Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
L’EPIDEMIOLOGO SCELTO DAL GOVERNO FA AUTOCRITICA: “SI SAREBBE DOVUTO AFFRONTARE IN MANIERA DIVERSA”… E NON SI E’ EVITATO IL CROLLO DELL’ECONOMIA
Nei mesi più cruenti della pandemia in Europa si è molto dibattuto sulle scelte di alcuni Paesi. All’inizio era il Regno Unito ad aver preso sotto gamba la situazione non andando verso una politica di lockdown. Poi i dati — e la contestuale infezione accusata dal premier britannico Boris Johnson — hanno portato a un passo in avanti fino alla situazione odierna che conosciamo.
Anche quanto accaduto con il Coronavirus in Svezia non è passato sotto traccia e, dopo mesi di dibattito interno ed esterno, ora l’epidemiologo scelto dal governo per gestire l’emergenza ammette che si poteva fare un qualcosa di differente rispetto a ciò che è stato deciso.
«Se dovessimo incontrare la stessa malattia con la conoscenza che abbiamo oggi — ha spiegato Anders Tegnell in un’intervista rilasciata a Sveriges Radio — credo che la nostra risposta si collocherebbe a metà strada tra quello che ha fatto la Svezia e ciò che ha fatto il resto del mondo».
A parlare non è un medico qualunque, ma quell’epidemiologo scelto dal governo guidato da Stefan Là¶fven per gestire l’emergenza sanitaria nel Paese. Colui che, tirando le somme, ha spinto l’Esecutivo a una politica di non chiusura integrale delle attività .
Un’ammissione che arriva dopo i numeri. Il Coronavirus in Svezia ha provocato — a oggi — 4.468 morti ufficiali, sugli oltre 38.500 contagiati.
Ma a preoccupare, anche se i dati degli ultimi giorni sembrano essere piuttosto confortanti, è il tasso di mortalità da Covid-19 che è tra i più alti del mondo: 43 decessi ogni 100mila abitanti. Cifre che hanno portato alla chiusura dei confini — nonostante il via libera da parte dell’UE per quel che riguarda l’area Schengen — da parte dei vicini danesi e norvegesi.
Un discorso che non resta ancorato solo ai numeri sanitari. Perchè se le vittime sono state molte rispetto al numero della popolazione, anche l’economia svedese non ha tratto vantaggio da quel modello di apertura delle attività .
Il ministro delle Finanze, infatti, ha stimato una perdita del Pil attorno al 7% su base annua. Numeri in linea con la situazione economica dell’intera Unione Europea. Aver tenuto aperti i luoghi di lavoro, i ristoranti, le palestre i negozi (e anche le scuole per tutti gli under 16) non ha prodotto i risultati economici sperati.
Per questo motivo il governo ha annunciato una commissione d’inchiesta sul Coronavirus in Svezia. Perchè il numero di vittime provocate dal mancato lockdown ha messo in luce una politica errata nata per tutelare l’economia (prima della salute), senza riuscirci.
(da agenzie)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
MENTRE SALVINI RICOMINCIA IL TOUR PER AIZZARE LE FOLLE DI EVASORI FISCALI CHE “MUOIONO DI FAME” MA POI VANNO TUTTI IN VACANZA, GIORGETTI PENSA CHE PRIMA DEI VOTI CONTA SALVARE IL PAESE … CONTE PARLA ALLE 18
Almeno è un segnale, che di questi tempi non si butta via. Per questo Nicola Zingaretti non ha nascosto un certo compiacimento, dopo aver letto l’intervento in cui Silvio Berlusconi accoglieva il suo appello alla collaborazione in un clima di “concordia”: “E menomale che io sarei il bolscevico ossessionato dai Cinque stelle…Il capo dei moderati italiani dice che si vuole sedere al tavolo delle riforme”.
