di Alessandro Nicolò. Una situazione grave per la quale la Meloni aveva inviato a Reggio il commissario Edmondo Cirielli senza risolvere il problema, almeno secondo quanto sostiene la Dda.
La candidatura di Creazzo, del resto, era stata assai discussa già dal principio.
Uomo vicino al centrosinistra, sindaco di Sant’Eufemia, è stato tra i primi cittadini a firmare la famosa petizione a sostegno della candidatura di Mario Oliverio quando la stessa era ancora in discussione.
Del resto proprio l’ex governatore lo aveva voluto presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte, seppure facente funzione, dopo l’uscita di Giuseppe Bombino.
Il Pd, però, non lo ha voluto nelle sue liste e lui ha presto trovato spazio dentro Fdi dove è stato sostenuto anche dell’ex gruppo di riferimento di Giuseppe Scopelliti.
Un personaggio politico assai controverso, dunque, che adesso dovrà dimostrare la propria innocenza. Al suo posto, non appena saranno completate le procedure da parte della Prefettura, dovrebbe entrare in Consiglio per effetto della surroga e fino al termine della misura cautelare, il primo dei non eletti nel collegio sud e cioè il vicesindaco di Locri Raffaele Sainato.
Era il 6 settembre del 2017, poco più di tre anni fa, quando Giovanni Puccio ed Ernesto Magorno, all’epoca commissario provinciale il primo e segretario regionale del Pd calabrese il secondo, vergavano alla stampa una nota di plauso per Domenico Creazzo, all’epoca sindaco di Sant’Eufemia di Aspromonte, per il suo intervento nel contesto dell’importante e cruciale convegno nazionale del Pd: «Si tratta dell’unico – scrivevano Puccio e Magorno – amministratore calabrese, di un piccolo comune aspromontano, che ha reso orgoglioso il partito per aver preso parte e portato la propria testimonianza ad uno degli eventi più importanti del Pd. La voce di un piccolo comune periferico è riuscita a ‘farsi sentire’ all’interno di un consesso nazionale».
A seguire Domenico Creazzo divenne anche uomo di fiducia di Mario Oliverio e dal 5 agosto 2018, cioè a partire dalla conclusione del mandato di Giuseppe Bombino, il presidente Mario Oliverio lo ha lasciato presidente f.f. del Parco nazionale dell’Aspromonte. Un favore che Creazzo ricambiò firmando la petizione pro ricandidatura di Oliverio da parte di alcuni sindaci calabresi.
Sembra passato un secolo. Eppure sono passati pochi mesi. Domenico Creazzo che poteva essere considerato a tutti gli effetti come il “compagno” sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, venne fulminato sulla strada del sovranismo nazionale.
Ed eccolo candidato nelle liste di FdI di Reggio Calabria e a differenza degli altri voltagabbana provenienti del centrosinistra transitati a destra che sono stati bocciati dall’elettorato, Creazzo è risultato il primo degli eletti.
E, tuttavia, le sorprese non sono finite qui: il presidente f.f. del Parco d’Aspromonte sembra che abbia registrato questa straordinaria performance elettorale grazie a Peppe Scopelliti, il quale, nonostante ancora afflitto dalla misura cautelare, sembra che non abbia rinunciato a fare campagna elettorale per le regionali.
Proprio alcuni intimi sostenitori dell’ex governatore della Calabria come Agliano, Daniele Romeo, Ernesto Siclari, hanno sostenuto Domenico Creazzo.
La dinamica del sostegno a Creazzo ha seguito delle logiche assolutamente incomprensibili per certi aspetti.
Se da un lato è stato sostenuto da Peppe Scopelliti, il sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte ha ricevuto anche il sostegno dello storico nemico di Scopelliti, ovvero, Demetrio Naccari Carlizzi (cognato dell’attuale sindaco di Reggio Calabria) anche lui alle prese con qualche “problemuccio” giudiziario.
A sostegno dell’ex compagno e ora neo camerata Creazzo, pare che si sia schierato anche l’ex senatore Giovanni Bilardi, anche lui con diversi problemucci giudiziari aperti.
La notizia che si è diffusa nelle ultime ore, è quella della presunta ineleggibilità del presidente f.f. del parco dell’Aspromonte.
Secondo alcune indiscrezioni, infatti, l’ente parco è destinatario di fondi regionali, aver ricoperto la funzione di presidente del Parco per un anno e mezzo renderebbe ineleggibile Creazzo. E, d’altronde, il successo elettorale di Creazzo è legato tutto al Parco e nei confronti dei 37 comuni dell’area, il sindaco di Sant’Eufemia, infatti, ha distribuito contributi e consulenze a mani basse
Il 70% del consenso del neo consigliere regionale di FdI proviene da quei comuni, alcuni dei quali già sciolti per infiltrazione mafiosa. A Delianuova, Creazzo incassa 900 voti e ancora porta a casa voti e preferenze a Platì, Careri, San Giorgio Morgeto tutti sciolti per infiltrazione mafiosa. Insomma un bel carico di preferenze che inducono a porsi non pochi interrogativi.
E, tuttavia, Domenico Creazzo a quanto pare non sembra soffrire di alcuna preoccupazione nè sul fronte della sua presunta ineleggibilità , nè sul fronte della provenienza geografica del suo consenso.
Nessun imbarazzo nemmeno sul fronte della sua provenienza politica. Creazzo punta dritto alla conquista di un assessorato.
Ora dovrà pensare a difendersi da accuse pesantissime.
(da agenzie)
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