Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
CASTELLI E RAGGI: “RIPRISTINATA LA LEGALITA'”… SOLUZIONE CONCORDATA CON LA QUESTURA, DATA ORMAI PER SCONTATA
‘Dovete lasciare lo stabile’. Una comunicazioni che sembra non lasciare spazio a dubbi tanto da far dire in un tweet al vice ministro dell’economia e delle Finanze Laura Castelli, di aver “appena saputo che è stato ordinato lo sgombero da Via Napoleone III a Casapound. Ci lavoriamo da tanto, finalmente si ristabilisce la legalità . @virginiaraggi”. Una notizia che la sindaca della capitale commenta con soddisfazione, “Finalmente qualcosa si muove sullo sgombero del palazzo occupato abusivamente da Casapound in centro a Roma. Ripristiniamo la legalità “, scrive poco dopo in un tweet.
Ma che la strada dello sgombero non sarà semplicissima lo si evince dalle parole del responsabile romano del movimento di estrema destra, Davide Di Stefano, che invece replica di aver partecipato “solo un incontro sulla richiesta di sgombero che si è svolto in questura con una rappresentanza di Casapound”.
Insomma quella del 3 giugmo potrebbe rappresentare una giornata decisiva per quella che nella capitale è ritenuta una delle occupazioni storiche.
Proprio nei giorni scorsi la sindaca aveva preso carta e penna e inviato due lettere al ministro della Difesa Lorenzo Guerini e a quello dell’Economia Roberto Gualtieri chiedendo lo sgombero di due occupazioni abusive di Casapound Italia.
Si trattava appunto della “storica” sede di via Napoleone III, nel cuore del quartiere Esquilino, e di una nuova occupazione di un complesso edilizio di Ostia, in via delle Baleniere, gestita da un’associazione spalleggiata da Casapound Italia.
Al Ministero dell’Economia, proprietario dell’edificio all’Esquilino, la sindaca aveva chiesto lumi circa l’iter di sgombero dell’immobile “occupato illegalmente da 15 anni”. A Guerini la prima cittadina ha chiesto “di ripristinare la legalità negli immobili di Ostia” di proprieta’ dell’Aeronautica Militare.
Finora ha potuto agire solo nell’ambito delle sue competenze: a fine luglio scorso era andata di persona a bussare al palazzo dell’Esquilino, occupato dal 2003, per notificare il provvedimento di rimozione della scritta abusiva in marmo sulla facciata, poi cancellata dagli stessi militanti ai primi di agosto per evitare l’intervento coatto dei tecnici comunali.
Contro la sede di Casapound è in piedi una procedura di sgombero avviata lo scorso 19 luglio dal Demanio, accompagnata da una denuncia alla procura di Roma. La Corte dei Conti ha calcolato un danno erariale di 4,6 milioni per omessa disponibilità del bene e mancata riscossione dei canoni da parte del Demanio stesso e del Miur.
Facile che si arrivi a un trasloco concordato, CasaPound si trasferirà nella nuova location pare già trovata evitando di dare l’immagine di essere stati cacciati dalle forze dell’ordine.
(da agenzie)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
L’ECONOMISTA VERONICA ROMANIS LO GELA: “HA SPESO 63 MILIARDI PER QUOTA 100 QUANDO STAVA AL GOVERNO, HA INVESTITO SUI 62ENNI A DANNO DEI GIOVANI, DI COSA STA PARLANDO?”
Ieri sera Matteo Salvini era ospite a Stasera Italia, programma di Videonews su cronaca e attualità in onda su Rete 4. Durante l’intervento il senatore leghista ha parlato anche, tra le altre cose, di scuola e investimenti sul futuro dei giovani.
Come sempre, quando si tratta di politica, pontificare stando all’opposizione è più semplice che farlo stando al governo. Gli italiani tendono a dimenticare facilmente ma, considerato il passato recentissimo di Matteo Salvini dall’altro lato, non ci vuole molto per ricordare su cosa ha investito il denaro dei contribuenti quando era lui a decidere.
«Non c’è futuro se non si investe su scuola e giovani»: questa la sacrosanta verità uscita dalla bocca di Matteo Salvini, intervenuto ieri su Rete 4.
