Giugno 12th, 2020 Riccardo Fucile
PARLAMENTARI SEMPRE PIU’ INSOFFERENTI DEL FIGLIO DEL FONDATORE, SOSPETTATO DI TRAMARE CON DI BATTISTA… AGLI STATI GENERALI LA RESA DEI CONTI
Se lo stato d’animo dei 5Stelle si dovesse riassumere in un parola, quella giusta sarebbe “insofferenza”. I parlamentari grillini considerano ormai l’associazione Rousseau, che fa capo a Davide Casaleggio, come un’entità esterna rispetto al Movimento e soffrono l’incursione di ieri sera del figlio del fondatore che ha ribadito l’esistenza del limite del doppio mandato giocando di sponda, a detta di tanti, con Alessandro Di Battista. Gli Stati generali saranno la resa dei conti interna.
“È sempre più isolato, ha provato a dare un colpo di coda, ma è stata una imbarazzante incursione”, sono gli sfoghi che si leggono in queste ore nelle chat interne che hanno come bersaglio Casaleggio.
In ballo c’è il regolamento 5Stelle. Chi è già stato eletto e ha quindi ricoperto incarichi istituzionali, sia a livello locale sia nazionale, non può presentarsi nuovamente in una lista M5S.
Per presidente dell’associazione Rousseau la regola è questa e va rispettata. In questo modo i parlamentari al secondo mandato, quindi tutto lo stato maggiore del grillismo, verrebbero spazzati via.
Un vero e proprio reset con un partito che tornerebbe nelle mani di Casaleggio. A sua volta un po’ in rotta con Beppe Grillo, sponsor del premier Giuseppe Conte e dell’alleanza con il Pd.
Sullo sfondo, ed è oggetto di dibattito in queste ore, c’è l’asse che sembra essere sempre più saldo tra Casaleggio e Alessandro Di Battista, l’unico tra i big che ha in tasca la carta del secondo mandato da spendere.
Non è un caso se è sempre più attivo con interviste, post su facebook e nelle chat. Gli Stati generali potrebbero essere però il punto di svolta, perchè è in questa sede che i pentastallati presenteranno proprie mozioni per ribaltare le regole.
Certo il discorso è complicato. E lo riassume bene Sergio Battelli, il presidente della commissione Affari Ue della Camera: “Per me la regola del secondo mandato come vincolo c’è e si rispetta. Io non ne parlo perchè non è opportuno essendo io al secondo mandato. Ma agli Stati Generali è probabile che qualcuno tiri fuori l’argomento e quel punto se ne discuterà tutti insieme”. E intanto infatti il capo politico Vito Crimi sta raccogliendo le varie proposte.
Si inizia con la richiesta di permettere a Virginia Raggi e a Chiara Appendino si ripresentarsi rispettivamente sindaco di Roma e sindaco di Torino, derogando al vincolo dei due mandati.
Entrambe prima di ricoprire l’incarico più alto in Comune infatti sono state consigliere. La strada verrebbe spianata così. Anche perchè non si potrebbe fare altrimenti. Il primo cittadino della Capitale ha fatto sapere che ha tutta l’intenzione di ricandidarsi e se il Movimento 5 Stelle non è disposto a ripresentarla, a causa del limite dei due mandati, potrebbe andare avanti da sola.
E non sarebbe una bella immagine nè per l’amministrazione nè per i 5Stelle. Una volta aperta la strada della deroga sarà più facile, in prossimità del voto delle politiche, abrogare definitivamente la regola.
C’è poi il grande tema dell’associazione Rousseau e dei 300 euro che ogni mesi i parlamentari versano nelle casse della piattaforma. Ma, come lamentano in tanti, “ormai non si capisce più che ruolo abbia e cosa faccia per il Movimento”, commenta un deputato che preferisce restare anonimo: “A volta fa progetti che non chiede nessuno”.
