BERLUSCONI CHIAMA, VERDINI ASPETTA: MA DENIS HA I NUMERI PER UN GRUPPO SALVA-RENZI
LA PROSSIMA SETTIMANA LE RIFORME APPRODANO IN AULA: SE BERLUSCONI NON RICOMPONE IL PATTO DEL NAZARENO, VERDINI CALERA’ LA MASCHERA
C’è un motivo se, quando Berlusconi lo ha chiamato giovedì, lui ha garbatamente declinato l’invito a pranzo.
Nè ha accettato l’invito ad Arcore per questo week end.
Perchè per Verdini non è una questione di mozione degli affetti. Certo, la voce mielosa di Silvio gli ha fatto piacere, segno che il rapporto umano resta.
Ma il chiarimento che vuole è politico. Per la prima volta, tra i due, aleggia l’ombra di una rottura. Anche se non immediata.
E c’è una dead line temporale, nella testa del toscanaccio che conosce troppo bene Silvio e sa che è capace di clamorose inversioni tattiche e sconfessioni di se: “Denis aspetta una settimana, poi si muoverà per tutelare il Patto del Nazareno”.
È questo che sussurra un parlamentare che lo ha sentito più volte.
Il segnale, uno dei tanti, lo ha dato il senatore di Gal Giuseppe Ruvolo, detto Peppe: “Il mio pronostico è che nascerà il gruppo del salva-patto del Nazareno”.
Berlusconi e Verdini si scrutano, ponderano le mosse.
Con l’attenzione di chi non vuole fornire all’altro il pretesto per un affondo. È così che l’ex premier pare aver messo il silenziatore a quelli del cerchio magico.
Giovanni Toti ha disdetto la partecipazione a Otto e Mezzo prevista per giovedì, la Rossi non dà più interviste.
Perchè la prima cosa che Denis vuole vedere in questa settimane è se continueranno gli attacchi verso di lui dalle donne del cerchio magico, che definisce in modo assai poco signorile.
E se sul Nazareno Berlusconi passerà dagli sfoghi ai fatti, dando l’ordine di votare contro le riforme da martedì alla Camera.
Perchè le parole sono incendiarie. Dopo che gli hanno portato la notizia dell’emendamento su Mediaset e sul falso in bilancio, ha pronunciato frasi di fuoco con Renzi, questo “ragazzo” che prima ha tradito i patti e poi si è messo a usare metodi da “dittatore”.
Con il cerchio che gli sta attorno — sempre pronto ad applaudire — si è pure detto certo che si voterà ad ottobre, che sarà in campo e batterà Renzi. E quindi, linea dura.
Tanto che ha chiamato parecchi esponenti dell’ala a lui vicina di Ncd, per capire quando strapperanno col governo.
Ecco, se da un lato Verdini ha i suoi “responsabili” di governo, Berlusconi prepara i “responsabili” di opposizione: “Certo — andava dicendo l’ex premier – con l’umore di chi si prepara alla pugna – che Salvini è stato geniale a Porta a Porta. Quando Alfano gli ha detto abbiamo votato Mattarella per la persona, Matteo gli ha risposto ‘ma quale persona, lo avete votato per la poltrona”.
C’è tutto un gruppo legato a Cicchitto, Lupi, Quaglieriello e Nunzia De Girolamo che spinge per portare Ncd a un appoggio esterno o a un’apertura della crisi.
Mentre sempre dentro lo stesso partito c’è un gruppo di 11 senatori legati a Castiglione e Viceconte che fece sapere che avrebbe votato Mattarella a prescindere. E che ora ha a cuore il prosieguo della legislatura. Molti del gruppo sono legatissimi a Denis Verdini.
Quelli di Gal al Senato, il gruppo di Ncd.
Più girano le voci di strappi più aumentano i soccorritori, come sa bene innanzitutto Renzi. E come sa l’inventore del metodo responsabili, Verdini. Il quale sa anche che un passo falso oggi lo farebbe additare a Corte come l’ennesimo traditore e come uno che trama alle spalle.
E invece l’obiettivo, fino a martedì quando le riforme approderanno in Aula, è ricomporre il Patto del Nazareno. E se Renzi ci prova con le cattive, mandando segnali su Mediaset e non rispondendo a telefono ai nuovi mediatori tipo Toti o Romani o la Bergamini, ci sono i vertici aziendali che ci provano con le buone.
Ennio Doris, uno che parla solo nei momenti cruciali, al Corriere dice: “Il patto tra Berlusconi e Renzi è cosa buona per il paese”.
E Confalonieri in questi giorni gioca di concerto con Letta e Verdini, il “duo tragico” messo sotto accusa da Maria Rosaria Rossi.
E chissà se in fondo su questa storia la verità non sta nell’analisi che fanno del giro stretto del premier: “Tutto questo casino è perchè Toti, Romani e la Bergamini vogliono prendere il posto di Verdini nel negoziato con Renzi. Quindi è un problema di riflettori, non di politica. Certo che Berlusconi, se non lo capisce, sta messo malissimo. Peggio per lui, noi i numeri ce li abbiamo”.
Il noi comprende anche Verdini. Che si prepara a un capolavoro.
Osservare da dentro Forza Italia la nascita di un “gruppo salva patto”.
(da “Huffingtonpost“)
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