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COME MAI CATERINA FUNEL È ANCORA NELLA SEGRETERIA ORGANIZZATIVA DI ATREJU, AL FIANCO DI DONZELLI?

Dicembre 16th, 2024 Riccardo Fucile

COINVOLTA NELL’INCHIESTA DI “FANPAGE” “GIOVENTÙ NAZIONALE”, LA 30ENNE CONTINUA A GESTIRE LE TRUPPE CAMMELLATE DEI MELONIANI UNDER 18, BENCHÉ ORMAI SIA PIÙ IN ETÀ DA LAVORO CHE DA KINDERGARTEN…. AL TERMINE DELL’EVENTO, LA PHOTO-OPPORTUNITY CON LA GRANDE CAPA. E PRIMA O POI, CHISSÀ, ARRIVERÀ UNA CANDIDATURA… QUANDO DICEVA “FINCHÉ SE NE VA L’ULTIMO GIORNALISTA MENO…”

Perché la “sorellina d’Italia” Caterina Funel è ancora nella segreteria organizzativa di Atreju, al fianco di Donzelli?
Coinvolta nell’inchiesta di Fanpage “Gioventù Nazionale”, la trentenne continua a gestire le truppe cammellate dei meloniani under 18, benché ormai sia più in età da lavoro che da kindergarten.
E come ogni chiusura che si rispetti, la photo-opportunity con la grande capa. E prima o poi, chissà, arriverà una candidatura…
MA DONZELLI NON AVEVA GARANTITO PROVVEDIMENTI?
“Fratelli d’Italia interverrà con grande fermezza nei confronti dei responsabili”, promette Giovanni Donzelli, coordinatore nazionale del FdI, che in questa seconda puntata viene tirato direttamente in ballo per il suo legame professionale con due esponenti dell’organizzazione giovanile del suo partito: una era Caterina Funel, componente della segreteria congressi di Fdi,
(da Dagoreport)

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COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE”

Dicembre 16th, 2024 Riccardo Fucile

OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA

Perché alla Ducetta è partito l’embolo, e pure la ciabatta, contro l’85enne Romano Prodi? Perché l’ex premier dell’Ulivo che sconfisse Berlusconi ha messo il dito nella piaga dichiarando: “L’establishment americano adora la Meloni perché obbedisce”
Obbediente a chi? Ai veri poteri forti internazionali, quei potentissimi fondi che fino al suo ingresso a Palazzo Chigi la Melona vedeva come il fumo agli occhi. Ma una volta entrata nella famosa stanza dei bottoni, fatti due conti in cassa, la Sovranista della Garbatella è stata costretta ad abbassare il capino alla real politik in modalità Cuccia: “Articolo quinto: chi ha i soldi, ha vinto”.
L’ideologia statalista dei Fazzolari non prevedeva infatti l’acquisizione della Rete Unica da parte di KKR, né l’ingresso di Blackstone e di Macquarie nel capitale delle autostrade di Aspi, per non parlare della loro forte presenza in gran parte del sistema bancario ed economico del Bel Paese.
Tutto ciò, però, non toglie al tatticismo di Meloni la determinazione di cambiare subito casacca, quando si ritrova l’inatteso ritorno di Trump alla Casa Bianca. E, dopo aver fatto la smorfiosa con Biden, eccola scodinzolare tra le braccia di Musk, pronta a srotolare la guida rossa ai satelliti di Starlink in Italia, pur di riagguantare una via preferenziale con il nuovo “padrone”, mettendo fuorigioco pure le smanie trumpiane della prima ora di Salvini.
E quando sul “balcone” di Atreju ha esclamato a proposito delle critiche di Prodi (“Ho aperto una bottiglia di vino migliore e brindato alla mia salute), probabilmente la “Nana malefica” (copy Crosetto) aveva ancora rimbombanti nella testolina le critiche dell’ex premier dell’Ulivo rilasciate durante il programma “Piazzapulita”.
Quando Corrado Formigli ha rivolto una domanda sullo strapotere Elon Musk, Prodi non ha avuto alcuna titubanza a rispondere: “Il nostro Presidente del Consiglio è obbediente al padrone di Musk”.
A quel punto, Formigli si è fatto sotto: “Musk disprezza le democrazie europee, parla di una burocrazia assurda, la ridicolizza anche, non perde l’occasione di attaccare, tra l’altro, la sinistra politica e il governo italiano. Siccome Giorgia Meloni mostra questa grande vicinanza e amicizia verso Musk, gioca un po’ col fuoco secondo lei?’’
E Prodi ha rincarato la dose: “Meloni obbedisce, come dicevo prima, davanti al nuovo grande potere che appare inarrestabile. Ma è un grande errore: perché la strategia esplicita di Trump e di Musk non è di trattare con l’Unione Europea, ma coi singoli paesi: per loro l’idea di negoziare con il presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen non ha alcun senso. Allora. quando ci sarà da trattare sui dazi, comincerà con la Germania, poi con la Francia, la Spagna…”
La forza mediatica di “Io so’ Giorgia”, alla pari di quella di Trump, non ha pari: grazie al coatto fattore Underdog, riesce a convincere di più e meglio la gente rispetto al riccastro brianzolo, Silvio Berlusconi, padre del populismo parolaio. Ma, quando i nodi arriveranno al pettine, che farà Giorgia Meloni? Da camaleontica voltagabbana tratterà i dazi con Trump o resterà in Europa al fianco di Ursula, che si è sbattuta come un Moulinex per affidare la vicepresidenza esecutiva in Commissione al suo fedelissimo, Raffaele Fitto?
Altro rodimento di Meloni nei riguardi di Prodi è innescato dal fatto che il Prof bolognese da alcuni mesi si sta dando da fare per individuare il fatidico “federatore” che possa racchiudere, come fece il Prof all’epoca dell’Ulivo, tutte le anime di quel centro liberale-cattolico che dovrebbe diventare l’alleato del Partito Democratico, pronto per le prossime politiche del 2027 a sfidare il governo, ormai totalmente in mano alla Ducetta. Quindi, pericolo all’orizzonte e subito partono le manganellate al nuovo “nemico”.
(da agenzie)