Il senatore leghista, che vive la crisi sanitaria all’opposizione, sta facendo di tutto per attaccare il governo da ogni lato. C’è chi ha buona memoria, però, e ricorda che quando era al governo lui — e stiamo parlando di neanche un anno fa — ha fatto esattamente il contrario di quello che dice.
«Ha messo 63 (sessantatrè) miliardi per #Quota100 (stime RGS al 2036. Ha “investito” nel 62enni a spese dei giovani», fa notare Veronica Romanis.
Come a dire: facile accusare gli altri ora, in questo clima, ma quando il potere si trovava nelle mani di Salvini la situazione non era diversa.
La Lega, quando ha potuto, non ha deciso di puntare sui giovani durante la sua alleanza con i 5 Stelle. Al di là di promesse politiche, slogan e accuse a chi governa a prescindere da tutto, è importante ricordare che chi di pregia di voler puntare sui giovani ha avuto la possibilità di farlo e ha scelto di investire sui 62enni.
(da agenzie)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
MA IN TANTI INVOCANO IL RITORNO DI GRILLO CHE E’ TORNATO A FARSI SENTIRE
La fine del lockdown riaccende i motori ai 5Stelle, che iniziano a muoversi di qua e di là alla ricerca di un capo politico e quindi di un equilibrio che per ora non c’è. In teoria entro la fine del 2020 si dovrebbero celebrare gli Stati generali per eleggere la nuova guida grillina. Ma solo in teoria perchè prende corpo anche l’ipotesi di un comitato costituente, una task force, che in questo periodo va molto di moda, per traghettare il Movimento 5 Stelle per un anno. In questo modo verrebbe rimandata l’elezione del capo politico e quindi verrebbe bloccato il percorso ad Alessandro Di Battista, “sempre più in campagna elettorale”, come dicono tanti parlamentari che guardano con sospetto i post dell’ex deputato.
Ormai tra Instagram e Facebook ne appaiono uno dopo l’altro. Dibba insieme al ministro Sergio Costa, Dibba con il sindaco di Roma Virginia Raggi, Dibba che commenta i dati catastrofici dei posti di lavoro persi nel mese di aprile, Dibba che lancia il “servizio ambientale”. “Sta scavalcando tutti illustrando le sue proposte senza passare dal Parlamento, dalle commissioni e prima di tutto dai facilitatori”, commenta un deputato a taccuini chiusi. Si racconta anche di chat e mail che Di Battista sta mandando in questi giorni in cui è tornato sulla scena esponendosi mediaticamente. Della sua squadra fanno parte, tra gli altri, l’eurodeputato Ignazio Corrao e l’ex ministro Barbara Lezzi. Tutti uniti nel dare battaglia a questo governo e all’alleanza con il Pd.
Lo scenario è complesso e in evoluzione. Anche Paola Taverna da tempo immagina un ruolo da protagonista. Alcuni senatori sanno che presto darà vita a tour, forse virtuale, per illustrare il decreto Rilancio e lanciare una sua proposta, ovvero far tornare le competenze regionali sulla sanità in capo allo Stato.
Giugno è il mese decisivo. Nelle prossime settimane si vedrà se il comitato costituente prenderà davvero forma e quindi che ne sarà degli Stati generali. Dalle parti del capo politico Vito Crimi fanno sapere che per il momento non si sta ragionando sulla data della kermesse. In tanti invece ipotizzano che intanto possa essere creato un comitato formato da una decina di persone, ognuna con deleghe precise, tra cui relazioni con i meet up, piattaforma telematica, riforme.
Non è detto quindi che si arrivi agli Stati generali. Luigi Di Maio, all’apparenza resta defilato ma da più parti osservano la sua predilezione nei confronti di Chiara Appendino. Non a caso anche il sindaco di Torino si sta facendo sentire. Tuttavia tra i parlamentari cresce la pattuglia degli insofferenti. Coloro che non hanno voglia di assistere a queste manovre e dunque invocano il ritorno di Beppe Grillo.
