Giugno 7th, 2020 Riccardo Fucile
LA VORTICOSA STORIA POLITICA DELL’ “ORGOGLIO ITALIANO” DI ALBANO LAZIALE
Simone Carabella è uno dei candidati dei Fratelli d’Italia alle regionali del 4 marzo in Lazio.
Sulla sua pagina Facebook il candidato del partito di Giorgia Meloni si definisce “orgoglio italiano“.
Orgoglio perchè è un patriota — come si chiamano gli esponenti di Fratelli d’Italia — perchè è il presidente del Comitato Civico “Prima gli Italiani”, perchè ogni anno a Capodanno si tuffa nelle acque gelide del Tevere assieme al celebre Mister Ok per lanciare un messaggio (quest’anno era a favore della ricostruzione di Amatrice) e perchè la sua storia politica è quella di molti italiani che nella vita di casacche ne hanno cambiate tante.
Il palestratissimo Carabella dice di essere “mental-coach” (in quanto esperto di PNL) ma questa è solo una delle sue numerose qualità . La traiettoria politica di Carabella è però molto più complessa di quello che possono far credere le sue pose da macho e i suoi gesti gladiatori.
Una decina di anni fa Carabella è stato iscritto al Partito Democratico di Albano, con cui si candidò nel nel 2005 (risultando il primo dei non eletti alle comunali) e nel 2010.
Nel 2013 però Carabella lasciò il PD e visse una stagione movimentista che lo portò ad avvicinarsi ai movimenti No Inceneritore e al Movimento 5 Stelle (senza entrarne a far parte) grazie alle sue battaglie per i diritti dei disabili.
Successivamente si avvicinò alla Lega Nord e a Noi Con Salvini, eccolo assieme all’onorevole Borghezio ad una manifestazione del partitino personale del Capitano del V Municipio di Roma. Anche se c’è da dire che nemmeno in quel caso Scarabella si candidò con il partito di Salvini.
Nel 2015 invece preferì correre da solo candidandosi a sindaco di Albano Laziale con una sua lista personale dal nome “Amo Albano” dove specificava di non essere nè di destra nè di sinistra.
Ma le numerose battaglie contro lo Ius Soli lo qualificano senza dubbio come sovranista e difensore dell’identità nazionale.
Alle ultime amministrative romane Carabella invece si candidò nella lista Patria a sostegno di Alfredo Iorio (MSI).
Prima di approdare a Fratelli d’Italia l’ultimo tentativo di salvare il Paese. Carabella è stato infatti per qualche tempo tra i sodali del Generale dei Carabinieri Antonio Pappalardo.
Simone Carabella avrebbe dovuto partecipare alla manifestazione di settembre 2017 (in gergo: “rivoluzione”) organizzata dal Movimento Liberazione Italia. Le cose però tra il tuffatore e il generale finirono male.
Pappalardo scoprì che c’erano dei miserabboli traditori della DIGOS infiltratisi nel movimento. In un video il Commissario Pino spiegò che “questi miserabili (che hanno registrato la riunione) erano stati accompagnati da Simone Carabella”. La pietra dello scandalo fu un video pubblicato proprio da Carabella in cui l’orgoglio italiano affermava che la manifestazione sarebbe stata annullata e spostata ad ottobre.
Nel video Carabella spiegava che alle forze dell’ordine era arrivata la voce che qualcuno avrebbe fatto qualche “gesto inconsulto” durante la manifestazione e questo avrebbe messo in pericolo i partecipanti.
Nell’arco della sua intensa carriera politica Carabella ha combattuto tutte la battaglie sovraniste. Si va da quella contro l’arrivo degli immigrati ad Albano Laziale alla protesta contro il concerto di Bello Figo a Roma passando ovviamente per la chiusura dei Campi Rom della Capitale e per la difesa dei due Marò prigionieri in India ai quali Carabella dedicò il tuffo del Capodanno 2015. Ad agosto 2015 Carabella invece se la prendeva contro gli immigrati che facevano il bagno in mare con addosso le mutande, in spregio ai costumi italici.
Ma non ci sono solo battaglie politiche al grido di “prima gli italiani” e contro immigranti, rom e stranieri. C’è anche attenzione per le battaglie a favore della salute. All’epoca del caso Stamina Carabella si schierò a favore della truffa architettata da Davide Vannoni e pubblicizzata dalle Iene.
Più di recente Simone Carabella è stato uno dei capopopolo che hanno agitato la protesta davanti a Montecitorio dopo l’approvazione della Legge Lorenzin sui vaccini obbligatori.
Perchè Carabella, nè di destra nè di sinistra, ma contro immigrati, neri e Rom, è anche un no-vax/free-vax convinto. Secondo il candidato di Fratelli d’Italia i genitori hanno il diritto di scegliere se vaccinare o meno i propri figli perchè i vaccini sono pericolosi, e a dimostrarlo sono i “numerosi” casi di bambini “danneggiati dai vaccini”.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 7th, 2020 Riccardo Fucile
QUANDO SI PRENDONO LEGITTIMAMENTE LE DISTANZE UN PO’ DI AUTOCRITICA NON SAREBBE MALE
Giorgia Meloni in un colloquio con La Stampa oggi dice che Fratelli d’Italia e il centrodestra non c’entrano niente con gli ultras e Forza Nuova in piazza al Circo Massimo e con gli scontri.
Poi però li difende:
Ieri al Circo Massimo, alla manifestazione organizzata da Ultras, neofascisti e Forza nuova, si sono verificati scontri e tensioni con polizia e giornalisti. Il 4 luglio nello stesso luogo voi volete portare migliaia di persone. Riuscirete a tenere alla larga i più agitati
«Noi non abbiamo a che fare con questi gruppi, lontani da noi assolutamente. Vedo però un tentativo di criminalizzare l’opposizione che scende in piazza, come è successo il 2 giugno. Il tentativo di accostare noi ad altri è strumentale.Il gioco di criminalizzare chi dissente è un modo per trasformare le mascherine in bavaglio. Io sono preoccupata per questa deriva liberticida».