E così Casaleggio va sulla difensiva comunicando che “il Movimento, prima forza politica in Italia, spende 1,3 milioni per sua gestione organizzativa. Costa un decimo rispetto a quella degli altri partiti”.
Sta di fatto però che i parlamentari stanno cercando una strada alternativa. Che consiste nell’affidarsi all’associazione Rousseau sono in piccola quota. In pratica come se si trattasse di un consulente esterno e non l’unica e sola piattaforma del Movimento. Anche questa sta per essere tradotta in proposta da presentare agli Stati generali. Stando così le cose un blocco consistente di parlamentari sta lavorando per stravolgere del tutto le regole storiche pentastellate.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 12th, 2020 Riccardo Fucile
INTERVISTA A ALDO GIANNULI, IL VECCHIO CONSIGLIERE DI CASALEGGIO SENIOR: “IL FIGLIO DI GIANROBERTO TIRA LA VOLATA A DI BATTISTA”
“Ma quale partito strutturato, ma quale trasformazione del Movimento dell’uno vale uno in un contenitore politico di esperienza e competenza? Un partito è un insieme di teste, anche un po’ ladre, se vogliamo, però devono sapere qualcosa di politica”.
Quando risponde al telefono dalla sua casa di Milano, il giudizio di Aldo Giannuli, politologo e storico, è impietoso su quei cinquestelle di cui lui fu promotore, essendo stato vecchio amico e consigliere di Gianroberto Casaleggio: “Roberto l’unico — osserva con nostalgia – che comprendeva la politica. Tolto lui non c’è più nessuno”.
Professore Giannuli, perchè dice così?
Perchè il dibattito sul terzo mandato sì, no, nì, farà deflagrare tutto”.
Dunque da qui a tre anni non ci sarà più niente?
E’ un movimento di opinione che ha una debolissima struttura organizzata. I meet up sono in forte decadenza. Nel giro di pochi mesi c’è stato un calo significativo degli iscritti”.
Tutto finito?
Il Movimento ha un unico punto di riferimento, i gruppi parlamentari. Ma se cominciano a esplodere quelli, quale arma avranno per difendersi? Anche se espelli deputati e senatori, che minaccia è?
Facciamo un po’ d’ordine, partiamo dal dibattito di queste ore, il nodo dei nodi che è stato un totem per i cinquestelle si chiama “doppio mandato”. Vito Crimi, oggi reggente, vuole abbatterlo. E consentire di ricandidarsi per la terza volta.
Beh, ci credo perchè lui è uno di quelli al secondo giro in Senato.
Casaleggio junior invece dice di no, vuole conservare l’ultimo baluardo. Cosa sta succedendo?
Guardi, i cinquestelle si trovano in queste situazione: alle elezioni di tre anni fa hanno preso 360 parlamentari, sommandoci quelli del Parlamento europeo, si arriva a 380 o qualcosa di più. Di questi alcuni sono stati espulsi, come è noto. Però c’è un problema, stando ai sondaggi e alle elezioni europee di un anno fa, allo stato attuale se ottenessero anche solo la metà di questi andrebbe più che bene.
E’ in atto uno scontro tra Casaleggio e un pezzo della classe dirigente?
Cosa vuole che sia. Non è mica un torneo di ramino. Andiamo al pratico.
Prego.
Se tu mantieni le regole dei due mandati fai fuori quelli che sono stati eletti nel 2013 e apri spazio a quelli che sono entrati in Parlamento per la prima volta nel 2018.
Viceversa?
Se ammetti la possibilità di un terzo mandato stai automaticamente promuovendo quelli che sono al terzo mandato e ovviamente hanno più relazioni, più rapporti, sono più conosciuti, più consolidati.
Se passasse questa seconda ipotesi il Movimento si trasformerebbe in un vero e proprio partito con una classe dirigente, una leadership, una piattaforma culturale?
No, no, non sanno nemmeno cosa siano le cose che lei sta dicendo.