Il Garante in fondo è tornato a farsi sentire. Spesso parla al telefono con il premier Giuseppe Conte, scambia messaggi con tutti i deputati e i senatori che lo cercano ed è in contatto con ministri e sottosegretari. Scherzando lancia l’idea di un suo ritorno ma sembra che lo faccia più per ostacolare la corsa di Di Battista sempre pronto a picconare l’attuale governo, che invece il fondatore del Movimento sostiene a spada tratta. In periodo di pandemia o con il rischio di una seconda ondata di Coronavirus i big 5Stelle provano ad evitare scossoni che anche l’elezione del nuovo capo politico potrebbe dare.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
NON POTENDO PIU’ ASSUMERE I PROPRI PARENTI, I CONSIGLIERI REGIONALI SI METTONO D’ACCORDO E OGNUNO ASSUME IL PARENTE DI UN ALTRO
La Calabria ha riportato al centro del dibattito il tema dei “costi della politica”.
Con una leggina approvata all’unanimità dal consiglio regionale si è introdotto il ‘vitalizio’ anche per i consiglieri eletti ma poi decaduti (basta un solo giorno in carica). Il tutto in appena 120 secondi e senza dibattito in aula, tant’è che il capogruppo dell’Udc in consiglio regionale Giuseppe Graziano, prima del voto, ha dichiarato che la legge “s’illustra da sè”.
Divenuta caso nazionale, la legge, rea di reintrodurre i vitalizi, ha causato lo sdegno di Luigi Di Maio e dei vertici pentastellati, la presa di distanza di Matteo Salvini (nonostante la firma apposta sul provvedimento anche della “sua” capogruppo in consiglio regionale, Tilde Minasi) e il silenzio assordante di Nicola Zingaretti (che dalla Calabria, è noto, sta lontano anni luce per via delle gatte da pelare che gli dà il PD regionale).
Oggi si terrà una seduta “straordinaria” del consiglio regionale che ha come unico punto all’ordine del giorno l’abrogazione della legge approvata solo pochi giorni fa. Una magra figura, ma, in Calabria, c’è un’altra voce a livello di costi della politica, ancora più intoccabile dei vitalizi.
Si tratta dei portaborse che ogni consigliere regionale può assumere presso la propria struttura.
Secondo quanto indicato nel bilancio regionale di previsione, i costi che la Calabria sosterrà per il personale delle strutture speciali dei consiglieri regionali e, quindi, per autisti e portaborse, saranno pari a 7.593.000 nel 2020 e 8.580.000 l’anno per il 2021 e il 2022.
Fino a 15 anni fa in Calabria andava di moda che il consigliere regionale assumesse come portaborse qualche suo parente. Poi venne la legge regionale 25 del 2002, nota, non a caso, come “legge dei parenti”, un concorso che portò ad essere assunti in pianta stabile i parenti-portaborse (ben 86!) in Regione.
Una legge proposta dalla maggioranza di destra, ma accettata di buon grado anche dall’opposizione di sinistra (proprio come la leggina-scandalo sui vitalizi di qualche giorno fa). Solo dopo tale “stabilizzazione” di stampo familistico è stata introdotta la legge regionale 16 del 2005 che introduce il principio che “tra il collaboratore ed i consiglieri regionali della Calabria, nonchè i titolari di strutture speciali non esiste legame di parentela in linea retta o collaterale, nè di affinità entro il terzo grado, nè legame di coniugio”. Nè l’inchiesta ‘Erga Omnes’ sulla rimborsopoli calabrese, nè la legge regionale 1/2013 sulla riduzione dei costi della politica hanno toccato questo settore.
Le intercettazioni dell’inchiesta “Passepartout” coordinata dalla procura di Catanzaro hanno fatto emergere la preoccupazione di maggiorenti del centrosinistra calabrese rispetto alla nota del segretario generale del consiglio regionale Carlo Calabrò (datata 18 febbraio 2015) recante “invito informale per procedere ad assumere nelle proprie strutture personale con competenze specifiche sulle materie che andranno a trattare” indirizzata ai consiglieri regionali in cui si disponeva: “Ai collaboratori degli organismi politico-istituzionali, che svolgono funzioni analoghe a quelle dei collaboratori esperti, è richiesto il possesso di competenze, professionalità e titoli di studio adeguati allo svolgimento delle attività loro affidate nell’ambito istituzionale (pareri, attività di studio e consulenza, redazione progetti di legge)”.
Chiedere, seppur informalmente, competenza e titoli di studio e non la mera fedeltà o il pacchetto di voto, secondo le intercettazioni della Procura catanzarese, fu uno terremoto che fece fibrillare il centro-sinistra che ipotizzò, pare, attraverso suoi maggiorenti, addirittura, di chiedere le dimissioni dell’allora presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo.