È comunque un abbozzo di schema, figlio della prima iniziativa politica del segretario del Pd post lockdown: la proposta di un “patto” tra istituzioni, imprese e forze sociali, l’appello del Quirinale a un nuovo ’46, la risposta del vecchio Silvio, sempre propenso, quando si presenta l’occasione, a solcare il palcoscenico della responsabilità nazionale, quello occupato dagli statisti.
E poi l’attività di Gianni Letta, avvezzo più al confronto col segretario del Pd che con Salvini, perchè qualora ve ne fossero le condizioni, e qualora ne avesse la forza, traghetterebbe Forza Italia in una “maggioranza Ursula”, lontano dai sovranisti.
Dove porti, non è dato sapere. Anche quelli vicino a Berlusconi non sono disposti a scommettere un euro sulla solidità della prospettiva, perchè anche all’inizio del lockdown iniziò così, con la promessa di collaborazione archiviata, nella gestione della crisi, nella casella delle buone intenzioni.
E poi Berlusconi è Berlusconi, umorale, cangiante, non disposto mai, fino in fondo, a rompere un’alleanza che lo disgusta, ma con cui vince alle regionali, così come a rinunciare a una piazza, il cui carattere estremista era chiaro sin dalla convocazione. Però, se la trama è un’incognita perchè molto dipende da come e quanto il premier sia disposto a uscire dal suo format e mettersi a fare politica, si capisce quale sia lo spettro che si è manifestato con la piazza di ieri: “Chiusa la fase dell’emergenza sanitaria — è il ragionamento del segretario del Pd — si apre una fase potenzialmente drammatica dal punto di vista sociale. E senza politica non se ne esce”.
Al netto della retorica sulla “valanga di soldi che arriverà dall’Europa”, è chiaro a tutti che c’è un problema enorme su quando arriveranno.
È la preoccupazione che attanaglia Dario Franceschini, consapevole che “i soldi arriveranno, ma non coincidono con la crisi vera”. E nel frattempo la destra “ha ritrovato il terreno del disagio”. Sono questi i ragionamenti fatti a Giuseppe Conte, in vista del discorso di questa sera alla nazione: per evitare di soccombere di fronte alla crisi i cui prodromi sono squadernati sotto gli occhi di tutti, è necessario coinvolgere le opposizioni che ci stanno in Parlamento. E sedersi attorno a un tavolo sulle riforme che si devono fare, di qui a un anno, per incassare i soldi del Recovery fund. Prima che sia troppo tardi.
È questa urgenza che si comincia a sentire nel Palazzo, come consapevolezza assai diffusa: la rabbia monta. E se Matteo Salvini, gasato dal bagno di folla dopo la manifestazione, ha alzato la cornetta e organizzato il suo tour in tutta Italia, in cui aizzerà le folle a cui non arriva ancora la cassa integrazione in deroga, quella Cassandra di Giancarlo Giorgetti in quella piazza prima ancora di vedere ossigeno, in termini di voti per il suo partito, ha visto un orizzonte di collasso del paese: “Abbiamo poche settimane di tempo e la situazione è molto complicata”.
Ecco, poche settimane di tempo. Parole non dissimili da quelle, altrettanto allarmate, che Giuseppe Provenzano, un altro che conosce il paese ha condiviso con qualche collega di governo: “Questo passaggio di invito alla collaborazione non scongiura quello che potrà accadere in autunno. La piazza di ieri era invereconda, questo Bonomi si è messo a fare il capo dei qualunquisti contro la politica…È questo il clima”.
Anzi il rischio è che, in assenza di una novità politica, sul piano inclinato di una politica che vive nell’illusione di determinare gli eventi, ma ne è trascinata, i conflitti si moltiplichino, come accadrà tra Confindustria e sindacati nelle prossime settimane quando si discuterà di sblocca-cantieri e di applicabilità del “modello Genova”.