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MOLLICONE FOLGORATO SULLA VIA DI BUCAREST: IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CULTURA, NEMICO ACERRIMO DI ALESSANDRO GIULI, DA QUALCHE TEMPO HA STRETTO UN LEGAME CON UNA COLLABORATRICE NON ORGANICA AL PARTITO: LA RUMENA GEORGIANA IONESCU, DIPENDENTE DI CIVITA, IL PIÙ RILEVANTE ENTE DEL SETTORE DELLA CAPITALE

Dicembre 16th, 2024 Riccardo Fucile

IONESCU HA OTTENUTO UN CONTRATTO DALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE CULTURA (PRESIEDUTA DA MOLLICONE) E ACCOMPAGNA IL POLITICO IN INIZIATIVE UFFICIALI…IN FDI MORMORANO: QUESTO INTRECCIO È OPPORTUNO? E PERCHÉ MOLLICONE HA PUNTATO COSÌ TANTO SULLA GIORNALISTA?

Da patrioti, difensori della nazione italica, a sponsor della Repubblica della Romania è un attimo. La battuta circola da qualche tempo nelle riunioni informali dei Fratelli d’Italia. È riferita a Federico Mollicone, presidente della commissione cultura, aspirante (e più volte deluso) ministro della Cultura.
Oltre al sarcasmo sui legami con Bucarest, però, serpeggia nell’ambiente del suo partito un filo di preoccupazione per via del legame che Mollicone ha stretto con una collaboratrice non organica al partito. A lei ha affidato incarichi formali e meno ufficiali. E con lei condivide trasferte, riunioni, momenti conviviali e informazioni che comunque, dicono le stesse fonti, sarebbe meglio restassero interne al partito.
La consulente, finora rimasta nell’ombra, è Georgiana Ionescu, originaria della Romania, esperta di mostre, arte ed eventi culturali.
Lavora per Civita mostre e musei, il più rilevante ente del settore della Capitale. E allo stesso tempo, ha scoperto Domani, ha ottenuto un contratto dalla presidenza della commissione Cultura a Montecitorio, direttamente dal presidente Mollicone, con cui ormai lavora in simbiosi: l’ha ingaggiata come collaboratrice retribuita dal budget mensile a disposizione di ogni presidente di commissione alla Camera.
«Ci siamo conosciuti in ambito di iniziative culturali a cui ho partecipato. Ma parliamo di una collaboratrice esterna, la cui attività è tutelata dalla privacy. Da circa un anno, con lettera d’incarico, Ionescu ha iniziato una consulenza esterna, non dipendente e senza esclusiva», dice Mollicone, contattato da Domani.
Il suo compito è un «apporto esterno alla segreteria per le attività di diplomazia culturale nazionale e internazionale che la Commissione porta avanti nell’ambito delle sue attività istituzionali. Per questo ha preso parte a eventi per ragioni di pubbliche relazioni».
Ionescu non risparmia le proprie energie, è impegnata su mille fronti: la commissione, il ruolo in Civita, certo, ma anche in fondazioni, associazioni e nell’intergruppo parlamentare Cultura arte e sport (Icas), fondato proprio da Mollicone.
Nell’intraprendenza di Ionescu potrebbe celarsi un conflitto di interessi. La troviamo, infatti, impegnata allo stesso tempo come curatrice di mostre, benedette dal presidente della commissione, che è coinvolto anche in eventi culturali organizzati dal’ associazione, ArtSharing, o dalla fondazione Marta Czok, di cui fa parte proprio Ionescu. I potenziali conflitti di interessi non si esauriscono qui: ha seguito, per esempio, la curatela, di mostre patrocinate dall’intergruppo parlamentare fondato e coordinato da Mollicone.
Secondo quanto riferiscono fonti ben informate del partito, Ionescu era presente in alcune riunioni riservate negli uffici di Mollicone e altri esponenti del partito. L’argomento era quello delle nomine del settore, molto delicato per un partito come quello della fiamma.
Indiscrezioni che il presidente della commissione Cultura di Montecitorio smentisce: «Non so a cosa vi riferiate». E respinge le ombre di conflitto di interessi: «Le commissioni non erogano fondi». Mentre sul suo ruolo aggiunge: «Ho patrocinato decine e decine di mostre, di diverse organizzazioni. Fa parte delle mie funzioni istituzionali».
Ricapitolando, Ionescu è stata assunta come collaboratrice della presidenza della commissione Cultura. Con lei Mollicone ha contrattualizzato altre quattro persone, tra cui Carlo Prosperi capo della comunicazione del presidente della commissione Cultura e Silvia Palombo che segue le relazioni istituzionali dello stesso organismo.