Nulla da fare, da sempre, con l’assunzione dei portaborse, ogni consigliere regionale sistema i suoi, in una logica di scambio politico-elettorale di stampo, pressochè, clientelare. Un sistema consolidato che subito dopo le elezioni regionali dello scorso gennaio ha avuto una prima crepa: l’indagine condotta dalla Procura di Paola per “corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio” a carico del consigliere uscente e rieletto Giuseppe Aieta (Democratici e Progressisti).
Secondo i PM, il consigliere avrebbe accettato la promessa di voti e sostegno elettorale, da ripagare a elezione avvenuta con un “posto in struttura” come portaborse. I posti concordati sarebbero stati a favore del Sindaco di Acri, l’unico effettivamente nominato con determinazione 188 del 24 marzo 2020, del marito di una consigliera comunale di Roggiano Gravina e del figlio del sindaco di Longobucco. Questi ultimi due casi mostrano la tentazione a cui la politica calabrese cede spesso fin dal 2005, quando si vietò di assumere i propri parenti come portaborse, ossia quella di assumere i parenti degli altri, in un intreccio tra il criterio dell’aiutino elettorale e il mai sopito familismo (questa volta indiretto).
Ecco che nelle attuali “strutture speciali” dei consiglieri regionali calabresi troviamo tanti parenti di sponsor elettorali.
Qualche esempio: nella struttura del Presidente del consiglio regionale Domenico Tallini (FI) troviamo Denise Razionale, moglie di Salvatore Gaetano, ex consigliere comunale di Crotone (eletto con il centro-sinistra nel 2016), mentre come portaborse del capogruppo di FDI Filippo Maria Pietropaolo troviamo Cesare Traversa, parente dell’ex deputato ed ex Sindaco di Catanzaro Michele Traversa.
Con il consigliere della lista “Casa delle libertà ” Sinibaldo Esposito troviamo come portaborse Alessio Mirarchi, figlio di Antonio Mirarchi, consigliere comunale di Catanzaro coinvolto nell’inchiesta ‘Gettonopoli’, mentre con il consigliere regionale Francesco Pitaro (eletto con “Io resto in Calabria”, ma divenuto capogruppo del misto a seguito della mancata nomina nell’ufficio di presidenza del consiglio regionale) come portaborse troviamo Cristina Mungo, figlia di Giampaolo Mungo, ex assessore all’ambiente della giunta di centro-destra di Catanzaro.
E se il candidato presidente di Nicola Zingaretti, Pippo Callipo, ha assunto come portaborse, a carico della Regione Calabria, Vincenzo Pugliano, ex tirocinante della sua impresa (Callipo Group), il vicepresidente del consiglio regionale di FDI, Luca Morrone, ha assunto Annalisa Torbilio, già Miss Cotonella e protagonista di Temptation Island. Chissà se i leader nazionali mostreranno pari indignazione di fronte a questa minestra perfetta che non si raffredda mai e che coinvolge da sempre centrodestra e centrosinistra. C’è chi direbbe: “E’ la Calabria, bellezza!”
(da TPI)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
IL RELATORE E’ UN LEGHISTA CHE AVEVA VOTATO PER IL RIPRISTINO DEL PRIVILEGIO UNA SETTIMANA FA
È iniziata a Reggio Calabria, la seduta del Consiglio regionale, convocato con urgenza dal presidente dell’assemblea Domenico Tallini, con un unico punto all’ordine del giorno, per procedere all’abrogazione totale della norma con la quale sono state apportate modifiche a due articoli della Legge regionale sui vitalizi.
La convocazione èstata decisa dopo le polemiche seguite all’approvazione, nella scorsa seduta, delle modifiche alla legge regionale.
La nuova norma della legge aveva cancellato la norma che non ammetteva “alla contribuzione volontaria il consigliere regionale la cui elezione sia stata annullata”.
Oggi il presidente Tallini presenta una proposta di legge di abrogazione della nuova norma. Relatore in Aula è il consigliere della Lega-Salvini, Filippo Mancuso.
La seduta si svolge a porte chiuse per l’emergenza Covid. L’acceso in aula è consentito solo ai consiglieri regionali, ai componenti della Giunta e al personale d’aula.
