BERLUSCONI FRENA I FALCHI: “UN CONGRESSO ORA CI DISTRUGGEâ€.
MA LORO PREPARANO LA PIAZZA
«Non esiste proporre un congresso in queste condizioni, significherebbe frantumare il partito. In questo momento non possiamo che appoggiare Angelino».
Silvio Berlusconi chiuso a Palazzo Grazioli risponde alle mille telefonate di chi gli chiede numi sulla sortita di Fitto, che per stoppare Alfano chiede un azzeramento delle cariche nel partito e il congresso per l’elezione di un nuovo segretario.
Dalla residenza romana del Cavaliere si racconta di una certa irritazione nei confronti dell’ex governatore pugliese. «La sua proposta di congresso, al contrario di quanto dicono in giro i falchi, non è stata avallata da Berlusconi», assicura chi è di casa in via del Plebiscito. Confermando che ora per il Cavaliere «è necessario ridimensionare i pasdaran, che poi sono gli stessi che si nascondono dietro a Fitto, e ridare unità al partito».
La richiesta di congresso Fitto l’aveva recapitata nei giorni scorsi a Berlusconi, che si era preso del tempo per riflettere. Ieri l’accelerazione, con l’ex ministro che lancia pubblicamente la proposta.
Scatenando una vera e propria conta, una miriade di dichiarazioni a sostegno all’uno o all’altro contendente.
Nei giorni dello scontro sulla fiducia Fitto è rimasto coperto, poi ha sfruttato lo spazio che si era creato con la rovinosa caduta dei pasdaran in stile Santanchè per ritagliarsi il ruolo di leadership anti-Alfano definendosi “lealista”.
A bocciare l’idea del congresso tra gli alfaniani sono Cicchitto, Giovanardi, Costa e la new entry Brunetta, che sembra riposizionarsi dopo le polemiche interne e la tentazione delle colombe di rimuoverlo dalla poltrona di capogruppo.
A seguire Fitto sono invece i falchi come Capezzone e Bondi, che trovano un volto da seguire dopo la sconfitta al Senato.
Poi una serie di big spiazzati dal rafforzamento di Alfano dopo la fiducia come la Gelmini, la Carfagna, la Prestigiacomo, la Bernini e la Polverini. E poi i duri e puri alla Rotondi, Nitto Palma, Romano e Mussolini. Con la novità di Gasparri, che nelle ore di fuoco di Palazzo Madama insieme a Romani e Schifani era tra i mediatori, ora si avvicina al fronte di Fitto.
I cui supporter ora pensano di alzare la posta preparandosi a proporre una manifestazione in favore di Berlusconi nel giorno in cui l’aula del Senato dovrà votarne la decadenza.
Un modo per mettere nell’angolo Alfano e i suoi, per costringerli a scegliere tra la difesa del capo pur creando fibrillazioni nel governo o dare l’impressione di defilarsi rispetto al Cavaliere.
Alfano viene definito «amareggiato » dall’uscita di Fitto, incassa la fiducia di Berlusconi e in pubblico afferma «stiamo lavorando, ciascuno a proprio modo, per l’unità del partito».
Un modo per accusare gli altri di voler spaccare e tra oggi e domani insieme ai ministri Pdl pubblicherà un documento per fissare la linea politica moderata da contrapporre ai falchi.
I suoi fedelissimi sono fiduciosi sul fatto che dopo la scomunica di Berlusconi il gruppo di Fitto si sgonfierà , perdendo i meno aggressivi e relegandolo a capo dei falchi.
Ma la partita sarà lunga e dura.Ora Alfano spera di trovare una pace interna concordata con Berlusconi. Immagina di diventare vicepresidente o segretario di Forza Italia, senza direttori o comitati che ne limitino il potere e sostenuto da tre coordinatori, due di sua fiducia e uno degli altri.
Ma per salvaguardare l’unità pretenderà la rimozione da qualsiasi incarico di Verdini, Capezzone e Santanchè.
Per portare il partito su una rotta moderata insieme a Berlusconi che, confida Angelino a un suo parlamentare, «resterà leader anche dopo l’interdizione, insieme potremo decidere le linee politiche liberati dall’influenza dei falchi».
Un progetto che al momento sembra fattibile.
Berlusconi ieri al telefono a più di un interlocutore diceva che «anche se dopo la forzatura sulla fiducia sono un po’ diffidente, Angelino in fondo ha avuto ragione, dobbiamo ripartire da lui». Certo, cercherà dei contrappesi al suo potere in grado di tranquillizzare se stesso e gli altri, ma il piano di Alfano potrebbe andare in porto.
Tanto che ieri sera chi chiamava Quagliariello si è sentito rispondere così: «Scusa non posso parlare, sto correndo a messa. Per questa settimana ho un bel po’ di ragioni per ringraziare il Signore».
Alberto D’Argenio
(da “La Repubblica“)
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