Ionescu è laureata in giornalismo all’Università Babes-Bolyai di Cluj-Napoco in Romania. Da un po’ di tempo a questa parte, Mollicone riserva grande attenzione alla Romania. Sono molteplici gli incontri con gli esponenti istituzionali rumeni e i viaggi in quel territorio.
Il 2 ottobre, per esempio, il deputato era al Museo nazionale romano, con Ionescu, per «celebrare un’importante operazione di diplomazia culturale» coi paesi della Romania. Con il medesimo intento diplomatico, a giugno scorso, ha preso parte alla mostra “Romania-Italia” sull’arte del ricamo. L’anno scorso, invece, ha accolto per una mostra alle Terme di Diocleziano la ministra della Cultura romena Raluca Turca e tra gli altri l’ambasciatrice rumena in Italia Gabriela Dancau.
Risale ad aprile la partecipazione di Mollicone alla biennale di Venezia per l’inaugurazione della targa commemorativa con l’effigie di Nicolae Iorga, intellettuale rumeno. «Il mio staff era presente alla mostra del Cinema di Venezia, fra cui anche Ionescu», afferma Mollicone, ma «non ha alcun genere di copertura economica della Camera». Fatto sta che sono di nuovo insieme, nel 2023, all’Università dell’Ovest di Timisoara, per un incontro istituzionale.
Nella stessa città sono tornati a metà novembre scorso, per l’inaugurazione della mostra su Caravaggio, organizzata dalla fondazione Longhi: le opere della collezione di Roberto Longhi, uno dei più importanti storici dell’arte del XX secolo esposte in una mostra dedicata alla pittura di Caravaggio. La mostra, con 43 opere, è organizzata dal Museo Nazionale d’Arte Timisoara in collaborazione con la Fondazione Longhi di Firenze e Civita Mostre e Musei di Roma, dove appunto lavora Ionescu.
Mollicone era lì e ha celebrato l’evento con un post: «Importante operazione di diplomazia culturale in continuità con Timisoara capitale europea della cultura che abbiamo sostenuto convintamente come commissione cultura alla Camera». Proprio l’organismo presieduto dal deputato e dove lavora la collaboratrice-consulente Ionescu. Insieme al parlamentare di FdI anche lei è andata a Timisoara per la mostra della collezione Longhi: il volo, risulta dai documenti letti da Domani, è stato pagato dal ministero degli Affari Esteri, così anche per gli altri della fondazione per un totale di 1.500 euro perché l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest hanno contribuito all’operazione.
Ionescu era lì per conto di Civita mostre e musei? Oppure è volata lì nel ruolo di collaboratrice del presidente Mollicone?
Domani ha chiesto direttamente a Ionescu il motivo per cui la Farnesina abbia pagato il volo: «Sono una collaboratrice, una semplice consulente, di Civita. Il motivo lo può chiedere al ministero». E sul possibile conflitto interessi tra le sue attività e il ruolo a Montecitorio, replica: «Non credo ci sia». Ionescu infine smentisce, al pari di Mollicone, la presenza alle riunioni sulle nomine: «Non sono così importante».
Il legame tra i due sembra essere molto stretto e va al di là della promozione della diplomazia culturale con la Romania. Numerose le manifestazioni in Italia e all’estero durante le quali sono stati immortalati insieme. Qualche esempio: a febbraio 2024, in India, Mollicone era in missione istituzionale nella regione del Kerala per partecipare alla conferenza internazionale del Soft Power Club. Allo stesso tavolo c’era Ionescu. Qualche mese dopo, a fine agosto, entrambi sono stati invece al festival di Venezia, alla prima di Pablo Larrain, e dalla stessa angolazione hanno postato video di una commossa Angelina Jolie.
Dentro Fratelli d’Italia circola con insistenza una domanda: questo intreccio tra attività professionale di Ionescu e il suo ruolo per il presidente della commissione è opportuno? E perché Mollicone ha puntato così tanto sulla giornalista? Di certo dentro il partito l’attenzione è a livello di allerta massima nei confronti dei collaboratori esterni. Il caso-Boccia, che travolto l’ex ministro Gennaro Sangiuliano, è una ferita aperta. E per quanto l’intreccio Mollicone-Ionescu sia una storia diversa, con la giovane esperta d’arte contrattualizzata da Mollicone, i timori riguardano piuttosto la questione di opportunità attorno a questa miscela di interessi privati di lei e attività pubblica.
(da Domani)