Torniamo a Casaleggio. Quale partita sta giocando il figlio di Gianroberto?
Sta facendo chiaramente un gioco a supportare la candidatura di Di Battista.
Di Battista vuole prendersi il Movimento?
Dibba non è coinvolto in questa guerra civile interna perchè saggiamente ha fatto solo un mandato. Quindi è ricandidabile. Nel momento in cui però dici: due mandati, è vero che mantieni i deputati giovani di fede dimaiana, ma fai fuori Di Maio perchè lui non è più candidabile. Di fatto tutto ciò pregiudica l’Assemblea di fine anno.
Quando e se faranno l’Assemblea cosa succederà ?
Eleggi Di Maio capo politico sapendo di non poterlo eleggere deputato? Perlomeno singolare, no?
E allora?
Di Maio ha un problema, se privilegia il terzo mandato automaticamente corre il rischio di alienare molte simpatie dei nuovi. Se invece dice “no, niente terzo mandato”, si mette contro gli uscenti.
Nel frattempo l’ex capopolitico incontra chiunque, dialoga con Matteo Renzi, organizza eventi alla Farnesina, ma appare isolato.
Pur di restare leader sarebbe pronto a fare un accordo con i marziani. Però questo non è un programma politico.
Se passa il lodo Casaleggio dove andrà a finire chi oggi è al secondo mandato? I detrattori dicono che in tanti non hanno un lavoro.
Gli uscenti stanno pensando di andare o da Conte o da altri offerenti.
Chi sono gli altri offerenti?
Il Parlamento è ampio, ci sono tanti gruppi parlamentari.
Poi c’è la questione delle questioni: cosa farà il presidente del Consiglio? Nascerà il partito di Conte?
O viene candidato e non da semplice parlamentare ma da capo della coalizione.
La fermo: Conte potrebbe essere il federatore di una coalizione Pd M5S? Insomma, Conte come Prodi.
Tenga presente una cosa: Pd e Cinquestelle a livello di base non si sopportano.
Sta dicendo che non se ne farà nulla?
E’ difficile tenerli nella stessa stanza. Tu non puoi fare una coalizione alle politiche e poi andare per i fatti tuoi alle amministrative… Non è detto che riesca l’operazione Conte.
C’è chi sostiene che ci sia un’asse Conte-Grillo e che l’avvocato del popolo potrebbe prendersi il Movimento.
Il problema è che cosa vuole fare Grillo? Grillo ha la forte tentazione di sciogliere il movimento e dire rifondiamo tutto. Non so poi se la porterà fino in fondo. Ma qui le tesserine del mosaico non si incastrano fino in fondo, la coperta è piccola, e comunque vada scopri il pezzo. Quindi, secondo me, l’ipotesi che qui la cosa deflagri non è peregrina.
Ma alla fine il premier resisterà alla tentazione di far nascere un partito?
Il problema di Conte è che si accorgerà di doverlo fare quando sarà troppo tardi. Se tu vuoi fare un partito dovresti iniziare da adesso. O perlomeno che organizzino circoli culturali che poi diventino sezioni di partito.
Morale della favola?
Ho l’impressione che farà la fine di Luca Cordero di Montezemolo.
Fatto fuori Di Maio, fatto fuori Conte, resta Di Battista. Sarà lui il nuovo capo politico dei cinquestelle?
Ha probabilità di diventare il leader, non più del M5S, ma di un manipolo di pasdaran che giocheranno a fare l’opposizione delle opposizioni.
Il tutto eterodiretto da Casaleggio?
A mio avviso sì. Però non possono farla in rottura con Grillo.
Perchè?
Primo: il giovane Casaleggio non ha la stessa capacità attrattiva del padre.
Secondo?
Può anche tentare di fare questa operazione ma più di un manipolo di ribelli non riuscirà ad imbarcare.
E il Movimento?
