“ANCHE PIER LUIGI BOSCHI RISULTA INDAGATO?”: QUESTA LA SEMPLICE DOMANDA CHE I CINQUESTELLE NON HANNO FATTO A ROSSI
VILLAROSA INTERPELLATO DA HUFFPOST: “NON NE VOGLIO PARLARE”
“Anche il padre della sottosegretaria Maria Elena Boschi, Pier Luigi Boschi, è indagato?”. È questa la domanda chiave che non è stata fatta dai membri della Commissione banche al procuratore di Arezzo Roberto Rossi, audito il 30 novembre. E non è stata fatta nemmeno dal Movimento 5 Stelle che da subito ha messo nel mirino il magistrato.
Perchè? Probabilmente per negligenza o per inesperienza ma non è detto.
L’HuffPost ha provato a chiederlo ad Alessio Villarosa, esponente grillino e membro della Commissione d’inchiesta che, almeno nelle sue intenzioni, è tenuta a fare chiarezza sui crac bancari.
Ma Villarosa si è rifiutato di commentare: “Non ne voglio parlare. Glielo sto dicendo in italiano, in quale lingua glielo devo dire?”.
Passo indietro. Pier Luigi Boschi è indagato per falso in prospetto: il cda di Etruria, di cui faceva parte il padre dell’ex ministra, nel 2013 avrebbe dato il via libera all’emissione di obbligazioni subordinate per ripianare i buchi della banca senza fornire informazioni complete agli investitori sullo stato di salute dell’istituto di credito.
La notizia, diffusa domenica, ha provocato una bufera sul procuratore di Arezzo perchè Rossi, audito solo qualche giorno prima, avrebbe omesso di dire ai membri della Commissione dell’indagine a carico di papà Boschi.
Quest’ultimo non è stato rinviato a giudizio per bancarotta, ha detto Rossi giovedì, perchè non ha partecipato ai Cda che hanno deliberato quei finanziamenti poi finiti in sofferenza e che hanno contribuito al fallimento della banca.
Tuttavia ci sono altri filoni nell’indagine che Arezzo sta portando avanti su Etruria. Come quella sul falso in prospetto che al momento vede chiamato in causa anche Pier Luigi Boschi.
È su questo che Rossi avrebbe taciuto o omesso informazioni, hanno attaccato le opposizioni, in primis il Movimento 5 Stelle.
Il procuratore di Arezzo ha inviato una lettera al presidente della Commissione Pier Ferdinando Casini in cui afferma che, è il sunto della sua difesa, nessuno gli avrebbe chiesto dell’identità degli indagati negli altri filoni d’indagine.
Dopo circa un’ora di audizione, il deputato del Movimento 5 Stelle chiede al procuratore Rossi: “Lei ha detto che ci sono 14 persone del CdA che non risultano indagate…”. “No, rinviati a giudizio”, replica Rossi. Villarosa allora lo incalza: “Quindi potrebbero essere indagati?”. Il procuratore fa cenno di sì con la testa, anche in modo affettato. “Ok”, ribatte Villarosa che continua chiedendo perchè non era stato chiesto il rinvio a giudizio.
Ma manca la domanda chiave: “Chi è indagato? C’è anche Pier Luigi Boschi tra questi?”.
Il discorso non riguarda insomma la reale propensione (o meno, come accusano in queste ore alcuni esponenti delle opposizioni) del procuratore di Arezzo a dipanare tutte le ombre sulla gestione fallimentare di Etruria davanti ai membri della Commissione.
Rossi, nella sua audizione, ha messo in luce le pressioni di Bankitalia per un matrimonio tra Etruria e Popolare di Vicenza. Pressioni di cui viene dato conto nella relazione del magistrato, emerse quindi non per diretta conseguenza (almeno in un primo momento dell’audizione) delle domande della commissione.
Ma il punto qui è un altro: i membri della Commissione hanno realmente fatto tutto quanto è in loro potere – e, beninteso, una commissione parlamentare d’inchiesta gode degli stessi poteri della magistratura ordinaria – per ricavare informazioni fondamentali sui crac e sulle eventuali responsabilità di Pier Luigi Boschi?
Per questo l’HuffPost ha contattato Alessio Villarosa che ha incalzato sul punto il procuratore di Arezzo.
Ma il deputato grillino si è prima difeso adducendo come motivazione il fatto che si tratta di documenti secretati. Ma quando gli è stato fatto notare che la domanda atteneva all’audizione (pubblica e in diretta streaming) del procuratore di Arezzo, il deputato è sbottato: “La questione è delicata e non ne voglio parlare, glielo sto dicendo in italiano in quale altra lingua glielo devo dire?”.
Successivamente Villarosa ha detto a Repubblica:
Il dottor Rossi ha detto non ci sono rinviati a giudizio, e da lì abbiamo capito che però c’erano anche indagati. E’ evidente anche dal video, ma il Pd ha voluto leggerlo in un altro modo. C’è stata una minimizzazione, ma è emerso chiaramente che Boschi era indagato”.
Secondo Villarosa quindi a tutti era chiaro che Pier Luigi Boschi era indagato. Ma così non è stato, almeno fino a quando la notizia non è stata rivelata dal quotidiano La Verità .
(da “Huffingtonpost”)
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