ALLARME ROSSO A VIA DELLA SCROFA: FRATELLI D’ITALIA E’ AL 26,6%, IL DATO PIU’ BASSO FINORA REGISTRATO NEI SONDAGGI BY PAGNONCELLI
AI MINIMI ANCHE LA VALUTAZIONE POSITIVA SUL GOVERNO (40%) E IL GRADIMENTO DI GIORGIA MELONI, (AL 41%, DATO PIU’ BASSO DAL 2022) … LA LEGA AL 9% SUPERAFORZA ITALIA ALL’ 8,4% … M5S AL 13,8% , MENTRE IL PD PAGA LA SCELTA PACIFISTA E SCENDE AL 21,5%.
Il mese di marzo è stato caratterizzato dagli avvenimenti internazionali. La trattativa Usa-Russia per la pace in Ucraina, con l’esclusione della presenza diretta, almeno per ora, del presidente Volodymyr Zelensky e l’assenza al tavolo dell’Europa; il tentativo dei «volenterosi» capeggiati da Regno Unito e Francia che, al momento in cui scriviamo, non sembra ancora aver trovato un accordo definitivo sui percorsi di peacekeeping ; l’avvio dei dazi, confermato dal presidente Trump per il 2 aprile, che potrebbero avere conseguenze rilevanti sull’economia mondiale e anche sul nostro Paese.
Sulla politica internazionale si sono evidenziate nette differenze nelle coalizioni. In quella governativa le posizioni distanti tra Matteo Salvini e Antonio Tajani, che sembrano sempre più difficili da ricomporre, e le difficoltà di posizionamento di Giorgia Meloni, divisa tra la necessità di mantenere un legame con Trump, che appare sempre più complesso, e di non esasperare le differenze con gli altri paesi europei.
Nel campo delle opposizioni le posizioni paiono altrettanto se non ancora più distanti, tra l’altro con una dialettica sempre più evidente all’interno del Partito democratico. Le manifestazioni di due settimane fa in sostegno dell’Europa, per quanto partecipate
non sembrano aver contribuito a una ricomposizione. Per quel che riguarda la politica interna, solo per sommi capi, vanno ricordate la mozione di sfiducia verso il ministro della Giustizia Carlo Nordio, respinta dalla Camera, la vicenda della ministra del Turismo Daniela Santanchè di cui si allungano i tempi, la polemica sul Manifesto di Ventotene che ha visto toni accesi da entrambe le parti.
Dal punto di vista delle intenzioni di voto continua il calo di Fratelli d’Italia che oggi troviamo al 26,6% (con un calo di qualche decimale rispetto allo scorso mese), il punto più basso sino ad ora registrato nei nostri sondaggi. In crescita invece la Lega, stimata al 9% (+ 0,9%) che torna a sorpassare Forza Italia, accreditata dell’8,4%, in lievissimo calo. Sembra che i distinguo insistiti di Salvini e il suo netto posizionamento filotrumpiano producano qualche risultato.
Nell’opposizione si registra una flessione significativa del Partito democratico, stimato al 21,5%, con una perdita di poco più di un punto nell’ultimo mese. Le difficoltà di posizionamento e le divisioni interne probabilmente pesano, è ipotizzabile che il calo sia dovuto alle perplessità della componente «atlantista» e di quella «pacifista».
Tanto più che cresce, sia pur in misura contenuta (+0,6%), il Movimento 5 Stelle oggi stimato al 13,8%. La netta scelta di campo contro il piano Rearm Europe negli ultimi due mesi ha dato frutti non di poco conto.
La compagine di governo vede le valutazioni dell’esecutivo in lievissimo calo: l’indice di gradimento (la percentuale di valutazioni positive su chi si esprime, esclusi i non sa) è oggi al 40, di un solo punto sotto febbraio, ma il livello più basso registrato dall’insediamento.
Nessun cambiamento invece per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che però, stimata al 41, conferma il calo dello scorso mese e si colloca anch’essa al livello minimo registrato dal 2022.
È indubbio che continuino a pesare in questa tendenza le divisioni della maggioranza che erodono la percezione della premier come capace di garantire la coesione della coalizione e le difficoltà di posizionamento nel panorama internazionale cui accennavamo in apertura.
Per quel che riguarda i leader, continua infatti il calo di Antonio Tajani che ha un indice di apprezzamento del 29, il livello minimo registrato da quando è diventato segretario di Forza Italia. Dato che lo colloca vicino a Giuseppe Conte, con un indice del 27, che conferma la ripresa progressiva dal punto minimo registrato nei giorni della assemblea costituente del M5S. A seguire Elly Schlein, stimata al 25, uno dei livelli più bassi registrati dalla vittoria delle primarie quando raggiunse il 34. In piccola crescita Matteo Salvini, oggi al 24.
Nando Pagnoncelli
per il “Corriere della Sera”
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