Ora, non sfuggirà che all’epoca la legge è stata votata anche dal gruppo della Lega: e proprio oggi il gruppo della Lega, con Mancuso relatore, cambia ufficialmente idea nel giro di una settimana.
Ovviamente non bisogna prendersela tanto con la Lega della Calabria. Perchè persino il suo segretario Matteo Salvini è andato in tv (da Giletti) a dire che “La politica deve riprendere spazio, ma se in Calabria anzichè pensare alla Statale 106 si occupano di vitalizi….facciamo che non hanno letto bene…Per quello che riguarda la Lega va ritirata quella roba lì”.
Dopo che loro l’avevano votata, come era scritto su tutti i giornali.
Non è tutto così meraviglioso?
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
INFERMIERI, MEDICI, VOLONTARI, FORZE DELL’ORDINE: CITTADINI CHE ONORANO IL NOSTRO PAESE
Sergio Mattarella ha deciso di premiare con l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica gli “eroi del Covid”, un “primo gruppo” di persone – infermieri, medici, volontari, professori, uomini delle forze dell’ordine – che si sono distinte nella fase di emergenza.
“Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto insignire dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica un primo gruppo di cittadini, di diversi ruoli, professioni e provenienza geografica, che si sono particolarmente distinti nel servizio alla comunità durante l’emergenza del coronavirus. I riconoscimenti, attribuiti ai singoli, vogliono simbolicamente rappresentare l’impegno corale di tanti nostri concittadini nel nome della solidarietà e dei valori costituzionali” si legge in un comunicato del Quirinale.
Annalisa Malara e Laura Ricevuti, rispettivamente, anestesista di Lodi e medico del reparto medicina di Codogno, sono le prime ad aver curato il paziente 1 italiano.
Maurizio Cecconi, professore di anestesia e cure intensive all’Università Humanitas di Milano, è stato definito da Jama (il giornale dei medici americani) uno dei tre eroi mondiali della pandemia.
Mariateresa Gallea, Paolo Simonato, Luca Sostini sono i tre medici di famiglia di Padova che volontariamente si sono recati in piena zona rossa per sostituire i colleghi di Vo’ Euganeo messi in quarantena.
Don Fabio Stevenazzi del direttivo della Comunità pastorale San Cristoforo di Gallarate (VA) è tornato a fare il medico presso l’Ospedale di Busto Arsizio.
Fabiano Di Marco, primario di pneumologia all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha raccontato la tragica situazione della città e dell’ospedale.
Monica Bettoni, ex senatrice e sottosegretaria alla Sanità , medico in pensione, ha deciso di tornare in corsia a Parma.
Elena Pagliarini è l’infermiera di Cremona ritratta nella foto diventata simbolo dell’emergenza coronavirus. Positiva, è guarita.
Marina Vanzetta, operatrice del 118 di Verona, ha soccorso una anziana donna e le è stata accanto fino alla morte.
Giovanni Moresi, autista soccorritore di Piacenza Soccorso 118, ha offerto una testimonianza del ruolo degli autisti soccorritori del 118.
Beniamino Laterza, impiegato presso l’Istituto di vigilanza “Vis Spa” e presta servizio nell’ospedale Moscati di Taranto, presidio Covid.
Del team presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma — struttura di eccellenza della sanità pubblica fanno parte:
Maria Rosaria Capobianchi, a capo del team che ha contribuito a isolare il virus
Concetta Castilletti, responsabile della Unità dei virus emergenti.
Francesca Colavita, Fabrizio Carletti, Antonino Di Caro, Lucia Bordi, Eleonora Lalle, Daniele Lapa, Giulia Matusali, biologi
Nel team di ricerca dell’ospedale Sacco e dell’Università degli Studi di Milano, poli di eccellenza nell’ambito del sistema sanitario e di ricerca nazionale:
Claudia Balotta a capo del team, ora in pensione. Nel 2003 aveva isolato il virus della Sars.
Gianguglielmo Zehender, professore associato.
Arianna Gabrieli, Annalisa Bergna, Alessia Lai, Maciej Stanislaw Tarkowski ricercatori
Ettore Cannabona, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Altavilla Milicia (Palermo), ha devoluto in beneficenza l’intero stipendio mensile.
Bruno Crosato in rappresentanza degli Alpini della Protezione civile del Veneto che hanno ripristinato in tempi record 5 ospedali dismessi della regione.