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I DATORI DI LAVORO CHE CI PIACCIONO: TOMMASO MAZZANTI, FONDATORE E AD DELL’ANTICO VINAIO, HA STANZIATO UN MILIONE DI EURO COME PREMIO AZIENDALE PER I SUOI DIPENDENTI

Dicembre 16th, 2024 Riccardo Fucile

PREVISTO ANCHE UN WELFARE FINO A 3MILA EURO A PERSONA, UNA SETTIMANA DI FERIE REGALO IN PIÙ RISPETTO A QUELLE PREVISTE DAL CONTRATTO E, PER CINQUE DIPENDENTI, UNA SETTIMANA ALLE MALDIVE IN UN RESORT A 5 STELLE DA ASSEGNARE CON UNA LOTTERIA INTERNA

All’Antico Vinaio, la rete di negozi alimentari celebre per le schiacciate farcite, stanzia 1 milione di euro per i premi aziendali ai dipendenti. Il fondatore Tommaso Mazzanti lo annuncia sui social.
Previsti anche un welfare fino a 3.000 euro a persona, una settimana di ferie regalo in più rispetto a quanto stabilito dal Ccnl di settore, e per cinque dipendenti, in organico da almeno un anno, una settimana alle Maldive in resort 5 stelle da assegnare con una lotteria interna.
“Quest’anno ho deciso di alzare ancor di più l’asticella. Almeno 1 milione di euro verrà erogato e usufruito nel 2025 dai nostri collaboratori”, spiega Tommaso Mazzanti, ad di All’Antico Vinaio, che ha raggiunto circa 40 negozi tra Italia, Stati Uniti e Emirati Arabi, quasi 600 collaboratori e un fatturato 2024 di circa 75 milioni di euro.
(da agenzie)

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DOPO 18 ANNI IN PARLAMENTO L’EX MINISTRO ORLANDO LASCIA IL POSTO ALLA CAMERA: RIMARRÀ IN REGIONE LIGURIA IN ATTESA DI CORRERE PER LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA IN PRIMAVERA

Dicembre 16th, 2024 Riccardo Fucile

NEL CAPOLUOGO LIGURE ALLE REGIONALI A FINE OTTOBRE ORLANDO HA PRESO 18MILA VOTI IN PIÙ DEL SINDACO BUCCI)… E’ STATA ELLY A RISPEDIRE L’EX MINISTRO A GENOVA: DEVE RADICARSI SUL TERRITORIO

