CARFAGNA E GELMINI REGINE DELLE PREFERENZE, TUTTE LE CURIOSITA’ DOPO IL VOTO
IL RITORNO DI MASTELLA E I VIP BOCCIATI… LE PREFERENZE DIMEZZATE DI DE CORATO
Dalla strana alleanza tra Sel e conservatori fittiani in Puglia al pareggio perfetto in un piccolo comune del reggiano.
Dal ritorno sulla scena di personaggi della prima Repubblica al voto che non ti aspetti della Roma ‘bene’.
Sono alcune delle spigolature di queste comunali 2016 che hanno visto tutte le grandi città finire al ballottaggio.
Tra i capoluoghi che hanno concluso la partita al primo turno solo Cagliari, dove il sindaco uscente Massimo Zedda, golden boy del centrosinistra, ha vinto con il 51%.
E Salerno, dove una maggioranza bulgara ha incoronato sindaco Vincenzo Napoli, ex vice del governatore campano Vincenzo De Luca, candidato del centrosinistra (ma senza il Pd), che ha vinto al primo turno con oltre il 70% dei consensi.
Alleanze e cambi di casacca.
Ma da Nord a Sud si possono raccontare diversi casi curiosi. Come a Triggiano, in provincia di Bari, dove è stato eletto con il 53% dei voti il sindaco Antonio Donatelli, sostenuto da una serie di liste civiche dietro le quali si nasconde l’insolita alleanza fra Sel e i conservatori di Raffaele Fitto in funzione anti-Pd.
A Brindisi, invece, si è imposto Ferdinando Marino, proprietario del Brindisi Basket che gioca in serie A, che ha cambiato clamorosamente casacca, passando con disinvoltura dal centrodestra al centrosinistra.
Andrà al ballottaggio per la coalizione guidata dal Pd contro la sfidante Angela Carluccio, sostenuta dai fittiani e sponsorizzata dall’ex primo cittadino Mimmo Consales, arrestato con l’accusa di avere incassato tangenti.
A Fasano, la città dei tre candidati con la Ferrari, uno è in testa: è Giacomo Rosato, che guida quattro liste civiche di area centrosinistra e ha raccolto il 32,23 per cento dei voti. Al ballottaggio dovrebbe sfidare il candidato del Pd, Francesco Zaccaria che con il 25 per cento ha oltre 5 punti in più del 5 Stelle Raffaele Trisciuzzi e sorpassa decisamente anche il sindaco uscente di centrodestra, Lello Di Bari. Infine a Poggiardo, in provincia di Lecce, il sindaco Giuseppe Luciano è stato eletto per tre voti di scarto (con 65 schede nulle).
Gelmini e Carfagna reginette del voto.
A Milano la regina delle preferenze è Maria Stella Gelmini che ha ottenuto quasi 12mila preferenze per il consiglio comunale. Al secondo posto, dietro di lei il segretario della Lega Nord Matteo Salvini con 8025 e l’assessore uscente, e capolista del Pd, Pierfrancesco Majorino 7582. L’ex sindaco Gabriele Albertini è il più votato della lista civica di Stefano Parisi con oltre 1.300 voti, Riccardo De Corato, che siede in consiglio comunale da 31 anni, è il primo nella lista di Fratelli d’Italia con 2.300 preferenze, ma ne ha perso per strada la metà rispetto a 5 anni fa.
Nella lista SinistraXMilano, che ha appoggiato Beppe Sala, il più votato è stato l’assessore alla Cultura Fiippo del Corno (oltre 1900 voti) mentre fra i 5 stelle a farla da padrona è Patrizia Bedori, che aveva vinto le comunarie ma poi si era ritirata dalla corsa a sindaco.
Boom di preferenze a Napoli per Mara Carfagna, l’ex ministro per le Pari Opportunità candidata capolista di Forza Italia. Con 5528 è la più votata dai napoletani.
Vip bocciati.
Il motto “meno piste ciclabili, il tempo è prezioso” non ha portato fortuna a Simona Tagli che, nonostante la popolarità degli anni Novanta, ha raccolto solo 31 preferenze alle elezioni comunali di Milano, alle quali si era candidata tra le fila di Fratelli d’Italia.
Poco meglio ha fatto una delle ‘star’ schierate da Forza Italia, l’ex calciatore Daniele Massaro, che si è fermato a 384 voti.
I Vip sembrano infatti non aver convinto gli elettori.