Mata Maxime Esuite Mbandà , giocatore per il Zebra Rugby Club e per la nazionale italiana, volontario sulle ambulanze per l’Associazione Seirs Croce Gialla di Parma.
Marco Buono e Yvette Batantu Yanzege della Croce Rossa Riccione hanno risposto all’appello della Lombardia che chiedeva aiuto a medici e personale con ambulanze.
Renato Favero e Cristian Fracassi, il medico che ha avuto l’idea di adattare una maschera da snorkeling a scopi sanitari e l’ingegnere che l’ha realizzata
Concetta D’Isanto, addetta alle pulizie in un ospedale milanese. Fa parte di quella schiera di lavoratori che ha permesso alle strutture sanitarie di andare avanti nel corso dell’emergenza.
Giuseppe Maestri, farmacista a Codogno, ogni giorno ha percorso cento km per recarsi in piena zona rossa.
Rosa Maria Lucchetti, cassiera all’Ipercoop Mirafiore di Pesaro, ha lasciato una lettera agli operatori 118 donando loro anche tre tessere prepagate di 250 euro
Ambrogio Iacono, docente presso l’istituto professionale alberghiero Talete di Ischia. Positivo, ricoverato al Rizzoli di Lacco Ameno, ha continuato a insegnare a distanza nei giorni di degenza.
Daniela Lo Verde, preside dell’istituto “Giovanni Falcone” del quartiere Zen di Palermo, ha lanciato una campagna di raccolta fondi per regalare la spesa alimentare ad alcune famiglie in difficoltà . Suo l’appello per recuperare pc e tablet per consentire ai suoi allievi di seguire le lezioni a distanza.
Cristina Avancini, l’insegnante di Vicenza che nonostante il contratto scaduto non ha interrotto le video-lezioni con i suoi studenti.
Alessandro Santoianni e Francesca Leschiutta, direttore della casa di riposo della Parrocchia di San Vito al Tagliamento (PD) e coordinatrice infermieristica che, insieme agli altri dipendenti, sono rimasti a vivere nella struttura per proteggere gli anziani ospiti.
Piero Terragni, imprenditore di Bellusco (Monza e Brianza), in seguito alla morte di un dipendente, Erminio Misani, che lasciava la moglie e tre figli, ha assunto la moglie Michela Arlati.
Riccardo Emanuele Tiritiello, studente dell’istituto Paolo Frisi di Milano. Con il padre e il nonno hanno cucinato gratuitamente per i medici e gli infermieri dell’ospedale Sacco.
Francesco Pepe, quando ha dovuto chiudere il suo ristorante a Caiazzo di Caserta ha preparare pizze e biscotti per i poveri e gli anziani in difficoltà , organizzando una raccolta fondi per l’ospedale di Caserta.
Irene Coppola ha realizzato, a sue spese, migliaia di mascherine. Ha aiutato una associazione per sordi inventando una mascherina trasparente per leggere il labiale.
Alessandro Bellantoni con il proprio taxi ha fatto una corsa gratis di 1.300 km per portare da Vibo Valentia all’ospedale Bambin Gesù di Roma una bambina di tre anni per un controllo oncologico.
Mahmoud Lufti Ghuniem, in Italia dal 2012, fa il rider. Si è presentato alla Croce Rossa di Torino con uno stock di mille mascherine acquistate di tasca sua.
Daniele La Spina in rappresentanza dei giovani di Grugliasco al servizio della città di Torino che hanno portato prodotti di prima necessità a chi ne ha bisogno, in particolare agli anziani soli.
Giacomo Pigni, volontario dell’Auser Ticino-Olona ha coinvolto una ventina di studenti che hanno iniziato a fare chiamate di ascolto per dare compagnia alle persone sole.
Pietro Floreno, malato da oltre dieci anni di Sla ha comunicato di voler mettere a disposizione della ASL, per i malati di coronavirus, il suo ventilatore polmonare di riserva.
Maurizio Magli, in rappresentanza dei 30 operai della Tenaris di Dalmine che, quando è arrivata la commessa per la produzione di 5mila bombole nel minor tempo possibile, hanno volontariamente continuato a lavorare.
Greta Stella, fotografa professionista, volontaria presso la Croce Rossa di Loano (Savona), ha realizzato un racconto fotografico dell’attività quotidiana dei volontari.