In effetti è vero che fino a prova contraria Meloni non c’entra nulla con quelli in piazza al Circo Massimo, ma non spiega però perchè Simone Carabella, uno dei protagonisti ieri della situazione degenerata poi in piazza, era candidato con Fratelli d’Italia alle Regionali nel Lazio.
Forse un po’ di autocritica ogni tanto farebbe bene.
(da agenzie)
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Giugno 7th, 2020 Riccardo Fucile
UNA PARTE DELL’ESTABLISHMENT DEL PARTITO REPUBBLICANO HA DECISO DI VOLTARE LE SPALLE AL MILIARDARIO ALLE PROSSIME PRESIDENZIALI
Fa ribrezzo anche agli esponenti del suo partito. 
E così sono tanti gli esponenti repubblicani che non vogliono mischiarsi con la linea estremista e razzista di Donald Trump, anche se – come del caso di Bush – parliamo di esponenti che hanno molto da farsi perdonar
Secondo molte indiscrezioni parte dell’establishment del Partito repubblicano si appresta a non votare Donald Trump alle elezioni presidenziali di novembre.
Secondo il New York Times il tycoon, come nel 2016, non avrà il voto dell’ex presidente George W. Bush e del senatore ed ex candidato alla presidenza Mitt Romney
Gli ex speaker della Camera John Boehner e Paul Ryan non hanno ancora deciso, mentre la vedova del senatore John McCain, Cindy, voterà Joe Biden
Ma anche un gruppo di figure di punta del partito sarebbe oggi tentato dal votare per l’ex vicepresidente democratico.
L’altro giorno Lisa Murkowski, senatrice repubblicana eletta in Alaska, ha lodato le dure parole di critica rivolte a Donald Trump dall’ex ministro della Difesa, Jim Mattis, come “vere, oneste e necessarie da tempo” e ha ammesso che “in difficoltà ” a votare per il presidente a novembre.
(da Globalist)
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Giugno 7th, 2020 Riccardo Fucile
IL 16 APRILE LA DAMA SPA SI AGGIUDICA LA FORNITURA PER 513.000 EURO, IL 22 MAGGIO STORNA LA FATTURA E DIVENTA UNA DONAZIONE
“Lo Squalo” è il titolo dell’inchiesta del giornalista di “Report” Giorgio Mottola (in collaborazione con Norma Ferrara), che andrà in onda lunedì prossimo nel programma condotto da Sigfrido Ranucci, che racconta la storia di un appalto: il 16 aprile la Dama spa si aggiudica, senza gara, una fornitura di camici alla Regione Lombardia — tramite Aria, l’agenzia regionale pubblica degli acquisti — per 513mila euro.
La Dama spa, che produce il noto marchio Paul&Shark, appartiene per il 10%, tramite la DIVADUE srl, alla moglie di Attilio Fontana, Roberta Dini. Il resto delle quote fa riferimento, tramite una fiduciaria svizzera, al fratello: Andrea Dini.
La storia è anticipata oggi dal Fatto Quotidiano, che riporta subito la versione del presidente della Regione: “Della vicenda il presidente non era a conoscenza. Sapeva che diverse aziende, fra cui la Dama Spa, avevano dato disponibilità a collaborare con la Regione per reperire con urgenza Dpi in particolare mascherine e camici per strutture sanitarie”. Il tutto inizia il 16 aprile con l’affidamento, e finisce attorno al 22 maggio quando la ditta stornerà quei soldi restituendoli di fatto alla Regione
L’affidamento diretto di denaro pubblico viene firmato da Aria, la centrale acquisiti della Regione, creata circa un anno fa su input dell’assessore al Bilancio, il leghista Davide Caparini. Negli elenchi dei fornitori presenti sul sito di Aria con molta difficoltà si trova la ditta Dama Spa. Compare il nome, ma non si comprende bene cosa si venda e a che prezzo.
La Dama, però, è una società nota che detiene il famoso marchio Paul&Shark. Il suo ceo è Andrea Dini, fratello di Roberta, moglie di Attilio Fontana. La first lady regionale è poi parte attiva dell’impresa in quanto vi partecipa come socia al 10% attraverso la Divadue Srl. La Diva Spa, invece, detiene il 90% di Dama Spa. La Diva Spa inoltre ha come socio al 90% una fiduciaria del Credit Suisse che amministra un trust denominato “Trust Diva”.
Secondo il documento recuperato da Report, Dama deve iniziare le consegne a partire dal 16 aprile, mentre il pagamento avverrà a 60 giorni e il 30 aprile emetterà fattura.
Il quadro così ricostruito viene presentato dall’inviato ad Andrea Dini, che al citofono risponde: “Non è un appalto, è una donazione. Chieda pure ad Aria, ci sono tutti i documenti”.
Davanti all’ordine di forniture, Dini mette giù. Poi è costretto ad ammettere: “Effettivamente, i miei, quando io non ero in azienda durante il Covid, chi se ne è occupato ha male interpretato, ma poi me ne sono accorto e ho subito rettificato tutto perchè avevo detto ai miei che doveva essere una donazione”.
E così, in effetti, avviene. A partire dal 22 maggio, la Dama stornerà quelle fatture di fatto riportando il tutto a una donazione. Il che non cancella una brutta vicenda che ha sollevato la concreta ipotesi di un enorme conflitto d’interessi per il governatore Attilio Fontana.
(da “NextQuotidiano”)
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