In casa Lega Nord pochi voti anche per lo storico autista di Umberto Bossi Pino Babbini (74 voti) e il suo successore, autista prima di Bossi ora di Salvini, Aurelio Locatelli (14).
Nel centrosinistra sono rimasti altrettanto lontani dai grandi numeri Alberto Veronesi, figlio dell’oncologo Umberto, schierato nella lista ‘Beppe Sala sindaco’ e scelto da 362 cittadini, e Piero Maranghi, figlio del delfino di Enrico Cuccia Vincenzo, con 312 voti.
A Roma il record negativo è stato raggiunto daò giovanissimo Aldo Maria Biscardi, nipote del conduttore del noto programma calcistico “Il Processo”, candidato con La Destra di Storace: per lui solo un voto.
E male è andata anche la corsa di Daniela Martani, ex hostess Alitalia ed ex concorrente del Grande Fratello, vegana, candidata a Roma nelle fila dei Verdi, che ha totalizzato solo 26 voti. Disastro anche per l’altra ex gieffina Roberta Beta, candidata nella lista Roma Popolare a sostegno di Alfio Marchini: per lei appena 2 preferenze.
Il pareggio e il padre di Pizzarotti.
In provincia di Reggio Emilia, al comune di Casina, 4mila anime sulla montagna reggiana, non ci volevano credere: due candidati sindaco sono risultati i più votati con l’identico numero di consensi, 1.164 pari.
Benchè la legge non preveda il ballottaggio per i Comuni sotto i 15mila abitanti, se non, appunto, in questo caso limite, il sindaco uscente Gian Franco Rinaldi e il suo sfidante Stefano Costi andranno, domenica 19, al ballottaggio.
Quando, ad essere decisivo, potrebbe essere il terzo dei candidati in lizza, Alberto Bizzocchi, col suo prezioso pacchetto di 160 voti. A Castellarano (sempre in provincia di Reggio) Claudio Pizzarotti, padre del sindaco di Parma Federico, totalizza 33 preferenze e non entra in consiglio comunale.
La lista del movimento 5 stelle in cui si era candidato ottiene infatti due seggi, uno dei quali sarà occupato dal candidato sindaco Stefano Salomoni. L’altro andrà invece alla più votata della lista, Orietta Grimaldi, che ha incassato 80 preferenze.
Probabilmente la corsa elettorale di Pizzarotti senior ha scontato anche la bufera che si è abbattuta sul figlio, sospeso dal M5s per la vicenda dell’avviso di garanzia ricevuto a seguito dell’inchiesta aperta sulle nomine del Teatro Regio di Parma.
Ritorni e plebisciti popolari.
A Benevento fa notizia il ritorno di Clemente Mastella, l’uomo di Ceppaloni, protagonista della Prima Repubblica e principale artefice della caduta del secondo governo di Romano Prodi. Sostenuto da Forza Italia e Udc, andrà al ballottaggio con il candidato del Pd Raffaele Del Vecchio.
I due candidati hanno ottenuto un risultato quasi identico, di poco superiore al 33%.
Plebiscito popolare a Orgosolo (Nuoro), dove Dionigi Deledda è stato confermato con il 94% dei voti. Il sindaco si era dimesso a gennaio dopo essere stato coinvolto in un’inchiesta della procura di Nuoro sull’appalto per il rifacimento del campo sportivo del paese.
Scontro a sinistra a Sestograd.
In Toscana, a Sesto Fiorentino, un tempo conosciuta come ‘Sestograd,’ si va al ballottaggio tra il candidato del Pd e delle liste civiche “Sesto! Siamo noi” e “Sesto civica” Lorenzo Zambini (Pd) e Lorenzo Falchi, sostenuto da Sinistra italiana e dalla lista civica “Per Sesto”: il primo ha ottenuto il 32,56% dei voti, il secondo il 27,4.
La cittadina è stata costretta a tornare alle urne anzitempo dopo le dimissioni ‘forzate’, a luglio scorso, dell’ex sindaco renziano Sara Biagiotti (eletta al primo turno), sfiduciata anche da otto consiglieri democratici ‘ribelli’ e poi espulsi. E tre erano i candidati a sinistra di queste elezioni.
Voto nullo in tre comuni.
Elezioni annullate in tre comuni, dove si dovrà tornare alle urne perchè non si è raggiunto il numero minimo di votanti. Si tratta di Cicagna, in provincia di Genova, Fornovo San Giovanni (Bergamo) e Fraine, in provincia di Chieti.
(da “La Repubblica”)
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