AFGHANISTAN, OPERAZIONE FAZZOLETTO ROSSO: COSI’ I CARABINIERI HANNO PORTATO IN SALVO LE ATTIVISTE DIRETTE IN ITALIA
DOPO ORE DI PAURA I CARABINIERI DEL TUSCANIA SONO RIUSCITI TRA LA FOLLA A RECUPERARE IL GRUPPO DELLE RAGAZZE… “DI’ ALLA TUA GENTE CHE SIETE ANGELI”
Dopo ore di pura agonia nel timore che per la terza notte non sarebbero riuscite a entrare, il gruppo delle ragazze con il fazzoletto rosso è riuscito a superare i cancelli dell’aeroporto. “Dì alla tua gente che sono angeli”, dice Maryam Sadaat, un’attivista per i diritti delle donne e funzionaria della vecchia amministrazione.
Parla dei carabinieri del Tuscania che dopo ore e ore di tira molla con gli americani, e dopo l’intervento del Coi, del ministero degli Esteri e del console, sono usciti e con Amina di Nove Onlus, sono andati avanti indietro tutto il giorno a cercare tra la folla le ragazze vestite di nero e con il fiocco rosso.
Un’idea delle donne per potersi riconoscere in fretta, per restare unite tra le migliaia di persone che sperano prima o poi di prendere uno dei voli della speranza.
Buona parte delle 140 che erano sulla lista, sono riuscite a far capolino dall’altra parte. Mandami un video, Maryam fammi vedere che sei dentro e stai bene. “Amica mia, non posso, sono 10 ore che sono qui al caldo, sono inguardabile”, e allora si sorride di questa frivolezza che i talebani non avrebbero mai consentito.
Anche in questo le donne che arriveranno in Italia, sono diverse dalle donne che furono oppresse 25 anni fa dai talebani, sono ragazze che hanno studiato, madri che mandano i figli a scuola e poi vanno a lavorare. Molte di loro hanno la patente e tutte hanno sfidato la misoginia, per rendere l’Afghanistan un posto che ora sembra così lontano.
Ci hanno messo tre giorni, tre notti, il rischio di attraversare Kabul, gli stratagemmi per arrivare all’aeroporto, gli spintoni, le botte, gli schiacciamenti. Ci sono donne incinte e bambini appena nati. “So che devo dirle addio, almeno per il momento, ma ho capito già che con voi italiani sarà al sicuro, i vostri carabinieri sono stati gentili”, ci dice Salim che ha deciso di restare per mettere in ordine suoi affari.
Lui ha fornito microcrediti a centinaia di donne in tutto il Paese che hanno messo su delle attività. “Devo restare ma ci ritroveremo”, promette alla moglie che tra le lacrime dice che lui è la sua vita.
Maryam passa il telefono a un sorpreso carabiniere, che mormora “state pure tranquille, ora queste signore sono al sicuro”.
Fuori si continua a cercare, alcune famiglie non sono nella lista, altre sono disperate. Gli americani sparano e tutti si buttano a terra. Sono ore infinite per queste persone che devono dire addio alle loro famiglie. Tra chi è andato oltre, ci sono tanti bambini, donne incinta e una ragazza transgender e disabile mandata dalla Croce Rossa.
E mentre queste si accingono a partire, un altro aereo, di Nove Onlus fornito dal Trust In Nome Della Donna, atterra in Italia. Tutte queste donne rappresentano la società civile di un Paese che non permette ci sia, sono istruite, con buone posizioni, un lavoro.
Persone che quando si sono strette il fazzoletto rosso della salvezza, hanno promesso di portare avanti la battaglia di tutte le altre, di quelle che restano e che non hanno avuto scelta, e che non permetteranno vengano dimenticate.
(da La Repubblica)
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