La sigla è usurata. Vedrete quanto raccoglieranno alle amministrative in autunno, temo si fermeranno al 2 per cento.
Lei nel 2018 ruppe con il Movimento. Ha più sentito Grillo o Casaleggio junior?
Non li sento da un pezzo ma abbiamo amici in comune. Tutti mi riferiscono di un Grillo schifato. Ho l’impressione che sia il via libera al rompete le righe.
Cosa resterà dei cinquestelle?
Gli scenari sono due.
Il primo?
Una scissione in due blocchi, ma lo vedo meno probabile.
L’altro?
Che scoppi tutto in un’esplosione di coriandoli.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 12th, 2020 Riccardo Fucile
IERI ERANO SOLO CITAZIONI, OGGI LE HA SCRITTE LUI MA “E’ CAMBIATO”… PUO’ UN SOGGETTO DEL GENERE ESSERE STATO NOMINATO ASSESSORE ALLA CULTURA IN REGIONE SICILIA?
Chiede scusa innanzitutto alla comunità ebraica. E sostiene di essere oggi un’altra persona. L’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà cerca così di spegnere le polemiche per quelle poesie scritte nel 2001 che inneggiavano alle Ss, le squadre della morte di Hitler.
In molti oggi chiedono le sue dimissioni da responsabile della Cultura regionale dopo che già erano emersi altre uscite nel suo recente passato, dall’iscrizione alla massoneria al sostegno a Stefano Delle Chiae
“Se la comunità ebraica è irritata, chiedo scusa, ci mancherebbe – dice l’assessore – per me il nazismo è stato un orrore della storia, come il comunismo. Quella mia poesia? Avevo vent’anni in meno, non sono quello di allora”
La polemiche non si placano però. Oggi a chiedere le sue dimmissioni è anche la Cgil: “Il curriculum dell’assessore regionale ai Beni culturali si arricchisce di elementi sempre più inquietanti. Di fronte a certi fatti non ci sono spiegazioni, scuse, ritrattazioni che tengano. L’unica evidenza è che Samonà non può occupare un ruolo istituzionale”
(da agenzie)
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Giugno 12th, 2020 Riccardo Fucile
MARION: “NON DEVO SCUSARMI PER LA MORTE DI UN AFROAMERICANO”… MARINE: “NON ENTRIAMO IN UNA DISPUTA RAZZIALE”
Clamoroso scontro tra Marine Le Pen e la nipote Marion Marèchal a proposito del movimento Black Lives Matter, seguito anche in Francia con vari raduni.
La giovane delfina di casa Le Pen, in teoria ritirata dalla politica, ma sempre in rampa di lancio per prendersi la leadership, ha pubblicato un video per dissociarsi dalle manifestazioni contro il razzismo.
L’ex deputata commenta: “Non devo scusarmi come bianca e come francese per la morte di un afroamericano negli Stati Uniti”.
Poi accusa “gruppi militanti, di sinistra, cosiddetti antirazzisti, che pretendono non solo di metterci in ginocchio, ma anche di macchiare la memoria dei nostri antenati, di sputare sulla nostra storia, di purgare il nostro patrimonio, di demolire le nostre statue”.
Marèchal cita anche il paragone tra Floyd e Adama Traorè, l’uomo francese morto nel 2016 durante un fermo di polizia diventato un simbolo della mobilitazione di questi giorni in Francia. Un “incidente”, sostiene Marèchal, “avvenuto durante un fermo che non era legato al colore della sua pelle, ma ai crimini che avrebbe commesso”.
È la presidente del Rassemblement National a rispondere poche ore dopo la diffusione del video, smarcandosi nettamente dalla nipote accusata di “cadere in una doppia trappola”.
“Significa entrare in uno scontro razziale mentre dobbiamo rimanere a livello repubblicano” dice Le Pen.
