CERCASI UN BERLUSCONI CAPOLISTA: ADESSO E’ PRESSING SU PIERSILVIO
SECONDO UN SONDAGGIO SAREBBE IL PIU’ GRADITO DALL’ELETTORATO FORZISTA… IL VANTAGGIO DI UNA IMMAGINE MAI TOCCATA DA SCANDALI
L’erede politico di Berlusconi, il «Mister X» al quale l’ex premier vorrebbe passare il testimone, è anch’egli un imprenditore televisivo. Per giunta milanese.
Quel che più conta, porta lo stesso cognome del leader di Forza Italia.
Cambia soltanto il nome, seppure di poco: Pier Silvio anzichè Silvio.
Si tratta del figlio quarantaquattrenne, sottoposto a un pressing davvero intenso perchè accetti di rivoluzionare (in peggio) la propria esistenza finora molto tranquilla e sicuramente sobria, se confrontata ai parametri di famiglia.
Precisiamo subito che Pier Silvio non sembra propenso a farsi trascinare sul ring. Oppone una resistenza fondata su considerazioni molto sensate.
Ma la questione risulta tuttora aperta, e non è mai semplice far cambiare idea al Cavaliere quando si mette in testa una fissa.
Testimoni superattendibili giurano di aver sbirciato il discorso, scritto di suo pugno da Silvio, con cui Pier Silvio dovrebbe accettare la candidatura alle prossime elezioni europee quale capolista «azzurro» in tutte e cinque le circoscrizioni.
A certi suoi ospiti il Cavaliere ha mostrato con orgoglio un «trailer», dove si vede suo figlio che parla disinvolto e brillante in una convention aziendale: la prova che a Pier Silvio non mancherebbe la verve per duellare in pubblico con un battutista del calibro di Renzi.
E a questo proposito, circola ad Arcore un sondaggio riservatissimo dell’istituto Tecnè.
È aggiornato al 18 marzo, e misura il gradimento degli italiani.
Al primo posto della hit parade troneggia Renzi (42,2 per cento), seguito a distanza da Letta al 25,5. Terzo si piazza Berlusconi senior (23 per cento).
Ma subito dopo, distaccato di un’incollatura e in ascesa rispetto a un precedente campione, ecco Berlusconi junior: quarto con il 20,6 per cento di approvazione, due punti più della sorella Marina.
Della quale molto si era parlato come possibile risorsa del centrodestra, nonostante lei avesse ripetutamente smentito. Così come era circolata voce che Barbara (figlia di Veronica) ardesse dalla voglia di cimentarsi, nonostante le disavventure del Milan di cui è dirigente, con conseguente calo di popolarità .
Pochi, anzi nessuno, aveva immaginato che l’occhio del Cavaliere stesse posandosi invece sul secondogenito.
Ai suoi occhi ha i seguenti pregi: 1) è giovane 2) maschio 3) di bella presenza 4) senza grilli per la testa (una compagna fissa da 17 anni, la soubrette Silvia Toffanin) 5) concentrato sul «fare», inteso come lavoro a testa bassa in azienda.
Insomma, chi meglio di lui per dare un senso di continuità fisica, anzi genetica, a una leadership che la condanna in Cassazione impedisce a suo padre di esercitare?
Quando gli hanno messo sotto il naso le rilevazioni Tecnè, Silvio ha fatto un salto sulla sedia: «Ecco la conferma delle mie intuizioni…».
Ed è partito alla carica.
Però Pier Silvio resiste (sebbene a sera con minor vigore, dopo alcune telefonate di notabili «azzurri» terrorizzati dalla prospettiva che un suo no possa spalancare le porte a Barbara).
Lui dirige Mediaset da quasi vent’anni. Mollare in questo momento il volante sarebbe, esemplificano esagerando nel mondo del Biscione, «come se Marchionne smettesse di guidare la Fiat».
C’è di più: Pier Silvio non ha mai espresso pulsioni forti per la politica.
Esiste anzi il fondato sospetto che le sue idee collimino solo in parte con quelle del paterno genitore (in passato aveva manifestato simpatie per la Bonino).
Dovesse mai cimentarsi, darebbe dispiaceri a papà .
Che poi è il destino comune dei figli.
Ugo Magri
(da “La Stampa“)
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