E quando l’emergenza arriva, arriva anche chi, per dialogare, chiede un governo di emergenza, chi “elezioni subito”, chi si arrocca a dispetto di tutto. E chissà se questo dialogo con Berlusconi, tra i punti impliciti, ha una bella legge elettorale “proporzionale”, forse la principale clausola di sicurezza per il paese, prima che la rabbia riporti con sè la suggestione dei pieni poteri
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
“HO TRASCORSO 4 GIORNI NELLA LAVANDERIA DELL’OSPEDALE DI BRESCIA ADIBITA A REPARTO COVID: ERAVAMO SENZA CIBO, COPERTE E BOMBOLE”… “HO FATTO IL VOLONTARIO IN AFRICA, MEGLIO GLI OSPEDALI DEL BURUNDI, UNA VERGOGNA IL SISTEMA SANITARIO DELLA LOMBARDIA”
Quella dell’ex deputato Mario Sberna è una testimonianza a tutto tondo che racconta nei dettagli la sua esperienza col Coronavirus, dai primi sintomi fino al ricovero in ospedale agli Spedali Civili di Brescia dove è stato curato in una stanza lavanderia adibita a reparto Covid.
Al Corriere della Sera l’ex deputato eletto alla Camera nel 2013 con Scelta Civica ha raccontato quei giorni pieni di incertezza e anche tanta rabbia: “Eravamo 30 malati in quel reparto con appena tre bombole di ossigeno — spiega — accanto a me c’era un anziano 84enne di Mantova attaccato al respiratore. Sognava di tornare a casa, poi una sera si è aggravato ed è stato portato via in ambulanza. Il suo respiratore è passato a me”.
Le parole di Sberna, interrotte a volte dalla commozione, dipingono un quadro critico di come i pazienti venissero trattati e assistiti durante l’emergenza: “Non me la prendo con gli infermieri. Hanno fatto il possibile — ci tiene a precisare — la mia rabbia è contro la dirigenza dell’ospedale (che non ho mai visto in reparto) e contro chi gestisce il sistema sanitario in Lombardia: servivano servizi aggiuntivi d’urgenza, che non sono stati garantiti”.
Lui che ha operato spesso in Africa come missionario paragona proprio la sua città al continente da lui amato: “Per la prima volta mi sono sentito povero. Nella mia Brescia, non in Africa. C’è stato un momento che mi sono sentito morire — continua — in quella stanza era un inferno, senza cibo e coperte, con un solo wc. Peggio di certi ospedali del Burundi, che ben conosco”.
La febbre e il bruciore ai polmoni, poi il ricovero al Civile
La sua odissea inizia il 7 marzo con una febbre che sale a 39 e bruciore a polmoni e gola, ma in quel momento la regione Lombardia raccomandava di non recarsi in pronto soccorso e anche di non indossare la mascherina se non si aveva certezza di avere il Covid, ma Sberna su consiglio del suo medico di base in ospedale ci va: “Mi sono presentato l’11 marzo. Facevo fatica a reggermi in piedi. Lì ho vissuto quattro giorni d’inferno. Credevo di morire, di non rivedere più mia moglie e i miei cinque figli — spiega — ricordo il freddo cane: le porte erano sempre spalancate. Ma non avevamo coperte. Non c’era cibo. Passavano quei santi degli infermieri a darci un pacchetto di crackers, dei grissini o uno yogurt. C’era un solo bagno per tutti quei malati, molti dei quali avevano dissenteria e vomito, come me. Un bagno in condizioni vergognose anche in tempi di pace, figurarsi in tempi di Covid. Non hanno aggiunto nemmeno una toilette chimica”.
Inammissibile un trattamento sanitario simile in Lombardia
Una storia conclusasi per fortuna con un lieto fine, perchè il 59enne da quel reparto è uscito e con le sue gambe. Ma resta oltre a una forma fisica che farà fatica a riprendere anche l’amarezza di aver visto una sanità che non ha funzionato come avrebbe dovuto: “È inammissibile un trattamento simile nel 2020 in una delle regioni che si fregia d’avere una sanità tra le migliori d’Europa. Ha fatto bene il parlamentare 5S Ricciardi a denunciare la pessima gestione dell’emergenza Covid in Lombardia. Incomprensibili le reazioni sdegnate dei leghisti — conclude — nessuno mi ha mai telefonato per sapere come stessi, dopo quei quattro giorni in “lavanderia” sono stato trasferito in reparto e poi mandato a casa perchè il mio letto serviva a qualcuno che era in condizioni più gravi delle mie”.