“L’altra trappola – prosegue – è quella dell’americanizzazione. Io preferisco prendere posizione in difesa della nostra Costituzione, che rifiuta qualsiasi comunitarismo”.
La leader dell’estrema destra ha ricordato che la nipote “non fa più politica”. “Ma ha il diritto di esprimere un’opinione” ha aggiunto facendo calare il gelo con quella che fino a qualche anno fa era l’astro nascente della dinastia Le Pen.
Marèchal, 30 anni, ha deciso tre anni fa di aprire una scuola di studi politici a Lione che dovrebbe aprire una succursale in Spagna grazie all’aiuto di alcuni dirigenti di Vox. Marèchal ha anche allacciato relazioni negli Stati Uniti con l’alt right, nel 2018 era stata invitata al Conservative Political Action Conference (Cpac), ed è compagna dell’eurodeputato della Lega, Vincenzo Sofo.
Intanto sale la tensione tra governo e polizia dopo che il ministro dell’Interno ha annunciato di voler sospendere l’uso della “tecnica per soffocamento” nel fermo di sospetti. La decisione è stata presa sull’onda delle proteste importate dagli Stati Uniti e che fanno temere alle autorità francesi una situazione esplosiva in particolare nelle banlieue. Il governo ha anche promesso tolleranza zero verso atti razzisti e la possibilità di sospendere agenti in caso di fatti sospetti di discriminazione, senza aspettare le indagini interne. I sindacati di polizia hanno reagito accusando il governo di non tenere conto delle difficoltà del loro lavoro e hanno messo in scena un’inedita protesta: piccoli raduni di agenti hanno manifestato davanti a Prefetture e commissariati buttando a terra le manette.
(da agenzie)
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Giugno 12th, 2020 Riccardo Fucile
TRE ANNI FA IL ROGO DELLA GRENFELL TOWER DOVE PERSERO LA VITA 72 PERSONE TRA CUI GLORIA E MARCO, DUE GIOVANI ARCHITETTI VENETI… LA RABBIA DELLA FAMIGLIA: “NON ACCETTEREMO MAI”… LE PESANTI RESPONSABILITA’ DI GIGANTI DELL’INDUSTRIA
Tre anni sono passati dal rogo divampato sulla Grenfell Tower di Londra, che nella notte tra il 13 e il 14 giugno si è portato via le vite di 72 persone, tra cui anche quelle dei giovani architetti veneti Marco Gottardi e Gloria Trevisan.
Tre anni dopo, con un mega processo in corso che vede coinvolte multinazionali e governo inglese, sembra profilarsi il range dei risarcimenti proposti nell’ambito di un accordo stragiudiziale.
“Cifre che vanno dalle 10 alle 60 mila sterline, poco meno di 68 mila euro”, conferma l’avvocato veronese Maria Cristina Sandrin, che segue la famiglia di Gloria Trevisan.
“E’ questo il valore dei nostri ragazzi perduti?”, si chiedono le famiglie. Attribuire un valore a un figlio non è mai possibile ma una stima così al ribasso non fa che aprire una nuova ferita nelle famiglie, che hanno visto i loro ragazzi inghiottiti da un sistema di speculazione sulla pelle di giovani in cerca di un lavoro.
A processo ci sono giganti dell’industria, come la Arconic che aveva realizzato i pannelli di rivestimento nel grattacielo di North Kensington, o come la Whirlpool, costruttrice del frigorifero da cui è partito l’incendio al quarto piano della torre ma anche la Rbck, proprietaria dell’immobile, la Rydon per gli appaltatori, la Exova degli ingegneri anti incendio, la Celotex dei pannelli isolanti, i vigili del fuoco e anche il Dipartimento dell’immigrazione della sicurezza e della costruzione degli alloggi per le comunità .
L’avvocato Sandrin respinge con forza la proposta economica che sembra emergere in queste ultime ore: “Non accetteremo mai. Qui qualcuno ignora lo choc psicologico di una famiglia che non solo non ha più la propria figlia ma che ha vissuto la morte in diretta fino all’ultimo istante”.