Il deputato dem Andrea Orlando, già ministro nei governi Letta, Renzi, Gentiloni e Draghi, candidato presidente progressista alle ultime Regionali in Liguria, lascia il Parlamento.
Eletto da capolista del Pd alla Camera alle Politiche del 2022 nel collegio ligure, primo riferimento della sinistra del partito, ha ufficializzato con un video messaggio sui social la decisione di proseguire la sua attività politica nel Consiglio regionale della sua regione, dove era entrato il mese scorso da primo rappresentante della coalizione di centrosinistra, candidato sconfitto alle elezioni liguri di fine ottobre.
In Parlamento da 18 anni, per Orlando, arrivato ad un soffio dalla riconquista della Liguria (la sconfitta contro il candidato del centrodestra, Marco Bucci, è arrivata per appena 8400 voti), la scelta di lasciare la Camera per continuare a fare politica nel contesto locale, oltre che un precedente, – è la prima volta che un campo corrente del partito rinuncia al Parlamento per investire sul territorio – vale un investimento sul percorso di costruzione del campo in una regione dove il centrosinistra perde praticamente tutto da dieci anni.
E dove una possibile prova di rivincita, le Comunali genovesi della prossima primavera, in una città dove teoricamente il fronte progressista parte un vantaggio (a Genova a fine ottobre Orlando ha preso 18mila voti in più del sindaco Bucci), è già all’orizzonte.
“Rimango in Liguria per continuare la battaglia che ho iniziato candidandomi alle Regionali, contro una destra arrogante, opaca, impegnata a fare gli interessi di pochi”, è il pensiero dell’ex ministro dem, che ai suoi ha già motivato la scelta del passo indietro in Parlamento con l’idea per cui vengono prima le istituzioni delle pur legittime ambizioni di carattere nazionale.
La decisione di Orlando arriva più o meno a sorpresa dopo “settimane di riflessione” nonostante la richiesta della stessa segreteria nazionale del partito, dove si è fatto capire si sarebbe preferito rimanesse nel gruppo alla Camera. Nelle settimane scorse Orlando aveva incontrato prima la capogruppo alla Camera del partito, Chiara Braga, poi la segretaria Elly Schlein. A entrambe, aveva ribadito l’intenzione di continuare a investire sulla Liguria, e di voler proseguire l’impegno della campagna elettorale entrando in Consiglio regionale.
La stessa Schlein ha comunque assegnato all’ex deputato un ruolo politico nazionale di primo piano all’interno del partito, come responsabile del settore lavoro, industria e conversione ecologica del “Progetto per l’Italia” lanciato dalla segretaria.
“Ora, con il disegno che per poco non è risultato maggioritario alle ultime elezioni regionali, dobbiamo ripartire – spiega ancora Orlando – Dobbiamo evitare gli errori che abbiamo commesso prima delle elezioni regionali, le contraddizioni, le divisioni, i particolarismi, i personalismi, e dobbiamo soprattutto fare i conti con una destra arrogante e che nega l’evidenza, che quando gli si pongono delle questioni di merito risponde con aggressioni di carattere personale. Però non dobbiamo perderci d’animo. Dalla nostra abbiamo buone ragioni, abbiamo la forza, l’entusiasmo di tante militanti e di tanti militanti; abbiamo un risultato importante in alcuni grandi centri della nostra regione. Quella è la base da cui dobbiamo ripartire insieme”
Dopo tanti anni a Roma, tra legislature da deputato e ruoli di governo, al posto di Orlando entrerà alla Camera un genovese, l’ex segretario provinciale del Pd Alberto Pandolfo. Ingegnere, 39 anni, in questi anni vicino a Paola De Micheli, attualmente al terzo mandato come consigliere comunale a Genova, una storia politica partita dall’Ulivo e proseguita come assistente parlamentare Roberta Pinotti prima, e come segretario particolare del sottosegretario alla Difesa e segretario particolare del ministro della Difesa poi, Pandolfo dovrebbe prendere il posto di Orlando alla Camera dall’inizio dell’anno.
(da La Repubblica)

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“IL MODELLO ECONOMICO DEI SALARI BASSI NON È PIÙ SOSTENIBILE”: MARIO DRAGHI A PARIGI SUONA LA SVEGLIA A IMPRENDITORI E LEADER DELL’UNIONE EUROPEA