(da Fanpage)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
IL PRIMARIO DEL SACCO DI MILANO: “NESSUN TEST DA’ IL 100% DI GARANZIE DI NON ESSERE INFETTI”
“Tamponi a chi parte? Inutili. Per essere sicuri bisognava aspettare luglio”. A parlare è Massimo Galli, primario di Malattie Infettive all’Ospedale Sacco di Milano che, sulle pagine de Il Messaggero, afferma che “il passaporto sanitario o il certificato di negatività servono solo a complicarci la vita” poichè “non sono particolarmente utili nè sostenibili scientificamente”.
E prosegue:
“O si decide che si tiene chiuso, oppure se riapriamo i confini tra regioni dobbiamo alzare il livello di prudenza […] Nessun test dà il cento per cento di garanzia della non infettività di un soggetto. Se una persona si fosse infettata tre giorni fa e facesse il tampone oggi, con buona probabilità sarebbe negativo e tra tre giorni positivo”.
A chi gli domanda quale possa essere la soluzione risponde:
“Arrivare con maggiore vicinanza alle persone grazie a un servizio sanitario attivo sul territorio […] Ora stiamo riaprendo tutelandoci con mascherine e distanziamento sociale. È la panacea? Forse no, di certo siamo tutti più attenti a identificare i focolai”.
E sulla minore aggressività del virus, Galli dice la sua invitando alla prudenza.
“Non ritengo che il virus sia meno aggressivo, ma che la parte centrale e peggiore dell’epidemia paia essersi già espressa. Ora incrociamo le dita, e non limitiamoci a questo […] Il Covid-19 cova sotto cenere e quando trova la condizione ottimale esplode. Tanto più se abbassiamo la guardia”.
(da agenzie)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
GIUSEPPE IPPOLITO: “UNA MANCANZA DI RISPETTO E RESPONSABILITA'”
“Una mancanza di rispetto e responsabilità ”. Così Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto “Lazzaro Spallanzani” di Roma, in un’intervista a ‘Il Fatto Quotidiano’ ha definito le due manifestazioni di ieri a Piazza del Popolo, sia la sfilata tricolore di FdI e Lega contro il governo Conte, sia il sit-in dei gilet arancioni di Antonio Pappalardo, “che – si legge – sostengono che il Covid sia tutta un’invenzione”.
“Capisce che già chi sostiene una cosa del genere non ha cognizione di ciò che è accaduto negli ultimi mesi” sottolinea Ippolito, che sul pericolo riguardo ai flash mob avverte: “È una situazione molto rischiosa. Non abbiamo dati sui presenti, ma di certo è stata una grossa mancanza di responsabilità in un momento in cui i dati ci danno conforto. Non dobbiamo abbassare la guardia”.
(da agenzie)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
LA DRAMMATICA CONFERENZA STAMPA TRA LE LACRIME
«Volevo che tutti sapessero cosa si sono presi questi agenti. Alla fine della giornata vanno a casa e stanno con le loro famiglie. Gianna non ha un padre», ha detto Roxie Washington nella conferenza stampa
«Non ho molto da dire perchè non riesco a mettere insieme le parole in questo momento». A parlare è Roxie Washington, la madre della figlia di George Floyd, il 46enne americano morto dopo essere stato fermato in modo violento dalla polizia. Mentre per l’ottavo giorno di fila negli Stati Uniti dilagano le proteste, Roxie Washington, tra le lacrime, ha parlato nella sua prima conferenza stampa.