Giorgia Depaoli, cooperante internazionale e si dedica in particolare alla difesa dei diritti delle donne. Ha subito dato la sua disponibilità alla piattaforma “Trento si aiuta” .
Carlo Olmo,ha contribuito nel rifornire gratuitamente Comuni e strutture sanitarie del Piemonte di mascherine, guanti, camici.
Maria Sara Feliciangeli, fondatrice dell’Associazione Angeli in Moto, insieme ai suoi amici motociclisti si è impegnata per consegnare i farmaci a domicilio alle persone con sclerosi multipla.
(da agenzie)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
LA SOLITA FECCIA RAZZISTA DANNEGGIA A LAMPEDUSA LA “PORTA D’EUROPA”… IL SINDACO: “AZIONE MESCHINA”
Il sindaco di Lampedusa l’ha definita un’azione meschina, che necessita dell’intervento dello Stato e la Comunità Europea per fermare l’odio sociale.
Porta d’Europa, monumento commemorativo per i migranti morti in mare, è stata sigillata con nastro adesivo e teli neri. Nel post che ha dedicato all’accaduto si legge che l’atto «fa male ai lampedusani: ho immediatamente sporto denuncia alle Autorità competenti, mi auguro che i responsabili vengano individuati». Sono molte le persone che hanno condiviso le foto del monumento sfregiato su Facebook e c’è anche chi ha rivendicato l’atto
«La Porta d’Europa è uno dei simboli della nostra isola e della nostra comunità , è un’opera conosciuta a livello internazionale e vederla sfregiata in modo così volgare è una ferita che fa male e che ci preoccupa», scrive Totò Martello su Facebook.
Continua: «Lampedusa si è sempre sobbarcata il peso di un’accoglienza che ha urgente bisogno di regole certe e condivise, e continua a farlo nonostante l’emergenza Coronavirus che sta determinando una crisi economica e sociale che sull’isola non ha precedenti e che rischia di essere terreno fertile per chi vuole sobillare tensioni, divisioni e pericolosi atti di ribellione nei confronti delle Istituzioni». Un clima già teso che non ha bisogno di essere alimentato con ulteriori gesti, considerato anche quanto sta succedendo nel mondo.
In seguito alla denuncia la Polizia Municipale è intervenuta per liberare il monumento da teli e nastro adesivo, messi nel corso della scorsa notte.
In un mondo che si rivolta contro il razzismo, tra violenze e hashtag virali, questo gesto vandalico contro un monumento che rende onore alle vite degli immigrati morti in mare risulta ancor più sconcio.
(da agenzie)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
VIENE FATTO SEDERE AL TAVOLO PER LA CONSUMAZIONE A CAUSA DELE NORME ANTI-COVID, COSI’ TROVANO IL PRETESTO PER TRIPLICARE IL PREZZO… POI SI LAMENTANO CHE MANCANO I TURISTI, E’ SOLO L’ENNESIMO EPISODIO
La riapertura del Paese in seguito al lungo periodo di lockdown causato dall’emergenza Coronavirus ha portato serie conseguenze in ambito economico, riscontrabili ora anche in un’anomala e spropositata crescita dei prezzi.
Emblematico il caso riportato quest’oggi da un residente che racconta di essersi fermato in un bar di Venezia per consumare un semplice cappuccino ed una spremuta. Una volta arrivato a pagare il conto, non ha potuto credere ai propri occhi.
Durante una pausa dal lavoro, ieri mattina l’uomo si era recato all’Illy Caffè dei Giardini Reali, non distante da Piazza San Marco.
Dal momento che vige ancora il divieto di assembramento onde evitare una recrudescenza del virus, lo stesso non aveva potuto avvalersi della possibilità di consumare in piedi all’interno del bar, ed era quindi stato invitato a raggiungere i tavolini.
“Volevamo bere in piedi ma il personale ci ha invitato a sederci viste le restrizioni”, racconta il lavoratore al “Corriere”. “Se questi sono i prezzi, ci andranno solo i turisti”, commenta amareggiato. Per confermare quanto detto, l’uomo ha voluto mostrare anche lo scontrino: 9 euro il prezzo del cappuccino consumato al tavolo, e 12 euro la spremuta, per un totale di ben 21 euro.