Dicembre 16th, 2024 Riccardo Fucile

IL VECCHIO CONTINENTE RISCHIA DI FINIRE STRITOLATO TRA LA PRODUZIONE A BASSO COSTO CINESE E L’ISOLAZIONISMO DI TRUMP NEGLI USA. ERGO: BISOGNA CAMBIARE IL MODELLO ECONOMICO BASATO SULL’EXPORT… “SERVE UN APPROCCIO COMBINATO DI ‘RIFORME STRUTTURALI E POLITICHE MACROECONOMICHE’ PER RILANCIARE LA CRESCITA”

Draghi è tornato a parlare di debito comune, la proposta più controversa del suo rapporto, ribadendo però che dovrebbe essere discussa dopo che il mercato sarà davvero unito. E siccome ci vorrà tempo, nell’attesa si tratta di ridefinire il modo in cui ragioniamo di politiche fiscali, uscendo dalla dicotomia tra espansione e restrizione e migliorando invece la composizione, con «più investimenti pubblici», e il coordinamento tra Paesi.
Il nuovo Patto di Stabilità, ha detto, offre dei margini da sfruttare al massimo: «Se tutti i Paesi facessero pieno uso degli spazi concessi dal periodo di aggiustamento di sette anni, sarebbero disponibili 700 miliardi extra per investimenti». Si tratta di una bella fetta delle (enormi) risorse di cui l’Europa ha bisogno per competere con Stati Uniti e Cina nelle transizioni verde e digitale. L’alternativa, ha ribadito Draghi, non è un declino «comodo e gestibile », ma una crisi che metterebbe a rischio i suoi stessi valori
Mario Draghi ha rilanciato le nuove regole del Patto di Stabilità parlando nella serata di ieri a Parigi al Simposio annuale del Centre for Economic Policy Research (Cepr), spiegando che sarebbe «una quota significativa delle necessità di investimenti pubblici» per le riforme strutturali di cui l’Europa ha bisogno, in assenza di debito comune.
Davanti a una Cina meno favorevole ai produttori europei e alla minaccia di protezionismo dell’America di Trump, Draghi è tornato ad ammonire l’Europa affinché cambi il suo modello economico, oggi basato soprattutto sull’export.
«Le politiche europee hanno tollerato una bassa crescita salariale per aumentare la competitività esterna, aggravando il debole ciclo reddito-consumo, e rinunciato a usare lo spazio fiscale per contrastare la debole domanda interna», ha ricordato Draghi. Ma oggi questo modello economico basato sulla domanda esterna e su livelli salariali bassi «non è più sostenibile».
Serve un approccio combinato di «riforme strutturali e politiche macroeconomiche» per rilanciare la crescita, ha sottolineato l’ex presidente Bce. Precisando che il concetto di «riforma strutturale» è cambiato. «Dieci anni fa, il termine si riferiva principalmente all’aumento della flessibilità del mercato del lavoro e alla compressione dei salari. Oggi significa aumentare la crescita della produttività senza dislocare il lavoro, ma piuttosto riqualificando le persone».
Di tante misure, «il mercato unico europeo e il mercato dei capitali sono fondamentali, in quanto sostengono i meccanismi di base che guidano la crescita della produttività», ha sottolineato Draghi
Se l’Europa continua con il suo tasso di crescita della produttività media dal 2015, «in 25 anni l’economia continentale avrà le stesse dimensioni di oggi», mentre le spese per pensioni, energia, difesa e digitalizzazione aumentano. Ecco le cifre: passività pensionistiche non finanziate nei Paesi dell’Ue che vanno dal 150% al 500% del Pil, i 750-800 miliardi all’anno stimati dalla Commissione e dalla Bce necessari per investire in energia, difesa, digitalizzazione e R&S, senza considerare l’emergenza ambientale.
(da agenzie)

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GRAZIE GIORGIA! IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO È ARRIVATO A 2.981,3 MILIARDI, UN NUOVO MASSIMO STORICO

Dicembre 16th, 2024 Riccardo Fucile

ORMAI SIAMO A UN SOFFIO DAI 3.000 MILIARDI (A OTTOBRE E’ AUMENTATO DI 19,9 MILIARDI DI EURO RISPETTO AL MESE PRECEDENTE)