Quella notte Marco e Gloria, al ventiquattresimo piano, decisero di rimanere all’interno dell’alloggio obbedendo all’ordine che venne dato dai vigili del fuoco.
I due fidanzati, 26 anni lei e 27 lui, telefonarono ai loro genitori che, nel frattempo, vedevano le immagini nei canali di all news. Quelle telefonate registrate contengono l’addio di Marco e Gloria, nel momento in cui si rendono conto che non c’è più niente da fare. Un testamento di dolore e disperazione che non fa che acuire lo strazio per una morte così assurda.
(da agenzie)
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Giugno 12th, 2020 Riccardo Fucile
NON DEVE GIRARE MOLTO BENE AL BALLISTA SERIALE CHE CERCA DI SCARICARE LE RESPONSABILITA’ DELLA REGIONE LOMBARDIA
Soltanto qualche ora prima, dal suo tour siciliano tra le ciliegie locali e le conferenze stampa con gli esponenti isolani del Carroccio, Matteo Salvini aveva detto: «Riporto le parole della pm di Bergamo che ha affermato come la decisione sulle zone rosse fosse di natura governativa».
Non deve girargli molto bene, se — nel pomeriggio — lasciando Palazzo Chigi, la pm Bergamo Maria Cristina Rota ha corretto le sue affermazioni e, di conseguenza, tutta la campagna avviata dal centrodestra (compreso quello maggioritario in Regione Lombardia) sull’audizione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei ministri Roberto Speranza e Luciana Lamorgese sulla mancata istituzione delle zone rosse ad Alzano e Nembro.
Ai cronisti presenti, la pm Rota ha detto: «Io avevo affermato che dalle dichiarazioni che avevamo in atto, c’era quella in quel momento. Oggi non ho altro da aggiungere».
Dunque, la pm non ha mai pronunciato la frase — pure riportata da diversi organi di stampa dopo l’audizione di Attilio Fontana e di Giulio Gallera a Bergamo — che assegnare le zone rosse ad Alzano e Nembro fosse una decisione governativa.
Invece, ha descritto il clima in cui si sono svolte le audizioni di oggi con il presidente del Consiglio e con i ministri Speranza e Lamorgese: «Le audizioni si sono svolte in un clima di massima distensione e di massima collaborazione istituzionale». Poi, il magistrato ha lasciato Palazzo Chigi e si è detta pronta a rientrare al più presto a Bergamo con i nuovi elementi acquisiti nella giornata di oggi.
«Oggi abbiamo sentito come persone informate sui fatti il presidente del Consiglio dei ministri, il ministro della Salute e il ministro dell’Interno — ha detto -. Le audizioni si sono svolte in un clima di massima distensione e di massima di collaborazione istituzionale. Ora noi ce ne andiamo, grati di quelle dichiarazioni, a completare il nostro lavoro».
(da agenzie)
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Giugno 12th, 2020 Riccardo Fucile
CONTE E MINISTRI SENTITI A PALAZZO CHIGI SU ZONA ROSSA… CONTE: “CHIARITO TUTTI I PASSAGGI”
La procuratrice capo di Bergamo, Maria Cristina Rota, smentisce di aver attribuito la responsabilità della mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo al governo. “No. Avevo dichiarato che dalle dichiarazioni che avevamo in atto c’era quella in quel momento. Oggi non ho altro da aggiungere”, ha risposto la pm ai cronisti uscendo da Palazzo Chigi, dove oggi ha ascoltato come persone informate sui fatti — e quindi come semplici testimoni — il premier Giuseppe Conte e i ministri Luciana Lamorgese e Roberto Speranza.
