BELSITO RICONSEGNA ALLA LEGA DIAMANTI, LINGOTTI E L’AUDI DI RENZO BOSSI
FU APPROPRIAZIONE INDEBITA O IL TESORIERE HA AGITO IN NOME E PER CONTO DEI DIRIGENTI DELLA LEGA?… MANCHEREBBERO ALL’APPELLO ALTRI 300.000 EURO DI DIAMANTI
Tornano alla base, cioè nella sede della Lega Nord in via Bellerio a Milano, dieci lingotti d’oro e undici diamanti, parte dell’investimento che sarebbe stato messo a punto dall’ex tesoriere Francesco Belsito, indagato per appropriazione indebita e truffa nell’inchiesta milanese sulle distrazioni dei fondi del Carroccio, utilizzati, secondo l’accusa, anche per le spese personali di Umberto Bossi e dei suoi familiari.
L’ex amministratore del partito, su consiglio del suo legale, l’avvocato genovese Paolo Scovazzi, ha consegnato a un autista del movimento i preziosi che aveva (e a cui gli inquirenti stavano dando la caccia) e l’Audi A6 che il figlio di Umberto, Renzo Bossi, avrebbe utilizzato per un periodo e poi restituito allo stesso Belsito.
I diamanti restituiti “saranno venduti ed il ricavato andrà alle sezioni”, secondo quanto ha riferito a Ballarò il presidente della della Regione Piemonte, Roberto Cota.
Rosy Mauro – la vicepresidente del Senato espulsa dal gruppo della Lega a Palazzo Madama, che ha ratificato all’unanimità la decisione del consiglio federale di cacciarla dal partito – è stata iscritta d’ufficio al Gruppo misto. La Lega Nord ora scende a 24 senatori e il Misto sale a 11 componenti con l’arrivo del leader del sindacato padano.
L’autista a bordo dell’auto del ‘Trota’ ha viaggiato da Genova in direzione via Bellerio, trasportando il ricco carico: lingotti d’oro per un valore di circa 200mila euro e diamanti per 100mila euro che sono rientrati dunque nella disponibilità del Carroccio.
Mancano all’appello, invece, altri 300mila euro di diamanti.
Secondo i documenti acquisiti dalla guardia di finanza di Milano, su ordine del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dei pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini, i destinatari di quella parte di preziosi, comprata sempre con i soldi del partito e non ancora rintracciata, sarebbero stati Rosy Mauro (vicepresidente del Senato) e il senatore Piergiorgio Stiffoni.
Cosa che i due hanno smentito categoricamente, tanto che il legale di Stiffoni si è presentato al quarto piano del Palazzo di giustizia per una richiesta di convocazione, in quanto il parlamentare aveva annunciato di aver intenzione di chiarire tutto davanti ai magistrati.
“Quel tesoro è della Lega”.
Belsito, attraverso il suo difensore, ha fatto sapere agli inquirenti che lingotti e diamanti sono stati acquistati con i fondi della Lega e che dunque appartengono al movimento.
Per questo ha spiegato di averli restituiti al proprietario, senza però chiarire agli investigatori, che da giorni li stavano cercando, dove li nascondesse.
Le indagini dovranno accertare se anche questo capitolo rientra fra gli episodi di sottrazione di denaro del Carroccio, e dunque se si tratti di un’appropriazione indebita, come i circa 6 milioni di euro investiti a Cipro e in Tanzania.
Tutto questo mentre nel pomeriggio si è tenuta una riunione operativa tra pm e finzanzieri per fare il punto della situazione su tutto il materiale sequestrato e acquisito in due settimane.
Tra cui anche le carte fornite dal Sin.Pa, il Sindacato Padano fondato da Rosy Mauro, che pare avesse una contabilità minima: solo la registrazione di poche spese per l’affitto di qualche sede minore, un numero irrisorio di ricevute e nessuna traccia documentale di quei 200-300 mila euro all’anno girati da via Bellerio e di cui si parla invece nelle intercettazioni.
Da quanto si è saputo, infine, i pm – che stanno trovando riscontri a tutti quei dialoghi telefonici intercettati tra Belsito e la responsabile amministrativa Nadia Dagrada – hanno intenzione di scavare anche nei resoconti contabili delle società legate al Carroccio, come la Pontida Fin srl, che gestisce il patrimonio immobiliare del partito, e quella a cui fanno riferimento invece le testate ‘padane’.
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