I costi sarebbero stati decisamente inferiori se avesse potuto bere le bevande stando in piedi dinanzi al bancone (3 euro il cappuccino, 6 la spremuta), ma in quel momento all’interno del locale si trovavano già altre persone. “Nessuno però ci ha detto che i prezzi erano triplicati. Mai avremmo immaginato di pagare oltre venti euro, un furto”, aggiunge il cliente.
Sull’episodio è intervenuto Luigi Giordani, segretario del Psi di Venezia, che ha definito la vicenda come “una vergogna”. Rammarico, invece, da parte dei gestori dell’Illy Caffè. “C’è dispiacere per quanto accaduto, episodi simili non devono succedere. Forse c’è stato un momento di stress al banco e gli operatori non hanno fornito tutte le informazioni che avrebbero dovuto dare”, ha spiegato la retail director Alessandra de Gaetano. “Per il divieto di assembramenti non possiamo servire al bancone oltre un certo numero di clienti, per il contingentamento. I nostri prezzi sono riportati dai menu e allineati con quelli dei vicini locali della zona”, ha precisato
“Non entro nel merito delle tariffe è però fondamentale, sempre, avvisare le persone che il prezzo al tavolo differisce da quello del bancone. Ne va dell’immagine della città , per anni abbiamo cercato di toglierci una brutta nomea a riguardo e ora è fondamentale essere sempre chiari e corretti con i clienti”, ha invece dichiarato Claudio Vernier, presidente dell’associazione piazza San Marco.
La polemica in ogni caso non si placa, soprattutto perchè il locale era stato originariamente progettato con lo scopo di diventare un punto di ritrovo per gli abitanti di Venezia più che per i turisti. “Come restituzione alla città fa pensare, cifre così elevate non sono certo per i residenti”, ha duramente commentato Lidia Fersuoch, vicepresidente di Italia Nostra.
(da agenzie)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
SI PROFILA L’INCRIMINAZIONE ANCHE PER GLI ALTRI TRE AGENTI CHE HANNO PARTECIPATO ALL’OMICIDIO DI GEORGE FLOYD
Sempre più isolata la posizione del presidente Usa che aveva minacciato di far ricorso all’esercito per fermare le proteste scoppiate dopo l’omicidio di George Floyd a Minneapolis
Si allontana l’ipotesi che intervenga l’esercito contro le rivolte scoppiate negli Usa dopo la morte di George Floyd. A ribadirlo è il segretario della Difesa americano, Mark Esper, che si è detto contrario all’uso dell’Insurrection Act, evocato nelle scorse ore dal presidente Donald Trump.
Epser ha definito la morte del 46enne afroamericano un «crimine orribile», aggiungendo che gli agenti coinvolti dovrebbe essere chiamati «a rispondere per questo omicidio». Esper ha poi detto: «È una tragedia che abbiamo visto ripetersi troppe volte. Il razzismo è reale in America, dobbiamo fare del nostro meglio per riconoscerlo, per affrontarlo e sradicarlo».
Contro le intenzioni del capo della Casa Bianca si era espresso ieri, 2 giugno, anche l’ex capo dello Stato maggiore dell’esercito americano, Mark Milley, che ha definito le proteste come «pacifiche e legittime», e che bisogna «garantire la libertà di parola» di chi sta scendendo in piazza.
Altra dura contestazione su Trump era stata sollevata anche dall’ex generale Wesley Clark, che alla Cnn ha criticato il presidente Usa definendo le sue parole «oltraggiose». La stessa idea di Trump di ricorrere all’esercito per fermare le proteste, secondo Clark non è altro che una mossa di «teatro politico»
Intanto, fonti citate dalla Cnn fanno sapere che sono stati conclusi gli esami preliminari delle prove nell’ambito dell’indagine sui quattro ex agenti bianchi coinvolti nella morte dell’afroamericano, solo uno dei quali è stato arrestato e incriminato per omicidio colposo (Chauvin). A stretto giro arriverà dunque un «annuncio significativo» da parte dell’attorney general che riguarda i quattro poliziotti licenziati
Il capo del Pentagono Mark Esper ha definito l’uccisione di George Floyd un «crimine orribile» e ha sostenuto che gli agenti coinvolti dovrebbero essere «chiamati a rispondere per questo omicidio».
(da agenzie)
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