“Ho voluto chiarire tutti i passaggi nei minimi dettagli”, ha spiegato il premier dopo l’audizione. Che, ha raccontato la pm Rota, “si sono svolte in un clima di massima distensione e di massima collaborazione istituzionale”. “Ora — ha aggiunto la procuratrice — noi ce ne andiamo, grati delle dichiarazioni che abbiamo avuto, a completare il nostro lavoro”.
La risposta della pm arriva a due giorni di distanza da quella dichiarazione, in cui aveva spiegato che “agli atti” che risultavano in quel momento in possesso della procura “ci risulta una decisione governativa” quella di non istituire le zone rosse.
Una frase utilizzata oggi da Matteo Salvini per attaccare Conte e il governo: “Non commento con parole mie ma con quelle del pm di Bergamo: spettava al governo creare le zone rosse, la Regione Lombardia non aveva alcuna responsabilità ”, ha detto il leader della Lega.
L’audizione del premier Conte a Palazzo Chigi è durata circa tre ore. La capa della procura di Bergamo è entrata nella seda del governo pochi minuti prima delle dieci, accompagnata da tre sostituti: Paolo Mandurino, Silvia Marchina e Fabrizio Gaverini.
I pm hanno sentito poi la ministra dell’Interno Lamorgese, per circa un’ora, e subito dopo il titolare del dicastero della Salute Speranza. “Penso che chiunque abbia avuto responsabilità dentro questa emergenza, dal capo dell’Oms al sindaco del più piccolo Paese, debba essere pronto a rendere conto delle scelte fatte. È la bellezza della democrazia. È giusto che sia così. Da parte mia ci sarà sempre massima disponibilità nei confronti di chi sta indagando”, scrive in un post su Facebook il ministro Speranza.
Già dalla prossima settimana gli inquirenti dovranno fare il punto della situazione e valutare se si sia trattato di un atto politico o amministrativo ed eventualmente configurare un reato e i presunti responsabili.
Sulla questione in più occasioni c’è stato un rimpallo di responsabilità fra la Regione Lombardia e l’esecutivo, che ha rimarcato come la giunta Fontana avrebbe comunque potuto chiudere l’area.
Gli inquirenti, in base a tutte le testimonianze raccolte, comprese quelle del presidente della Lombardia Attilio Fontana, dell’assessore al Welfare Giulio Gallera, e di Marco Bonometti, alla guida della Confindustria lombarda, dovranno quindi stabilire innanzitutto se il mancato isolamento dei due Comuni all’ingresso della Val Seriana, nonostante gli ‘alert’ del presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, e la trasformazione di tutta la Lombardia in zona rossa operativa dal 9 marzo scorso, sia stato un atto politico discrezionale o di mera amministrazione che come tale possa portare a responsabilità penali.
Fatta questa valutazione, il pool di pm coordinati da Rota dovrà eventualmente stabilire in capo a chi siano le responsabilità e ipotizzare un reato. Reato che potrebbe essere epidemia colposa omissiva o ancora omissione di atti di ufficio. Altra scelta che i pm dovranno fare, ma in un secondo momento, è se proseguire l’inchiesta o trasferire gli atti ad altra procura.
(da agenzie)
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Giugno 12th, 2020 Riccardo Fucile
L’AUTORE DELLA POESIA SULLE SS A FIANCO DEL LEGHISTA… LA RIDICOLA GIUSTIFICAZIONE: “RISPETTO A 20 ANNI FA E’ CAMBIATO”
Nonostante la polemica che proprio ieri ha investito l’assessore alla Cultura della Regione Siciliana Alberto Samonà , in quota Lega, Matteo Salvini lo ha scelto come suo accompagnatore nel tour dell’isola che sta portando avanti a partire dalla mattinata di oggi.
Nella giornata di ieri, l’assessore Samonà era stato al centro di critiche per una sua poesia sulle SS scritta in passato. Salvini e Samonà hanno presenziato a una conferenza stampa congiunta, insieme anche ad altri esponenti siciliani della Lega.