«Volevo che tutti sapessero cosa si sono presi questi agenti. Alla fine della giornata vanno a casa e stanno con le loro famiglie. Gianna non ha un padre», dice Roxie Washington , indicando la figlia di sei anni sul palco con lei. «Non la vedrà mai crescere e laurearsi, non la accompagnerà mai in giro. Se c’è un problema e ha bisogno di suo padre, non ce l’ha più».
«Sono qui per la mia bambina e sono qui per George. Perchè voglio giustizia per lui, perchè era buono. Qualsiasi cosa si pensi era buono. E questa è la prova che era un brav’uomo».
(da agenzie)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
“CHI VUOLE METTERE A TACERE QUELLE VOCI NON HA CAPITO I VALORI DELL’AMERICA”
L’ex Presidente repubblicano George W. Bush ha preso la parola in merito alle proteste di questi giorni e al mondo in cui Donald Trump le sta gestendo. Descrivendosi come “angosciato” dalla morte di George Floyd, ucciso da ufficiale di polizia bianco di Minneapolis, Bush ha esortato gli americani bianchi a cercare modi per sostenere, ascoltare e capire americani neri che affrontano ancora “inquietanti episodi di fanatismo e sfruttamento.
“L’unico modo per vedere noi stessi in una luce vera è ascoltare le voci di così tanti che stanno male e soffrono” ha detto Bush riuscendo a criticare Trump senza mai menzionare prima di aggiungere: “Coloro che si prefiggono di mettere a tacere quelle voci non capiscono il significato dell’America o come diventa un posto migliore. La strada deve essere quella dell’empatia, l’impegno condiviso, l’azione coraggiosa e una pace radicata nella giustizia”.
(da agenzie)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
I TEST EFFETTUATI DAL DOTTOR PICOZZI
Test sierologici ai parlamentari. E’ l’iniziativa di Corti e Onnis, i due inviati de “Le Iene”, che fuori da Montecitorio fermano alcuni politici chiedendo loro di sottoporsi al test rapido per il Covid.
Quasi tutti i risultati sono negativi, ma non è lo stesso per Stefania Prestigiacomo che in presenza del dottor Stefano Picozzi che effettua gli esami, scopre di aver sviluppato gli anticorpi per il coronavirus e quindi di essere risultata positiva, in passato, al Covid.
La deputata di Forza Italia dichiara di aver avuto una forte influenza, insieme al figlio e al marito, nel mese di marzo.
Ma poi aggiunge di essersi sottoposta a un test sierologico risultato negativo. Gli inviati delle “Iene”, insieme al dottor Picozzi, decidono di ripetere l’esame che, anche per la seconda volta, risulta positivo.
(da Globalist)
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Giugno 3rd, 2020 Riccardo Fucile
IL NUCLEO E’ IN ISOLAMENTO, PARTITI I CONTROLLI AI PASSEGGERI CHE HANNO VOLATO CON LORO
“Un intero nucleo famigliare residente a Roma, rientrato in Italia dagli Usa, è risultato positivo al Covid-19 e si e’ posto in auto isolamento contattando prontamente i competenti servizi sanitari della Asl territoriale”. Lo rende noto l’assessore alla Sanita’ della Regione Lazio, Alessio D’Amato.
“Si tratta di un cluster famigliare di importazione ed e’ stato immediatamente avviato il contact tracing internazionale sia per il volo Chicago-Francoforte che per il volo Francoforte-Fiumicino per rintracciare, come da protocollo, il resto dei viaggiatori”, precisa l’assessore.
Che poi sottolinea: “Il nucleo famigliare e’ stato molto collaborativo e responsabile. Il percorso da Fiumicino a casa e’ stato effettuato con auto privata e senza contatti con altre persone. E’ stata avviata immediatamente l’indagine epidemiologica, sono stati contattati dai servizi di prevenzione e sottoposti immediatamente a tampone.
Al momento – conclude D’Amato – non ci sono particolari problematicità , ma l’allerta sugli scali aeroportuali e ferroviari di Roma resta elevata”.
(da Globalist)
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