Il debito pubblico italiano a ottobre è aumentato di 19,9 miliardi di euro rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.981,3 miliardi, un nuovo massimo storico ormai a un soffio dai 3.000 miliardi.
Lo rende noto la Banca d’Italia nel suo rapporto sulla Finanza pubblica. L’incremento del debito – si legge – riflette 17,5 miliardi di fabbisogno delle amministrazioni pubbliche e una crescita delle disponibilità liquide del Tesoro di 2,7 miliardi.
Aumenta di 19,8 miliardi il debito dello Stato, e di appena 0,1 miliardi quello delle amministrazioni

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CHE GRANDI (IM)PRENDITORI CHE ABBIAMO IN ITALIA: IN PROVINCIA DI CASERTA UN OPERAIO E’ STATO LICENZIATO DALL’AZIENDA PER CUI LAVORAVA DOPO AVER ADERITO AL SINDACATO

Dicembre 16th, 2024 Riccardo Fucile

IN CALABRIA RILEVATE VIOLAZIONI IN MATERIA DI LAVORO SOMMERSO E LEGISLAZIONE SOCIALE AI DANNI DI 87 LAVORATORI DI UNA SOCIETÀ DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE: QUASI TUTTI I DIPENDENTI VENIVANO CONTRATTUALMENTE ASSUNTI CON ORARI DI LAVORO PART TIME PRESTANDO INVECE LAVORO FULL TIME

Sarebbe stato licenziato dall’azienda per cui lavora dopo aver aderito alla Flai-Cgil, sindacato che si occupa dei lavoratori agricoli e delle industrie agroalimentari.
È quanto denunciato dal segretario della Flai-Cgil di Caserta Tammaro Della Corte, che da giorni ha avviato una mobilitazione a Grazzanise (Caserta) contro il caseificio dove l’operaio lavorava, reo, secondo il sindacalista, di aver licenziato in modo illegittimo un lavoratore che si era da poco iscritto alla Flai-Cgil. Fuori ai cancelli dell’azienda qualche giorno fa c’è stato anche un presidio di solidarietà del sindacato con lavoratori e lavoratrici.
“Il giovane addetto – spiega Della Corte – dopo essersi iscritto al nostro sindacato ha ricevuto una lettera immediata di licenziamento, senza alcuna contestazione; solo successivamente le contestazioni sarebbero arrivate nel tentativo pasticciato di ‘normalizzare’ il licenziamento, che a nostro avviso è chiaramente illegittimo.
La coincidenza temporale tra l’adesione al sindacato e il provvedimento disciplinare lascia pochi dubbi sul reale intento dell’azienda. Per questo motivo – aggiunge il segretario di Flai-Cgil di Caserta – oltre all’impugnazione del licenziamento, abbiamo avviato una denuncia formale per condotta antisindacale, con l’obiettivo di portare alla luce una gestione aziendale che rifiuta il dialogo e preferisce imporsi con atti di forza”. L’azione del sindacato non si limiterà solo alle aule giudiziarie.
“Intendiamo portare avanti – sottolinea Della Corte – una campagna di sensibilizzazione per coinvolgere l’opinione pubblica e tenere alta l’attenzione su questa vicenda, che rappresenta un chiaro esempio di abuso di potere da parte di un’azienda. È fondamentale far capire alla gente, che episodi come questi non riguardano solo il singolo lavoratore, ma minano i diritti collettivi conquistati con anni di lotte sindacali”, conclude il sindacalista.
Violazioni in materia di lavoro sommerso e legislazione sociale ai danni di 87 lavoratori sono state scoperte dai finanzieri della Tenenza di Tropea e da personale dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro e dell’Inps di Vibo Valentia nel corso di attività ispettiva eseguita nei confronti di una società operante nel settore della grande distribuzione.
L’attività ,che ha riguardato il periodo tra il 2020 e 2024 e che si inserisce nell’ambito della pianificazione operativa dell’attività di vigilanza prevista dalla recente normativa di settore, ha portato, complessivamente, ad un recupero contributivo che supera i 730 mila euro La zona interessata dall’intervento è quella della Costa degli Dei in provincia di Vibo Valentia. Nello specifico, è emerso che quasi tutti i dipendenti venivano contrattualmente assunti con orari di lavoro part time prestando, tuttavia, lavoro con orari full -time o part-time superiore a quello denunciato, talvolta senza il riconoscimento delle maggiorazioni contributive dovute per il lavoro domenicale.
Inoltre era stato adottato nei loro confronti un errato livello d’inquadramento contrattuale, con evidenti incongruenze tra le mansioni che avrebbero dovuto svolgere, riportate nel Libro Unico del Lavoro, e quelle realmente prestate. Ai dipendenti, secondo quanto riferito, sarebbero state poi attribuite arbitrariamente assenze non retribuite rispetto alle quali la società avrebbe operato indebite trattenute previdenziali ed assistenziali.
L’azienda avrebbe anche illecitamente beneficiato di diversi sgravi fiscali e contributivi, relativi alle agevolazioni concesse per l’occupazione in aree svantaggiate, vome la Decontribuzione Sud, nonché al conguaglio/esonero per assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato. Ulteriori violazioni sono state accertate anche in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro con il conseguente provvedimento di sospensione dell’attività disposto dall’Ispettorato territoriale del lavoro.
(da agenzie)