Tuttavia, Matteo Salvini — nonostante la gravità delle parole dell’assessore del suo partito — ha scelto comunque di minimizzare l’accaduto, sostenendo che il percorso personale di Samonà è profondamente cambiato nel corso degli ultimi anni, concetto ribadito dallo stesso assessore alla Cultura nel corso della conferenza stampa organizzata a Bagheria.
Sollecitato dai giornalisti, Matteo Salvini ha affermato: «Sinceramente, rispetto alle poesie di Samonà preferisco quelle di Giacomo Leopardi. Non ho letto il poema di Samonà e credo che mai lo leggerò. Basta sottolineare, per quanto mi riguarda, che nazismo e comunismo sono la stessa feccia, sepolti dalla stessa polvere dell’infamia».
Magari un giorno farebbe bene a contare le vittime del capitalismo e del colonialismo occidentale, così avrebbe un quadro esaustivo.
Ma è chiedere troppo a chi è in malafede.
(da agenzie)
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Giugno 12th, 2020 Riccardo Fucile
LA STORIA DEI SOLDI AL CARROCCIO: “CI SONO DEI PROGETTI, SPERIAMO VADANO IN PORTO”
Paolo Cosenza, imprenditore campano, membro di una delle famiglie più potenti di Pozzuoli, è il principale finanziatore, per il 2019, della Lega per Salvini Premier. Centomila euro, in un’unica tranche, pagati un anno fa.
Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Andrea Palladino racconta la storia dei soldi al Carroccio dalla Coseco S.R.L.:
La sua società , la Coseco srl, ha effettivamente avuto un crollo negli affari, passando da un fatturato di 635 mila euro nel 2017 ad appena 45 euro nel 2018. Una crisi che ha messo a rischio la stessa esistenza dell’impresa. E gli ultimi due anni sono stati disastrosi per i conti, spiega: “Ho avuto una brutta esperienza con un socio, che continua ad andare avanti non so in quale maniera, con espedienti, quindi l’ho dovuto cacciare dalla società , mi ha fatto perdere soldi”. Una questione di un prestito infruttifero da 600 mila euro, “mai restituito”.
Eppure pochi giorni prima di discutere un bilancio con una perdita secca sull’utile di più di 340 mila euro, la Coseco diretta da Cosenza decide di fare un bonifico record alla Lega, piazzandosi tra i primi posti dei donatori della politica nazionale, allo stesso livello di holding molto note.
Il motivo? “Un investimento, è stato un investimento”, spiega l’imprenditore. Meglio finanziare la politica che l’impresa, in fondo.
Per capire la portata della cifra basta scorrere l’elenco dei donatori che, negli anni passati, hanno versato 100mila euro ai partiti italiani: si va dai figli di Silvio Berlusconi a Ennio Doris, dalla Moby spa al gruppo Angelucci, passando per Fedele Confalonieri.
Un parterre niente male per lo sconosciuto imprenditore napoletano. Pozzuoli, la città da dove sono partiti i soldi diretti ai conti nazionali della Lega, è un comune da quasi 90 mila abitanti della area metropolitana di Napoli.
“Ce ne sono un paio, può essere il Waterfront, la zona artigianale, insomma, ci sono dei progetti che si spera ottengano l’attenzione dei politici. Speriamo, in Italia andiamo avanti a speranze”. E per sperare si è rivolto al partito che cantava, fino a pochi anni fa, i cori contro i napoletani.
Paolo Cosenza ci tiene a dire di non essere un militante leghista: “Io sono negato in politica, perchè sono un utopista”, spiega. Quella donazione per una cifra pari a più del doppio del suo ultimo fatturato presentato in Camera di commercio sono tutti soldi suoi, assicura. “Se Salvini mi ha ringraziato? No, ma io non ci tengo, io guardo sempre sul locale, io ho una azienda che investe molto sul territorio”.
(da “NextQuotidiano”)
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