ATTORI CANTANTI POLITICI E GIORNALISTI TUTTI GLI ITALIANI ALLA CORTE DELLO ZAR
I “COMITATI DI INFLUENZA SPECIALE” PER INFILTRARSI E FARE PROPAGANDA CONTRO L’OCCIDENTE: SI PUNTA SU GIOVANI E ARTISTI
Si stanno infiltrando in Europa. Secondo il think tank britannico Royal United Services Institute (Rusi), che ha avuto accesso ad alcuni documenti riservati dell’amministrazione presidenziale di Mosca, da questa estate il primo vicecapo dell’amministrazione presidenziale Sergei Kiriyenko è stato messo alla guida di «comitati di influenza speciale», che hanno il compito di coordinare operazioni di infiltrazione e propaganda contro l’Occidente, anche in Italia.
Uno dei punti su cui si devono concentrare di più sono i giovani. E gli artisti.
Non è necessario essere reclutati come agenti, per venire embeddati in questi progetti “artistici”, o “culturali”. Basta essere utili.
Mosca sta cambiando strategia: scoperta ormai anche troppo la penetrazione nelle destre e nei partiti populisti europei di questi anni (da Salvini a Grillo e Assange su Russia Today, dai viaggi di Di Battista in Crimea a quelli di Vito Petrocelli a Russotrudnichestvo e Manlio Di Stefano con “Russia Unita” a Mosca, al caso Lega-Metropol), si può ottenere un risultato forse anche più pervasivo, e politicamente low cost con la somma giovani più Telegram.
In Italia esiste una galassia di canali pro russi che cominciano ad avere ottima audience molecolare, se si considera che 1000 visualizzazioni su Telegram possono essere equivalenti, per penetrazione sul territorio, a 100mila su Youtube.
Prendete il caso del film “Il Testimone”, film di propaganda russo sul conflitto in Ucraina, incredibilmente in tournée in tante città d’Italia. Lo spinge tantissimo il canale telegram Donbass Italia, di Vincenzo Lorusso, che ha spiegato a La Stampa che ci sarà anche altro, presto, con un suo amico storico, «con Andrea Lucidi mi lega una grandissima amicizia e a breve partiremo con un altro progetto comune».
Andrea Lucidi è un altro instancabile motore di questi progetti. Anche lui a Sochi, come Jorit, e uno dei pochi (unico italiano) ammesso nella sala gremitisima a sentire Sergey Lavrov, Lucidi si definisce non senza ironia «reporter e Russlandversteher», appellativo di solito non usato elogiativamente, per dire di quel vario giustificazionismo filorusso che in Italia storicamente è andato dai concerti di Albano in Russia agli accordi di Ca’ Foscari per dare una collaborazione a Vladimir Medinsky, lo storico e accademico revisionista che riscrive la storia russa a uso e consumo di Putin.
Ma Telegram è un mondo a sé, utile quanto l’accademia, e più potente. I russi l’hanno capito. Lorusso e Lucidi, oltre a Jorit, sono solo tasselli di una rete che interseca tantissimi filorussi o antiNato d’Italia, anche se mette insieme cose molto diverse. Da Amedeo Avondet, il giovane di destra torinese a cui risale il sito Il Corrispondente (che fu incredibilmente il primo al mondo a dare la notizia del pilota russo “traditore” assassinato due settimane in Spagna) a Giorgio Bianchi, reporter che nei giorni del Covid veniva ricevuto a Mosca a intervistare nientemeno che Maria Zacharova, a tanti altri canali Telegram
(da La Stampa)
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