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SERGIO MATTARELLA ALLA FARNESINA RIFILA CEFFONI ALLA DUCETTA E AL SUO BEST FRIEND AMERICANO: “SIAMO DI FRONTE AL PARADOSSO DI UNA SOCIETÀ GLOBALE SEMPRE PIÙ INTERCONNESSA IN UNA FASE IN CUI SI AFFACCIANO NUOVAMENTE, CON RICETTE STANTIE, LE SIRENE DEL SETTARISMO NAZIONALISTICO”

Dicembre 16th, 2024 Riccardo Fucile

“NON È LA PRIMA VOLTA CHE GLI STATI VENGONO MESSI IN DISCUSSIONE. TEMA CHE APPARE DI RINNOVATA ATTUALITÀ A FRONTE DI OPERATORI INTERNAZIONALI SVINCOLATI DA OGNI PATRIA, LA CUI POTENZA FINANZIARIA SUPERA OGGI QUELLA DI STATI DI MEDIA”

“Siamo di fronte al paradosso di una società globale sempre più interconnessa e interdipendente che attraversa una fase in cui si affacciano nuovamente, con ricette stantie, le sirene del settarismo nazionalistico, etnico, quando non arbitrariamente religioso. Divisioni e fratture profonde si moltiplicano”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla XVII edizione degli Stati generali della diplomazia in corso alla Farnesina.
“Viene spontaneo chiedersi quale posto abbia la diplomazia in questo contesto, rispetto ad atteggiamenti e a forze – anche di natura non statuale – che si propongono di intaccare la cornice di norme e principi statuiti per assicurare ai membri della comunità internazionale interazioni stabili e ordinate secondo regole riconosciute e valide per tutti.
Non è la prima volta nella storia che gli Stati vengono messi in discussione nella loro capacità di perseguire e garantire gli interessi dei popoli e, quindi, dei loro cittadini. Tema che appare di rinnovata attualità a fronte di operatori internazionali svincolati da ogni patria, la cui potenza finanziaria supera oggi quella di Stati di media dimensione e la cui gestione di servizi essenziali sfiora, sovente, una condizione monopolistica”
“Divisioni e fratture profonde si moltiplicano. Viene spontaneo chiedersi quale posto abbia la diplomazia in questo contesto, rispetto ad atteggiamenti e a forze – anche di natura non statuale – che si propongono di intaccare la cornice di norme e principi statuiti per assicurare ai membri della comunità internazionale interazioni stabili e ordinate secondo regole riconosciute e valide per tutti.
Non è la prima volta nella storia che gli Stati vengono messi in discussione nella loro capacità di perseguire e garantire gli interessi dei popoli e, quindi, dei loro cittadini.
Tema che appare di rinnovata attualità a fronte di operatori internazionali svincolati da ogni patria, la cui potenza finanziaria supera oggi quella di Stati di media dimensione, e la cui gestione di servizi essenziali sfiora, sovente, una condizione monopolistica”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla XVII Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d’Italia.
I “drammi migratori sono talvolta oggetto di gestioni strumentali da parte di alcuni Stati, per trasformarli in minaccia nei confronti dei vicini, in palese violazione di convenzioni internazionali liberamente sottoscritte”.
“Nelle democrazie mature la politica estera è motivo di naturale convergenza tra le diverse opinioni che animano il dibattito pubblico. In Italia è stato un processo che si è gradualmente affermato nei decenni, dopo la lezione degasperiana”.
(da agenzie)

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